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Autore: spiritoselvaggio    27/07/2014    2 recensioni
Se Jonathan non fosse morto? Se tutto avesse preso una piega diversa? Se, però, Simon fosse scomparso e l’unico in grado di riportarlo in vita fosse colui che non avrebbe mai pensato di esserne capace?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apre gli occhi. Sopra, un soffitto bianco come il latte. Sente del morbido sotto la schiena. Poi il cervello elabora e lui realizza di essere in una stanza d’Ospedale. Poi ricorda. Una Sala Grande. Il pavimento duro e freddo. Una pozione. Il vuoto. Poi uno stregone. Un ragazzo bruno. E poi niente. Si mette seduto ma sente la testa girargli, allora si stende. Poi la porta si apre senza che lui abbia il tempo di chiedersi cosa ci fa lì, chi è, e perché gli gira la testa. << Jonathan >> fa una voce, lui non la riconosce, cerca di guardare nella sua direzione ma è tutto annebbiato. << Chi è? >> cerca di dire, la voce gli esce in un flebile sussurro. << Sono io, Jace >> fa la voce << Come ti senti? >> continua. Lui non ha idea del perché quella voce gli sembri così familiare. << Non saprei dirlo. Chi sono io? Chi sei tu? E dove siamo? >> chiede lui. Sente la voce sussultare quando risponde. << Fai troppe domande. Non mi avrai perso la memoria? >> scherza poi. Lui si chiede ancora una volta perché quella voce gli pare così familiare, poi sente rimbombare qualcosa nel cervello, come se si fosse risvegliato un neurone che non ne voleva sapere prima di funzionare. << Tu! … Io!... Ah…mi sento male >> dice, sofferente, balzando sul letto. << Mettiti sdraiato, non fare sforzi. Calmati >> fa la voce. Lui ora mette a fuoco tutto. Vede il ragazzo che gli è davanti. Se lo ricorda. Capelli biondi, occhi dorati, da leone. Indossa una maglietta con scollo a V, dei pantaloni sportivi ed un gilet nero. Le parole escono da sole. << J..jace? >> dice, piano. << Ah, finalmente! Certo che sei un po’ tardo >> risponde il ragazzo, sedendosi su uno sgabello vicino al suo letto. << Mi chiamo Jonathan Morgenstern. Sono uno Shadowhunter. Mia sorella è Clarissa Morgenstern e mi ha trafitto con il fuoco celeste. Sono rinato grazie ad una pozione di uno stregone perché prima ero un assassino. Giusto? >> fa lui. << Bene, vedo che hai recuperato la memoria >> scherza Jace.  Jonathan lo fissa. << Perché mi avete portato qui?Perchè non mi avete lasciato morire?Sarebbe stato meglio per tutti… >> dice. << Perché dici questo? Sei rinato, Jonathan. Non hai più la vita che avevi. Sei cambiato totalmente. Non sei più infettato dal sangue di demone. E’ una nuova vita, la tua, adesso. E devi iniziare con avere forza, perché è probabile che i molti ricordi seppelliti dentro di te riaffiorino mano a mano che ti facciamo i marchi. >> fa Jace. Jonathan lo ascolta attentamente. << Dov’è mia sorella? Vorrei vederla. >> gli chiede. << Sarà qui tra poco. Ti prego di riposarti, Magnus potrebbe aver dimenticato qualcosa. >> ride, poi se ne va. Jonathan resta a guardarlo oltrepassare la porta, poi si gira dall’altra parte, e pensa.
