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Autore: Miss Simple    26/07/2014    2 recensioni
"Cos'è un nome?
Quella che chiamiamo "rosa"
con un altro nome avrebbe il suo profumo"
- William Shakespeare
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I pensieri echeggiava nella sua testa, il corpo era sprofondato sulla poltrona di casa sua, il suo sguardo era fisso nel vuoto che veniva tappezzato dalla sua mente di diapositive degli ultimi avvenimenti.
Adesso riusciva a dormire la notte ma era sempre un sonno disturbato. La sensazione che mancava qualcosa nella sua vita si faceva strada in lui con persistenza e si ritrovava  a rannicchiarsi su se stesso sotto le coperte, cullandosi come se in quel modo quel peso svanisse.
Ricordando quei giorni in ospedale prima che fosse dimesso, qualcosa era ritornato al posto solo per metà. Dopo la clamorosa scoperta e una notte passata in lacrime, il giorno dopo qualcuno bussò alla porta e il suo cuore perse un colpo. Poteva essere chiunque: il medico per la visita di routine o le infermiere oppure…
“Posso?” Una testa fece capolinea in stanza.
“Kyuhyun!!” Donghae, nonostante tutto, sfoggiò un meraviglioso e sincero sorriso: gli era mancato il suo amico. Prima che perdesse i sensi avevano litigato e in realtà era stato solo per il suo brutto carattere.
“hey… ciao.” Quando Kyuhyun entrò e chiuse la porta, Donghae si alzò dal letto e si aggrappò a lui in un abbraccio disperato.
“Hey hey, calma!”
“Scusa… scusa… scusa.”
“Donghae, vuoi calmarti? Cosa c’è da scusarsi?”
“Io… sono un pessimo amico. Non dovevo rivolgermi a te a quel modo. Non volevo…” Kyuhyun passò un mano rassicurante sulla sua schiena e sorrise dolcemente.
“Lo so… Non preoccuparti, è tutto apposto. Adesso calmati. Non ti fa bene agitarti, ti sei svegliato da un coma…”
“Tanto ormai…”
Kyuhyun lasciò andare un sospiro, delicatamente posò le mani sulle spalle di Donghae e lo condusse verso il letto dove lo fece sedere.
“Donghae…”
“Kyuhyun, lo sapevi anche tu?”
“No… non sapevo nulla e in realtà ancora d’oggi non ho capito molto. So solo che tu e Leeteuk avete litigato…”
“Come fai a saperlo?”
“L’ho visto ieri sera al dormitorio. Era uno strazio…”
“Qui la vittima sono io.”
“So anche questo, mi ha accennato qualcosa. Ma lui è tuo amico, il tuo migliore amico non puoi…”
“Ha tradito la mia fiducia… Mi fidavo di lui.”
“Devi ancora fidarti. Lo so: sei arrabbiato lo vorresti prendere a pugni. Sai che ti dico? Fallo se ti rende felice!”
“Non è lui che voglio prendere a pugni!”
“Qui alzo le mai… fai ciò che vuoi.” disse lasciandosi sfuggire un sorriso diabolico.
“Non sei di aiuto.”
“Donghae… risolvi con Leeteuk e poi fai chiarezza nella tua mente e nel tuo cuore.”
“Ma che…” Donghae fu interrotto dalla suonerei del telefonino di Kyuhyun che quando vide il nome i suoi occhi cambiarono e si illuminarono.
“Devo rispondere.”
Donghae semplicemente annuì, guardandolo con espressione curiosa.
“Pronto?”
-Sono qui
“Oh, sei arrivato?!?! Bene, vieni ti aspetto.” E con questo chiuse la chiamata e notò lo sguardo incuriosito del suo amico.
“Donghae, so che non è il luogo adatto ma devo presentarti qualcuno.”
“Qualcuno?”
“Già… sta venendo qui e voglio che sia tu il primo a saperlo.”
