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Autore: Novalis    26/07/2014    1 recensioni
Quando il cuore ti viene spezzato in mille pezzi, non puoi far altro che raccogliere i cocci e provare a rimetterli insieme, con la speranza che la prossima volta sarà migliore! Ma a non pensarla così c'è Esmeralda, pasticcera studentessa in giurisprudenza che ha un solo obiettivo: evitare i ragazzi! Non a caso il genere maschile è da lei considerato peggio della peste.
Ma se un bel giorno, un paio di occhi neri, e un accento spagnolo si intrufolassero nella sua vita, iniziando a rompere lo scudo che si è costruita attorno al suo cuore?
Seguire il cervello e le proprie convinzioni o il proprio cuore? Ah...questo è il dilemma!
Dal testo:
"-Uff tu e la matematica. La matematica è una materia perfetta, l’amore non lo è. L’amore è pazzia, sogno, lacrime, litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi lucidi, sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e perfezione. Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti ogni cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed educato e pian piano ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo cuore da più di due anni."
Spero che la storia vi piaccia! :)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Bailamos- capitolo tredici

 

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Com’è vero che nel vino c’è la verità
ti dirò tutto, senza segreti.

William Shakespeare 

RACHELE’S POV

Dopo il primo appuntamento avvenuto al cinema, guardando uno dei miei film preferiti, ero già al quinto incontro con il ragazzo di cui ero innamorata. Non potevo crederci. Ero al massimo della felicità, il mio cuore era leggero come una piuma e in ogni momento della giornata il mio viso era colorato da un sorriso, tutte cose che facevano ingelosire mio padre e fremere dalla gioia Esme.

Mi osservai allo specchio tutta contenta. Mi ero perfino tinta i capelli di castano per Emanuele e devo dire che non smetteva di farmi complimenti su quanto questo colore mettesse in risalto i miei occhi e la mia carnagione.

Oggi saremmo andati a vedere uno spettacolo di danza classica. “Il lago dei cigni” si sarebbe messo in scena. Ero davvero eccitata all’idea di poter, finalmente, vedere dal vivo uno dei balli più belli della storia della danza classica. Fino ad adesso, mi ero accontentata di vedere e sentire le splendide musiche di quest’opera solo tramite dvd ma ora avrei visto tutto da vicino.

Certo era che a farmi compagnia c’era Emanuele, quindi…mi sarei sicuramente distratta.

Dopo un’ora di guida intervallata da barzellette, musica, sorrisi e chi più ne ha ne metta, arrivammo al teatro.

Amavo quel ragazzo, era deciso. E se all’inizio solo il suo fascino mi aveva stregato, ora amavo anche ogni sfaccettatura del suo carattere. Amavo il modo in cui faceva curvare le mie labbra in un sorriso quando ero un po’ giù, amavo il modo in cui rideva, in cui si passava una mano nei capelli, in cui arrossiva quando mi beccava ad osservarlo. Insomma ero innamorata, punto.

Lo spettacolo fu, come avevo immaginato, di una bellezza stratosferica.

Era tutto perfetto. I ballerini con la loro grazia, eleganza e raffinatezza, le musiche, i costumi, la scenografia, tutto.

Sebbene fossi un insegnante di danze latino americane, adoravo la danza classica e sapevo anche un po’ ballarla. Al posto di fare l’università, avevo infatti, deciso di continuare con la mia passione più grande: il ballo, in tutte le sue forme.

Piansi tanto, dovevo ammetterlo.

La scena finale fu struggente…la morte del cigno e quella musica così triste e travolgente di Čajkovskij, fecero bagnare le mie guance come non mai.

Quando uscimmo Bobby mi sorrise e mi tenne per mano.

-Ma perché stai piangendo così tanto?- mi chiese guardandomi, con i suoi occhioni blu.

-Beh…ecco, scusami, non volevo ma…- un singhiozzo mi interruppe,- ma è troppo t-triste q-questo spet-tacolo e…

Non mi diede il tempo di finire che mi abbracciò.

-Sei molto sensibile Rachele…non conoscevo questo lato di te e devo dirti che non mi dispiace affatto…però a saperlo prima ti portavo a vedere l’opera “Pagliacci”.- mi sorrise, facendo ridere anche a me.

-No, “Pagliacci” è un’altra opera triste.- risi.

-Ah davvero? - fece una faccia buffa che ci fece ridere.

-Dai su ora asciuga quelle lacrime…ti va di andare un po’ al parco?

Annui con un sonoro “Mhm mhm”, poi ritornata nella sua macchina il viaggiò partì.

Per fortuna la pineta non distava molto dal teatro, così in pochi minuti arrivammo.

Ancora mano nella mano, gesto che faceva battere il mio cuore all’impazzata, facemmo una passeggiata, circondati da tanto verde, un laghetto con le papere, ragazzi e bambini di ogni età.

-Sai Rachele, in tutti i nostri appuntamenti, mi sono reso conto di una cosa.

-Cosa?- chiesi guardandolo.

