Ciao, io sono Pitt.
Vorrei raccontarvi la mia storia.
La storia della Vita e della Morte.

Fin dal primo vagito io sono lì, accanto a te. Ti osservo crescere e poi morire. Eccone un altro. Ne muore uno e altri dieci ne nascono. Ma non importa. Io vi sono sempre accanto. Passate la vostra esistenza a maledirmi e insultarmi ed infine, quando ormai state per lasciare questo mondo, mi chiedete perché vi ho abbandonato. Eppure, sono lì, accanto a voi. Fino alla fine. Io, la Vita.
Quante poesie, sonetti, canzoni, inni o ballate sono stati dedicati alla Morte? Lei, la cupa mietitrice. Temuta, rispettata, attesa, amata, odiata.
Chi ama veramente la vita? Sono considerata scontata e per questo mai ringraziata. Nessuno si diletta nel raccontare le mie gesta. Eppure, vi ho offerto il dono più grande.
Ecco, questa è la mia storia. Perché ve l’ho narrata? Un ultimo e disperato grido d’aiuto di qualcuno che non vuole essere dimenticato, credo. Ah, quasi dimenticavo, perché mi sono presentata come “Pitt”? Per provare l’ebbrezza di non essere riconosciuta e quindi odiata, anche se, solo per poche righe.

Ti faccio pena adesso? No, non voglio. Continua a considerarmi come hai sempre fatto, un qualcosa di scontato se non addirittura dovuto, e nulla più.