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Autore: Inikos DS    26/07/2014    1 recensioni
Si avvicinò al viso dell’altro, come ipnotizzato dalle labbra schiuse che ispiravano ed espiravano, il petto che si alzava e abbassava.
- Ogni essere è così incolume nell'atto del sonno. Pensò il biondo.
Passò lievemente un dito sulla fronte del moro, delineandone il contorno e scese fino al naso dritto. Solleticò la barba che spuntava dalle guance, inspirò il suo odore.
Brad sorrise.
Il biondo timoroso si bloccò, ma le labbra di quello si richiusero, dormiva ancora; forse avvertiva la sua presenza.
Accarezzò poi le labbra, le baciò con delicatezza, l’altro non parve accorgersi di nulla.
Com'era in pace.
Un bacio ne portò un altro ed un altro ancora… era come drogato da quel ragazzo dormiente…
Improvvisamente però il braccio che lo cingeva strinse la presa, Brad aprì gli occhi.
"Ei…" sussurrò guardandolo. "Sei una visione o cosa?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cap 11

 

Ciao a tutti gente, so che mi odiate tutti ma veramente sono stato troppo impegnato, inoltre mi si e’ rotto il pc dall’ultima volta che ho pubblicato (secoli fa in pratica) quindi perdonatemi veramente.

Al momento ho un tablet quindi mai piu’ aggiornamenti da casa mia…

Ora sto pubblicando dal pc della mia amica che gentilmente me lo ho prestato (praticamente glielo’ imposto). ahahahah

Comunque tralasciando tutto, questo e’ pov di Daniel e anche di Alison, che ora diciamo avra’ un ruolo piu’ importante.

Quindi per rinfrescarvi la memoria tornate indietro a leggere u.u

 

Buona fortuna, un bacio xx














 

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Pov. Alison



 

Una settimana dopo.

 

Caro diario,

le ferite di Daniel sono guarite completamente; fortunatamente non erano poi cosi’ gravi, e l’intervento tempestivo dei medici e’ stato molto decisivo; non rimarra’ la minima traccia della piu’ piccola cicatrice.

E solo questione di due massimo tre giorni e lo dimetteranno; perfetto no?

Dal momento che Gabrielle si e’ risvegliata dal coma!!!

Capisci finalmente e’ tornata tra noi (o fore non se n’era mai andata) fatto sta che ora sta bene, i medici vogliono tenerla sotto osservazione ancora per un po’ ma e’ solo questione di una settimana.

Inoltre non ti ho ancora detto della ciliegina sulla torta; Brad (si il caro Brad), ha finalmente lasciato Krystal. Basta, chiuso definitivamente, con lei e con suo padre.

Ora e’ libero, finalmente puo’ stare con Daniel, finalmente possono amarsi!

Sono troppo, troppo contenta per loro.

E’ tutto cosi’ perfetto, si cosi’ perfetto da sembrare quasi una storia inventata; un dolce lieto fine da fiaba della Disney, da romanzo rosa, da finto ecco.

Infatti non e’ cosi’,

tutto cio’ che ho scritto, e solo che…

sto mentendo a me stessa…

Mi sto illudendo…

E’ da una settimana che Dan, non mi rivolge la parola… Credo che finga di dormire…

Non vuole dirmi il perche’ di quell’atto cosi’ estremo, non vuole dirmi cosa e’ successo con Brad.

Questo mi fa star male, credevo che ormai non avesse piu’ probblemi ad aprirsi con me, invece…

Eppure in qualche modo devo sperare,

se voglio sopravvivere, se non voglio cadere giu’ devo continuare a sperare che cio’ che ho scritto diventi realta’.

Perche’ non ce la faccio,

Perche’ devo andare avanti,

Perche’ il mio migliore amico ha bisogno di me…











 

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Ed eccoli li’, madre e figlio.

Fermi, immobili nel loro dolore, ognuno bloccato nella proria maledizione.

Due state di cera…

I volti accomunati dagli stessi tratti angelici, i capelli illuminati dall’immenso.