-Che mi piaci e anche molto…o meglio il fatto che tu mi piacessi è un fatto vecchio, perché la tua bellezza esteriore e interiore non mi era passata inosservata, ma conoscendoti meglio credo di aver capito che voglio che tu sia la mia ragazza, la mia fidanzata. - rispose, guardandomi con fermezza.

Oh Dio mio, era forse un sogno, questo? Un pregio ma forse anche un difetto di Emanuele era che le cose le diceva molto schiettamente, dunque sentirmi dire all’improvviso che gli piacevo era…wow…!

-Oh wow…cioè…non ci credo…è tutto vero?

Ricambiai il suo sguardo.

-Certo…sempre se tu lo voglia ovviamente…

-Ovviamente sì- risposi con enfasi, saltandogli addosso.

-Non sai da quanto aspettavo questo momento.- continuai.

-Dici davvero?- chiese allontanandomi un po’ per guardarmi negli occhi.

-Ovvio, non so come tu abbia fatto a non capirlo subito.

Gli feci la linguaccia e lui mi sorrise stringendomi a sé.

 

ESMERALDA’S POV

Felice? Sì molto probabilmente era felicità quella che stavo provando in questo momento. Oggi pomeriggio sarei uscita con Gabriele.

Mi sarei divertita? La parte più acida di me avrebbe continuata a prendere il sopravvento? Oppure la vecchia dolce Esmeralda sarebbe tornata?

Tra tutte queste domande, non mi accorsi che il mio cellulare stava squillando.

-Pronto?

-Hola Esmeralda, sono Gabriele. Ti disturbo?

Parli del diavolo…

-No, assolutamente. Dimmi.

-Sì…ehm…senti, vedi che…per quanto riguarda oggi pomeriggio c’è un piccolo cambio di programma.

-In che senso?

Ti pareva che non doveva esserci qualcosa a rovinare tutto?

-Vedi i miei genitori mi hanno appena chiamato per dirmi che hanno avuto problemi con il volo Barcellona-Italia, dunque arriveranno domani mattina e non oggi pomeriggio come previsto. Ora però il problema è che mia cugina oggi pomeriggio non può badare a mia sorella che è troppo piccola per stare da sola, quindi…

-Quindi?

-Quindi per te sarebbe un problema se venisse con noi al luna-park?

-Oh…ehm, era questo dunque! Beh…no, tranquillo! Farò la conoscenza di tua sorella, va benissimo!

Ero sincera. Non ci sarebbe stato niente di male se sua sorella fosse venuta con noi…e poi questo non era certo un appuntamento romantico dunque…

-Perfetto, scusa per l’inconveniente…allora ci vediamo intorno alle quattro e mezza.

-Bene, ciao Gabriele.

-Ciao Esmeralda.

Chiusi la chiamata e tornai in camera mia per prepararmi per il pomeriggio.

Dentro di me ero serena. Ma avrei dovuto seriamente iniziare a togliere il freno, ed essere più “umana” e meno “meccanica” con lo spagnolo? E se la sua fosse stata tutta una maschera? Nah, perché avrebbe dovuto nascondersi? Ma poi la cosa che più stava torturando la mente era perché insisteva tanto con me?

Gabriele Levanti. Levanti Gabriele…ah accidenti!! Eri così gentile, dolce e galante che mi stavi facendo di nuovo cambiare. Eri indubbiamente anche bello, e io mi sentivo troppo fragile…dovevo davvero fidarmi di te?

Uffa quante domande!

-Carota aiutami tu, ti pregooo!!- mi rivolsi alla mia fedele amica.

I suoi occhioni neri mi guardarono, così le accarezzai la testolina e poi andai al computer per sbirciare qualche consiglio per un bel look.

 Non che mi volessi mettere in tiro, sia chiaro…solo che perlomeno dovevo essere presentabile…ci sarebbe stata anche sua sorella, d'altronde…

Dopo un po’ il campanello di casa suonò.

Era la signora Agnese. E in mano aveva una bottiglia di vetro, verde.

-Oh signora, buongiorno! Mi dica.

Intanto anche Carota mi si avvicinò facendo le feste alla mia vicina di casa. Ormai erano diventate amiche quelle due.

-Ciao Esmeralda, che bello trovarti in casa di mattina. Senti…poche ore fa mio figlio mi ha portato due bottiglie di vino rosso, sai che è un imprenditore lui, no? Beh…vorresti accettarne una? Io non ne bevo così tanto…

-Signora no, io e l’alcool siamo come due rette parallele, non sa minimamente come mi potrei comportare se ne bevessi anche solo un goccio…e poi mi dispiacerebbe privarla di un dono di suo figlio…comunque vuole accomodarsi…faccio il caffè.

-Oh sì volentieri.

La mia cara vicina entrò in casa, e in seguito all’averla fatta sedere in cucina, accesi la caffettiera.

- Esmeralda ti prego accetta la bottiglia. Un bicchierino ogni tanto non potrà farti che bene…e poi se inviti qualcuno a pranzo o a cena un bel vino rosso non deve mancare. - mi ridisse Agnese, guardandomi con occhi dolci.

