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Autore: Juls18    26/07/2014    3 recensioni
Natsumi spesso si domandava come fosse stato possibile tutto quello. Come poteva lei, interessata allo studio e alla carriera scolastica, essersi fatta trascinare a seguire la squadra di calcio della Raimon? Più ci pensava, più non riusciva a trovare il momento in cui tutto era iniziato. Si ricordava solo che, ad un tratto, si era offerta volontaria, ed ora eccola lì, seduta sulla panchina, tra Haruna e Aki, intenta ad osservare l’allenamento quotidiano della squadra. Natsumi sospirò. Non è che lei ce l’avesse con il calcio, anzi… ma quello che non capiva era, come mai lei era lì? Cosa l’aveva spinta ad imbarcarsi in quell’avventura?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mark/Mamoru, Nelly/Natsumi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Natsumi spesso si domandava come fosse stato possibile tutto quello

Tutta colpa di un certo Capitano

 

Natsumi spesso si domandava come fosse stato possibile tutto quello. Come poteva lei, interessata allo studio e alla carriera scolastica, essersi fatta trascinare a seguire la squadra di calcio della Raimon? Più ci pensava, più non riusciva a trovare il momento in cui tutto era iniziato. Si ricordava solo che, ad un tratto, si era offerta volontaria, ed ora eccola lì, seduta sulla panchina, tra Haruna e Aki, intenta ad osservare l’allenamento quotidiano della squadra. Natsumi sospirò. Non è che lei ce l’avesse con il calcio, anzi… ma quello che non capiva era, come mai lei era lì? Cosa l’aveva spinta ad imbarcarsi in quell’avventura?

-Guardate, anche oggi i ragazzi si stanno allenando con tutte le loro forze!-

-Ci credo. La vittoria contro la Nose li ha caricati tutti. Ora non vedono l’ora di affrontare il prossimo incontro-

-Hai ragione Haruna. E poi oggi Mamoru è più in forma che mai-

Natsumi si voltò verso il capitano della squadra. Mamoru per lei era indecifrabile. Aveva una forza incredibile ed una fiducia che, a volte, rasentava la pazzia. Mai lo aveva visto abbattersi davanti alle avversità, anzi. Ogni sfida che gli si presentava, l’affrontava sempre con un sorriso e mettendoci ancora più impegno nei suoi allenamenti, e il suo spirito combattivo finiva con il contagiare anche tutti gli altri membri della squadra. Persino Natsumi, a volte, si sentiva contagiata. Sospirando per la seconda volta nel giro di due minuti, Natsumi alzò lo sguardo al cielo sconsolata.

-Come ho potuto finire intrappolata qui dentro?-

 

Era tardo pomeriggio ormai. L’allenamento era finito, e i vari giocatori erano ormai andati a casa. Nessuno era rimasto dentro la sede del club di calcio, tranne Natsumi. La ragazza voleva, infatti, controllare i dati che era riuscita a mettere insieme sulla Mikage Sennou, la prossima avversaria della Raimon. Il lavoro di ricerca le piaceva. Indagare e fare ricerche la faceva sentire partecipe della squadra, e aveva scoperto, che lavorare alla sera dentro la sede del club l’aiutava a concentrarsi, infatti mai nessuno la veniva a cercare lì, e lei poteva lavorare fino a tardi senza subire interruzioni. Era talmente abituata a non essere disturbata che l’apertura improvvisa della porta la fece sobbalzare dalla sedia, e le fece fare anche un piccolo urlo.

-Natsumi… ma sei tu?-

Fermo sulla porta c’era Mamoru.

-Endou… cosa ci fai qui?-

Il ragazzo la guardò sorpreso.

-Veramente sarei io a doverti fare la stessa domanda-

Natsumi indicò il computer aperto davanti a lei.

-Sto facendo ricerche sulla Mikage Sennou-

-Intendi la squadra che dovremmo affrontare nella prossima partita?-

Natsumi annuì. Mamoru si avvicinò alla ragazza, e quando vide tutto quello che la ragazza aveva fatto, non poté non trattenere un fischio di ammirazione.

-Accidenti! Natsumi sei stata straoridnaria. Ma come hai fatto?-

La ragazza si sentì arrossire.

-Non è chissà che cosa… ho solo fatto una ricerca in internet e cose così…-

Mamoru le rivolse un sorriso enorme.

-Comunque è un ottimo lavoro. Sono sicuro che queste informazioni ci saranno molto utili per la partita! Grazie Natsumi per il tuo aiuto-

Natsumi arrossì ancora di più. Per cercare di cambiare argomento e diminuire il suo rossore, puntò un dito contro Mamoru.