<< Isabelle? >> Clary entra nella stanza della ragazza con cautela, sa che a Izzy non piace che si rovisti nelle sue cose. Ma non la trova. Il letto è disfatto, i vestiti sparsi, l’armadio aperto. << Izzy? >> chiama di nuovo Clary, non ottenendo risposta. Si affaccia dalla finestra e vede Isabelle varcare il cancello della tenuta. << Isabelle?!?!? >> le grida Clary. Non l’aveva praticamente vista in  questi giorni, era stata sempre in camera, a piangere, per Simon. Ora Clary si rendeva conto che avrebbe dovuto starle più vicino. Scende le scale di corsa e la raggiunge appena in tempo. << Isabelle, dove stai andando? >> le chiede, facendola voltare di scatto. << Vattene, Clary. >> le intima, gli occhi in fiamme. Clary realizza immediatamente. << Izzy, non puoi andare da Simon!!! Sai che sarebbe una tragedia se tu lo facessi. Sai che non si ricorda niente, lo abbiamo perso! >> dice Clary, fissandola con rabbia. << Ah, sarebbe una tragedia. Certo, perché averlo perso invece non lo è? >> fa lei, e non aspettando risposta continua. << Avevo finalmente trovato un ragazzo che mi amasse davvero, Clary. Uno che amassi davvero, non per divertimento. Come ti sentiresti se ti portassero via il tuo Jace? Come ti sentiresti se sapessi che non ci sarebbe modo di riaverlo? Te lo dico io, che faresti, perché ti conosco. Muoveresti mezzo mondo, lo troveresti in un modo o nell’altro, perché non puoi stare senza di lui. Io non posso stare senza Simon. Non PUO’ non ricordarsi di me, di te, di tutti noi. Siamo stati parte di lui, e LO SO cosa stai per dirmi, che è un mortale adesso, che gli sono stati portati via tutti i ricordi, ma io mi rifiuto di crederci, Clary. Perché io lo amo. Lasciami andare. >> risponde Isabelle. Clary la guarda, ne scorge la sofferenza, ma non può lasciarla andare, sa che il Conclave non lo accetterebbe mai, che ci sarebbe di nuovo guerra, e la guerra, Clary, non la vuole più. Improvvisamente sopraggiunge Maryse. << Isabelle, vieni, c’è urgente bisogno di te. >> la chiama. Izzy scocca un occhiataccia a Clary e poi raggiunge la madre, con un espressione a dir poco felice. Clary sospira, poi si stende sull’erba. Non passa molto tempo prima che senta qualcuno al suo fianco. Senza aprire gli occhi sorride e dal profumo riconosce Jace. Lui le carezza una guancia, poi Clary apre gli occhi per sorridergli e accogliere le sue labbra, eternamente. Le sembra che passino anni, rimarrebbe così per sempre, baciandolo e baciandolo ancora. Poi Jace si stacca da lei e sfodera il suo più attraente sorriso sghembo. << Devo dirti una cosa. >> fa, gli occhi di ghiaccio arpionati a quelli di lei. << Cosa? >> risponde Clary, intrecciando le dita tra i suoi capelli. << Sai, non avrei mai pensato di amare una persona così tanto come amo te. Sì, beh, questo lo sai. E’ inutile che io mi perda in discorsi troppo lunghi che finirebbero con l’annoiarti. Non sono il tipo da mettersi in ginocchio e chiedere apertamente una cosa così importante. Solo, voglio che tu sappia, che ho intenzione di perdermi in te per il resto della mia vita, e che questa vita, voglio passarla solo con te. Quindi, Clarissa Morgenstern, vuoi concedere la tua mano a questo masochista che ti sta parlando? >>
Non l’aveva guardata negli occhi un secondo. Tra tutte le cose che Clary si sarebbe mai aspettata, questa era la più improbabile. Ma in quel momento non pensa a niente, esiste solo lui, le loro mani una dentro l’altra, quello che le aveva appena chiesto, e in un secondo, forse neanche, Clary rivede tutti i momenti passati con lui. Il dolore, quando pensava fossero fratelli, sostituito dalla gioia, quando finalmente erano liberi di amarsi, la tristezza, per tutto quello che avevano passato, la sofferenza di stare lontana da lui, poi i loro baci, le carezza, la loro prima volta, e ora Clary vuole rispondere solo come le dice il cuore, non le importa di quello che penseranno gli altri, lo guarda negli occhi e lo bacia. Jace la prende in braccio e la stende dolcemente sopra di lui, continuando a baciarla, sempre più appassionatamente. Quando si fermano, lui ride. << QUESTO sarebbe un sì? >> le chiede. Lei gli sorride, immaginando una grande casa e due piccolini che giocano in giardino. << Tu che dici, masochista? Non potrei mai amare nessun altro che te. CERTO che ti voglio sposare! >> gli risponde. Jace la bacia un’altra volta, poi si prendono per mano, raggiungendo gli altri. 
  
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