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Autore: summer_247    26/07/2014    3 recensioni
Il Terribile 21 ha attaccato la Valle, ma le gemelle riescono a ristabilire l'Antica Alleanza. Ma sul villaggio è calato il Buio, come fanno i cittadini a sapere cosa sia realmente accaduto? Crederanno all'innocenza di Pervinca? E può un incantesimo tanto potente non avere nessuna conseguenza?
Una profezia dimenticata. Un libro antico. Cinque oggetti. Due gemelli di mente... due di sangue
Per gli amanti della coppia Grisam x Pervinca, sconsigliato a coloro che vendono in Jim l'uomo perfetto per Vaniglia, preparatevi. La battaglia deve ancora cominciare
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grisam Burdock, Nuovo personaggio, Pervinca Periwinkle, Thomas Corbirock, Vaniglia Periwinkle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ok

-Sì Vì, mio padre è Valentine.

Probabilmente Pervinca sarebbe saltata via terrorizzata se in quelle parole non le avessero evocato un ricordo... perché non era la prima volta che Grisam le raccontava la sua storia.
-Vì, mio padre è Valentine- glielo disse abbassando lo sguardo, temendo la sua reazione, temendo di farla scappare lontano da tutti quei problemi, dalla Profezia, dal pericolo a cui andava incontro, lontano da lui. Si aspettava in risposta un grido spaventato o per lo meno una faccia schifata. Dopo tutte le cose che le aveva raccontato su Valentine, dopo averlo insultato, incriminato, dopo averle descritto con odio tutte le cose atroci che era in grado di fare quell’essere che si rifiutava di definire uomo, dopo averle dato mille ragioni per le quali bisognava combatterlo, si aspettava come minimo che lei scappasse terrorizzata o che lo incenerisse lì su due piedi. Pervinca d’altro canto non poteva crederci, non era concepibile una cosa del genere, lei... lei... non sapeva cosa fare. Come doveva comportarsi ora? Che doveva dirgli? Poteva ancora fidarsi di lui? Grisam poteva chiaramente vedere i dubbi che le affollavano la mente come se li avesse scritti in viso. Le fece un sorriso triste e fece per alzarsi, togliendole il peso di dovergli dare una qualche risposta e volendo allontanarsi di lì il più in fretta possibile. Sapeva che prima o poi glielo avrebbe dovuto dire, ma non credeva avrebbe fatto così male sentirsi rifiutato da lei. Pervinca lo vide sorriderle e alzarsi come se non fosse successo nulla, ma lei sapeva benissimo che non era così. Sapeva quanto gli fosse costato dirle la verità e poteva vedere chiaramente che dietro quel lieve sorriso lui stava male e aveva paura. Paura del suo giudizio, paura che lei non lo accettasse, paura che la verità le facesse cambiare idea su di lui. Ma dopo tutto lui era Grisam, cosa importava chi era suo padre? Lui rimaneva lo stesso ragazzo. L’unico che era andato oltre le apparenze e aveva capito che lei non era solo una ragazzina che si vestiva e comportava come un maschiaccio, che le si era avvicinato nonostante il suo carattere irritabile, con il quale lei riusciva ad aprirsi e buttare giù quella sua maschera da ragazza a cui nulla faceva male e di cui non importava niente del giudizio degli altri. Quel ragazzo che le era stato accanto quando stava male e che non aveva mai cercato di cambiarla, che la apprezzava così com’era, che apprezzava il suo carattere irruento e i suoi modi di fare da bambina. Che le era stato vicino quando invece i problemi, quelli veri, quelli che fanno paura, erano arrivati. Nonostante tutto lui rimaneva quel ragazzo che l’aveva amata e che lei, a prescindere da chi fosse suo padre, amava ancora. Così, quando aveva quasi raggiunto la porta, Grisam se la vide correre in contro e abbracciarlo, con gli occhi lucidi, ma l’espressione decisa e un sorriso stampato sul volto.
-Ok- gli sussurrò stringendolo forte e nascondendo il viso nel suo petto.
Un’unica semplice parola, ma la parola più bella che Grisam avesse mai sentito.

E se all’epoca (perché a lei sembrava essere passata un’eternità da quei ricordi vaghi e confusi) aveva deciso di fidarsi di Grisam, perché ora avrebbe dovuto fare diversamente?
-Ok- rispose guardandolo negli occhi.
Quando quella sera Pervinca raccontò alla gemella cosa le era successo descrisse il sorriso che le fece Grisam come il più bello che avesse mai visto.
 
