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Autore: Sam__    27/07/2014    6 recensioni
• Calzona / AU / OOC. •
L'arrivo della supplente, Callie Torres, all'Evergreen State College non passa inosservato alla ribelle studentessa, Arizona Robbins.
La donna prese un respiro profondo. “Come ti chiami?” chiese poi.
“L’ho chiesto prima io.” La sfidò Arizona.
“Allora credo che la tua risposta sia scritta alla lavagna da circa mezz’ora…signorina?!”
Callie Torres.
Lesse Arizona nella sua testa. “…R-Robbins.” Si affrettò poi a dire.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo 10.
 
“Che dice? Perché quella faccia?” chiese Callie, cominciando a preoccuparsi.
“Devo…devo andare.” Farfugliò Arizona, alzandosi dal divano.
Ma Callie fu veloce ad alzarsi e afferrarla per il polso. “Dove vai?”
“Nick…Nick…devo andare da Nick.” Rispose strattonando la stretta di Callie.
“Che cosa è successo? Puoi spiegarti meglio?” insisté la donna.
“Lasciami, ti prego.” Sussurrò la voce della bionda che però arrivò ben chiara a Callie, dal momento che c’era silenzio.
“No, non ti lascio andare! Dimmi dove devi andare e perché!” incominciò a spazientirsi.
“Lasciami!” quasi urlò la ragazza e la mora sentì una nota incrinata nella sua voce.
 Strattonò più forte dalla sua parte, tanto da attirare Arizona vicino a sé, facendola voltare.
E lì vide le lacrime che minacciavano di cadere dagli occhi della ragazza.
“Che cosa è successo?” chiese con più calma.
Arizona scosse il capo, per poi chinare il viso verso terra.
Callie sospirò. Con Arizona Robbins le pressioni erano inutili.
Quindi fece scivolare la mano dal suo polso alla mano della ragazza, intrecciando le dita con quelle della mano di lei.
“Dove si trova? A scuola?” chiese.
Arizona la guardò, per poi annuire.
“Andiamo.” Disse, afferrando il mazzo di chiavi e tenendo stretta la mano di Arizona.
 
Per tutto il viaggio in macchina, la mano di Callie teneva sempre quella di Arizona e, anche se la donna voleva capire qualcosa di tutta quella faccenda, in quel momento non c’era bisogno di parole.
Arrivarono davanti l’Evergreen e, anche essendo ancora dentro la macchina, alla vista di Nick in divisa militare, Callie lasciò la mano di Arizona.
Perché malgrado Nick sapesse tutto…un conto era tenere certe piccolezze che le definissero come una “coppia” per loro, un altro era sfoderarlo davanti a tutti e ammettere ciò che la realtà dava a vedere.
Perciò lasciò la mano di Arizona e poi scesero all’unisono dalla TBird.
 
La ragazza corse e si buttò letteralmente addosso a Nick.
Il ragazzo ricambiò l’abbracciò mentre Callie stava un po’ dietro rispetto ad Arizona, mani in tasca e sguardo che vagava ovunque.
L’unica parola per descrivere lo stato emotivo di Callie in quel momento era: imbarazzo.
Forse non sarebbe dovuta venire…infondo che c’entrava lei?!
 Non sapeva nemmeno il motivo per il quale era venuta.
I due sciolsero l’abbraccio e Nick rivolse un sorriso alla mora che ricambiò prontamente.
“Non farlo.” Intimò Arizona guardandolo dritto negli occhi.
“Arizona.” La richiamò Nick, con calma.
“No! Cristo, non si può tornare sempre vivi! E’ il tuo quinto servizio! Tim non è tornato indietro dopo il terzo. Stai rischiando troppo! Non voglio perdere un altro fratello.” Ribatté la ragazza con lacrime di rabbia e dolore che le rigavano il volto.
E a quelle parole, Callie capì la reazione di Arizona. Riuscì perfino ad immaginarsi il testo del messaggio che l’aveva sconvolta.
“Tu non mi perderai mai, okay? Io devo farlo.” Cercò di spiegarle il ragazzo.
“No, cazzo, no! Anche Tim usava le stesse parole e poi l’ho perso! Io. L’ho. Perso. Quindi no, non è okay per niente! Non mi fido! Non dipende da voi morire o meno.”
“Ehi…”provò a dire Nick.
“No!” l’interrupe subito la ragazza “tu non hai idea di come si sta da questa parte della vicenda. Come si sta ad essere costretti a stare fermi a guardare mentre vai a farti massacrare e non poter far niente di niente. Quanto fa male, tu non lo sai!” urlò Arizona in preda alla rabbia, al panico, al pianto…
“Ho visto Tim morire, Arizona! E’ morto tra le mie braccia senza che io potessi aiutarlo! Io so perfettamente come si sta dalla parte di chi sta fermo a guardare.” Urlò di rimando.
