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Autore: Dalhia_Gwen    27/07/2014    7 recensioni
La vita è così complicata da capire: ci mette di fronte a tanti ostacoli, impegnandoci a superarli tutti e per il meglio. Ma cosa accade se si perde ogni speranza? Cosa succede se la vita, che ti ha regalato una cattiva stella, continua ad ostacolare la tua felicità? Sembra che ti stia facendo sprofondare nel buio più totale. E se ti facesse ritornare a sognare, magari proprio quando sembra che non ci siano vie d'uscita?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Attenzione:

Questo capitolo contiene una parte del suo contenuto non adatta a minorenni. So che esiste il cossiddetto "rating rosso" ma a mio parere non sono dell'opinione di essere andata così in profondità con le descrizioni. Mi conoscete, insomma, è fastidioso anche per me.
Ma decidete come volete, a vostro rischio e pericolo. Io vi ho avvertiti.
Tuttavia, se ritenete che io mi sia sbagliata, siete pregati di avvertirmi. Ve lo chiedo per favore, così provvedo ad aggiustare, perchè NON considero assolutamente la mia storia tra quelle a rating rosso. Grazie.
Ah, vi invito ad accompagnare la lettura del capitolo con il sottofondo di "Dance with me" di Olly Murs. Credetemi, è tutt'altra storia ;). Ecco il link!

Grazie e buona lettura!
 







You're my dream come true


 
  Chapter 8
 
 
 
 
“..yeah, I was wondering if you and me could spend a minute
On the floor up and close getting lost in it
I won’t give up without a fight..”


In quel momento, nessun ragazzo come il punk al volante di quella Mercedes era più felice di lui.

“..I just wanna, oh baby
I just want you to dance with me tonight
So come on, oh baby
I just want you to dance with me tonight..”


Con la musica a tutto volume proveniente dalla radio dell’auto, Duncan si esibiva in un’inedita performance musicale, cantando “Dance with me tonight” di Olly Murs e muovendosi a ritmo. Non lo sapeva neanche lui ma, non appena accese lo stereo, il canale su cui si soffermò mandava in onda il brano che più di qualsiasi altro esprimeva il suo stato d’animo.

“…We’re getting sweaty, hot and heavy in the crowd now
Loosen up and let you hands go down, down
Go with it girl, yeah just close your eyes, yeah…”


Abbassò i due finestrini davanti, e una boccata di fumo fuoriuscì dalla sua bocca, mentre quest’ultima recitava impeccabile le parole di quella canzone. Mentre la sigaretta era tra le dita di una mano, con l’altra manovrava agile il volante, cercando di evitare i semafori rossi che gli avrebbero rubato tempo prezioso.

“…I feel the music moving through your body
Looking at you I can tell you want me
Don’t stop keep going till the morning light, yeah…”


Recitando quei righi, un grosso ghigno si delineò radioso sul volto, facendogli assumere un espressione per nulla rassicurante non appena la sua mente cominciò a fantasticare, elaborando pensieri che avevano un unico centro di nome Gwen. Era palese dunque che la ragazza a cui era rivolta la canzone fosse lei, così come scontata era la sua voglia di vederla ballare per lui, esibendo il meglio di lei.
 
“..So come on girl just close your eyes
We can dance all through the night
I just want you to dance with me tonight.”