-E va bene Agnese, se proprio insiste,- risposi sconsolata,- però ora stia tranquilla, vuole una fetta di ciambellone? L’ho fatto stamattina.

Presi la bottiglia che aveva posato sul tavolo e la misi in frigo. Tanto sempre lì sarebbe rimasta…

-Grazie, lo gradirei molto. Ma tu cucini dolci anche quando non lavori?

-Beh ogni tanto,- sorrisi- sa il mio lavoro è anche una delle mie più grandi passioni, quindi…non mi dispiace fare dolci.

-Capisco, ne sono contenta…e dimmi ieri sera come è andata con quel giovanotto?- cambiò discorso imbarazzandomi.

-Bene Agnese. Ho cucinato ciò che mi ha consigliato, e sembra che tutto sia stato di suo gradimento. Poi abbiamo visto uno dei due dvd che lei mi diede da parte della mia amica Rachele.

-Oh bene bene, mi fa piacere. Ma sentiamo… il giovanotto in questione è quel bel ragazzo che vidi tempo fa, a casa del signor Diomede?

-Sì…- risposi un po’ imbarazzata.

Non mi era mai piaciuto parlare di ragazzi.

-Comprendo…e ti piace?

-Oh beh…forse signora…non capisco più niente.- confessai.

-Raccontami ciò che provi…potrei provare ad aiutarti- mi disse.

Così le raccontai del giorno in cui pranzai con i miei genitori, del bacio e di tutto quello che poi seguì, compresi i miei cambiamenti e le mie sensazioni.

-Interessante…beh cara Esmeralda, io ricordo bene quando mi raccontasti di Adriano e del suo imperdonabile comportamento, e so che sei una ragazza meravigliosa. Non conosco questo giovanotto che ti sta facendo cambiare, ma penso che dovresti provare a dargli una possibilità. Sai io quando conobbi Antonio, quella buon’anima di mio marito, seppi dal primo sguardo che era l’uomo che amavo e che avrei amato per sempre.

-Tutte i matrimoni dovrebbero essere come il suo, cara Agnese, fondati su nient’altro che amore, rispetto e fiducia. Vedrò signora, vedrò. Ciò che ho capito è che in fondo ci sono cose che non si possono controllare. Il cuore batte il cervello, più di una volta, purtroppo e per fortuna…Ah, ma quesi dimenticavo, Agnese oggi devo uscire con quel giovanotto…potrebbe tenere Carota?

Gli occhi dell’anziana donna sorrisero.

-Ma certo…se vuoi puoi farla anche dormire da me, nel caso tu facessi tardi…

-No, ma che tardi signora…

-Dai falla stare da me, Carota è vero che oggi dormiamo insieme?

La mia cagnolina si avvicinò alla mia vicina che prontamente la accarezzò.

-E va bene…va bene!

Sorridemmo e la giornata continuò.

***

 

Okay…il citofono era suonato. Diedi un’ultima occhiata alla mia figura riflessa sullo specchio. Avevo deciso di indossare un vestitino al ginocchio verde, un copri spalle bianco, e dei stivaletti marroni come la borsetta di cuoio a tracolla. Mi ero legata i capelli in una coda alta, lasciando libere solo due ciocche mosse, ai lati del viso.

Sospirai e uscii di casa, non prima però di aver lasciato Carota da Agnese.

Ad aspettarmi appoggiato alla sua macchina c’era lo spagnolo, e accanto a lui una bambina…doveva essere Luz.

Era la stessa ragazzina della foto che mi mostrò un giorno. Carnagione abbronzata, grandi occhi neri quasi a mandorla e lisci capelli color carbone.

Una piccola Pocahontas per farla semplice. In mano aveva anche una borsetta di Barbie e una macchina fotografica. Suo fratello invece indossava una camicia a quadrettoni blu e neri (con le maniche sempre rigorosamente piegate a metà avanbraccio) sotto un pantalone beige e delle converse blu.

-Ciao.- dissi prima guardando il moro e poi sua sorella.

-Ciao Esmeralda.- Gabriele si schiarì la voce,- lei è Luz…Luz lei è Esmeralda.

-Ciao Luz, mi chiamo Esmeralda ma puoi chiamarmi Esme.

La piccola mi guardò per qualche secondo seriamente, quasi come fosse concentrata sul mio viso…magari le ricordavo qualcuna. Poi, dopo qualche secondo, le sue labbra su curvarono in un dolce sorriso.

-Ecco a chi ti assomigli…sei Anastasia…

-Come? Anastasia? E chi è?- chiesi ridendo.

Anche Gabriele scoppiò a ridere.

-Anastasia la regina di tutte le Russie…

Guardai stranamente Gabriele, sempre mantenendo il sorriso.

-Credo intenda Anastasia Romanov, da cui hanno tratto il cartone animato della Disney…-disse Gabriele.

-Ma sì…stessi capelli rossi, sorriso, forma degli occhi…sei bella Anastasia…- disse la piccolina avvicinandosi a me. Dopo qualche secondo mi sorrise e mi abbracciò.

