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Autore: MartaKim    26/07/2014    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza di ventanni, il suo nome è Martina Solazzo e racconterà di come la sua vita sia cambiata da quella monotona di nullafacente a quella di indaffarata aiuto-segretaria del manager di un gruppo coreano molto famoso, composto da 7 bellissimi principi asiatici. Cosa succederà a questa ragazza? Si farà soggiogare dalla bellezza stupefacente dei 7 ragazzi con cui, ahimè, dovrà convivere? Sono tante le avventure, (o disavventure?), che dovrà affrontare, ardui gli ostali da superare, per non parlare di un'avventura amorosa piena di nuove sensazioni, sorprese strane e tanto altro!
Se la storia vi interessa, leggete i miei capitoli!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La verità.

"EunKwang." mi sentii chiamare, riconoscendo subito la voce del ragazzo.
"Ehi Min Hyuk."lo salutai, sorridendo felice, vedendolo avvicinarsi con una faccia strana.
Stavo per chiedergli cosa non andasse, quando lo vidi affiancarmi e sussurrarmi qualcosa vicino l'orecchio.
"Ho bisogno di un favore. Entra nella mia camera, fingi che sia la tua e dille di esserti preso cura tu di lei." disse lui, per poi superarmi e allontanarsi, dopo avermi dato una dolce pacca sulla spalla.
Lo guardai allontanarsi, inclinando il capo confuso dalle sue parole.
Puntai lo sguardo sulla sua porta e mi avvicinai, aprendola e trovandovi dentro Martina che piangeva.
Sgranai gli occhi e finalmente collegai ogni cosa. Martina aveva avuto la febbre, lo sapeva, e lui si era preso cura di lei.
Forse per orgoglio o per qualcos'altro, le aveva mentito.
Sospirai piano e guardai nella sua direzione, contrariato da quella scelta.
Quei due si amavano, si vedeva da lontano, lo sapevano tutti ormai.
Solo lui non se ne era accorto.
Entrai in camera e mi andai a sedere vicino a lei, abbracciandola e stringendola a me.
"Piccola, non piangere, mh? Ti sei appena ripresa, non puoi permetterti di crollare di nuovo." le sussurrai dolcemente, accarezzandole la schiena.
"EunKwang?" mi chiamò lei, allontanandosi da me per guardarmi negli occhi.
Sorrisi dolcemente e le asciugai le lacrime, inclinando il capo e baciandole piano la fronte.
"Dimmi, piccola." risposi dolcemente, aggiustandole i capelli, essendo ormai esperto in quel capo.
"Sei stato tu a prenderti cura di me?" mi domandò subito ed io mi bloccai.
Guardai per un attimo la porta e poi puntai lo sguardo nel suo, leggendone l'insicurezza, la paura, la curiosità.
"Si." le mentii e quasi mi si spezzò il cuore nel farlo, leggendo la sua delusione, trasformarsi poi in ovvietà.
"Certo, mi sembra ovvio." sussurrò lei, immersa tra i propri pensieri, per poi aggiungere "Grazie mille, EunKwang. Tu si che sei un vero amico."
Altra fitta al cuore.
Mi stavo maledicendo per averle mentito, ma volevo aiutare Min Hyuk, possibilmente senza ferirla.
Dovevo fare qualcosa, ma cosa?
Cosa avrei dovuto fare?
***
Alla fine ero rimasta scottata dai miei desideri. 
Era stato EunKwang a prendersi cura di me, non Min Hyuk.
D'altronde, cosa mi aspettavo? Che una persona così fredda si prendesse cura di me?
Non aveva senso, perché mai avrebbe dovuto farlo.
Sospirai e mi decisi ad uscire da quella camera, chiedendo un passaggio a ChangSub che subito accettò, non volendo farmi fare la strada fino a casa dopo essermi ripresa da quella febbre alta.
Arrivai a casa dopo poco e vi entrai, andando subito a farmi una veloce doccia, per poi rivestirmi e buttarmi sul letto.
Quanto Rose rientrò, non avevo voglia di parlare, così mi limitai a fingere di dormire e lei, pensando che fossi stanca, mi lasciò tranquillamente in pace.