Arizona scosse il capo, si voltò e correndo andò ad infilarsi in macchina, aspettando che Callie la portasse via.
Nick trasse un respiro profondo. “Puoi…puoi abbracciarla da parte mia quando si calmerà? Io devo andare…” affermò rivolgendosi a Callie.
E lì Callie capì perché era venuta.
Quest’ultima guardò Arizona seduta in macchina, la testa girata dalla parte opposta a quella dov’erano loro.
“Non andartene. Aspetta solo un attimo. Le parlo e le darai tu l’abbraccio. Non sarebbe la stessa cosa da parte mia.” Disse, per poi andare verso la macchina.
Si mise davanti al finestrino dal quale Arizona fissava un punto infinito con sguardo lontano.
“Dovresti rassegnarti all’idea che tutto ciò che fai non servirà a niente perché lui partirà comunque e andarlo a salutare come si deve.”
“Portami via.” Si limitò a rispondere Arizona.
“Pensa se ciò che temi si verificasse…l’ultimo tuo ricordo di lui sarà questa litigata.” Ribatté Callie non dando peso alle parole di Arizona.
La ragazza la guardò negli occhi. “E’ orribile ciò che hai detto.”
“Lo so. Ma potrebbe verificarsi e tu non gli avrai nemmeno dato un ultimo abbraccio. Quindi ora vai da lui.” Le disse, aprendo per lei lo sportello.
Arizona esitò un attimo per poi scendere dall’auto e correre verso Nick.
L’abbracciò forte e il ragazzo ricambiò con una stretta altrettanto forte.
“Non posso assicurarti che non morirò. Ma ti prometto, che farò tutto il possibile per restare vivo.” Le sussurrò all’orecchio.
“Grazie.” Rispose Arizona.
Poi sciolsero l’abbraccio e a quel punto, Callie s’avvicinò tendendo la mano a Nick.
“Cerca di mantenere la tua promessa.” sorrise.
“Ovviamente. E grazie.” Sorrise lui facendo un cenno del capo ad Arizona e stringendo la mano di Callie.
“E’ stato un piacere, Nick.”
“La sto lasciando nelle tue mani” disse riferendosi ad Arizona “non farmene pentire.”
“E’ in ottime mani.” Assicurò con tono fermo Callie.
Nick sorrise, riabbracciò Arizona e poi salì in macchina per andare via.
Quando anche l’auto sparì dalla loro vista, Calli si voltò a guardare Arizona che teneva gli occhi lucidi puntati dove la macchina di Nick era appena sparita.
“Ti accompagno all’entrata dei dormitori.” Le disse la donna.
Arizona si voltò senza dire una parola e, seguita da Callie, girò attorno all’Evergreen sino ad arrivare all’entrata secondaria.
Prese le chiavi dalla tasca ed aprì il cancello.
“Ehi, dobbiamo salutarci qui. Rischierei a farmi vedere in giro per l’EF.” Le ricordò la mora.
La ragazza sbuffò. “Okay, buonanotte.”
“Va tutto bene?” si premurò Callie.
“Sono solo stanca…buonanotte.” Rispose entrando, per poi chiudersi il cancello alle spalle e farsi strada verso i dormitori.
*
Mark posò sotto al naso di Callie un bicchiere di cappuccino fumante, sorridendo.
“Che hai combinato stavolta?” alzò un sopraciglio Callie, fissando il cappuccino.
“Nulla!” ribatté offeso l’uomo “volevo farmi perdonare.”
“Sai bene come devi farti perdonare…allora, hai scelto?”
Mark annuì. “Assolutamente.”
“E chi delle due?”
“La piccola Grey.”
Addison fece il suo ingresso in aula professori. “Buongiorno.”
Sorrise a Callie per poi andare a stampare un bacio nella guancia di Mark che sorrise imbarazzato.
Ma davvero? Mimò Callie con le labbra.
“Buongiorno.” Disse poi, prendendo un sorso del suo cappuccino.
“Giorno.” Fece eco Mark.
“Io vado che ho lezione…” affermò Callie alzandosi.
“Così presto?” chiese perplessa Addison.
“Devo sistemare alcune cose prima…”
“Va bene…buona giornata, allora.” Sorrise Addison.
“Buona giornata a te…e Mark, parleremo in seguito di quel progetto scolastico.” Gli lanciò un’occhiataccia, attenta a non farsi vedere da Addison, per poi uscire dall’ aula.