Ero certa che in quel momento le mie guance si fossero tinte di rosso. Non ero più abituata ai bambini, alla loro innocenza e ai loro abbracci. Mia sorella non mi faceva quasi mai vedere Raffaele.

-Oh grazie piccolina, ma lei non ha gli occhi azzurri?- ricordai accarezzandole i capelli.

-Fa nulla, sono del mio stesso colore i tuoi.

-Bene!- le sorrisi,- sai a chi assomigli tu, invece?

-A chi?

Che vocina dolce, Dio!

-A Pocahontas…ti piace?

La piccolina si staccò da me e guardò Gabriele.

On no, non è che avevo sbagliato qualcosa?

-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiesi con timore.

-No…è che è la sua protagonista preferita.- rispose ridendo Gabriele.

-Oh beh mi fa proprio piacere.

Dopo qualche secondo entrammo in macchina. Io e Luz decidemmo di sederci nei sedili posteriori insieme. Le misi la cintura di sicurezza e il viaggio partì.

Okay…era molto probabile che mi fossi fatta una nuova amichetta.

***

 

Il viaggio non fu molto lungo. Io e la piccola Luz parlammo più che altro dei nostri cartoni preferiti della Disney, di gusti di gelati, di compiti scolastici, amici e di colori. Era una bambina simpatica, gentile e sempre sorridente, si vedeva che era sorella a Gabriele.

Giunti al luna-park presente in un piccolo paesino vicino a quello in cui abitavamo, rimasi a bocca aperta. Mi sembrava di essere ritornata piccina, alle volte in cui ogni domenica del mese andavo col mio papà nelle fiere dei paesi vicini per andare ai parchi che allestivano.

Entrati prendemmo un piccolo volantino che mostrava tutte le attrazioni che avremmo potuto vedere.

Luz scelse come prima giostra un trenino a forma di bruco.

Ovviamente salì solo lei…eravamo troppo grandi per entrare nei piccoli vagoncini.

-Scusami se le cose sono andate diversamente dal previsto.- mi disse ad un certo punto Gabriele, salutando con la mano la piccola Luz che stava per fare il suo primo giro.

-Tranquillo, tua sorella è simpatica. Si vede che è una brava ragazzina.

-Mi fa piacere che tu la pensi così. In effetti è una bambina deliziosa, un po’ capricciosa a volte…ma mi vuole bene.

I suoi occhi mentre parlava, erano fissi su Luz che stava ridendo come una matta durante il suo giro.

-Si nota tanto…sono certa che lei e mio nipote andrebbero d’accordo.- dissi pensando a Raffaele.- solo che lui ha quattro anni.

-Ah beh solo tre anni di differenza, in fondo!

Dopo qualche altro minuto la piccola ci raggiunse, e mi prese per mano.

Era bello stare in questo posto. Sebbene ci fossero più giostre adatte ai più piccoli, e quindi poco adatte a me e a Gabriele, era una bella sensazione quella di essere circondati da bambini, da sorrisi, da palloncini colorati, dal profumo di zucchero filato e di focaccine dolci…era una cosa che non provavo da tanto tempo.

Inutile dire che mi divertii comunque molto e vedere la piccola Luz fare capricci con Gabriele, era un qualcosa di imperdibile, soprattutto quando la piccola voleva fare delle foto a me e lui. E poi vederlo nei panni di fratello maggiore era proprio strano.

Dopo un paio di ore, in cui feci la conoscenza del venditore di palloncini e di zucchero filato, a detta di Gabriele due bravi ragazzi che servivano per dimostrarmi che c’erano anche brave persone nei maschi, il cielo iniziò a imbrunirsi così decidemmo di fare altre due giostre, e di mangiare qualcosa.

-Anche tu fai dolci, Anastasia? - chiese la piccola ad un certo punto.

-Luz, ancora con Anastasia? Si chiama Esmeralda.- la riprese Gabriele.

-No tranquillo, può chiamarmi come vuole! Comunque sì anch’io faccio dolci, sono una pasticcera.

-Wow forte!- disse allungando la o, e la e.

-Qual è la tua torta preferita?- le chiesi.

-Mhm,- si mise una manina sul mento e volse gli occhi al cielo in una posizione da pensatrice,- direi la crostata alla marmellata.- rispose infine, leccandosi le labbra.

Era proprio una bambina deliziosa.

-Oh benissimo! Allora un giorno di questi te la preparo, così Gabriele te la porta.

-Come si dice adesso?- chiese Gabriele rivolto a sua sorella.

-Grazie!- disse la piccola.

-Non c’è bisogno di ringraziarmi. – le feci l’occhiolino e lei mi sorrise,

Dopodiché riprendendomi per mano, continuammo il nostro cammino alla ricerca di qualche altra giostra.

A distanza di un quarto d’ora vedendo una di quelle attrazione, dove bisognava prendere un peluche muovendo opportunamente una levetta, si fermò lì, lasciando la mia mano e prendendo quella di Gabriele che fece stringere alla mia.

