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Autore: SkylerLee99    25/07/2014    3 recensioni
"Se riuscirò ad abbattere quest'albero con le mie sole forze, chiederò a Sakura di uscire!"
Rock Lee, al tramontare del sole, decide di iniziare un allenamento estenuante, motivato dalla sfida che si auto-impone.
Tenten lo assiste in questo insolito esercizio, rimanendo accanto a lui per tutta la notte, tra riflessioni e considerazioni da parte di entrambi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rock Lee, Tenten
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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"Se riuscirò ad abbattere quest'albero con le mie sole forze, chiederò a Sakura di uscire!"

Una delle solite frasi di Rock Lee, una di quelle sfide che si auto-imponeva e delle quali sembrava non poterne più fare a meno. 
Il sole stava tramontando, quando il giovane ninja cominciò a colpire un tronco con potenti calci consecutivi. Avrebbe messo alla prova tutta la sua costanza, la sua forza e il suo amore, la passione era l'unica arma, la speranza il suo obiettivo.
Tenten era in disparte, seduta placidamente sull'erba umida e decorata da qualche fiore dai petali chiusi, la cui candida semplicità contrastava con le emozioni così complesse che provava in quel momento. 
Osservava il suo compagno di squadra con attenzione e scetticismo, convinta che si sarebbe arreso e che avrebbe rinunciato all'idea di abbattere quell'albero. O forse, più che una convinzione, era un desiderio.
«Tutto bene?» le chiese Rock Lee, rimanendo però concentrato sull'allenamento. 
Tenten alzò lievemente la testa, accorgendosi di essersi fermata a fissare il vuoto. «Sì, tranquillo, continua pure»
Lui rispose con un cenno, perplesso. Molte volte Tenten l'aveva assistito ai suoi allenamenti, ma quella volta era diversa. Sembrava assente, non si era neanche esercitata nell'uso delle armi, tutto quello che faceva era rimanere seduta a pensare.Tentò di non fare caso allo strano comportamento della kunoichi, ripetendosi di rimanere focalizzato sul suo allenamento, ma invano.
Gli sembrava impossibile mettere la sua preoccupazione per Tenten davanti allo zelo, eppure quel giorno era successo. Lei si era sempre presa cura di lui, ma, a quanto pareva, quel giorno la situazione era diversa. 
Strinse denti e pugni, colpendo con più veemenza il tronco. 
Era mezzanotte, quando il suo corpo cominciò a implorargli di fare una pausa. 
Era raro che si sentisse stanco, ma aveva imparato a ignorare determinati segnali quando c'era in ballo una sfida, soprattutto se fatta a sé stesso. 
Lanciò una rapida occhiata alla sua compagna di squadra. Perfettamente sveglia, continuava a osservare il suo esercizio, come se non ci fosse altro. Lee non capiva, non capiva come Tenten potesse continuare a interessarsi al suo allenamento. C'erano tante cose molto più interessanti, quella notte. Il cielo era limpido, la totale assenza di nuvole permetteva di scorgere anche la costellazione più nascosta, la luna piena illuminava alla perfezione ogni elemento della natura, quasi come fosse giorno. La musica della fauna notturna incorniciava uno scenario simile al fiabesco, e tutto ciò che lei riusciva a vedere era il suo Taijutsu. Tuttavia, non poteva negare di apprezzare l'interesse della sua compagna di squadra verso quell'insolito allenamento. Nella sua vita, soprattutto durante l'infanzia, nessuno aveva mai creduto che sarebbe potuto diventare un ninja, eppure era successo. 
Non avrebbe mai dimenticato l'immenso dolore provato ogni volta che si sentiva dire le insensibili parole "non sarai mai un ninja". 
Nessuno aveva creduto in lui. Nessuno, fino al suo sensei. E dopo di lui, proprio Tenten, che aveva dimostrato di tenere a lui e si preoccupava per il suo compagno come nessun altro, aveva acquistato una grande fiducia nelle sue capacità. Rock Lee amava il suo team, solo con loro poteva sentirsi sé stesso, solo con loro poteva sentirsi come in una famiglia. Persino Neji, nonostante le prime divergenze, aveva cominciato ad ammettere il vero potenziale di Lee.