 
La canzone finì, e lui arrivò esattamente davanti l’istituto, trovandolo pieno di studenti.
Frenò impulsivamente l’auto, rimanendo spiazzato da tutta quella confusione.
Evidentemente era arrivato proprio quando tutti gli studenti avevano lasciato la propria classe.
-“Cazzo, la prossima volta dovrò essere meno puntuale..”- disse mentre gli occhi si sgranarono al pensiero di dover cercare e farsi vedere da una piccola e graziosa ragazza gotica. Decise di aguzzare meglio la vista, accostandosi in doppia fila con l’intento di essere meglio visibile e sperando di trovare Gwen in quella marea di studenti.
Passarono una decina di minuti, impiegati a guardare ogni singola ragazza uscire dal liceo con l’intento di intravedere la sua gotica preferita, ma di ella neanche l’ombra.
L’atrio scolastico oramai era quasi vuoto, e a Duncan salì piano il terrore di esserle sfuggita e di ritrovarla già a casa, a preparare la tavola per pranzare. Così, non appena ogni minima presenza studentesca fosse scomparsa, il ragazzo fece ripartire la sua scheggia, senza però nascondere una strana delusione nell’animo.
Fece retromarcia, e con cautela fece rientrare l’auto sulla corsia opposta a quella da cui provenne, facendo attenzione al traffico tipico dell’ora che lo rallentava molto. Dopo alcune imprecazioni, Duncan decise di far calmare i suoi spiriti bollenti, rispettando il codice della strada e mettendosi dunque in coda alle altre auto, i cui autisti erano nervosi quanto lui.
E fu proprio quando passò davanti un viottolo buio e stretto che una strana sensazione attraversò l’intera schiena del ragazzo, facendolo rabbrividire. Infatti a pochi metri più lontano dalla scuola gli parve di sentire, seppur in maniera fioca e otturata, una vocina strillante dalla natura sconosciuta, che però lo portò a drizzare l’udito e ad essere scettico. Mentre avanzava con il traffico lentamente, diede un veloce sguardo al viottolo, riducendo gli occhi ad un’unica fessura, sperando di poter approvare l’ipotesi di essersi sbagliato, ma purtroppo la vocina ritornò a strillare nelle orecchie del punk, spingendolo ad indagare meglio.
Incurante del caos stradale, accostò l’auto in modo trasgressivo e, senza pensarci due volte, imboccò la stradina buia, non prima d’essersi guardato intorno.
Avanzò a passo felino verso la voce che si faceva sempre più vicina, ma che ancora non riusciva a riconoscere. Questa, tra l’altro, aveva cominciato a singhiozzare, rendendo sempre più difficile il riconoscimento, ma il punk non si scoraggiò, e con una strana calma continuava ad avanzare.
Si ritrovò davanti la svolta della stradina verso sinistra, e successivamente si ritrovò un grosso cassettone dell’immondizia come intralcio al suo cammino.
-“Ma che cazzo..”- si ritrovò a soffiare Duncan, ma non fece neanche in tempo a finire che la vocina aumentò il tono e con grande sorpresa il punk poté distinguere nitidamente la persona.
 



-“L-Lasciatemi vi ho detto! Non ho alcuna intenzione di ritornare in quello schifo di locale! Come ve lo devo dire?!”- la voce, dal timbro femminile e tremolante, cercava di porre fine alle botte di due uomini di fronte alla ragazza, che venne accuratamente immobilizzata al muro spigoloso e sporco di muffa.
-“Allora sei cocciuta!”- urlò uno di loro, il più grosso, che teneva ferma la ragazza, dandole l’ennesimo calcio allo stomaco e facendole cacciare sangue mischiato a saliva.
-“Sembra proprio che non ci siamo capiti, eh Gwen?”- a parlare in quel momento fu quello più bassino ma anche il più in carne del duo, che piano piano si avvicinava al viso della giovane rigato di lacrime nere. –“Non hai la facoltà di scegliere, perché sai che senza di te la tua famiglia è persa. Devo ricordarti del motivo per cui stai lavorando, stronzetta?!”- uno schiaffo echeggiò nell’aria, mentre i singhiozzi otturavano le voci dei due uomini che sghignazzavano. Con le braccia appesa e il corpo dolorante, la ragazza chiedeva umilmente di smetterla, ma i due sembravano interpretare il contrario. Successivamente lo stesso uomo di prima immobilizzò la giovane per il collo, per poi minacciare di strangolarla.
-“Se ti ostini di nuovo a disobbedirmi, io..”-
-“Muovi un altro muscolo e t’ammazzo, brutto bastardo.”-
Il suono di un pugno arrivato in pieno volto regalò a quel luogo angusto un po’ di serenità.
Accadde tutto velocemente: non gli fu dato neanche il tempo di obiettare che una mano grande e forte gli fece fare un giro completo su sé stesso, mentre l’altra assestò al viso rugoso quanto spietato dell’uomo goffo un sinistro che andò dritto al setto nasale, mettendolo letteralmente a K.O. Cadde a peso morto per terra, alzando un grande polverone che permise all’altro di darsela a gambe, non prima però d’aver raccolto il padre da terra e di scappare da una via secondaria.