Oh no…ero mano nella mano con Gabriele? No, no…che imbarazzo.

Lo spagnolo mi guardò timidamente per qualche secondo, poi sciolsi prontamente la presa.

-Luz, ma che cosa combini?- la rimproverò.

-Che ho fatto?- chiese la bambina.

-Io ed Esmeralda non siamo fidanzati, non possiamo tenerci mano nella mano, capito?

-Okay, okay, ma siete carini.- rispose ridendo Luz.

Risi anch’io. Bah che situazione!

***

 

Erano le otto di sera. La piccolina sembrava stanca e il cielo era proprio scuro. Il momento di tornare a casa era giunto.

Gabriele fece una telefonata a sua cugina per vedere se fosse tornata in casa.

Mi piaceva sentirlo parlare in spagnolo.

-Senti Esmeralda…ti dispiace se riporto prima mia sorella a casa, e poi accompagno te? Mi sembra stanca…tanto c’è mia cugina che può badare a lei. - mi chiese il moro.

-Certo, nessun problema.

Misi la cintura di sicurezza a Luz e a me e poi ci muovemmo verso la casa dello spagnolo.

Ascoltammo un po’ di musica, e la bimba mi fece vedere le varie foto che aveva scattato al parco.

Ma un attimo…quelli eravamo io e Gabriele? Eravamo vicini e dietro di noi c’era la ruota panoramica.

-Ehi Luz…ma come hai fatto a scattare quelle foto? – le chiesi curiosamente.

-Quando mi fermavo a vedere le giostre e tu e Gabriele parlavate tra di voi…le ho fatte di nascosto.

Annuì col capo e sorrisi. Dovevo piacerle molto.

Dopo un po’ si avvicinò al mio orecchio.

-Ma mio fratello ti piace almeno un po’?- mi sussurrò.

La guardai sorridendo, le mimai un sì con la testa aggiungendole all’orecchio un “ma giusto un pochetto”, e poi misi l’indice sopra le labbra nel gesto di mantenere il silenzio.

Lei ridacchiò e poi rimase a guardare suo fratello.

 

Dopo una trentina di minuti arrivammo davanti casa Levanti. Salutai Luz con un bacio sulla guancia, poi Gabriele prendendo per mano sua sorella si avvicinò al citofono del suo stabile e dopo qualche minuto scese una ragazza. Doveva essere sua cugina…vidi che guardò verso la mia direzione e poi, dopo che lo spagnolo posò un bacio sulla fronte alla piccola, la prese in braccio dando al moro un qualcosa, che dalla mia postazione non riuscii a capire cosa fosse.

Gabriele ritornò in macchina e posò quel qualcosa sul sedile accanto al suo.

-Cos’è?- chiesi curiosamente.

-Oh nulla di che, è un dolce che ha preparato mia cugina. Mi ha detto di dartelo.

-A me? Perché? Non mi conosce neanche…

-Sì per te…vedi mia cugina è come una sorella per me! Mi vuole tanto bene e dopo la delusione che ebbi con Almudena, la mia ex ragazza, si prende molta cura di me e si preoccupa per tutto. Non vuole che soffra più…sa che sarei uscito con te e ha pensato di prepararti qualcosa.

-Oh ho capito! Grazie mille.

-Se vuoi puoi sederti sul sedile anteriore adesso che non c’è mia sorella.- continuò.

Feci come aveva detto, appoggiando il dolce sulle mie gambe.

Poi la macchina partì.

-Spero che mia sorella non ti abbia dato troppo fastidio. E’ una peste a volte, poi le ricordavi Anastasia quindi…

Il suo sguardò continuò ad essere fisso sulla strada di fronte.

-Nah ti ho già detto che mi piace tua sorella. E poi essere paragonata ad Anastasia non è male per niente…nel cartone era bella.

Vidi che sorrise.

-Sai anche le si preoccupa per me. Almudena non le voleva molto bene, era sempre fredda con lei…dovevo capirlo che non faceva per me.

-Purtroppo l’amore ci rende ciechi, molte volte. Lo so per esperienza…

-Mhm…già.

-Ah lo sai che ho letto che si terrà un saggio di danza, fra due mesi, alla scuola di ballo?- mi chiese ad un semaforo rosso.

-Ah davvero? Pensandoci una volta Rachele lo accennò. Però non mi faccio nessun problema…tanto non lo farò.

-E come mai?

-E me lo chiedi anche? Non sono brava, punto.

-Io non la penso così…l’altra volta notai che ballasti bene con Giovanni.

-Ma perché è lui bravo…quindi nell’insieme, passo dopo passo riuscii a fare qualcosa di decente, con questo non voglio dire che Rachele non sia brava ad insegnare, anzi…ma lei giustamente non può occuparsi solo di me, e allora…

-E se un giorno di questi ti dessi…delle lezioni private?

Se prima il mio sguardo era posato sul finestrino, ora era su Gabriele.

-Nah…e il tempo dove lo troviamo? Io ho da dare un casino di esami, immagino sia idem per te…

-Ti posso portare in alcuni locali di ballo che conosco, ogni sabato sera…se per te non è un problema.