 
Mark si presentò nella sua aula appena l’intervallo fu suonato.
“Okay, ho mentito…”
“Maddai!” alzò gli occhi al cielo Callie.
“Vorrei prima uscire con lei per capire se ne vale davvero la pena…”
“E se non dovesse andare bene, hai sempre Addison come ripiego! Sei un idiota!”
“No, ascolta…usciamo tutti e quattro…”
“Perché mai?” l’interrupe Callie “Sei tu che devi stare con lei! Non tirarmi dentro i tuoi casini, Mark.”
“Voglio solo conoscerla davvero! Farla uscire con me in contemporanea con i suoi amici la farebbe essere quella che è davvero.” Spiegò l’uomo.
“E’ una cosa assurda!” ribatté Callie.
“E’ un esperimento. Aiutami ti prego.” Supplicò.
“Primo: è una cosa stupida. Secondo: ne parlerò con Arizona e ti farò sapere.”
Mark l’abbracciò. “Sei la migliore!”
*
“Non esiste!” rispose Arizona dopo che Callie le aveva esposto tutta la storia dell’uscire con Mark e Lexie.
“Eddai! Non usciremo da coppie! Loro non lo sono e noi non lo siamo, quindi dov’è il problema?” insisté Callie, sporgendosi dall’altro lato del bancone dell’Evans.
“Senti, starei lavorando al momento. Ne riparliamo più tardi.”
“No, dobbiamo uscire stasera. Prima usciamo, prima ci leviamo il problema. E non me ne vado finché non mi dirai di si.” Sorrise la donna.
“Okay, come vuoi.” Sbuffò la ragazza.
“Perfetto! Passeremo io e Mark a prendervi per le 8. A stasera!” disse per poi andarsene.
Ma Callie non sapeva che Arizona stava cercando di andarsene senza far rumore, senza dar a Callie la possibilità di accorgersene.
Perché sembrava assurdo voler troncare quella storia dopo tutto quello che aveva fatto, ma Arizona doveva farlo.
La partenza di Nick l’aveva fatta riflettere…Callie sarebbe andata via da lì a poco.
Non poteva affrontare un’altra volta tutto il dolore che la perdita di una persona cara portava.
*
Erano seduti a un tavolo per quattro persone in un pub lontano il più possibile dall’Evergreen.
Mark vicino a Lexie.
Callie vicino ad Arizona.
Gli uni di fronte agli altri.
Non spiccicavano una parola.
Eccetto qualche risata tirata a qualche squallida battuta di Mark.
Nessuno era a proprio agio lì.
Callie non ci voleva Lexie e viceversa.
Arizona non ci voleva Mark e viceversa.
Erano fuori da un contesto scolastico ma cavolo, ammettiamolo, erano sempre professori e alunni e l’uscire insieme…non era di certo normale.
Quindi l’idea di Mark era stata una pessima idea, come volevasi dimostrare!
“Vado a vedere che fine hanno fatto le nostre bibite.” Affermò Arizona, alzandosi dal tavolo e dirigendosi al bancone affollato di persone.
Trasse un sospiro di sollievo. Almeno per un po’ era riuscita a sfuggire a quella situazione.
“Da cosa stai scappando?” chiese una voce alla destra di Arizona.
La ragazza si voltò e restò quasi incantata da due occhi verdi, dei capelli biondi e un sorriso radioso appartenenti a una donna poco più alta di lei.
“Da nulla.” Rispose riprendendosi subito.
“Okay, fuggitiva. Ti va di scappare da qui insieme?” ammiccò la donna.
Bene Arizona, ecco qui la tua occasione.
“Tu chi sei?” domandò la ragazza sorridendo.
“Ha importanza?” scrollò le spalle l’altra.
“Mi hai appena chiesto di fuggire insieme, credo di aver diritto a sapere almeno il tuo nome.”
“Sono Lauren.” Le porse la mano.
La ragazza la strinse. “Arizona.”
“Uh, nome inusuale …” osservò, ritirando la mano, Lauren.
“Ha una gran bella storia.”
“Magari me la racconti davanti a un drink, un caffè o qualsiasi cosa tu voglia.”
Arizona non fece in tempo ad aprir bocca che una Callie furiosa si piazzò tra lei e Lauren, dandole le spalle.
“Scusa tanto, eh! Ma la tipa a cui hai appena offerto un drink, un caffè o qualsiasi cosa lei voglia, è la mia ragazza!” esclamò furiosa la mora, per poi voltarsi verso la ragazza “e la tua gran bella storia, devi ancora raccontarla a me!”
“Ecco da cosa scappava la ragazzina.” La squadrò dalla testa ai piedi Lauren.
