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Autore: Nick95    26/07/2014    1 recensioni
La guerra è finita da più di un mese. Voldemort è stato sconfitto una volta per tutte. Ron aveva affrontato il dolore per la perdita di suo fratello Fred, ed Hermione era andata in Australia per ritrovare i suoi genitori e rimuovere l’Incantesimo di Memoria.
Dopo ciò che era accaduto in battaglia tra loro due, nessuno si azzarda a fare la prima mossa, terrorizzato da un eventuale rifiuto.
Come andrà a finire?
Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buon Sabato a tutti!
Eccomi con un’altra OS, sempre nel mondo di Harry Potter!
La guerra è finita da più di un mese. Voldemort è stato sconfitto una volta per tutte. Ron aveva affrontato il dolore per la perdita di suo fratello Fred, ed Hermione era andata in Australia per ritrovare i suoi genitori e rimuovere l’Incantesimo di Memoria.
Dopo ciò che era accaduto in battaglia tra loro due, nessuno si azzarda a fare la prima mossa, terrorizzato da un eventuale rifiuto.
Come andrà a finire?
Buona lettura! Ricordatevi di lasciare una recensione, tengo molto ad un vostro commento!

LOVE

Hermione carezzava piano Grattastinchi, nel giardino della Tana.
Era passata una settimana dal suo ritorno dall’Australia.
Con i suoi genitori, era andata benissimo.
Non fu difficile trovarli. Hermione, con il suo Incantesimo di Memoria, aveva salvaguardato la loro professione di dentisti, quindi restringere il campo di ricerca la aiutò molto. Poi con la Materializzazione, fu tutto più semplice. Aveva ricercato tutti gli studi dentistici con il cognome ‘Wilkins’ presenti in Australia, e spostandosi di luogo in luogo finalmente li aveva scovati.
E rimuovere un Incantesimo di Memoria, per la strega più brillante della sua età che aveva appena contribuito alla sconfitta del più grande Mago Oscuro di tutti i tempi, fu una bazzecola.
Dopo aver passato un po’ di tempo con i suoi genitori, Hermione era ritornata alla Tana, per molti motivi.
Primo, aveva lasciato un mucchio di cose lì.
Secondo, aveva avuto l’opportunità di frequentare il settimo anno e completare gli studi, e non voleva farsela sfuggire.
Terzo, per stare vicina alla famiglia, soprattutto a George.
Quarto, e cosa più importante di tutte, per rivedere Ron.
Dopo il bacio che lei stessa gli aveva dato durante la Battaglia, era ormai un insieme di sguardi imbarazzati, orecchie che prendevano fuoco, soprattutto quelle di Ron, al minimo contatto, e una paura tremenda di fare il primo passo da parte di entrambi.
Ron si confidava spesso con Harry, rimasto anche lui alla Tana.
Anche perché, tra Harry e Ginny, era andata diversamente. Al primo sguardo, al primo sorriso, sembrava che fossero tornati al sesto anno di Harry, prima del ritrovamento del medaglione falso di Regulus Black, prima della morte di Silente, prima dell’inizio di tutto.
Ma Harry non riuscì ad aiutarlo più di tanto. Nemmeno quei Dodici passi Infallibili per Sedurre una Strega.
Harry riusciva solo a proporgli di chiarire, e che tutto si sarebbe aggiustato, ma Ron cominciava con il suo pessimismo, e non finiva più.
“Harry, e se mi dice che durante la Battaglia, è stato un gesto avventato?”
“Harry, se sbaglio tutto rovino anche la nostra amicizia, vero?”
“Harry, forse è meglio aspettare che sia lei a fare il primo passo”
E partiva in un monologo che non ammetteva repliche.
Ron aveva bisogno di garanzie.
Hermione aveva bisogno di qualcosa, da parte di Ron, un gesto che le permettesse di sapere se Ron la voleva ancora. E non come un’amica, non era più sufficiente.
L’unica via, secondo Harry, era quella di lasciare soli Ron ed Hermione, ma in quel periodo era praticamente impossibile.
Con il via vai alla Tana di tutti quei maghi e quelle streghe che volevano porgere le loro condoglianze ai Weasley e stringere la mano al Prescelto. Provenivano maghi anche dall’estero.