“A sapere cosa?”
Qualcuno bussò alla porta della stanza e Donghae guardò Kyuhyun che aveva su un sorriso alquanto raccapricciante: era troppo felice per i suoi gusti.
“Avanti...”
Quando la porta si aprì, ciò che si parò davanti ai suoi occhi non era ciò che si aspettava, credeva che stesse per entrare qualche sconosciuto e invece...
“Sungmin!?!”
“Già… ciao.”
“Che ci fai qui? Cioè, non è questo che voglio dire. Mi fa piacere che sei venuto a farmi visita.”
“Donghae... in realtà è lui che volevo presentarti.”
“Kyuhyun ma che… lo conosco già e da tanto anche.”
“Ma non in veste ufficiale.”
“In veste ufficiale di cosa?” Donghae era così confuso che rischiava di avere un altro mal di testa tremendo ma poi guardò l’espressione del suo amico: aveva ancora gli occhi che brillavano e Sungmin guardava un punto fisso del pavimento mordicchiandosi il labbro inferiore.
“Oh!! No, non posso crederci!” Donghae guardava i due con faccia esterrefatta e poi sorrise “ Waaaaa!!! Da quando!?!? Oddio perché non me l’hai detto? Lo sapevo io che sarebbe successo!!”
“Shhhh!! Donghae calmati! Ti ho detto che non ti devi agitare!”
“Bastardo e quando ti dicevo se c’era qualcosa che volevi dirmi...” e con la testa indicò Sungmin “Tu eri sempre vago e negavi!”
“In realtà...” fu Sungmin a parlare “è successo dopo che ti sei sentito male. Kyuhyun si sentiva in qualche modo in colpa e io ero li al suo fianco…”
“Come sempre.”
“Donghae!”
“Che c’è?” si rivolse al suo amico con una linguaccia “E quindi?”
“E quindi niente…”
“Kyuhyun!!”
“Tesoro, sai che non dobbiamo raccontare i particolari, no?!?”
“No infatti, Sungmin non voglio sapere i particolari… non voglio avere nessun immagine compromettente di voi nella mia mente. In ogni modo sono felice per voi, era anche ora!!”
“Grazie.” risposero i due a l’unisono
“Adesso dobbiamo andare.” Kyuhyun si alzò dal letto e intrecciò la sua mano con quella di Sungmin “Ci sentiamo... Ah si, Donghae: parla con Leeteuk”.
Quel giorno ci fu davvero un via vai in quella stanza tra visite dei suoi colleghi, gli infermieri e infine Siwon. Quella di Siwon fu una visita davvero molto veloce: era venuto in uno orario fuori visite ma come sempre aveva giocato sul suo fascino e aveva convinto l’infermiera di turno a farlo entrare promettendogli un appuntamento. Avevano parlato un po’, era bello stare con Siwon: tutto sembrava semplice, nessuna preoccupazione, c’erano solo risate e divertimento anche nei momenti meno opportuni. In ogni occasione era sempre pronto a risollevare l’umore senza che gli venisse mai chiesto.
“Donghae... non so cosa sia successo, ma parla con Leeteuk: non sta per niente bene.”
Quella fu l’ultima frase che disse quando se ne andò. Sia Kyuhyun che Siwon avevano fatto capire che Leeteuk stava da schifo, ma la vera vittima era Donghae. Anche lui stava da schifo: in un unico colpo aveva perso il suo migliore amico e la persona che l’aveva fatto stare bene in quei mesi.
Si sentiva tradito, preso in giro.
Poi ricordò che Leeteuk era l’unica persona che si avvicinava alla parola famiglia per lui. E forse proprio per questo faceva più male di quanto si aspettasse.
La famiglia, però, si perdona, no?
 
