Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    26/07/2014    6 recensioni
Difficile, a volte, stabilire chi sia la vittima e chi sia il colpevole.
Difficile, a volte, mantenere saldo un rapporto che fino a poco tempo prima sembrava indistruttibile.
Difficile, quasi sempre, fare delle scelte. Soprattutto se si sa che con la propria scelta si determina il destino di un'altra persona, una persona alla quale si tiene davvero.
Storia scritta un po' di tempo fa e mai pubblicata, non fa parte della mia serie "Dieci ritagli di Cobra 11", che è ancora in corso, e quindi non vedrà come protagonisti i personaggi da me inventati nell'ambito della stessa (Clara, Bronte, Max, Mirtillo, ecc.).
Buona lettura!
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ben Jager, Kim Kruger, Semir Gerkan, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due mesi prima...

Ben Jager inciampò distrattamente su un tronco d’albero posizionato per lungo sul terreno.
Stava per ritrovarsi disteso con la faccia a terra quando sentì una mano afferrarlo per la manica della maglietta e tenerlo in piedi.
«Veda di non ammazzarsi ispettore, mi serve vivo.» scherzò Semir mollando la maglietta.
«Sa essere decisamente opportunista a volte, ispettore Gerkhan.».
Entrambi risero, continuando a camminare nell’intricato sentiero in mezzo al bosco.
«Ben, quando potrò sapere dove stiamo andando?» domandò Semir dopo qualche minuto di cammino in perfetto silenzio.
«Te l’ho già detto, devo mostrarti una cosa.» rispose il più giovane con un sorriso.
«Questo l’avevo capito... ma per quanto dobbiamo camminare ancora in questa boscaglia?».
«Non sarai mica stanco, Semir?».
«Chi, io? Ma figurati! Infondo sono solo due ore che camminiamo.» ironizzò il turco «E pensare che Aida voleva andare all’acquario e io le ho detto di no perché “lo zio Ben” doveva farmi vedere una cosa importante.».
Ben scoppiò a ridere «Povera la mia principessina!».
«La tua principessina, nota bene.» sottolineò Semir.
«Eh certo, di chi se no? Lei è la principessa e io sono il re.» affermò Ben cercando di mantenere un tono serio e ufficiale, almeno fino a quando non ricevette uno spintone da parte del collega ed entrambi scoppiarono di nuovo a ridere.
«Forse dovresti cercartene una un po’ più grande, di principessa.».
«In effetti ho conosciuto una ragazza...».
«Davvero?» quasi gridò Semir, entusiasta «Quando me la fai conoscere?».
«Calma socio, non conosco nemmeno il suo nome!» spiegò Ben con un sorriso «L’ho vista l’altra sera ad un mio, chiamiamolo così, “concerto” in un locale, quando ho finito abbiamo cominciato a parlare e... non lo so, è allegra, simpatica, sa sempre quando e cosa dire.».
«E non le hai chiesto il nome.» costatò il turco con una smorfia di disapprovazione.
«No, ma la rivedrò, ne sono sicuro.».
«Sarà!».
«Comunque socio, siamo arrivati.» annunciò il più giovane fermandosi in mezzo ad una piccola radura davanti ad una casetta di legno antico.
Semir lo guardò con fare interrogativo.
«Ta taaan!» fece invece l’altro indicandogli l’abitazione con un sorriso a trentadue denti «Mi sono fatto un piccolo regalo, ti piace? Almeno avrò un posto tranquillo e isolato dove passare i pomeriggi in cui sono fuori servizio ed allenarmi a suonare indisturbato.».
«E magari dove portare la tua amica senza nome in caso voleste...».
«Semir!» lo interruppe il collega lanciandogli un’occhiata fulminante.
«Era solo un’ipotesi.» rise il turco avvicinandosi piano alla casa.