 
Provvisto di una grande forza, alimentata poi dalla situazione venutasi a creare, Duncan raccolse appena in tempo tra le sue braccia la gotica, che esausta strisciò lungo il muro a cui era poggiata.
-“G-Gwen stai bene? Ti prego rispondi!”- allarmato più che mai il punk cercava di rianimare la ragazza che teneva stretta a sé, accarezzandole continuamente il capo.
-“S-Sì. Credo…”- provò a dire lei tossendo leggermente ma per fortuna coscienziosa, stringendosi forte al corpo del ragazzo. A quel punto lui le fece alzare il busto e delicatamente le diede un bacio sulla fronte.
-“Ma chi diavolo erano quei due uomini? Perché volevano che tu tornassi al locale?!”- chiese Duncan nervoso, non smettendo però di coccolandola. Di fronte a quelle parole Gwen si irrigidì, continuando a tenere tuttavia lo sguardo basso.
-“E-Erano il proprietario e il figlio..D-Duncan ti prego aiutami! Mi rivogliono per forza al locale, ma io non voglio! N-Non voglio più prestarmi ai loro ordini..N-Non sono una sgualdrina! H-Ho paura..Duncan..”- la ragazza, scioccata ancora per l’episodio, cominciò ad esternare il proprio terrore, facendosi prendere dal panico più totale. Tremava come una foglia, e non faceva altro che stringersi sempre più al punk, che ne frattempo le coprì le spalle col suo giubbino. In tutta risposta il ragazzo la strinse ancora più forte, e tra i capelli le sussurrò parole confortanti, cullandola lentamente.
-“Tranquilla. Ci sono io adesso, non tornerai in quella merda. Non lo permetterò mai.”- e così dicendo la sollevò da terra raccogliendola tra le braccia, per poi tornare all’auto e prestarle soccorso.
 
 
 
