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Autore: My_Darkevil    27/07/2014    3 recensioni
Il pirata Portuguese D. Ace è rinchiuso nella prigione più inespugnabile al mondo: Impel Down. Due sorelle, Alicia e Natasha, partono verso la grande prigione per liberarlo, ma il viaggio che le attende sarà arduo, a volte tragico, a volte comico, ma sempre con un'atmosfera di attesa e decisamente burrascosa... Non pochi imprevisti si porranno sulla loro strada e le due sorelle avranno modo di incontrare alcuni personaggi molto noti, mentre altri per nulla conosciuti... Una corsa contro il tempo e lo spazio condurrà le due ragazze a confrontarsi con potenti nemici, a provare la paura e la disperazione, ma a scoprire anche il valore dell'amicizia e della lealtà, fino ad affacciarsi ad un futuro a loro del tutto ignoto, in cui una decisione finale dovrà essere presa.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ONE PIECE
                                  SPECIALE

SALVIAMO ACE!



 
-SAGA DI IMPEL DOWN E MARINEFORD-


 
 
Separato dai suoi compagni, Luffy decide di salvare suo fratello Ace, che è stato catturato dalla marina per intercessione di Barbanera, infiltrandosi nella prigione più grande del mondo, Impel Down. Ace, imprigionato al 6° livello, il piano dove sono rinchiusi i criminali più pericolosi al mondo, con una taglia che supera i 100.000.000, viene a sapere dall’imperatrice pirata Boa Hancock che suo fratello si è introdotto nella grande prigione, da lei stessa aiutato, per salvarlo.

 

CAPITOLO 1
Due nuove aiutanti

 

 

Alicia quella mattina si svegliò di soprassalto. Aveva dormito poco e male, e per tutta la notte le era entrata una strana agitazione nel corpo, svegliandola di continuo. Si infilò veloce le ciabatte e corse a svegliare sua sorella Natasha, nella stanza accanto.
<< Natasha, Natasha svegliati! >>
<< che c’è? >> disse l’altra ancora mezza insonnolita.
<< È successo di nuovo, stanotte! Oh, Nat ormai è da una settimana che si ripete e sto iniziando a preoccuparmi sul serio! >>
Natasha, dal canto suo, si alzò lentamente dal letto infilando i piedi nelle sue enormi pantofole a orsacchiotto e sempre lentamente aprì le tende e spalancò la finestra per far entrare la luce nella sua camera. Finalmente si girò verso l’ansiosa sorella:
<< allora dimmi, cos’è successo? >>
<< è come le altre volte! Sonno agitato, sudorazione, ansia nel corpo e immagini confuse nella mia mente ripetute tante volte ed ad una velocità pazzesca! Sento che qualcosa sta per accadere! O è già accaduta! >> ansimò Alicia.
Natasha fece un grande sospiro e disse guardando sarcastica la sorella:
<< sarà la tua solita previsione di un gatto che sta per essere investito da una macchina! >>
<< ma no! So riconoscere al volo i segnali di vera emergenza e ti giuro che questo lo era! >>