«È interamente costruita con legno di faggio, è stata terminata giusto ieri. Guarda, non ha nemmeno un graffio e poi guarda le pareti esterne come sono lucide! E poi i vetri delle finestre, guarda, sono di ultima generazione, da fuori non si può guardare all’interno, mi sono costati un capitale. E poi il contesto è meraviglioso, qui non mi disturberà mai nessuno, non prendono nemmeno i cellulari! E, un’altra cosa, le assi di...».
Ben non riuscì a terminare la frase, il suono di uno sparo lo interruppe.
Si voltò verso Semir senza capire ma il collega si era già accucciato dietro ad un cespuglio.
«Ben, che fai? Sta giù!».
Il ragazzo fece come gli aveva detto l’altro ispettore e i due aspettarono per qualche istante.
«Da dove veniva?» chiese il più giovane in un sussurro, dimenticandosi totalmente dell’accurata descrizione che stava imbastendo riguardo la sua nuova dimora.
«Non lo so... da sinistra credo.» rispose l’altro dando un’occhiata in giro «E questa non è certo stagione di caccia.».
«Assolutamente no. Andiamo a vedere...» ma di nuovo Ben non ebbe modo di finire la frase che due ragazzi passarono di corsa davanti a loro, attraversando la radura senza nemmeno vederli. Correvano a più non posso e poco dopo i due poliziotti ne compresero il motivo: tre uomini armati fino ai denti li seguivano correndo altrettanto velocemente e sparando non appena pensavano di avere uno dei due sottotiro.
«Mapporca! Fermi, polizia!» urlò Semir uscendo improvvisamente allo scoperto con la pistola puntata davanti a sé.
I tre uomini si fermarono mentre i due inseguiti si nascondevano sul retro della casa. Uno dei tre bisbigliò qualcosa e gli altri cominciarono a sparare in direzione del poliziotto, che si vide un proiettile passare a qualche millimetro dalla spalla e venne scaraventato a terra dal collega.
«Ma dico, ti vuoi far ammazzare?» gridò Ben, terrorizzato.
Semir non rispose ed entrambi si rialzarono velocemente.
Iniziò un vero e proprio conflitto a fuoco, i criminali sparavano con il solo scopo di far fuori gli ispettori per avere campo libero con i ragazzi inseguiti, che stavano fermi immobili a guardare, senza più avere la forza di scappare.
«Cosa dicevi riguardo al posto tranquillo dove suonare indisturbati, Ben?» gridò Semir tentando con la voce di sovrastare il rumore degli spari.
Ben gli lanciò un’occhiata fulminante continuando a difendersi dai colpi degli sconosciuti.
«E non prende nemmeno il telefono!».
Un proiettile frantumò il vetro di una delle piccole finestre della baita.
«No, non ci credo, il vetro no!» esclamò Ben ricevendo questa volta lui stesso l’occhiataccia da parte del socio.
I tre criminali stavano velocemente guadagnando terreno, avvicinandosi al retro della casa dove si nascondevano le loro due vittime.
«Semir, aiuta a far scappare i ragazzi mentre io trattengo qua questi tre.» propose Ben avvicinandosi pericolosamente ai tre uomini.
Semir gli fece un rapido cenno d’assenso prima di correre verso i ragazzi e farli alzare bruscamente. Avranno avuto una ventina d’anni e sembravano totalmente terrorizzati.
«Forza, correte, dai!».
Cominciarono a correre a perdifiato in mezzo al bosco, scavalcando massi e grosse radici sporgenti, sfruttando gli alberi per proteggersi dai proiettili.
Ben non riuscì a trattenere i criminali per molto e dovette anche lui cominciare a fuggire.
Corsero, corsero per un tempo che a loro parve infinito, fino a che uno sparo più vicino alle loro orecchie non li fece sobbalzare.
I quattro inseguiti si guardarono a vicenda fermandosi per un istante, ed uno di loro cadde a terra.

 

Chi è caduto a terra? Si accettano scommesse!
Grazie a chi mi segue e in particolare a Furia, Chiara, Maty e Marti per le recensioni.
Un bacio
Sophie :D

  
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