-E tu invece che ci fai qui? Lo sai che a scuola, la sera, è vietato venire?-

Mamoru la fissò, sorriso sempre sul volto.

-Mi sono dimenticato il portafoglio. Volevo fermarmi nel locale di Hibiki e mangiare una porzione di spaghetti, ma mi sono reso conto che non avevo i soldi dietro. Di sicuro l’ho dimenticato qui-

Per confermare le sue parole, Mamoru si diresse verso il suo armadietto, e si mise a cercare.

-Eccolo! Ero sicuro di averlo lasciato qui-

Per sottolineare il concetto, Mamoru sventolò tutto contento il suo portafoglio. Natsumi si mise a ridere.

-Lo sai, certe volte sembri proprio un bambino… ti esalti per niente-

-Come per niente? Hai mai provato gli spaghetti di Hibiki?-

Natsumi fece cenno di no con la testa.

-Allora non puoi capire. Una volta che abbiamo una giornata libera ti ci porto, così poi vedremo!-

La ragazza lo fissò sconvolta. Sbagliava, o le aveva appena detto che sarebbero usciti insieme? Il rossore si impossessò definitivamente del volto della ragazza, tanto che Mamoru si preoccupò.

-Natsumi, ma stai bene?-

-Si… benissimo. Ma ora sarà meglio che vada-

In fretta e furia Natsumi raccolse le sue cose, e si avviò verso la porta. Proprio quando stava per uscire, si sentì afferrare per un polso. Si girò e si ritrovò molto vicina al capitano.

-Mamoru…-

Il ragazzo la fissò intensamente.

-Dove pensi di andare?-

Natsumi lo fissava sconvolta.

-Io…-

Mamoru sfoderò il suo solito sorriso.

-Sei una ragazza, non puoi andare in giro da sola la sera. Ti accompagno-

-Cosa?-

-Ti accompagno a casa-

Dopo un primo smarrimento, la ragazza si trovò a fissare Mamoru con uno sguardo tutt’altro che contento.

-Guarda che non ce n’è bisogno… poi lo sanno tutti che io ho la macchina che mi aspetta qui fuori dalla scuola-

-Vuol dire che ti accompagnerò alla macchina-

Natsumi guardò perplessa il ragazzo, che si era avviato verso i cancelli della scuola. Alla fine sospirò, e si avviò dietro il portiere, per niente sicura di cosa stava facendo. Camminarono in silenzio, fino a quando non arrivarono al cancello della Raimon.

-Bene, ora puoi anche andare-

-Sei sicura?-

-Si certo. La macchina è lì, vedi? Ora sparisci-

Natsumi si avviò verso il veicolo, ma si fermò subito dopo. Quando si voltò, non fu per niente stupita di vedere Endou ancora fermo dove l’aveva lasciato, che la stava fissando.

-Te ne vuoi andare?-

-Si, me ne vado. Sai, non c’è bisogno di essere così scontrosa. Uno ti fa un favore e tu ti comporti così?-

Natsumi iniziò a sentire dentro di se montare la rabbia. Senza pensarci si avvicinò al ragazzo e gli diede un colpo in testa.

-Ehi, ma che…-

-Se ti dico di fare una cosa, tu la devi fare. Giuro che se non te vai, te ne do altri due di colpi in testa. Ma chi me l’ha fatto fare. Io non ci volevo nemmeno venire al club di calcio, anzi proprio non ci torno-

-Non ci torni?-

Natsumi si girò verso Mamoru.

-Esatto, non ci torno. Siete solo un gruppo di fissati di calcio, sempre dietro a dire “il calcio qui” “il calcio di là… voi non siete normali, tu più di tutti. Io non ci voglio più tornare-

Mamoru lo guardò con una espressione da cucciolo bastonato.

-Ma… tu alla squadra servi. Sei una delle nostre manager, e poi…-

-Poi cosa?-

Ma Mamoru la stava fissando preoccupato. Mai aveva visto Natsumi arrabbiarsi tanto, eppure era certo di non avere colpa. Insomma, lui l’aveva solo accopagnata…

Ma Natsumi fece un gesto con la mano, per incitare Mamoru a porseguire, e, non sapendo nemmeno lui il motivo, si mise a parlare.

-Poi… io ti voglio con noi. Ormai fai parte della squadra, senza di te non sarebbe la stessa cosa-

Natsumi assunse tutte le sfumature del rosso.

-Io… io… io ti detesto Endou-

E detto questo salì in macchina, chiudendo la portiera con tutte le sue forze. Endou rimase a fissare quella portiera chiusa, poi si mise le mani in tasca e si avviò, scuotendo la testo, diretto al locale di Hibiki.