Entrambi vittime del destino…

La prima costretta al deterioramento fisico; come una stalagmite smarrita nel deserto sferzata da venti aridi.

Il secondo un fiore nato in un campo di rovi, costretto a nascondersi, ad essere soffocato, dalle spine dell’ignoranza e della crudelta’.

<< Come sta? >> Chiese una voce.

<< I medici che l’hanno operato, hanno detto che avra’ rimanere sotto osservazione ancora per un po’ Le cicatrici potrebbero riaprirsi, quindi ha bisogno del massimo riposo. >>

<< Certo capisco… Ora che fa? >>

<< Credo stia dormendo. >>

<< Va bene grazie. >>

<< A lei, >>
















 

Pov Daniel.






 

- Eccolo, di nuovo lui…

Di nuvo il fuoco...Brucia da far male, brucia da far perdere i sensi…

Quella luce, quella che ho visto. Sono sicuro: erano le fiamme dell’inferno.

C’ero quasi, mancava poco, eppure no…

Sono ancora qui, mancava poco, eppure no…

Sono ancora qui l’anima nel mio corpo dolorante, rovinato, sferzato, danneggiato dal mio dolore.

Ora riesco a malapena a muovere i muscoli, un movimento leggermente piu’ forte e lo sento, l’inferno in me.

Non posso far nulla, solo aprire gli occhi; ma no  voglio…

Non ce la faccio, non riesco a guardare Alison e’ da una settimana che non le rivolgo la parola…

Ogni volta che viene a farmi visita la ignoro, lei mi parla, vuole sapere il perche’ di tale gesto, vuole sapere cosa e’ successo co Brad, ma per ora non riesco, non saprei cosa dirle…

Come potrei?

Dopo cio’ che ho fatto (quasi)

Merito solo dolore, anzi no, non merito nulla, merito solo il vuoto…

Vorrei ascoltare musica, ma non posso chiederlo ad Alison…

L’unica cosa che mi rimane da fare, e’ abbandonarmi alla tempesta dei ricordi.



 

13 Anni prima.

Ultimo anno di asilo.

~ DRIIIN ~

<< Bambini e’ ora di mangiare, andate a coppie di due in bagno a lavarvi le mani. >>

Un Daniel in miniatura si stava asciugando le mani, accanto a lui, c’era il suo amichetto Alejandro. Questo voltatosi verso di lui, gli stampo’ inaspettatamente un bacino sulla guancia lasciando il biondino di stucco, rosso come un peperone.


7 Anni prima.

Ultimo anno di elementari.

<< Allora bambini dal momento che questo sara’, il vostro ultimo anno insieme voglio che ognuno di voi, scriva una lettera d’addio ad un compagno, a cui tiene in modo particolare. >>

<< Va bene, signora maestra. >>

 

Qualche ora dopo.

Tutti i bambini aspettavano con ansia di ricevere e di consegnare le proprie lettere, anche Daniel che teneva stretto in mano quella per la sua amica Dora.

<< Perfetto, dal momento che tutti avete terminato consegnate le vostre lettere. >>

Tutti i bambini si alzarono e iniziarono a scambiarsi freneticamente le lettere, Daniel consegno’ la propria a Dora, che tuttavia non ricambio’ come previsto dal biondino, che ando’ a sedersi.

E aspetto’, aspetto’ e ancora aspetto’ ma nessuno gli consegno’ niente e lui aspettava, mentre gli altri aprivano emozionati le loro lettere, mentre ridevano, mentre si abbracciavano, lui speranzoso ma niente.

Tutti continuavano gioire e nessuno si curava di lui.

Nessuno.

 

~ Have you forgotten? ~

Nessuna lettera arrvera’ mai…

 

~ Cause’ i’m unwanted. ~

 

5 anni prima.

Secondo anno di scuola media.

 

Un Daniel bassino e impacciato stava al centro del campo della palestra, mentre un’orda di ragazzi correva dietro a un pallone da calcio.

<< Daniel, bloccalo! Veloce corri sulla porta. >> Urlo’ uno di loro.