 
Sommate gli avvenimenti della sera precedente, il fatto che le gemelle fossero rimaste sveglie fino a tardi per raccontarsi le novità, che fosse lunedì mattina e che si erano svegliate tardi e perciò non avevano fatto colazione e niente colazione uguale niente caffè e otterrete due gemelle versione zombie che si trascinavano verso la scuola. Flox passò le prime ore a tirare pizzicotti a Vaniglia nel tentativo di tenerla sveglia, tentò anche di intavolare una conversazione ma visto che Babù le rispondeva a suon di grugniti decise di lasciar perdere. Nell’aula accanto Acanti aveva già deciso di lasciare dormire Pervinca quando la ragazza aveva risposto con un ringhio al suo buon giorno. Al suono della campanella le trascinarono praticamente di peso giù in giardino, sperando che l’aria fresca le avrebbe fatte svegliare. Speranza vana in quanto non appena si sedettero su una panchina si addormentarono di botto, Pervinca con la testa appoggiata sulle ginocchia di Vaniglia e lei completamente stesa sulle gambe di Flox. Probabilmente le gemelle avrebbero continuato a dormire ancora a lungo se Acanti, vedendo la faccia esasperata di Flox quando Babù la abbracciò, probabilmente credendola un cuscino, non avesse iniziato a ridere così forte da svegliarle. Babù si alzò bella pimpante e sorridente, cosa c’era di più bello che svegliarsi con una risata? (-oh che gioia!  -.-“  - N.d.Vì) e, dopo aver ringraziato una Flox alquanto sollevata, si diresse verso i bagni per sciacquarsi la faccia. Pervinca invece era di un umore nero e Acanti quasi ringraziò il cielo quando la ragazza li salutò per andare da Tommy per chiedergli a che ora si dovevano incontrare quel pomeriggio per parlare di “quella cosa lì” e se poteva portare con sé Vaniglia. Dopo tutto la gemella aveva tutto il diritto di sapere, la Profezia riguardava anche lei!
 