“Non vali nemmeno la perdita del mio tempo.” Rispose Callie, per poi stringere il polso di Arizona “andiamo.”
“Arizona, resta con me.” Disse Lauren.
Callie chiuse gli occhi e si leccò le labbra. Poi si rigirò verso la tipa.
“Okay senti te lo dirò una volta sola e ti conviene prestare attenzione: semmai dovessi rivederti a mezzo metro da lei, io ti prendo a pugni.”
“Ehi! Qualcuno si sta scaldando un po’ troppo…”
Callie fece per avventarsi sulla donna ma davanti si ritrovò il viso di Mark e le braccia dell’uomo che la tenevano per i fianchi nel tentativo di fermarla.
“Fermati, Callie! Calmati!” esclamò l’uomo.
“Lasciami! ” ribatté la mora, opponendosi alla forza di Mark.
“Ehi!” le mise le mani sulle spalle Mark, spingendola indietro “non farlo. Sei migliore di così.”
Callie smise di opporre resistenza, guardò Mark negli occhi e sospirò.
“Andiamocene, okay?”
Fece girare Callie e quest’ultima afferrò il polso di Arizona per poi dirigersi verso l’uscita seguita da Mark mano nella mano con Lexie.
“Che cosa stavi facendo?” urlò Callie ad Arizona, fermandosi poco lontano dal pub.
Arizona guardò Lexie e Mark che si trovavano pochi passi dietro Callie.
“Noi ce ne andiamo…” affermò Lexie.
“Buonanotte…” disse Mark.
“Mark!” esclamò Callie.
L’uomo fermò la sua camminata.
“Mi dispiace.”
Lui scrollò le spalle. “Stava già andando male di suo, Callie, tranquilla.”
E si allontanarono per chiamare un taxi.
 
“Che cosa stavi facendo?” ripeté con tono duro ma calmo Callie.
“Niente.”
“Non provare a mentirmi!”
Arizona deglutì.
Fatti odiare da lei. E’ l’unico modo.
“Ci provavo con quella ragazza.” Affermò, cercando di sembrare il più menefreghista possibile.
Callie annuì. “Perché? Dopo tutto quello che hai e abbiamo fatto per stare insieme…perché mi stai facendo questo?”
“Te l’avevo detto: io non ho relazioni fisse. C’ho provato davvero ma non riesco a farne a meno…non so stare solo con una persona.” Scrollò le spalle.
“No. Non ci credo. Mi rifiuto.” Scosse il capo Callie.
“Beh…è così.”
“No, non è vero. Andava tutto bene prima che Nick partisse…che è successo poi?”
Arizona si ritrovò in trappola dalle parole di Callie.
La donna aveva capito che c’era di più.
Stette in silenzio aspettando che un’idea le venisse in mente.
Ma Callie capì quel silenzio.
S’avvicinò alla ragazza. “Hai paura che io me ne vada?” realizzò improvvisamente.
Come diamine fa a capire sempre tutto?
“No.”
“Per questo ci stavi provando con quella tipa?”
Arizona stette in silenzio.
“Io non me ne andrò.” Iniziò la donna.
“Lo farai invece. Me lo hai detto tu.” Ribatté la ragazza.
“Come tu mi hai detto che non hai relazioni fisse, eppure eccoci qua. Siamo una coppia. Lo siamo molto più di qualsiasi altra in questo mondo, anche se non vogliamo ammetterlo.”
“E questo cambia le cose?”
“Questo cambia tutto.” Rise Callie .“Andiamo. Ti porto a casa.”
Disse mettendole un braccio dietro le spalle e dirigendosi alla TBird.
*
 
Ti porto a casa.
Rimbombavano queste parole nella testa di Arizona mentre era stesa sul letto a pancia in aria a fissare il soffitto.
Ti porto a casa.
Il braccio di Callie attorno ai suoi fianchi e il viso della donna nell’incavo del suo collo.
Casa.
Callie aveva definito la sua casa come quella di Arizona.
E la ragazza capì in quel momento che era troppo tardi per tornare indietro.
Si era affezionata a Callie e da lì a poco, il suo addio le avrebbe spezzato il cuore.
“Stavi davvero raccontando la storia del tuo nome ad una perfetta sconosciuta?” scherzò Callie.
Il suo fiato che sfiorava il collo di Arizona.
La ragazza si destò dai suoi pensieri e rabbrividì.
“Non stavo nemmeno a capire cosa diceva quella tipa. Il mio unico pensiero era farmi odiare da te.”
“Io non potrei mai odiarti.”
Arizona sospirò, restando in silenzio.