-Ci penso e poi ti dico. - risposi, ritornando a guardare le stelle e il cielo serale.

Così lo spagnolo mi rispose con un “d’accordo, aspetterò la tua risposta” e dopodiché decidemmo di ascoltare un po’ di radio, e così il viaggio verso casa proseguì.

 

Arrivati sotto il mio stabile, mi sentii un po’ triste. Avevo passato una bella giornata e mi dispiaceva dover lasciare Gabriele. Oh Dio ma come mi ero ridotta? Non solo non avevo offeso neanche una volta lo spagnolo, ma adesso mi dispiaceva perfino lasciarlo andare? Doveva piacermi troppo, per la miseria!

-Ti va di salire a mangiare un po’ del dolce che mi ha dato tua cugina? Niente di emozionante non credere…solo per vedere com’è e riferirle se è brava a cucinare.- chiesi velocemente, guardando davanti a me.

Sentì il suo sguardo posarsi su di me.

-Come hai detto, scusa? Credo di non aver ben capito.

-Vuoi salire, sì o no?- chiesi ora più acidamente.

-O-okay.- rispose timidamente.

Poi spense il motore della sua auto ed entrammo nel mio stabile.

Saliti in casa posai chiavi, cellulare e borsetta sul mobile del salotto e poi feci accomodare Gabriele in cucina. 

Posai il dolce sul tavolo e tolsi la carta che lo ricopriva.

Era una torta ricoperta di panna, piccola ma carina da vedere.

Lo spagnolo si sedette e rimase a guardarmi.

-Bene…allora…vediamo come cucina tua cugina.

Presi un coltello e dei piattini in cui misi due fettine di torta.

Poi dopo aver dato al moro la sua parte, iniziai a mangiare la mia fetta.

Era buona, molto buona, la panna si sposava bene con il pan di spagna, si sentiva anche il gusto di ciliegie ma anche di…oh no, oh no…no non poteva essere! C’era per caso…

-C’è del liquore dentro?- chiesi con timore.

-Ehm sì…mia cugina cucina sempre dolci con il liquore…perché?

-Perché io sono molto ma molto, troppo sensibile ai liquori, mi…-a quel punto feci un singhiozzo,- ubriaco anche con una goccetto di birra, figurati…

 

GABRIELE’S POV

Esmeralda iniziò a singhiozzare e a coprire la bocca con le sue mani. Le sue guance stavano diventando anche rosse…possibile che si fosse già ubriacata, per due bocconi di torta?

Dopo un po’ mi guardò, aveva gli occhi lucidi…sembrava essersi trasformata…rimase con lo sguardo fisso nel mio, poi scoppiò a ridere e come se nulla fosse, continuò a mangiare la torta. Ma come! Prima mi diceva di non sopportare l’alcool e poi continuava a mangiare??

-Esmeralda non credo dovresti continuare a mangiare, allora.

-No devo farlo, per rispetto al tempo che tua cugina ha usato per cucinare questa meraviiigliiiooosaa tooortaaa. Saii i dolcii vanno sempre mangiatii tutti, fino all’ultimaa mollicaaa.- disse allungando le vocali delle sue parole.

Come? Cosa? Cavoli, me la vedevo amara stasera.

Finì di mangiare la sua fetta, ingoiando grandi bocconi, mentre io rimasi a guardarla con un’espressione timorosa, e con la forchetta a mezz’aria…avevo mangiato solo un pezzettino della mia fetta.

-Sai Gabry era molto buona…parola di pasticcera! - disse ora ridendo, posando la mano sulla fronte a mo’ di saluto militare.

E poi…Gabry? A me? Chiamarmi con il diminutivo?

-Aspetta che ne dici di bere un po’ di vino? Me l’ha portato la mia vicina adorata di casa.- continuò alzandosi e aprendo il frigorifero.

-No Esmeralda, non è una cosa buona bere il vino dopo aver mangiato un dolce al liquore.- risposi alzandomi e cercando di allontanarla dal frigo.

-Ehi Gabry lasciami stare…decido io cosa è bene e cosa no…questa è casa miiiaa!- strascicò la parola.

In vita mia, e lo potevo giurare, non avevo mai visto una persona ubriacarsi dopo aver mangiato un dolce con del liquore.

Certo però che era divertente vedere l’acida Esmeralda così euforica e brilla.

Prese la bottiglia di vino, l’aprì e prese un bicchiere da un mobiletto sopra il lavello, poi lo riempì fino all’orlo e bevve tutto d’un sorso.

-Ti prego Esmeralda, basta bere, non credo che tu stia bene…

-Ehi Gabry basta, stoo beniiissiiimoooo.

Era ubriaca, ma ubriaca ubriaca.

-Sai Gabryy, tu sei diverso da Adriano, quel verme, stolto!- continuò riempendosi un altro bicchiere.

-Sì?- domandai cercando, invano, di chiuderle la bottiglia di vino che ora aveva stretto tra le sue braccia.