E poi c’erano tanti, troppi funerali, a cui dovevano partecipare. Harry doveva dare una mano con i preparativi del funerale di Lupin e Tonks, occuparsi anche del piccolo Teddy, stare vicino anche ad Andromeda, che in pochi mesi aveva perso marito, figlia, genero e sorella, anche se dell’ultima non gliene importava granché.
In conclusione, Ron ed Hermione dovevano fare i conti con il poco tempo che avevano a disposizione, e la loro timidezza.
Grattastinchi avvistò un altro gnomo, e si lanciò al suo inseguimento.
Si era fatto tardi, Hermione doveva andare a dormire.
Nel tratto giardino-camera di Ginny incontrò solo Molly, che cucinava e cuciva ormai ininterrottamente per non pensare ad altro.
“Vado a dormire. Buonanotte, signora Weasley” salutò.
“Oh, buonanotte, cara” rispose lei.
Era piuttosto tardi. Sentiva già il russare di Ron, di sopra.
Ma era meglio non pensarci.
Aprì piano la porta della stanza di Ginny.
La stanza era proprio sotto quella di Ron.
Non sapeva se era la troppa vicinanza, oppure Ron russava rumorosamente, ma riusciva a sentirlo troppo bene.
Si sedette sul suo letto, Ginny aveva gli occhi chiusi.
A parte il rumore dei loro respiri, era silenzio assoluto.
Ma sentiva troppo bene Ron, non ci mise molto a sincronizzare il suo respiro a quello del suo … non sapeva neanche come definirlo.
Ed ovviamente arrossiva.
“Esploderai, se non ti confidi con qualcuno”
La voce di Ginny la fece sobbalzare “Ginny … s-scusami se t-ti ho svegliata”
“Tranquilla, ero già sveglia” rispose lei ammiccando “Allora, come va con mio fratello?”
Si era fatta seria.
Ed Hermione era arrossita di nuovo.
“Neanche mezzo passo avanti, eh?” continuò Ginny, ed Hermione scosse debolmente la testa, mentre una lacrima spuntava sul suo viso.
Ginny si alzò per sedersi accanto ad Hermione, poi la cinse con un braccio.
“Gli serve solo tempo. Vuole avere la sicurezza che tu non lo lasci. Se non si tratta di Quidditch, non si azzarderebbe neanche a rischiare. Quello zuccone”
Quella battuta fece sorridere Hermione “E se è lui, a non volere me?”
“Prova solo a pensarlo e ti Schianto!” minacciò Ginny, forse aveva alzato troppo la voce. Hermione la zittì “Devi comunque prendere in esame tutte le possibilità”
Ginny prese la bacchetta e la puntò su di Hermione“Vuoi smetterla?”
Hermione sorrise “Va bene, forse sto esagerando. Voglio dire, al massimo rimarremo amici”
“Amici?” Ginny alzò un sopracciglio “Ma se è da quando aveva quindici anni che lo sento borbottare il tuo nome nel sonno!”
Hermione trattenne il fiato.
“L’amicizia ormai non basta più” affermò Ginny “Né a te né a lui. L’unica cosa che potresti fare, è mandargli dei segnali, tramite un gesto,  o non so cosa, affinché lui riesca a ficcarsi in quella testolina vuota che tu lo desideri, e non più come amico. Forse dovresti provare a sparargli contro un altro stormo di uccellini, magari capirà”
“Forse dovrei sparargli contro tutte le farfalle che ho nello stomaco quando lo guardo” borbottò Hermione.
E non si trattenne più. Scoppiò a piangere, piuttosto rumorosamente, rischiava di svegliare mezza Tana. Ginny isolò la porta con un Muffliato, così Hermione potè sfogarsi per bene.
“Grazie, G-Ginny. N-Non so c-come f-f-farei” singhiozzò.
“Tu mi hai dato il consiglio giusto per cavarmela con Harry. Io non dimentico” rispose Ginny sorridendole “Ora devo restituirti il favore”
Hermione sorrise, asciugandosi le lacrime “Dai, è tardi. Dormiamo”
“Buonanotte, Hermione”
“Buonanotte, Ginny”
Si coricarono in silenzio.