“Mi hai davvero definito la tua ragazza.” Osservò poi.
“Già.”
Ci fu un attimo di silenzio e poi scoppiarono a ridere.
“Hai detto anche che siamo una coppia.” Disse poi Arizona.
“E’ così.”
“Per questo sono la tua ragazza e tu la mia.”
“Si. Direi di si.”
Restarono in silenzio per un po’.
“Ora mi racconti quella storia.” Non era una richiesta quella di Callie, era un’affermazione.
Arizona prese un profondo respiro.
“Mi chiamo come una nave da guerra. La U.S.S. Arizona.”
“E io che pensavo ti chiamassi come uno stato.” Scherzò la mora.
“ Mio padre, colonnello Daniel Robbins dei Marines, mi ha dato questo nome in memoria di mio nonno che era arruolato sull’Arizona quando i giapponesi bombardarono Pearl Harbor e salvò diciannove uomini prima di annegare.”
“Wow. Questa si che è una storia.” Sorrise Callie.
“Lui non ha mai tempo di stare in famiglia…” continuò Arizona “nonostante la famiglia sia tutto per lui, dato il suo lavoro. Eppure, malgrado la sua assenza, mi ha dato una cosa oltre al nome di una nave da guerra… un’ottima educazione.
Mi ha cresciuta per essere un bravo uomo nelle tempeste, educata ad amare il mio paese, la mia famiglia e a proteggere le persone che amo.”
La ragazza si ammutolì ma Callie stette in silenzio stavolta, sicura che ci fosse ancora dell’altro che Arizona voleva dire.
“Quando gli ho detto di essere lesbica, mi ha detto di volermi fare solo una domanda…’Arizona, sei ancora la ragazza che ho cresciuto?’ …Io sono ancora un bravo marinaio nelle tempeste, e quando amo le mie persone, io le proteggo….non che tu ne abbia bisogno ma…”
Prese un profondo respiro.
“Calliope, tu te ne andrai.” Sussurrò.
“Non devi chiamarmi così.” Borbottò la donna.
 “… Perché ti da così tanto fastidio il tuo nome completo?” chiese.
“Perché non mi piace…ma quello che mi da fastidio è il modo in cui lo dici. Quando lo dici tu, suona quasi perfetto.”
“Perché è perfetto.” Ribatté la ragazza.
Callie alzò la testa e rivolse il suo sguardo ad Arizona.
La ragazza, sentendosi guardata, si voltò a guardarla a sua volta.
“Io non vado da nessuna parte, okay? Rimarrò qui anche al costo di lavorare come cameriera per tutta la vita.”
“Ma tu ami il tuo lavoro. Ami insegnare.”
“Ma credo di amare te di più.” 



NDA:
Queste note saranno un pò più lunghe rispetto alle altre, perdonatemi.
Allora, intanto Lauren ha fatto la sua entrata e uscita immediata! E' stata molto utile, mi è servita da diversivo, ma non si farà mai più viva...per quanto mi riguarda, è morta sotto un treno ^^
Da questa fine, sono iniziate davvero le Calzona.
E' iniziata davvero la loro relazione e penso si sia capito.
Ora, mancheranno si e no 2-3 capitoli alla fine di questa storia...come c'è scritto nel primo capitolo: i capitolo sono pronti eccetto l'ultimo.
E, mi dispiace dirlo, è ancora così.
Andando avanti nella storia, ci sono state cose da dire, spiegare, far accadere e questo ha fatto allungare di molto la storia e quindi l'ultimo capitolo che doveva essere scritto, ora sono 2-3 (in base a come l'espongo) e non sono ancora stati scritti.
Quindi, mi dispiace, ma l'appuntamento non è alla prossima settimana ma a quando mi ritorna l'ispirazione.
Ho un blocco nello scrivere. E scrivendo con questo blocco combinerei solo pasticci.
Appena sarà andato via, ritornerò a postare ma non so dirvi tra quanto tempo...
Spero non mi abbandoniate perché: questo non è un'addio.
Ci tengo moltissimo a questa storia e presto la porterò a termine, ve lo prometto.
Fate solo passare questo brutto periodo in cui anche l'ispirazione mi ha abbandonata e tornerò.
Come sempre vi ringrazio e spero che mi aspetterete :)
Vi lascio la nuovissima e bellissima foto Capmirez sul table read della season 11 per chi non l'avesse ancora vista (cosa impossibile.)
 ♥
Ma quanto sono perfette?! *^*
Un abbraccio enorme a tutti.
Ci rileggiamo presto, promesso.
E scusate ancora per la lunghezza delle note e per quest'interruzione della fic.
Grazie a tutti.
Sam__♥
  
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