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Autore: Gio_Snower    27/07/2014    3 recensioni
[Coppia OrihimexUlquiorra][What If?]
Orihime viene rapita da Ulquiorra e portata nel covo di Aizen nell'Hueco Mondo.
All'inizio è spaventata da Ulquiorra, ma poi, con il tempo, si chiede se c'è di più in lui.
*Estratto dal Primo Capitolo*:
"Un aspetto malinconico, struggente e esile; aveva dei capelli lunghi e fini di un color nero scuro che sembrava intrappolare e negare la luce, occhi verdi luminosi ed un viso bianco – un bianco marmo – solcato da due righe verdi simili a lacrime.
Orihime aprì leggermente la bocca, non per lo spavento, ma per la sorpresa.
Era bellissimo.
E crudele."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inoue Orihime, Kurosaki Ichigo, Schiffer Ulquiorra
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo Extra 2

Jun

«Signore, non si preoccupi!» disse la donna davanti a lui con un sorriso «Vedrà, sua moglie starà bene.» affermò.

Ulquiorra sentiva le urla di Orihime. Urla strazianti, dolorose, miste a sproloqui di tizi con capelli, baffoni o facce buffe. Lui era paralizzato sul posto, preoccupato, incerto. Non sapeva proprio che fare, gli Arrancar non partorivano dopotutto.

«Entri in sala parto, forza!» disse la donna spingendolo a varcare la soglia della stanza.

Lì, nel mezzo, distesa sul lettino con le gambe aperte c'era Orihime. Il suo volto era arrossato e dai suoi occhi cadevano lacrime che le rigavano il volto, i capelli erano appiccicati al volto ed era tutta sudata, però, nelle pause di quando non urlava per il dolore, sorrideva ed i suoi occhi in quei momenti brillavano.

Gli porsero dei vestiti verdi sterilizzati e glieli misero, lo buttarono di fianco a lei.

Ulquiorra non sapeva che fare, così, quando vide la mano di lei appoggiata, la prese e la strinse. Non la strinse forte, ovviamente, preoccupato di farle con la sua forza d'Arrancar.

«Ci siamo quasi!» annunciò un uomo davanti alle gambe spalancate di Orihime che urlò mentre stringeva forte la mano di lui.

Lei chiuse gli occhi, sfinita e gli mollò la mano, soddisfatta.

L'uomo alzò il bimbo che lei aveva appena partorito.

Era piccolissimo. Ulquiorra seguì con gli occhi quel piccolo fagotto, la cui pelle era ricoperta di rosso e con qualche pezzetto bianco addosso.

Sembra che un Arrancar abbia sbavato su di lui. Pensò Ulquiorra.

Le donne lo pulirono, lo controllarono e poi si avvicinarono a lui con un fagotto azzurro in braccio.

«Ecco a lei.» dissero cacciandoglielo fra le braccia.

Ulquiorra lo tenne maldestramente fra le braccia. Era così piccolo, quel fagotto azzurro, che aveva paura di romperlo solo stringendolo a sé.

Osservò il volto del bimbo che lo fissava con due occhi verdi smeraldo, troppo brillanti per essere solo umani. Il bimbo aprì la bocca, ovviamente sdentata, in un sorriso che lo sorprese. Un sentimento caldo lo inondò mentre osservava rapito quella piccola vita, qualcosa che nel suo mondo non sarebbe potuto succedere: suo figlio.

Il piccolo tese una manina e Ulquiorra se lo avvicinò al volto, appoggiandoselo un po' al petto. Le piccole dita sfiorarono la pelle fredda e bianca dell'Arrancar con una leggerezza e curiosità tipica dei neonati. Il bimbo fece un'espressione incuriosita, quasi pensosa, molto comica. Poi gli sorrise nuovamente e negli occhi aveva un qualcosa di diverso, come se l'avesse riconosciuto.

«Ulquiorra...» lo chiamò Orihime aprendo gli occhi. Suo marito si girò e la osservò.

Lei sorrise nel vedere il suo volto rigato di lacrime, lacrime bianche e dolci, pure, simili a quelle umane. Si sentì orgogliosa di sé stessa ed intenerita da quella scena. Il loro bambino stava tra le sue braccia.

«Posso?» chiese, tendendo le mani. Ulquiorra annuì avvicinandosi e glielo passò.

Orihime lo prese e lo guardò per un po' tranquillamente, sorridendo, orgogliosa di sé stessa e felice, una felicità che la riscaldava dentro.

«È buffo come suo padre.» mormorò.

Ulquiorra, al suo fianco, la guardò come per dirle “Ancora con questa storia?” e lei rispose con un leggero sorrisetto. Riportò l'attenzione su suo figlio e lo alzò leggermente.

«Ti chiamerai Jun.» disse. «Che ne pensi, Ulquiorra?» domandò al marito girandosi.

L'uomo le sorrise e lei seppe di aver fatto la scelta giusta.

Si sentì amata e soddisfatta con il marito affianco ed il figlio appena nato fra le braccia, si sentì felice come mai prima.

   
 
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