Il biondo preso a correre, come ordinategli, ma nella foga rovino’ a terra, tra le urla di disappunto dei compagni.

<< Ma no! Che hai fatto? Sei proprio un’idiota, >>

<< Finocchio. Non sei capace nemmeno di  correre. >>
<< Povera feminuccia, ti sei fatta male? >>

 

Lo schernivano in gruppo, mentre coltelli di ghiaccio danneggiavamo gli occhi.

 

I ricordi facevano male, piu delle ferite inflitte dai frammenti di specchio, piu’ di quella volta in cui era caduto, piu’ di quella volta che l’avevano spinto lungo le scali…

Ogni singola parola, impersonificava un ago che andava a conficcarsi nel cuore del ragazzo, che ogni giorno moriva lentamente dentro.

Tante volte aveva proggettato il suo suicidio, ma mai aveva avuto il coraggio di metterlo in atto.

A fermarlo oltre alla codardia, era stata sua madre, Alison e la musica…

Dolce amica, sempre presente, sempre piena di messaggi incoraggianti…

~ Who knows, what could happen… ~

 

Gia’ chi lo sa.

 

Nessuno…

 

Ed era stata quella frase, quel messaggio a spronarlo, a dargli la forza necessaria per andare avanti, quel “Who Konws”.

 

Fino a quando non aveva rovinato tutto con Brad.

L’unico ragazzo per il quale aveva sentito qualcosa di diverso dall’odio e dall’indifferenza, l’unico ragazzo che non l’aveva giudicato, che non l’aveva guardato dall’alto al basso per poi scoppiare a ridere…

Forse anche per quello era rimasto invaghito da lui, forse se lo avesse fatto qualcun’altro prima di Brad, si sarebbe innamorato di quel “qualcun’altro”.

Non lo sapeva…

Non poteva saperlo…

Ma ormai che importanza poteva avere?

Era tutto finito, ancora prima di esser iniziato, ancora prima di aver assaporato un po’ di quell’amore che a lui, il mondo aveva deciso di negare…

 

La nebbia ipnotica di Orfeo, si insinuo’ lentamente nell’animo “dell’indesiderato”, che stanco dei troppi ricordi cadde tra le braccia del dio della notte.












 

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Pov Alison

 

Daniel aveva continuato a dormire o meglio a fingere di farlo per tutto il pomeriggio, a volte si era agitato nel sonno, altre volte, Alison aveva visto piovere lacrime dai suoi occhi.

Dopo 4 ore di vani tentativi di dialogo la ragazza non ne poteva piu’, cosi’ dopo aver stampato un bacio sulla fronte di mamma e figlio era uscita dall’ospedale.

Guidata da un’istinto sconosciuto ed un po’ di malinconia sali’ sul primo bus passato; senza fare il biglietto, senza sapere quale fosse la meta.

L’auto era vuoto ad eccezzione di una vecchietta e di tre uomini di colore che la squadravano dall’alto al basso.

Il cielo iniziava ad imbrunirsi, e nuvole avanzavano minacciose.

- Magnifico non ho neanche l’ombrello- penso’ la ragazza.

Nuovamente guidata dall’istinto, suono’ il campanello, l’auto freno’ in prossimita’ di un cartello arrugginito, segno che quella non doveva essere una zona molto frequentata.

Una volta che fu ripartito, Alison si guardo’ intorno: era finita in aperta campagna.

- Ok, e ora che faccio?

Si chiese stupita dal suo stesso impulso.

Le nuvole intanto continuavano a camminare accompagnate da folate d’aria gelida.

- Sara’ meglio che mi sbrighi a cercare un riparo o mi becchero’ un malanno.

S’incammino’ lungo il marciapiede; la strada era vuota intorno a lei e c’erano solo vasti campi di erba incolta.

Dopo un po’ la ragazza scorse in lontananza una struttura e senza pensarci due volte, si avvio’ verso quella direzione.

Man a mano che si avvicinava poteva vedere come la vegetazione diventasse piu’ fitta, c’era un vialetto costellato da alberi, l’erba era abbastanza alta, ma nulla di insuperabile per una tosta come lei.