 
Quel pomeriggio, siccome i signori Burdock erano al negozio e Duff era uscito con Tomellilla a fare “non voglio sapere cosa” per usare le parole di Pervinca, le gemelle si diressero verso casa di Grisam, dove si sarebbe tenuta la loro “riunione”. Pervinca aveva paura della reazione di Babù davanti a Grisam, dopo tutto anche se lei lo aveva accettato non voleva dire che lo dovesse fare anche la gemella… però sapeva quanto avrebbe fatto male al ragazzo se Vaniglia avesse reagito male o se avesse avuto paura di lui o se... tutte le paranoie mentali di Vì si infransero quando Grisam aprì loro la porta e Babù rispose allo sguardo incerto del giovane con un sorriso e una carezza gentile. Babù era straordinaria! Riusciva sempre a esprimere ciò che provava con grazia e nel modo giusto, non come lei che quando si trattava di esprimere le proprie emozioni era impacciata e terribilmente goffa. Vaniglia sapeva sempre cosa fare per far sentire gli altri a proprio agio, riusciva sempre a capire cosa provava chi le stava intorno e reagiva di conseguenza, aveva sempre un sorriso o una parola buona per tutti e, se per alcuni la sua era ingenuità, in quel momento era la dote migliore che potesse avere. Grisam, notevolmente sollevato, rispose al sorriso, le fece entrare e le accompagnò in camera sua, dove c’era già Tommy che le aspettava seduto su una sedia, come suo solito a gambe incrociate. La camera era piuttosto grande, con una finestra che occupava quasi tutta la parete destra sotto la quale vi era una scrivania perfettamente ordinata. Vaniglia diede un buffetto alla gemella indicandogliela, come a ricordarle qual era, invece, lo stato della sua di scrivania. Nella parete di fronte era addossato il letto, lo stesso dei ricordi di Pervinca che, vedendolo, diventò di un grazioso color pomodoro ma, fortunatamente, lo notò solo Tommy che fu prontamente costretto al silenzio da un’occhiata assassina di Vì. Tutti i muri, soffitto compreso, erano bianchi, ricoperti interamente da disegni neri, probabilmente fatti con la bomboletta: c’erano alcuni ghirigori senza senso, mentre altri erano chiaramente riconoscibili, c’era Quercia con alcuni dei gatti della piazza, un falco in volo, un ragazzo seduto a gambe incrociate su una sedia che doveva sicuramente essere Tommy, c’era il Capitano a bordo della sua nave che sfidava un mostro marino. A Babù spuntò un sorriso riconoscendo lei, Flox e Shirley che si abbracciavano e Vì arrossì di nuovo, sta volta senza poterlo nascondere, quando si riconobbe nella giovane ragazza seduta sul bordo di una scogliera.
Accanto alla porta da dov’erano entrati c’era un magnifico puff blu su cui si stavaccò Pervinca, mentre Grisam e Vaniglia si accomodarono con più finezza (-Ehi!!- N.d.Pervinca) sul letto. Grisam, sentendosi leggermente osservato, decise di iniziare a raccontare:
-Ok allora- iniziò schiarendosi la voce- Babù immagino che Pervinca ti abbia già detto di ieri sera giusto?
Vaniglia annuì invitandolo a continuare
-Allora quando avevamo quattordici anni io e Nick litigammo, non ricordo neppure più per quale sciocchezza e lui scappò fuori di casa dicendomi di non seguirlo perché voleva stare solo. All’inizio anch’io ero abbastanza arrabbiato, ma non vedendolo tornare iniziai a preoccuparmi, così uscii in giardino a cercarlo ma non lo trovai. Dietro casa c’era una pineta dove… Lui ci aveva categoricamente proibito di entrare perché era troppo pericoloso e, ricordandomi le storie che Lui ci raccontava per convincerci a non entrarci, mi spaventai pensando che poteva essere capitato qualcosa a Nick e, dimenticandomi completamente del litigio, mi inoltrai tra gli alberi. Dopo neanche cinque minuti me lo vidi correre incontro, tutto agitato e completamente dimentico della lite, dicendomi che dovevo assolutamente seguirlo perché aveva trovato una cosa e iniziò a trascinarmi per il braccio. Arrivammo in un punto del bosco ben nascosto dagli alberi dove c’era una catapecchia piuttosto malandata che sembrava sul punto di crollare. Cosa poteva esserci di più interessante per due ragazzini? Nick tutto fiero disse che mi aveva aspettato ed era venuto subito a cercarmi senza neanche dare una sbirciatina da solo.. era il suo modo di chiedermi scusa ed io, consapevole di quanto fosse curioso e del fatto che nonostante tutto avesse pensato a me, lo perdonai all’istante. Però si stava facendo ora di cena e se Lui non ci avesse visto tornare si sarebbe insospettito e sarebbe venuto a cercarci. Noi non dovevamo assolutamente essere lì e nessuno dei due voleva essere punito- qualcosa nello sguardo di Grisam fece intendere che le punizioni di Valentine non erano come quelle che impartiva un normale genitore- Così decidemmo che ci saremmo tornati quella notte. Verso le due di notte prendemmo due torce e alcune corde e tornammo alla casa abbandonata. Come immaginavamo la porta era chiusa a chiave, così ci calammo dal camino.
-Voi cosa?!- lo interruppe Babù incredula. Pervinca invece aveva gli occhi che brillavano, aveva sempre amato le avventure e le cose misteriose.
Grisam ridacchio dell’espressione incredula di Vaniglia e continuò il suo racconto:
-Una volta entrati accendemmo le torce e mai ci saremmo aspettati una cosa simile: all’interno vi era una sorta di studio con un enorme scrivania con aperti sopra centinaia di libri mentre tutt’attorno vi erano paioli con all’interno strane sostanze dall’odore nauseabondo che ribollivano. Io mi avvicinai a quegli strani intrugli mentre Nick iniziò a frugare nella scrivania badando bena a rimettere poi tutto com’era prima. Io dopo aver guardato attentamente riuscii a trovare un armadietto con dentro alcuni barattoli etichettati “occhi di lucertola”, “squame di coccodrillo”, “denti di leone”, “ali di fata” e chiamai Nick per mostrarglieli ma, quando vidi che non mi rispondeva, tornai alla scrivania per vedere qual era il problema. Nick fissava shockato un quadernino rivestito in pelle che aveva trovato dentro un cassetto che doveva essere stato chiuso a chiave (quel ragazzo aveva un futuro come scassinatore ve lo dico io). Così mi sporsi oltre la sua spalla per leggere: era un diario, il diario di Valentine. Ci guardammo un attimo negli occhi ma bastò per capirci al volo, facemmo con la magia una copia del diario e tornammo il più velocemente possibile in camera nostra. Lo nascondemmo sotto un’asse del pavimento con l’intenzione di leggerlo il giorno seguente. Finalmente sapevamo dove andava Lui quando spariva anche per dei pomeriggi interi!
-Voi avete trovato il diario di Valentine?!?!?! L’hai ancora?
-No, ma ricordo ogni parola.  
 
 
 
Ok, odiatemi. Lo so che è dal pleistocene che non aggiorno ma proprio non sapevo come continuare la storia, avevo pensato anche di interromperla, ma mi dispiaceva buttare vi tutto quello che avevo scritto fino ad ora. Inoltre io odio iniziare a leggere una storia che poi l’autore non completa, così eccomi qua! Oltre tutto questo capitolo non è neanche lunghissimo, ma per lo meno ho già pensato al seguito che sarà praticamente il diario di Valentine dove racconta degli esperimenti fatti per dare l’immortalità a suo figlio e che hanno convinto Kim a scappare e del motivo per cui sta addestrando Nick e Jace. Poi Grisam spiegherà la loro fuga e il suo incontro con Tommy... indovinate un po’chi è Tommy? E di quando sono arrivati a Fairy Oak e di come hanno fatto a inserirsi al villaggio e, soprattutto, perché.
Un bacio, spero che non mi abbiate abbandonata!
Summer_247
  
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