-Donne… credo che non le capirò mai!-

 

Il giorno dopo, all’allenamento della squadra, di Natsumi non c’era traccia. Sia Aki che Haruna avevano aspettato fino all’ultimo minuto di vedere comparire la castana, ma ormai, avevano perso ogni speranza.

-Secondo te come mai non è venuta?-

-Non lo so… forse aveva da fare con il consiglio di amministrazione?-

-Può essere… ma di solito avvisa sempre se fa ritardo. Questa cosa non mi piace…-

Le due ragazze si guardarono, preoccupate tutte e due.

-Sembra che non siamo le sole ad essere preoccupate… anche il capitano non sembra in forma oggi-

Mamoru, infatti, sembrava distratto. Ogni minuto si voltava verso la panchina, per vedere se la castana si era fatta viva, e ogni volta che non la vedeva, scuoteva la testa, sconsolato. Era talmente concentrato sulla ragazza, che non vide nemmeno arrivare il tiro di Someoka, che lo centrò in pieno volto, scaraventandolo in pieno dentro la porta.

-Mamoru!-

Gridarono contemporaneamente tutti i ragazzi. Ma fu una sola persona ad arrivare per prima dal capitano. Natsumi, infatti, si era come materializzata dal nulla, ed era corsa a tutta velocità verso Mamoru.

-Mamoru… stai bene?-

Il ragazzo la guardò stupito.

-Natsumi…-

-Ma guarda te. Mi assento solo per cinque minuti e tu finisci con il farti male? Sai, sei veramente stupido…-

Mamoru le rivolse un sorriso.

-Sei tornata-

Natsumi lo colpì su una spalla.

-Ehi, ma sei impazzita?-

-Certo che sono tornata. Se lascio la squadra nelle tue mani chissà cosa faresti. Probabilmente ci faresti buttare fuori alla prossima partita… non posso permettere che capiti una cosa simile alla Raimon. Direi che la mia presenza qui è essenziale-

Mamoru le buttò le braccia al collo, stritolandola in un abbraccio.

-Ma che… mollami subito-

Urlò Natsumi, arrossendo ancora di più.

-Ben tornata Natsumi. E ora torniamo al lavoro. Forza, c’è un allenamento da portare a termine-

Natsumi fissò allibita quel folle di un capitano. Poi portandosi una mano alla fronte, urlò sconsolata al cielo

-Ma chi me lo ha fatto fare?-

Tutti quanti si misero a ridere.

 

-Allora Natsumi, domani ci sarai all’allenamento?-

-Certo Haruna-

-E verrai puntuale?-

-Si, verrò puntuale-

Natsumi si avviò lentamente verso la macchina che la stava aspettando per riportarla a casa. Quando ormai era entrata, la voce di Haruna la fece voltare di nuovo.

-Natsumi, cosa ti ha spinto a tornare?-

Natsumi la guardò, le rivolse un sorriso, e poi chiuse la portiera della macchina, lasciando Haruna sola e senza una risposta.

Natsumi non odiava il calcio, anzi. Lo riteneva un bello sport di squadra, dove tutti i componenti del team lottavano per un obbiettivo comune, e certe partite l’avevano appassionata dal punto di ritrovarsi ad urlare per incitare i giocatori, ma mai aveva desiderato essere coinvolta direttamente nel club sportivo della sua scuola.  Poi aveva incontrato lui, e la sua forte determinazione l’avevano spinta a domandarsi cosa potesse spingere una persona a donare tutto se stesso per uno sport, a non mollare mai, ad inseguire un sogno anche se, dall’esterno, sembrava irrealizzabile. Natsumi aveva capito che non era stata la passione per lo sport a farla diventare manager della squadra, ma la colpa era solo di una persona.

-Tutta colpa di un certo capitano…-

 

 

 

 

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Ciao a tutti.

 Si, lo so, non so proprio come possa essere uscita a scrivere una cosa simile… so solo che stavo pensando alla coppia Mamoru/Natsumi, mi sono messa davanti al computer, e questo è quello che ne è venuto fuori. Sinceramente, adoro Natsumi, la trovo un personaggio fantastico, e anche molto complesso. Mi piace e ho pensato che scrivere su di lei mi sarebbe piaciuto, e infatti, eccomi qui, a pubblicare questa storia… spero veramente che vi piaccia.

Grazie a tutti quelli che hanno letto questa storia, e, come sempre, chi vuole può lasciare un commento, anche piccolo, e se avete delle critiche… sparatele pure! Ogni critica, se è costruttiva, è sempre bene accetta, soprattutto se mi può permettere di migliorarmi.

Ora vi saluto per davvero, un bacio a tutti dalla vostra

Juls

  
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