Qui ci vuole una spiegazione: Alicia e Natasha erano sorelle, ma purtroppo orfane della madre, morta in una battaglia tra pirati e marines. Lei era una maga, ed era sempre in viaggio con la sua ciurma, di cui era la veggente-magica del gruppo. Le sue previsioni agevolavano molto i suoi compagni, infatti era in gran parte merito suo se la maggior parte delle volte vincevano le battaglie. Lei era una donna giovane, bella e molto astuta, era in pratica l’asso nella manica della ciurma. Purtroppo un giorno, durante un combattimento con la Marina, suo marito, anche lui un pirata, precisamente il capitano, per una sua distrazione stava per essere colpito ma la bella piratessa si piazzò davanti a lui subendo il colpo che la fece immediatamente morire.
Da quel giorno il capitano decise di chiudere con la pirateria, tornandosene dalle sue due figlie, l’unica cosa che gli era rimasta in ricordo dell’amata moglie.
Durante il periodo in cui i genitori viaggiavano, le due bambine erano state accudite con amore e premura dalla loro nonna, a cui stava molto a cuore la felicità e la salute delle bambine. Nel giorno della disgrazia le sorelle avevano una 10 e l’altra 9 anni, quindi ancora premature e decisamente troppo piccole per affrontare questa dura verità. In effetti la notizia le sconvolse, ma entrambe reagirono alla disgrazia in modi totalmente diversi: Natasha, la più grande, scoppiò in lacrime abbondanti facendo trapelare ogni minima emozione; Alicia, invece, si incupì e non disse niente, non riuscì a far uscire nemmeno una lacrima ma questo era piuttosto normale in lei: sin da piccola non aveva mai pianto, neanche quando facendo la monella, come al solito, si beccava gli schiaffi. Preferiva tenersi tutto dentro, orgogliosa di non aver ceduto e incredibilmente testarda.
Alla notizia c’era rimasta immensamente male, questo era ovvio, ma non era fuori che scatenava la bufera, ma dentro. Infatti, in quel momento, dentro di lei si scatenò una battaglia tumultuosa: la disperazione per la perdita della madre si mescolava con lo shock, la rabbia, la tristezza… tutte emozioni provate in una sola volta che frustavano sugli occhi impassibili di lei, resistendo all’impulso di piangere.
Anni prima della morte della madre, in un’allegra giornata ove la mamma e le figlie con la nave avevano intrapreso un piccolo viaggio, promesso alla due bambine se fossero state brave, durante un’immersione con occhialini e altri vari accessori trovarono nel fondo del mare due strani frutti: uno aveva la forma di una grossa mela ma di colore blu e l’altro assomigliava ad un ananas completamente arancione. Le bambine li portarono sulla nave e li osservarono meglio: non riuscivano a comprendere il motivo di quegli strani colori che avevano i frutti; ma la mamma, esperta navigatrice, disse loro, senza nascondere lo stupore, che quelli erano due frutti del diavolo, che donavano a chi li mangiava un particolare potere. Le bambine non ci pensarono due volte e addentarono i frutti. Ben presto scoprirono che avevano un sapore disgustoso, ma all’improvviso sentirono qualcosa mutarsi in loro: Alicia sentiva il corpo più fluido e leggero, come se da un momento all’altro si sarebbe veramente sciolto, mentre Natasha si sentiva più forte, come se niente la potesse ostacolare.
Più tardi scoprirono quali fossero i loro poteri: Natasha possedeva il potere door-door, in grado di creare una porta attraverso qualsiasi spazio, così da poter attraversare qualsiasi ostacolo le si ponesse di fronte (in seguito i genitori si informarono che quel potere lo possedeva già uno dei membri del P9, pertanto, attraverso ricerche e studi appresero che quel frutto era uno dei pochi ad avere un gemello, poiché esistevano solo due ambienti in tutto il pianeta in cui era possibile che germogliasse; ed uno di questi era stato trovato da loro); Alicia invece ricevette il potere water-water, appartenente al genere rogia, grazie al quale poteva diventare acqua in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del corpo, anche tutto. Però Alicia ebbe un altro dono, ma molto più tardi di questo avvenimento: pochi giorni prima della propria morte, la madre, con un’antica magia, le aveva dato il dono della preveggenza, che si manifestava nel modo che abbiamo già spiegato. Natasha, per quanto volesse bene alla sorella, provava un pizzico di gelosia nei suoi confronti, ritenendo che doveva essere lei ad avare quel dono, essendo la sorella maggiore. Il vero motivo di questo gesto della madre non si seppe mai; o almeno, le sorelle non ne erano a conoscenza.