To: Teuk hyung
Domani sarò dimesso. Ti aspetto!
 
Era felice di uscire a breve da quel posto che puzzava di disinfettante 24 ore su 24, che quasi riusciva a bruciare i neuroni.
Quel mattino, quando si svegliò, la prima cosa che fece fu quella di controllare sul cellulare aspettandosi una risposta dal suo hyung ma non c’era nulla, solo telefonate da parte di Kyuhyun. Il medico gli aveva detto che a breve gli avrebbe portato i documenti della dimissione e che era meglio che cominciasse a sistemare la sua roba.
Ormai erano le 11:00 e lui era quasi pronto ad andare. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori ammirando le ultime foglie che cadevano dagli alberi: gli era sempre piaciuto l’autunno, nella sua tristezza trova qualcosa di piacevole. Le foglie morivano per dar vita, tra qualche mese, a qualcosa di nuovo e di forte. In ogni foglia lui racchiudeva la speranza.
La speranza di una nuova vita senza dolori, una vita fresca da passare con la persona più importante e Donghae si chiedeva se lui quella persona l’aveva.
MONKEY.” si lasciò sfuggire con un sospiro.
Ad un tratto il bussare sulla porta lo destò dai suoi pensieri.
“Avanti dottore.” disse senza distogliere lo sguardo dal panorama. La porta si aprì ma nessuno chiamò la sua attenzione.
“Dottore…” quando si girò davanti a sé non c’era nessun dottore “L-Leeteuk”
“Donghae.” si guardarono negli occhi per una frazione di secondo e subito dopo si strinsero in un abbraccio che non aveva bisogno di parole.
In quel momento Donghae dimenticò i risentimenti che aveva verso il suo migliore amico, non gli importava di nulla voleva solo stare tra le sue braccia e sentire quel calore quasi paterno. E dall’altro canto Leeteuk si sentiva ancora in colpa, gli era mancato tanto il suo amico, ma il suo silenzio in quei giorni e le parole pesanti che aveva ricevuto quel giorno, se li meritava tutte.
“Scusa.” dissero all’unisono.
“No, non devi scusarti di nulla. Donghae non hai fatto nulla di male.”
“Sì invece. Ti ho detto di odiarti ma… ma non è vero.”
“Non ti biasimerei se lo facessi.”
“No… io non ti odio.” continuando a piangere senza sosta.
“Sssh va bene… devi scusare me. Non era mia intenzione farti soffrire. Lo so dovevo dirtelo ma non potevo, non era mio diritto dirtelo, doveva farlo lui. Gliel'ho detto ma lui voleva tempo, aveva paura.”
“Paura di cosa?”
“Che non fossi interessato a lui, era pieno di paranoie. Sai, tu sei un uomo e anche lui lo è, non sapeva come comportarsi e…”
“E ha creato tutto questo… è proprio idiota.”
“Lo sa bene e si odia per questo. Odia il fatto che tu lo odi.”
“Mi ha fatto male… ma in realtà non lo odio, non posso odiarlo.”
“Perché non puoi? In fondo ti ha fatto del male.”
“Leeteuk lo so, ma non riesco ad odiarlo. Sono arrabbiato, lo prenderei a pugni ma…”
“Lo ami?”
“Cosa?”
“Lo ami?? Cosa provi per lui?”
“No… Non lo so, sono solo confuso. Credo di amare la persona con cui ho parlato negli ultimi mesi.”
“Ma quella persona è Eunhyuk!”
“Leeteuk, io non so neanche cosa sia l’amore e tutta questa storia mi ha creato ancora più confusione.”
“Tu sai cos’è… devi solo guardare dentro il tuo cuore e li avrai tutte le risposte.”
Donghae sospirò lasciandosi trasportare dal silenzio che era sceso su di loro, doveva trovare le risposte nel suo cuore ma non sapeva come fare. Doveva sezionarlo per capire che diamine sentisse? Cosa doveva fare?
I suoi pensieri vennero distolti da qualcosa vicino a Leeteuk e quando capì cos’era lo fissò per qualche minuto.
“Che ci fa quel coso qui?”
“Mmh? Ah, ti riferisci a questo?” prese il piccolo peluche tra le mani “Beh, non potevo tenermelo, è tuo.”
“Non lo è.”
“Sì che lo è… l’ha comprato per te e dovresti tenerlo.”
“Leeteuk io…”
“Donghae non privarti di ciò che può renderti felice solo per orgoglio.”
 
Ed era sulla poltrona di casa sua che guardava quel peluche. Era passata una settimana da quando era stato dimesso dall’ospedale, con Leeteuk, da quel giorno, era ritornato tutto alla normalità ma c’era ancora una tassello della sua vita, nel bene o nel male, che mancava.
Non sapeva cosa fare, era così dannatamente orgoglioso che non voleva per nessuna ragione al mondo fare il primo passo. Infondo non era lui che doveva chiedere scusa o dare delle spiegazioni.
 
From: Teuk hyung
Non uscire da casa sto arrivando: serata tra uomini.
E mettiti qualcosa di appropriato, non voglio trovarti in mutante. Bleah!!
To:Teuk hyung
Perché non usciamo? Mi sono stancato a rimanere a casa.

From:Teuk hyung
No!!
 