-Sì. Tu sei taaantooo beelloo e gentiiileee! Lui invece mi tradiva, tradiva me, capisci?

In vino veritas, dicevano i latini…e la cara Esmeralda stava confessando cose che non credo avrei dovuto sapere.

-Con quella stupida di Sabrina poi…pff…sono molto meglio io di lei.- continuò ridendo.

-Ci credo, ora però che ne dici di andare a letto mentre io metto a posto la bottiglia di vino?- provai a riavvicinarmi ma mi scacciò con una mano.

-No, oraaa devii solo ascoltaarmii…perché tu centrii… eccome se c’entri. Per colpa tua sto ritornandoo una deboolee…- rise,- con Adriano ero una debole, lui diceva di amarmi, di volermi anche sposare…

A quel punto si riempì un altro bicchiere e bevve, ma subito dopo perse un attimo l’equilibrio appoggiandosi al lavello della cucina. Dovevo assolutamente toglierle la bottiglia dalle mani.

-Ehi Esmeralda guarda là?- cercai di ingannarla con una classica frase che avevo visto in tv.

-Dove?- si girò verso la finestra, e in quell’attimo di distrazione le sfilai la bottiglia.

-Ehii bruttoo imbroglionee, cosa fai?- mi guardò con il viso imbronciato.

Era tanto carina anche così.

-Ora andiamo sul divano a riposarci, ok?- le dissi prima di prenderla in braccio.

Le misi un braccio sotto le ginocchia e l’altro attorno alle sue spalle.

-Ehii mollami subito, capito? Sono cintura nera di karate io!- protestò cercando di divincolarsi.

Scoppiai a ridere. Quanto avrei voluto riprendere tutte queste scene! E pensare che fino a qualche ora prima, era così tranquilla con mia sorella.

Non riuscivo ancora a capacitarmi però! Ma era davvero possibile che si fosse ubriacata dopo solo qualche boccone di torta? Pff…che chica(* ragazza*). Ma non era che mia cugina aveva versato qualcosa di troppo? Forse vodka e roba così? Di solito si limitava a qualcosa di leggero, bah…non avevo ancora mangiato troppa torta per poterlo dire. E poi Esmeralda era una pasticcera…come faceva per dolci come il babà per esempio? Non li assaggiava? Non li preparava lei?

La posai sul divano, togliendole le scarpe e aggiustandole i cuscini, su cui subito si appoggiò. Poi andai in cucina e mangiai un altro po’ di dolce. Sì, cavoli c’era della vodka, e probabilmente anche rum, mannaggia a Mercedes…cosa cavolo aveva combinato!

Ritornai in salotto.

-Saii Gabrieelee, io e Adrianoo andavamo alla stessa scuola superioree, poii luii mi baciò alla festa di Paola Bianchetti la secchiona della quarta B, cioè baciò me, capisci? Si fidanzò anche con meee, - scoppiò a ridere,- poi dueee annii faa Rachele lo vide, sì vide proprio lui limonare con Sabrina vita da strega.- continuò.

Miseriaccia mi stava confessando tutti i suoi segreti più nascosti. Che cosa potevo fare?

-Alle mie spalle, comprendiii??? E poiii lo vidiii anch’iooo, baciarsi con quellaa! Ma ioo dovevo capirlo prima, era cosìì freddoo, distante da mee, me lo diceva Rachele di non fidarmi, e io? No, lo amo, lo amo, pff…che stupida che sono stata! E poi sai cosa?

-No Esmeralda, non c’è bisogno che tu aggiunga altro…

-Zitto, e ascolta spagnolo che non sei altro…lui un giorno venne nel locale dove lavoro, mano nella mano con la strega, e me lo disse in faccia : “ Non siamo fatti l’uno per l’altro, la nostra storia finisce qua, addio”, me lo disse in faccia capisci?

A quel punto vidi che iniziò a piangere.

-Ma sono stata io la stupida, come potevo pensare che un figo come Adriano, alto, bello, biondo, con gli occhi di un celeste chiarissimo, potesse addirittura sposarmi? Eh, come potevo? Stupida di un’Esmeralda…e allora sai cosa?

Le sue lacrime stavano continuando a scendere…non sapevo davvero che fare…non l’avevo mai vista così.

-Alloooraaa deciisi di diventare di ghiaccioo, fredda, acida, scorbutica, scontrosa…via ragazzi del cavolo, brutti traditori!!

Poi si alzò in piedi e mi guardò intensamente.

-Tu, invece- mi puntò il dito contro,- tu, invece hai rovinato tutti i miei piani, lo sai? Perché sei sempre così buono e gentile, eh? Perché?

Dopo ritornò in cucina. La seguii. Vidi che aprì il frigo e riprese la bottiglia di vino.

-No Esmeralda, rilascia subito la bottiglia… ti fai male.- usai lo stesso tono che usavo quando rimproveravo Luz.

Mi fece la linguaccia e si portò la bottiglia alle labbra.

Gliela tolsi con un po’ di forza e poi richiusi il frigo.