<< Smettila di dire scemenze >> disse Natasha dopo una lunga riflessione.
<< Ti dico che è vero! Quando mai mi sono sbagliata? >> insistette la sorella
<< sempre! Non sei ancora pratica, confondi un vero pericolo con una sciocchezza e mi sono scocciata di starti dietro! >>
<< e allora non mi credere! Poi quando avrai il pericolo davanti agli occhi di certo non ti aiuterò, così impari a non credere ad una veggente! >> affermò decisa Alicia.
<< Si, veggente dei miei stivali! Sei solo una matricola! E ora andiamo a fare colazione guastasonno! >>
Entrarono in cucina che stavano ancora bisticciando e come al solito la nonna si impose tra loro autoritaria, minacciandole di non farle uscire più di casa.
“Se, se, come no” pensavano in sincronia le ragazze; dopotutto con i poteri che avevano sarebbero comunque riuscite a scappare se lo volevano.
Così, ancora imbronciate, si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare tutto quello che c’era: era una specie di gara che si ripeteva ogni mattina e come al solito Alicia, che era rapida a divorare il cibo, finì per prima, vincendo quella buffa sfida e facendo infuriare Natasha. In più, siccome quest’ultima stava ancora mangiando, le scroccò la sua fetta di torta, divorandola in un sol boccone; una specie di vendetta nei confronti della sorella per non averla creduta.
Natasha era già infuriata, ma a quell’affronto perse definitamente le staffe: si gettò rapida sulla sorella, ma lei era già diventata acqua nelle sue mani; così Alicia subito ne approfittò, materializzandosi alle sue spalle e immobilizzandola. Così Natasha decise di sfruttare il suo potere e si aprì una via di uscita sotto i piedi, in modo da far allentare la presa all’altra e poterci finire dentro, per poi aprirne un’altra alle spalle della sorella e attaccarla a sorpresa… e così si continuò, fino a quando entrambe furono sfinite e si fermarono per riprendere fiato.
Nessuna riusciva definitivamente a prevalere sull’altra, così finivano sempre in parità, scoppiando a ridere. Loro desideravano ardentemente diventare delle piratesse, seguendo l’orma dei genitori, ma nonostante tutto non riuscivano ad abbandonare quella casa in cui erano cresciute, ma soprattutto non riuscivano a separarsi dall’amata nonna e dal babbo, a cui tenevano un casino.
Ma un giorno o l’altro sarebbero riuscite ad andarsene da quella casa: volevano esplorare il mondo, vivere avventure da cui avrebbero portato un oggetto per ricordo, come facevano sempre i loro genitori quando ritornavano da strabilianti peripezie. Dopotutto erano già maggiorenni: Natasha aveva 20 anni e Alicia 19. Dopo quella breve lotta la nonna richiamò la loro attenzione, invitandole ad ascoltare le ultime notizie in TV. C’era un aggiornamento:
“proprio nella giornata di ieri il pirata Barbanera, ex membro della ciurma di Barbabianca, ha consegnato personalmente nelle mani del Governo Mondiale il pirata Portuguese D. Ace, capitano della seconda divisione dei pirati di Barbabianca; entrando così a far parte ufficialmente della Flotta dei Sette. Il detenuto verrà in breve tempo giustiziato pubblicamente a Marineford”.
Tutte e tre rimasero ammutolite: la nonna sapeva bene quanto erano affezionate le due nipoti a quel pirata Ace, non perché lo conoscessero di persona ma soltanto per la loro ardente infatuazione, perciò aveva ritenuto necessario farle ascoltare quella terribile notizia.
La prima che aprì bocca fu Natasha: lanciò un urlo disperato e inginocchiandosi per terra iniziò a sbattere continuamente i pugni sul pavimento; Alicia, invece, rimase in silenzio, immersa nel suo dolore che era ben visibile dal suo sguardo assente.
Ace, il bellissimo pirata ormai assai noto, era diventato l’idolo delle due ragazze fin dal primo giorno che lo videro, ed ora, sapendo che stava per essere giustiziato, erano cadute nel più immenso sconforto.
La nonna non sapeva che dire: era molto triste per le sue ragazze ma sapeva benissimo che ogni sua parola di conforto sarebbe stata del tutto inutile. 
<< Che ti avevo detto?? Lo sapevo che sarebbe successo qualcosa di grave, l’avevo visto, ma tu non mi hai voluto dare ascolto! >> gridò all’improvviso Alicia rivolta alla sorella.
Quest’ultima la guardò sperduta, troppo scioccata per capire all’istante quel che le stava dicendo l’altra, ma quando collegò la sua faccia si contorse ancor di più dal dolore. Dopo un po’ però rispose:
<< ok, hai ragione, ho sbagliato a non darti retta, però comunque non sarebbe cambiato niente: Ace è stato catturato ieri, tu hai avuto la premonizione solo ieri notte, premonizione di cui tra l’altro non si sa manco niente, anche se non è difficile immaginarlo; solo stamattina hai riferito quel che hai visto e ora ne abbiamo avuto anche la conferma in TV, cosa potevamo fare in questo poco tempo? >>
Alicia non rispose: la sorella aveva ragione, non sarebbe cambiato niente. Magari se avesse previsto con largo anticipo che Ace sarebbe stato catturato avrebbero potuto fare qualcosa per impedirlo, ma ora era tardi… o forse no? In quel momento fu illuminata da un’idea, così ben presto mise da parte il dolore e, mentre regnava nella stanza la tristezza e lo sconforto, iniziò ad architettare qualcosa nella sua mente.
In quel momento entrò in cucina il padre, svegliato da tutto quel fracasso:
<< che succede qui? >> disse guardandosi attorno, ma prima che la nonna potesse aprir bocca, Alicia si avventò sul padre, riprendendo nuovamente vita:
<< papà dobbiamo partire! >>
<< eeeh? >> fece lui sorpreso
<< hai capito benissimo. Abbiamo appena saputo che il nostro amato Ace sta per essere giustiziato e noi lo andremo a salvare! >> affermò decise Alicia, guardando Natasha per avere complicità. Quest’ultima, che prima era rimasta sorpresa dalle parole della sorella, ora annuiva vigorosamente, decisa a seguirla in quell’impresa.
<< Ma vi rendete conto di cosa state dicendo? Un detenuto come lui di sicuro sarà rinchiuso a Impel Down, la prigione più impenetrabile al mondo! Non riuscirete nemmeno ad avvicinarvi a quell’immensa torre! >>
<< ce la faremo! >> dissero decise le ragazze, e già dal loro sguardo era certo che nessuno le avrebbe più fermate ormai.



 
ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve a tutti! ^^ O meglio, salve a quei pochi e sparuti lettori che hanno scelto di leggere questa storia! XS Spero che questo primo capitolo vi abbia almeno un po' interessati! Questa è la mia prima fanfiction, inoltre è una storia che avevo scritto molto tempo fa ed ha subito numerose modifiche, pertanto siate buoni! XS Tendo qui a specificare che i personaggi nuovi inseriti sono di mia invenzione, in particolar modo le due protagoniste ritraggono una mia personificazione e quella di una mia amica; perché così è nata questa storia: fantasticando XD Beh, che altro dire? Spero che lascerete qualche recensione, i commenti e le critiche sono ben accetti, a patto che soprattutto queste ultime siano fondate e non offensive. Non voglio dilungarmi più del dovuto, quindi concludo augurandomi che continuiate a leggere questa storia, al prossimo capitolo! ;-)

Rabù Darkevil   
 
  
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