Quei due punti esclamativi fecero capire a Donghae che era inutile ribattere. Cominciò a mettere un po’ di ordine per rendere la casa  per lo meno accettabile. Preparò dei sandwich che avrebbero mangiato con eventuale birra e andò a mettersi il sotto di una tuta.
Mentre guardava nei suoi scaffali la sua collezione di DVD per sceglierne uno, sentì suonare alla porta.
“Arrivo!” posò il DVD che aveva in mano e si precipitò ad aprire.
“Leet…” il cuore perse dei colpi, il suo stomaco sentì un vuoto e le sue ginocchia minacciavano di cedere.
“Che ci fai qui?” Eunhyuk era davanti ai suoi occhi e lo guardava spaesato.
“Leeteuk mi ha detto che… Donghae dobbiamo..."
A quella dichiarazione, Donghae scosse la testa e scoppiò in una fragorosa risata.
“Non posso crederci… lo ammazzo.” disse mentre si dirigeva in salone lasciando un Eunhyuk davanti alla sua porta esterrefatto.
“Se… se vuoi vado.”
“Se voglio vai? No, non voglio che te ne vada. Siamo in ballo balliamo, no? Quindi facciamola finita ed entra.” Eunhyuk entrò timorosamente e seguì Donghae in salone. Aveva tanta paura, non aveva la più pallida idea di come sarebbe finita.
“Donghae, io…” qualsiasi cosa Eunhyuk stava per dirgli venne interrotta da un gancio destro sul suo viso.
“No, niente 'Donghae! Stammi a sentire tu invece. Sei uno stupido idiota! Non so qual’era il tuo obbiettivo ma a quanto pare ti si è rigirato contro. Sei stato così bravo a creare confusione alla mia testa che neanche Freud riuscirebbe a capirci qualcosa! Che diamine ti è passato in testa, eh?!”
“Non lo so, dalla prima volta che ti ho visto al locale volevo avvicinarmi a te, ma tu eri nel tuo mondo e non sapevo come fare…”
“Quindi la via più facile è stata quella di mandarmi dell’email sotto il nome di MONKEY?!”
“Sì ed è stato stupido, lo so…”
“Ti rendi conto che io non so chi diavolo tu sia!?! Sei MONKEY, la persona in cui ho riposto fiducia, a cui mi ero affezionato a tal punto da provare qualcosa o Eunhyuk, l’amico fidato che mi ha aiutato nei momenti di bisogno, con cui ho passato delle serate fantastiche?! Chi diavolo sei?!”
MONKEY e Eunhyuk sono la stessa persona… Sono io e mi dispiace tanto per aver creato un casino del genere. Ma io… Donghae… io…”
“No, non voglio saperlo, stai zitto. Ti voglio fuori da qui entro cinque minuti. Non voglio più vederti né sentire… E non ti preoccupare, lascerò io il lavoro.”
“Donghae, ti prego…”
“Eunhyuk, per favore sono stanco.”
Eunhyuk non disse altro, abbassò lo sguardo e, lentamente, fece per andarsene.
In quella frazione di secondi, la mente di Donghae cominciò a riproporgli tutto ciò che aveva passato con Eunhyuk, tutte le parole che gli aveva scritto MONKEY. Se Eunhyuk sarebbe uscito da quella porta, tutto sarebbe finito. Non avrebbe avuto né MONKEY né Eunhyuk nella sua vita. Ripensò alle parole di Leeteuk: doveva guardare all’interno del suo cuore e avrebbe avuto le risposte giuste, non doveva privarsi della felicità. Poi la famosa citazione che MONKEY, anzi Eunhyun, fece nelle prime email “Che cos’è un nome? Quella che chiamiamo “rosa” anche con un altro nome avrebbe il suo profumo” e chi era lui per opporsi a Shakespeare? Nessuno.
E le risposte che voleva erano tutte davanti ai suoi occhi.
E la risposta più importante stava per varcare la porta di casa sua per uscire definitivamente dalla sua vita e non voleva che questo succedesse.
Con grande falcate si diresse verso Eunhyuk, tirò la sua mano e subito dopo fece schiantare le sue labbra su quelle di Eunhyuk, in un semplice e dolce bacio.
“D-Donghae...”
“Sei un fottuto coglione.”
“Lo so.”
E le loro labbra si riunirono in un bacio era più bisognoso, passionale con le mani di Eunhyuk si muovevano tra i capelli di Donghae, mentre lui lo spingeva verso la porta fino a che la sua schiena non si scontrò con essa.
“Ho detto a Leeteuk che non riuscivo ad odiarti, ma invece ti odio… ti odio per aver causato tale casino nella mia testa, ti odio per aver messo sottosopra il mio cuore, ti odio perché ti sei impossessato dei miei pensieri, ti odio per avermi fatto capire che io ho bisogno di te.”
“Hai bisogno di me?”
“Sì stupido!” E il bacio che ne seguì fu rovente, pieno di passione come se le loro vite dipendessero da questo.
Si staccarono guardandosi negli occhi. Era ora di finirla coi giochetti, erano entrambi stanchi di quel turbinio di emozioni e sensazioni. Avevano detto basta, lo avevano urlato in silenzio con quel bacio.
Fu proprio quello a dare il via al tutto.
Eunhyuk si spinse verso di lui staccandosi dalla porta. Donghae approfittò del momento. Riallacciandosi alle sue labbra, stringendolo forte a sé e trascinandolo sul divano. Quella notte le loro mani esplorarono le vie più segrete dei loro corpi, le loro labbra si cercarono fameliche  imprimendo nelle proprie menti il sapore dell’altro. Avevano trovato il puzzle mancate che da tempo cercavano.
Da quella sera Donghae riuscì a trovare la serenità che da tempo desiderava e la sensazione di essere incompleto era stata colmata da quel corpo che stringeva tra le braccia.

La risposta a tutte le sue domande era solo una.

Eunhyuk.
  
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