Già, Neji.
I suoi pensieri si arrestarono immediatamente, così come il suo corpo. Con lo stinco ancora appoggiato al tronco, bloccò lo sguardo sul terreno, l'espressione vuota e gli occhi lucidi. Restò in quello stato per pochi secondi, il tempo di riprendersi e ricominciare il suo esercizio con ancora più decisione.
Alle due di notte, Tenten cominciava a sentire i primi segni di stanchezza. Ma, nonostante le palpebre fossero diventate pesanti, non poteva permettersi di chiudere gli occhi. Anche se non era un aiuto indispensabile, voleva dare tutto il suo sostegno a Lee, incoraggiandolo anche a quell'ora della notte. Inoltre, non riusciva a distogliere lo sguardo dallo shinobi.
Il chiaro di luna evidenziava in modo incredibilmente affascinante i muscoli della sua gamba destra che, contraendosi e distendendosi, permettevano a Lee di sferrare calci talmente potenti da provocare un tremore del terreno percepibile anche a metri di distanza. L'espressione sul suo viso, la posizione in cui teneva le braccia, la forza che ardeva dentro di lui anche a un orario così inoltrato, erano tutti dettagli che Tenten, durante le sue osservazioni, non si lasciava mai sfuggire. Rock Lee non era un semplice ninja, non era come tutti gli altri: lui era l'essenza del Taijutsu.
Le quattro del mattino erano ormai giunte, e il cielo cominciava già a schiarirsi. L'animo di Lee, però, continuava a rabbuiarsi. Da quando Neji era morto, nulla era più stato come prima, ogni cosa nella sua vita era assolutamente cambiata. Neji non era solo il suo rivale, era il suo migliore amico, il suo punto di riferimento, il suo obiettivo. Scorreva il nobile sangue Hyuga nelle sue vene, ma Rock Lee gli voleva bene per quello che era, non per la fama del suo cognome. Se avesse potuto, avrebbe dato la sua vita per salvare quella di Neji. Ma ormai era troppo tardi, non poteva più tornare indietro, non poteva più fare in modo che quella dannata guerra lo uccidesse. 
Gemette silenziosamente, ricordandosi che Tenten lo stava guardando. Per accettarsi che fosse effettivamente così, si voltò leggermente, notando, però, la ragazza col capo chino e gli occhi chiusi. Gli scappò un sorriso, confrontando la dolcezza del suo volto addormentato con l'espressione dura e determinata che la caratterizzava quando era sveglia. 
Il suo stomaco fu stretto da una morsa, in un turbinio di contrasto tra la tenerezza di una dormiente Tenten e il dolore per il ricordo di Neji. Dopo una breve ma devastante guerra tra le due emozioni, prevalse l'amarezza, e Lee cadde in ginocchio, interrompendo l'allenamento.
Tenten si svegliò quasi un'ora dopo, allarmata dai singhiozzi del suo compagno di squadra. Lo trovò accovacciato, appoggiato all'albero, con le lacrime che gli sgorgavano copiose su quel viso da lei tanto ammirato perché sempre solcato da un sorriso luminoso, un sorriso ora spento dal tormento.
Nonostante non le avesse ancora detto nulla, Tenten sapeva benissimo il motivo del pianto del ninja. Era successo molte altre volte dopo la fine della guerra, ma la frequenza dei suoi crolli emotivi era decisamente diminuita rispetto a qualche mese prima. Tuttavia, capitava ancora che si lasciasse abbattere dalla scomparsa di Neji. 
La kunoichi gli si avvicinò a passi corti e lenti, ma lui riuscì a sentirla lo stesso.