Mi risvegliai che ormai era sera, visto il buio della camera. 
Mi tirai su a sedere e mi stropicciai gli occhi, guardandomi intorno e notando di essere sola. 
Dov'era Rose?
Alzai le spalle e mi ributtai sul letto con un lamento, coprendomi gli occhi con un braccio.
Alla fine non avevo dormito per niente, visti gli incubi fatti su Min Hyuk.
Quella storia doveva finire, non potevo continuare così per sempre, avrei trovato questa cosa una volta per tutte.
Sentii il mio cellulare vibrare e lo cercai ad occhi chiusi, per poi prenderlo e aprire il messaggio che era arrivato.
-Vieni al dormitorio, è urgente. Siamo nei guai.-
Era un messaggio di SungJae.
Non sapevo se crederci o meno, ma alla fine pensai che non avrebbe mai potuto fare uno scherzo del genere, facendomi preoccupare.
Mi alzai di scatto e mi diressi all'armadio, ritrovandovi dentro solo un vestito turchese con il corpetto stretto con diversi brillantini ed i veli che ricadevano sul corto sottogonna.
"Maledetta Rose, che cosa hai fatto ai miei vestiti?" ringhiai e recuperai quel vestito, indossandolo in fretta e furia, uscendo subito di casa.
Mi ero messa una felpa abbastanza grande da coprire gran parte del vestito, non mi sembrava il caso di presentarmi così al dormitorio.
Appena arrivai, stavo per suonare, quando qualcuno mi prese e mi bendò, portandomi chissà dove.
Quando mi tolsero la benda, mi ritrovai una Rose raggiante davanti.
"Ma che diavolo sta succedendo qui?" sbottai, nervosa, volendo correre al dormitorio.
"Zitta e chiude gli occhi." mi intimò lei e, quando stavo per obbiettare, mi accorsi che avrei comunque perso quella battaglia.
Con un grosso sospiro, l'accontentai e chiusi gli occhi, lasciandola fare, riscoprendola a truccarmi e aggiustarmi i capelli.
Inclinai il capo stranita e, quando aprii gli occhi, sorpresa da tutto quel silenzio, mi accorsi che lei era sparita.
Mi guardai intorno e uscii da quel furgoncino, ritrovandovi fuori senza felpa, con solo il mio vestito turchese addosso.
Mi incamminai titubante verso il dormitorio, ormai troppo sospettosa per procedere tranquillamente al suo interno.
Mi incamminai verso il salotto, riscoprendolo completamente buio e silenzioso.
"Ehm...c'è qualcuno?" sussurrai, stringendo la gonna del vestito tra le mani.
Mi guardavo intorno, ma nulla, non vedevo ne sentivo nulla.
"Ma che diavolo sono venuta a fare qui...dopo tutti quegli incubi che ho fatto...sono distrutta." sussurrai a me stessa, prendendomi il volto tra le mani.
Fu in quel momento che tutto si accese, accecando per un attimo i miei occhi oramai abituati all'oscurità.
"Bentornata, Martina!" si sentì un coro formato prettamente da voci maschile e qualche voce femminile.
Appena riuscii ad aprire gli occhi, mi guardai intorno, felicemente sorpresa.
Il salotto era tutto addobbato con decorazioni tutte colorate, sul tavolino vi erano diversi piatti con tramenzini e vari spuntini, accompagnati da coca cola, fanta, sprite e tante altre bevande.
Sorrisi felice e scoppiai a ridere, portandomi le mani alla bocca e piegandomi leggermente in avanti.
Tutti mi applaudirono e poi, uno ad uno vennero ad abbracciarmi.
Eccetto una persona.
Lui se ne stava lì, fermo, ad osservarmi insistentemente.
Sentivo il suo sguardo addosso e, non so come, mi ritrovavo a dover nascondere il mio rossore e accertarmi di essere vestita.
Quello sguardo pareva volermi spogliare con gli occhi e questo mi faceva sentire strana, troppo strana.
Voltandomi nella sua direzione, incontrai il suo sguardo e l'unica cosa che mi accolse fu il suo sorriso gelido, ma anche malizioso.
Mi ero sbagliata.
Non c'era nulla di buono in quel suo sguardo e in quel suo sorriso, nulla.