Nessuna delle due si era accorta di un orecchio attaccato ad un filo, posato sul davanzale della finestra.
Ron, dal piano di sopra, con un paio di Orecchie Oblunghe, aveva sentito tutto.

 
* * *

Harry si era appena svegliato.
“La colazione per il padrone è pronta” gracchiò Kreacher quando lui arrivò in cucina.
La tavola era stracolma.
“Kreacher, non sei più ad Hogwarts, non cucini per un esercito intero” lo rimproverò bonariamente Harry “Non ce la farò mai a finire tutto, e non mi piace buttare via il cibo. Mangia con me”
“Certamente, padrone! Kreacher ringrazia!” rispose Kreacher, salendo in piedi sulla sedia e afferrando del pane tostato “Kreacher ha servito la famiglia Black da anni, eppure non ha mai avuto modo di assaggiare ciò che prepara” gracchiò l’elfo “Potter è un grande padrone, quasi come padron Regulus”
Harry sorrise, addentando un po’ di cibo.
Aveva lasciato la Tana da poco, ma doveva occuparsi di Teddy mentre Andromeda lavorava, quindi per un po’ di giorni sarebbe rimasto a Grimmauld Place, a cinque minuti dalla casa dei Tonks. Andromeda non voleva provare a Smaterializzarsi con Teddy, quindi era meglio essere vicini.
Qualcuno bussò alla porta.
Harry guardò l’orologio. Era troppo presto per l’arrivo di Andromeda con Teddy. Mancavano tre ore. Chi poteva essere?
Aprì la porta.
“Harry” cominciò subito Ron, impedendogli di parlare “Ho bisogno di aiuto. Hai da fare stamattina?”
“Lo sai che devo badare a Ted, Ron”
“Sì, lo so. Volevo sapere, resterai in casa?” lo interruppe lui.
“Credo di sì, perché?” chiese Harry, anche se sapeva che si trattava di Hermione.
“Ecco, stanotte ho origliato una conversazione tra Hermione e Ginny” esordì lui.
“Quindi, hai le certezze che cercavi?” chiese Harry come se fosse una cosa ovvia.
“Non lo so. Ma non ho capito una cosa sul finale” disse torvo.
“Cosa?”
“Hermione aveva accennato … a delle farfalle nello stomaco. Cos’è, ultimamente prova a mangiare le farfalle? Come le lumache, che mangiano i Babbani?”
Harry scoppiò a ridere, e gli ci volle un bel po’ per smettere.
“È un detto Babbano, Ron! Hermione non ha ingerito una sola farfalla!” rispose tra le risate.
“Vuoi piantarla di ridere?” chiese stizzito.
Harry smise, ma continuava a sorridere “Quando una ragazza guarda un ragazzo, ed ha le cosiddette ‘ farfalle nello stomaco ’, vuol dire che è innamorata di lui!”
“Oh!” rispose “Noi maghi diciamo ‘Hai ingoiato cento Pallini Acidi tutti insieme’ … sei sicuro, Harry? Sicuro di non prendermi per i fondelli?” aggiunse.
“Tranquillo, anch’io non vedo l’ora di smettere di fare il collante tra voi due”
“Okay, ora ho le certezze che cercavo” continuò Ron sorridendo “Cosa faccio?”
Harry lo guardò arrabbiato “Per chi mi hai preso, un elenco di cose da fare?”
“Scusa, amico, ma lo sai che non sono il tipo di certi romanticismi” si giustificò lui.
“Non è che io sia Mr. Amore” rispose Harry “Come hai fatto a conquistare Lavanda? Usa la stessa tattica”
“Lavanda pendeva già dalle mie labbra, non c’è stato niente da conquistare”
“Guarda che anche Hermione pende dalle tue labbra, sbaglio o te ne sei appena accorto?” ribatté Harry.
“Non provavo per Lavanda neanche la metà di ciò che provo per Hermione” affermò sicuro.
Harry sorrise “Dille questo. Forse basterà”
“È quel forse a preoccuparmi” continuò Ron.
“Adesso basta!” si arrabbiò Harry, sedendosi e sorseggiando un po’ di Burrobirra “Devi lasciarti andare. Andrà tutto bene! E se non va bene, facciamo che parlo io con Hermione, così almeno salvaguardiamo la vostra amicizia!”