«Non ce la posso più fare» mormorò Lee, faticando a parlare per via del nodo che gli stringeva dolorosamente la gola «Non riesco ad andare avanti così»
Non lo riconosceva, non avrebbe mai pensato che simili parole sarebbero potute essere pronunciate proprio da lui. Era demoralizzante vedere come anche il più ardente ninja che conosceva, dopo il loro sensei, potesse diventare d'un tratto così fragile; ogni volta che succedeva le si spezzava il cuore. E ogni volta voleva confortarlo, ma non sapeva in che modo. Tutto ciò che riusciva a fare era osservarlo, aspettando che si riprendesse. Ma quel giorno era diverso.
«E' inutile negarlo» continuava, in tono sempre più tremendamente affranto «Non supererò mai la morte di...»
Non fu nemmeno in grado di terminare la frase, che finì affogata tra le sue lacrime. 
Tenten si decise. Si inginocchiò vicino al suo compagno di squadra, lo prese per le spalle e lo volse verso di sè. Mettendogli una mano sulla fronte, lo obbligò ad alzare la testa e a guardarla negli occhi. Le iridi nocciola di Tenten si riflettevano alla perfezione in quelle nere e profonde di Lee, facendole ricordare l'innocenza ancora presente nell'animo dello shinobi. Non avrebbe mai permesso che quell'incontaminata genuinità venisse persa per sempre, avrebbe fatto di tutto pur di poter rivedere il Rock Lee che aveva conosciuto, quel ragazzo ingenuo e combattivo allo stesso tempo, quel ragazzo che avrebbe fatto di tutto pur di proteggere i suoi cari.
«Non ti riconosco più» interenne Tenten, mettendo nella voce sia dolcezza che decisione «Il vero Rock Lee non si arrende mai»
Lui abbassò lo sguardo. «Forse il vero Rock Lee se n'è andato»
«No» insistette, sorridendo serenamente «Io lo vedo ancora»
Lo shinobi non rispose, non trovando le parole adatte per ribattere. Forse lei non si rendeva conto del dolore che stava provando, non poteva capire che non sarebbe mai più tornato quello di prima.
«Lee...» lo chiamò, con una delicatezza inaspettata «Tu non mollerai. Non puoi»
Prima che potesse replicare, si sentì improvvisamente avvolto da un solido abbraccio di Tenten. Gli accarezzava in modo leggiadro gli scuri capelli lisci, il suo caldo respiro gli sfiorava il collo in un piacevole soffio vellutato.
Con la guancia appoggiata alla sua, la kunoichi gli sussurrò all'orecchio: «Perché io credo in te»
Rimase senza parole, incapace di trovare il giusto modo di trasmetterle tutta la sua gratitudine. Con quella semplice frase, era riuscita a demolire tutto il suo avvilimento, facendo spazio a un sentimento molto più potente: la fiducia.
Esitando solo un momento, ricambiò l'abbraccio, stringendola a sua volta con quella decisione che lo aveva sempre caratterizzato, quella decisione di cui Tenten si era innamorata.
Fu soltanto in quel momento, che Rock Lee se ne rese conto: cercando di abbattere quell'albero, stava abbattendo il suo futuro, stava abbattendo il suo vero amore.
E mentre il sole sorgeva sopra di loro, entrambi realizzarono di essere sempre stati ciechi. Entrambi capirono di potersi affidare all'altro, entrambi intuirono che quel giorno qualcosa era cambiato, e nessuno avrebbe mai più potuto dividerli.
Sopraffatti dal sonno, scivolarono lentamente sul prato e, senza sciogliere l'abbraccio, si addormentarono ai piedi di quell'albero che, nonostante i danni ricevuti, non era ancora caduto.

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Angolo di Skyler
Woah, troppa dolcezza in una sola One-shot... siate buoni, è la prima volta che scrivo qualcosa di romantico e sto cercando di prenderci la mano, visto che di solito scrivo in modo completamente diverso :) Ho voluto dedicare questa fan fiction alla mia coppia preferita, la LeeTen! Non se ne trovano molte in giro, ed essendo Rock Lee il mio personaggio preferito non potevo non scrivere qualcosa su di lui e la kunoichi che adoro ^^ spero che vi sia piaciuta, alla prossima!
Skyler
  
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