Il vento di inizio Novembre nel frattempo era aumentato di intensita’ facendo accarezzare le fronde degli alberi, che iniziarono a chiacchierare tra loro.

La gonnellina di tulle della mora prese a danzare con fili d’erba che venivano scostati lentamente al suo passaggio.

Dopo aver camminato per cinque minuti buoni, lo spettacolo che le si paro’ davanti agli occhi le mozzo’ il respiro.

Dietro ad un’alta cancellata in ferro battuto si ergeva un’antica villa in marmo bianco o forse bugnato, il porticato sorretto da colonne corinzie e una splendida facciata coronata da un rosone.

- Per Christian Dior! Ma e’ stupenda.

Speranzosa la ragazza spinse l’ala del cancello soffocata da rami di edera secca, riuscendo ad aprirlo con un po’ di fatica.

- Un tempo questo doveva essere un giardino stupendo- penso’ tra se e se’.

Lentamente la ragazza inizio’ ad avanzare verso l’enorme edifico dall’aria sinistra.

Saliti lentamente i tre scalini cosparsi di foglie secche e pigne, si trovo’ davanti ad un portone in legno massiccio, intagliato con motivi floreali e sempre con molta prudenza, l’impulsiva provo’ ad aprirla.

Ma non ci fu nulla da fare: era sigillato.

- Forse e’ segno. Un’avviso che devi andartene- suggeri’ la parte razionale della ragazza.

- No Alison, ormai sei arrivata qui, quindi cerca di trovare una soluzione!- disse invece l’impulsiva.

Si mise cosi’ alla ricerca di un’entrata alternativa, aggirando la casa sul retro, vide alcune statue e una fontana, anch’esse soffocate dall’edera; e come sperato scorse una portafinestra, stranamente ancora intatta, la sua mente era gia’ corsa a barboni,  spacciatori o peggio un covo di satanisti.

Afferrata una pietra la ragazza ruppe un pezzo di vetro, grande quanto la sua mano, in modo da poter aprire con la maniglia dall’interno.

La pioggia inizio’ a scendere dal cielo.

Aperta la vetrata, Alison scosto’ la tenda bianca, che impediva di guardare attraverso. Nella stanza era buio, l’unica fonte di luce era quella naturale che andava sempre piu’ scemando.

- Questo doveva essere il salotto- disse osservando l’ambiente intorno a se.

Un crocifisso appeso al muro scrostato, una vecchia lampada all’angolo tra due divani coperti da due veli, un’imponente caminetto sulla parete destra delimitata da due colonnine bianche, come il resto arredamento.

Facendo luce con la pila del cellulare la ragazza avanzo’ nella grande stanza che seppur buia non era poi cosi’ paurosa, superato un’arco si ritrovo’ nell’ingresso, riconoscibile dal portone sprangato  e da un tappeto persiano impolverato.

Tutto taceva in quella casa.

Tutto persino l’anima di Alison restava in silenzio, il vento, la pioggia, tacevano li’ dentro. Tutto era avvolto in una specie di onda ipnotica, sospeso tra realta’ e finzione….

- Qui c’e’ qualcosa di magico, qualcosa di inebriante…

Sulla sinistra si ergeva una scala a chiocciola in ferro battuto, che invitava la ragazza a salire  che pero’ ora non era poi piu’ cosi’ sicura di volerlo fare…

Forse era meglio andare, per quella sera poteva bastare, magari sarebbe tornata di giorno, con un pugnale nascosto nella borsetta e una torcia.

Una volta richiusa la porta-finestra la ragazza prese a correre  sotto la pioggia, ignara dei due occhi che fino a quel momento l’avevano accompagnata silenziosamente…











 

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Eccovi arrivati alla fine, so che mi odiate ma perdonatemi :(

Vorrei solo ringraziare le due muse ispiratrici per questo capitolo, le cantanti Birdy e Gabrielle Aplin, (ringraziatele anche voi xD)

Comunque ora vi lascio, tornero’ a breve promesso.

Un bacio.

xx Nick









 
  
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