Abbassai lo sguardo e tornai dagli altri ragazzi, ridendo come se nulla fosse, giocando e scherzando con loro.
"Martina." mi sentii chiamare e, voltandomi, notai EunKwang.
"EunKwang, ciao! Dimmi." sorrisi dolcemente, avvicinandomi a lui.
"Qui mi sto intrattenendo a parlare con Rose, non è che potresti recuperarmi un attimo il mio cellulare? E' in camera mia." mi chiese lui, supplicandomi con lo sguardo.
Ridacchia e acconsentii, incamminandomi verso il corridoio, guardandomi intorno e notando la scomparsa di MinHyuk. Chissà dov'era andato e con chi..
No, basta, non mi importava.
Era la sua vita, mica la mia.
Entrai in camera di EunKwang ed incominciai a cercare il telefono, guardando sul letto, sul comodino, ovunque, senza successo.
"Ma dove sarà finito.." sussurrai io, esasperata.
Sentii la porta chiudersi alle mie spalle e sussultai, voltandomi e incontrando lo sguardo di chi mai avrei voluto lì dentro.
***
Mi ero allontanato per prendere una grossa boccata d'aria, vista l'atmosfera che si era creata all'interno del dormitorio.
Quella piccoletta.
Era sempre lei la causa dei miei problemi.
Quella sera era...era...era davvero stupenda.
Sospira e mi passai una mano tra i capelli, per niente sorpreso da quei miei pensieri.
Ero arrivato a volerla spogliare con gli occhi, credevo che se ne sarebbe accorta di quel mio sguardo intenso.
Per fortuna, quando si era girata, aveva ritrovato solo il mio solito sorriso gelido.
Sospirai nuovamente e mi misi a guardare le stelle, appoggiandomi al muro.
"MinHyuk." riconobbi la voce nel Leader e neanche mi girai, restando lì ad ammirare il cielo stellato.
"Dimmi, Leader." risposi io, una volta avvertita la sua presenza accanto a me.
"Sembri molto stanco, domani abbiamo del lavoro importante da svolgere, perché non rientri in camera e ti riposi, mh?" mi consigliò lui, da buon capogruppo.
Forse non era una brutta idea e avrei anche evitato di dover guardare per tutta la serata quella piccoletta. 
"Si, hai ragione. Ti ringrazio, Leader." sussurrai io, alzandomi e sorridendogli appena.
Lui mi sorrise ed io mi incamminai all'interno del salotto, guardandomi intorno e non vedendola da nessuna parte.
Che sia in bagno?
Può darsi.
Scrollai le spalle e mi diressi verso la mia cameretta, vedendo in lontananza la luce accesa, affrettando così il passo.
Entrai in camera e mi paralizzai, vedendola.
Lei era lì.
Cercava ovunque un qualcosa che neanche io riuscivo a capire, e si agitava, muovendosi da una parte all'altra della camera.
Perché era lì?
Perché proprio lei?
Perché proprio nella mia stanza?
Quelle assurde situazioni mi stavano stancando, parecchio.
Inconsciamente chiusi la porta alle mie spalle, ritrovandomi da solo con lei, vedendola voltarsi verso di me e sgranare gli occhi.
Rimasi impietrito lì, stringendo i pugni e assottigliando appena lo sguardo.
"Che diavolo ci fai nella mia camera?" sibilai io, arrabbiato da come il mio corpo reagisse in sua presenza.
Lei sgranò ancora di più gli occhi e tremò appena, percependo la mia rabbia ed indietreggiando.
"Io...EunKwang..." iniziò lei, ma si fermò subito, guardandomi storto.
"Cosa hai detto? La tua camera?" mi disse lei, stranita e confusa, avvicinandosi a me.
Fu lì che mi resi conto di quel che avevo detto e di essermi messo nei guai da solo.
"Questa è la tua camera, MinHyuk?" mi chiese di nuovo lei, insistentemente, avvicinandosi ancora a me.
Ero spacciato.

 

Eccomi qui, fanciulle e fanciulli. 
Questo è il mio nuovo capitolo, fresco fresco.
Spero vi piaccia.
Commentate, su!
Bye bye.
Kimmie.

  
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