“Lo … lo faresti?” chiese Ron sorridendo.
Harry avrebbe voluto rispondere ‘No’, Hermione l’avrebbe incenerito, ma era troppo sicuro che non ce ne sarebbe stato bisogno.
“A cosa servono gli amici?” rispose infine sorridendo.
“Grande, Harry!” esclamò dandogli il cinque.
“Ora” proseguì, Harry alzò gli occhi al cielo “Mi serve creare un’atmosfera adatta”
“Facciamo così” rispose Harry “Stasera verrò a cenare alla Tana, e faremo una passeggiata tutti e quattro. Nel frattempo dico a Ginny che hai origliato la conversazione di ieri, forse si arrabbierà, ma almeno abbiamo una complice in più. Ad un certo punto io e Ginny ce ne andiamo, e voi due sarete soli soletti e sarà finalmente la volta buona!”
“Geniale!” si complimentò Ron.

 
* * *

“Dove avete intenzione di andare voi quattro in giro a quest’ora?” chiese il signor Weasley mentre, dopo cena, il piano di Harry era cominciato.
“Oh, una piccola passeggiata nei dintorni, signor Weasley” rispose subito Harry “Non vedo i miei migliori amici e Ginny da un bel po’, e abbiamo bisogno di stare tutti e quattro soli per un po’ ”
“Non ci vorrà niente, papà, saremo di ritorno prima della mezzanotte, promesso” continuò Ginny, che era stata informata del piano poco prima.
“D’accordo, ma non allontanatevi” rispose lui aggiustandosi gli occhiali.
Tutti e quattro uscirono di casa e passeggiarono per le colline circostanti. Dopo un po’ di chiacchiere collettive, Ginny prese la parola.
“Harry” chiamò, come da copione.
“Sì?” rispose lui, che la abbracciava.
“Ehm, è da tanto che non passiamo un po’ di tempo, noi due da soli” buttò lì.
“Lo so, peccato. Spero che avremo modo di riparare” rispose lui bonariamente.
Cercavano di innescare la generosità di Hermione. E ci erano riusciti.
“Perché ci avete chiamati se volevate stare soli?” chiese.
“Hermione, era scortese” si giustificò Ginny.
“Lo avrei capito” rispose lei “Andate ora. Non vi tratterremo”
“Ne sei assolutamente sicura?” chiese Harry.
“Oh sì, se proprio ne avete bisogno, andate!” confermò lei.
“Ron, tu che ne pensi?” chiese Harry.
Ron aveva parlato poco, durante quella passeggiata, era teso come una corda di violino, ma era stato bravo a mascherare l’ansia per ciò che sarebbe successo.
“Beh, se voi due siete d’accordo, ed Hermione non ha nulla in contrario, andate pure!” rispose lui.
E sorridendo, i due si allontanarono.
Hermione si era appena accorta di essere sola con Ron, sulla cima di una collinetta.
“Vuoi tornare?” chiese Hermione, che era arrossita, ma si sentì fortunata, era il crepuscolo, e non si notava.
Anche Ron stava ringraziando il cielo in tutte le lingue, quella dei Goblin compresa, perché non fosse evidente che avesse le orecchie infuocate.
“Se per te non è un problema, resterei qui, c’è un bel vento” rispose lui.
“Allora, restiamo qui” disse Hermione, sedendosi sul prato verde.
“Sei stanca?” chiese Ron, sedendosi accanto a lei.
“Un pochino” rispose lei con il cuore che ormai batteva all’impazzata “Non ho dormito molto, ultimamente”
“Mi dispiace” disse allora Ron “Allora torniamo a casa, ok?”
“No” rispose Hermione “Preferisco stare qui”
“Perché?” chiese Ron, incrociando le ginocchia “Se hai detto che sei stanca, ti ci vuole una bella dormita, Herm”
“Dormirò dopo” rispose lei. Quando aveva pronunciato il suo nome per metà, il suo cuore aveva mancato un colpo “Posso resistere”
“Vuoi sdraiarti?” chiese lui.
“Forse è meglio” continuò lei, adagiandosi sull’erba.
Poco dopo, lo fece anche Ron.