-Sei cattivo! Uffa…però sei proprriiiooo bellooo, mi vuoi baciare?- mi chiese ora con gli occhi spalancati e lucidi. 

In quel momento fui certo di essere arrossito. Gesù che situazione…una ragazza ubriaca e un timido.

-Oh ma che carrinooo- calcò sulla erre-, sei arrossitoo,- rise,- non ti piaccio, Gabry?

-Esmeralda, penso sia meglio che tu ora vada a dormire…io…

Mi mancavano le parole…

-Che dolcee che seii…non fare come Adriano però, altrimenti divento cattivaaa, mooltoo cattiivaa…

-Va bene, ma ora ti porto nella tua stanza a dormire…accendiamo la tv, poi tu riposi e io me ne vado.

-Nooo, tu non vaii da nessunaa parte.- disse avvicinandosi a me, poi mi stampò un sonoro bacio sulla guancia e mi prese per mano.

Il mio povero cuore stava battendo troppo in fretta per tutta questa confidenza.

-Dov’è la tua camera?- le domandai.

-In fondo al corridoio, ci sonooo anchee i posterr di Jamess Deannn, nei vuoi unoo???

La tirai verso di me e poi la presi in braccio e la portai nella sua camera, poi la posai sul letto e le tolsi i braccialetti e l’orologio. In seguito accesi la tv, notando che stavano trasmettendo uno di quei film con Clint Eastwood ambientati nel vecchio western.

-Vuoi dormire con meee?- chiese.

-Non penso sia il caso…aspetto che tu ti addormenti e poi vado, ok? Domani hai lavoro, no?

-Sììì…purtroppooo.

-Bene, ti metto la sveglia per le otto allora.

-Okayyy.- mi sorrise e sbatté le ciglia velocemente.

Era proprio comica la situazione. Era davvero buffa Esmeralda. Aveva detto però che ero molto bello, quindi era molto probabile che le piacessi. Mi sentivo euforico e molto felice.

Mi voltai a guardarla, e notai che si stava addormentando.

Menomale…però non potevo lasciarla sola…forse era meglio se rimanessi sul divano del soggiorno a riposare, così se durante la notte si fosse sentita male, ci sarei stato io ad aiutarla. E poi a badare a Luz c’era Mercedes.

-Senti Esmeralda…

-Dimmi tutto, pistolero! - rispose mimando con le mani due pistole.

Era proprio andata!

-Allora posso rimanere a riposare sul divano del soggiorno?

-Ma cerrrtooo bellissimooo, tutto quello che vuoi.

Annuii col capo e poi mi sedetti accanto a lei, che rimase a guardare la tv.

Quindi riavvolgendo il nastro all’indietro, Esmeralda era diventata una ragazza acida e scontrosa in seguito al tradimento di un certo Adriano, ragazzo alto e bello con cui si fidanzò alle superiori. Questo tipo la lasciò con parole fredde, presentandosi mano nella mano con la sua nuova fiamma, niente di meno che al locale dove lei lavora.

Poverina, chissà che umiliazione, davanti a tutti poi…ora mi erano chiare un po’ di cose…come quella volta che reagì male al nostro “appuntamento” al pub, non appena vide un giovane con una ragazza…doveva essere quello il suo ex.

-Gabriele?- mi chiamò.

-Mhm?

-Mi piaci, sììì… tu mi piaciii moltissimooo!

-Ma davvero?- le domandai ironicamente.

Anche se era ubriaca e molto probabilmente le parole che mi stava dicendo erano dovute all’alcool e sicuramente non le pensava realmente, era bello sentirsi dire da lei che le piacevo.

Annuì con il capo e poi si addormentò all’improvviso, come una bambina.

-Mi piaci anche tu Esmeralda, non sai quanto!

TO BE CONTINUED…

 

 

 

Buon pomeriggio, ragazzi!

Scusate per il mega ritardo ma quella benedetta cosa chiamata ispirazione non si decideva a bussare alla mia testa.

In questo capitolo vediamo tre punti di vista: quello della dolce Rachele la quale ha ricevuto la tanto attesa confessione del suo Occhi blu ^_*, quello di Esmeralda (l’ubriacona xD) che si è divertita con la piccola Luz, e quella di Gabriele che si è trovato a conoscere nuovi lati del carattere della scontrosa rossa, la quale ha confessato cosa l’ha resa acida e scontrosa negli anni. Ah…facevano bene a dire “in vino veritas” allora! ;) 

Per questo capitolo mi sono divertita a fare un banner...spero vi sia piaciuto. Ho inserito solo l'attrice che immagino come Esme, che mostrai già qualche banner fa, che non è nient'altro che Isla Fisher. ^_^

Che aggiungere, non mancano così tanti capitoli alla fine di questa storia. Purtroppo non è stata seguita come avrei voluto, quindi…è meglio che la concluda presto.

Spero ugualmente che fino alla fine non deluda nessuna aspettativa e nulla…grazie a : Sun_Rise93 e elev per le loro preziose recensioni e chi segue e preferisce questa storia. ;)

Alla prossima :)

 

 

 

 

 

   
 
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