E per cinque minuti buoni rimasero così, l’uno sdraiato accanto all’altra, a guardare le stelle.
Hermione guardava i tanti puntini luminosi nel cielo estasiata.
E a Ron venne un’idea.
“Ti piacciono le stelle?”
“Oh, sì” rispose lei sorridendo “Sono qualcosa di stupendo, forse la cosa più bella che abbia mai visto. E a te, piacciono?”
Aveva fatto centro. Ron aveva la risposta pronta.
“Sì. Tanto. Ma non credo che siano la cosa più bella che io abbia mai visto”
“Perché?” chiese Hermione girandosi e guardandolo negli occhi.
E il suo cuore prese a battere ancora più forte. “Vuoi dirmi che forse c’è una cosa più bella delle stelle”
“Certo. E non è il cibo, sta’ tranquilla” rispose lui sorridendo.
“E cosa?” continuò Hermione curiosa.
“Te”
Una parola. Una sillaba. Due lettere. Un significato immenso.
Hermione non sapeva cosa dire. Poche volte gli era capitato, restare senza parole.
“M-me?” chiese per essere sicura, al cento per cento.
“Sì. Sei bellissima” continuò lui, guardandola negli occhi.
“G-grazie” non seppe dire altro.
“Scusa” dissero poi all’unisono. Ron sorrise.
“Di cosa devi scusarti?” chiese Hermione.
“Dopo la battaglia … ti ho trascurata” rispose lui.
“Non è colpa tua” ribatté Hermione “Hai perso un fratello”
“E non voglio perdere più nessun altro nella mia vita” rispose Ron “Soprattutto te. Tu invece di cosa devi scusarti?”
Hermione a quel punto si mise a sedere.
“Durante la battaglia … il bac … quello che è successo … ho agito d’istinto. Non volevo perderti, e tu avevi detto quella cosa sugli elfi …”
“Sei pentita di avermi baciato?” chiese Ron, rimanendo di stucco.
“No” rispose lei “Pensavo che tu mi volessi solo come un’amica”
“È dal quarto anno che l’amicizia non mi basta più” rispose lui.
Hermione girò di scatto la testa per guardarlo “T-tu …”
“Quello che è successo durante la battaglia” rispose lui “Erano tre anni che aspettavo quel momento”
No, non poteva essere. Ron era sotto l’effetto di qualche maledizione.
“Ti amo, Hermione” dichiarò lui “E lo direi anche sotto l’effetto del Veritaserum, o la Legilimanzia”
Allora era vero. Ron l’amava veramente.
Cosa doveva fare, ora?
Dirgli che era stra-ricambiato?
Aspettare?
“Ehi, guarda?” Ron interruppe i suoi pensieri “Una stella cadente! I maghi pensano che chi mente quando c’è una stella cadente sarà sfigato per sempre. I Babbani pensano invece che bisogna esprimere un desiderio”
“Come lo sai?” chiese Hermione.
Non poteva essere. Stava andando tutto troppo bene. Non poteva ricordarselo.
“Me lo avevi detto tu, durante una lezione di Astronomia”
“Tu durante le lezioni di Astronomia non facevi altro che dormire” accusò Hermione.
“Cercavo di non dormire, hai ragione” convenne Ron “Ma restavo sveglio, perché sentivo la tua voce. Era lei, a tenermi su”
“Ti amo, Ron”
Le parole gli uscirono a forza dalla bocca. Aveva agito di nuovo d’istinto.
Ma in quel momento, era stato il cuore di Ron a mancare un colpo.
“Ne sei … assolutamente convinta?” chiese.
“Altrimenti sarei … sfigata per sempre, o mi sbaglio?” rispose semplicemente.
Nessuno dei due si stava accorgendo, che i loro volti si stavano avvicinando.
Solo quando le labbra si sfioravano, Ron esultò “Finalmente” e baciò Hermione, che si appoggiò sul suo corpo, e restituì il bacio.
Rimasero così per tanto, tanto tempo, a baciarsi, coccolarsi, carezzarsi.
Solo quando si fece davvero tardi, e cominciava a far freddo, tornarono alla Tana, mano nella mano.
Avevano superato la mezzanotte di tanto.
Ma non importava.
  
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