 
****
 
 
-"...Ahi! "-
-"Ferma, ho quasi finito.."- Non appena arrivati all’abitazione, Duncan provvedette a disinfettare la ferita al volto della giovane, che più volte insistette di lasciar perdere, invano. Erano seduti sul divano, e il ragazzo dovette arrendersi all'ostilità della ragazza che non voleva andare in ospedale. Lo guardava attentamente, mentre si prendeva cura di lei in maniera così insistente e premurosa che si rese conto di non poterne più fare a meno. Il ricordo della litigata della sera precedente arrivò imperterrito a rovinarle quella pace che quel ragazzo riuscì a donarle, e si sentì improvvisamente in colpa.
-"Scusami, davvero. Per tutto."- sussurrò lei a fior di labbra, cercando i suoi occhi che tanto adorava. A quelle parole lo sguardo di lui si incatenò a quello di lei, colmo di ripensamenti e colpe. Poteva sentire quanto mortificata fosse stata lei in quel momento, sentiva il suo cuore batterle forte nel petto come nel tentativo di fuoriuscirle, per questo sorrise in maniera dolce e rassicurante, assolutamente convinto della sincerità della fanciulla. -"Tranquilla, la colpa è mia, a volte mi dovrei fare di più i fatti miei."- rispose semplice lui tornando a disinfettarle la ferita, ma venne nuovamente bloccato dalla ragazza, che stavolta gli fermò il braccio in una stretta forte. -"Non è vero. Tu volevi solo proteggermi, ed io sono sempre la solita scorbutica che non capisce nulla.."- pronunciò quelle parole con una nota di tristezza che non passò inosservata al punk, il quale si sorprese di quanto fossero lucidi i suoi occhi neri.
-"Ehi, guardami.."- la incitò allora lui, notando lo sguardo abbassato, posando una mano sulla sua guancia sinistra -"non devi darti colpe che non hai. Avrai ragioni assolutamente valide che ti hanno portato a comportarti in quel modo ed io non ho alcun diritto di saperle, se tu non te la senti di dirmele. Quando vuoi, io sono qui, o meglio, hai il mio numero per potermi cercare."- commentò lui correggendosi non appena notò che la sua fantasia stava prendendo il sopravvento su di lui, cercando di strapparle un sorriso, che non tardò ad arrivare.
La ragazza infatti rise scuotendo lievemente il capo, capendo quanto la sua presenza fosse diventata ormai indispensabile per ridere un po'. Da quanto non lo faceva? Mesi, anni? Non lo sapeva, e sinceramente non le importava un granché oramai.
-"È buffo, sai? Si è ribaltata completamente la situazione."- commentò ad un certo punto Gwen sorridente.
-"In che senso?"- le domandò confuso lui. Lei rise di gusto, rischiando tuttavia di allargare i muscoli della ferita fresca.
-"Nel senso che adesso ti stai prendendo tu cura di me. Fino a qualche mese fa era il contrario."- nel dire quelle parole estremamente sincere Gwen arrossì, mentre si appoggiava col gomito su una spalliera del divano e girava il volto per guardarlo. Duncan riprese a tamponarle la guancia, sorridendole beffardo.
-"Beh, credo che sia giusto così, infondo."-
 -"Cosa vuoi dire?"- Gwen si allontanò un po' per poi guardarlo di sottecchi.
-"Sono io che devo prendermi cura di te, era il mio desiderio, da sempre."- la guardò insistentemente,mentre lei distoglieva lo sguardo, imbarazzata da quella confessione improvvisa.
-"I-Io vorrei sapere..perché, perché stai facendo tutto questo per me, che tra l'altro ti tratto anche male?"- non seppe neanche lei dove avesse preso il coraggio necessario per chiederglielo, ma in quel momento la ragazza puntò i suoi occhi neri in quelli azzurri di Duncan, decisa più che mai a sapere la verità. La domanda della giovane arrivò come un fulmine a ciel sereno nelle orecchie di Duncan, che per un istante si ritrovò destabilizzato, non sapendo bene come reagire. Ad un tratto però l'idea bizzarra quanto reale di doverle confessare tutta la verità prevalse su ogni possibile scusa e decise così di seguire, per una volta, il suo istinto. Appoggiò dunque la mano sull'altra guancia, costringendola a perdersi in quei due zaffiri azzurri glaciali, per prendere un grande respiro, inebriandosi del rossore che lei non riusciva a nascondere.
-"È.. Difficile,sì, dirlo a parole, soprattutto per un tipo come me che non è affatto bravo a fare discorsi decenti e degni per le occasioni. Ma, come sai, sono molto impulsivo e..molto spesso non ragiono come dovrei. Diciamo che..seguo il cuore, ecco, perché so che essere razionali è dannatamente monotono e stupido..così come è folle nascondere ancora i miei sentimenti verso te.."- la sua voce era incredibilmente seria e rauca, mentre i suoi occhi splendevano di una luce diversa. D'altra parte Gwen rimase spiazzata, e udendo quelle parole avvertì un piacevole brivido percorrerle tutta la schiena, mentre il cuore saltellava nel suo petto perdendo qualche battito. Era completamente ipnotizzata a guardarlo, che non si rese conto di avere il viso a pochi centimetri da quello del ragazzo, di nuovo. Chiuse gli occhi, facendosi trasportare dalle sue carezze che la rendevano dipendente e che ricercò da sempre. I loro nasi potevano quasi sfiorarsi, e bastava davvero poco per farsì che il punk coronasse il suo desiderio. La ragazza riaprì gli occhi, notando con quanta bramosità lui volesse congiungere le loro labbra, continuando tuttavia a non muoversi, assolutamente in preda al panico.
-"Beh? Ti muovi a baciarmi, o hai ancora dubbi?"- Gwen lo guardò con fare sensuale, strofinando i loro nasi con l'intento di destarlo da quello stato di ipnosi in cui era caduto. Rendendosi conto della palese figura che stava facendo, Duncan tornò con i piedi per terra, e dopo averle regalato un bellissimo sorriso non aspettò altro minuto, rispondendola con quel bacio che desideravano entrambi. Fu delicato, ma intenso allo stesso tempo, e trapelava tutto l'amore nascosto fino a quel momento. Rimasero immobili, incapaci di muovere anche un singolo muscolo, mentre il desiderio di approfondire il contatto si faceva sempre più forte. Duncan si staccò lievemente da lei solo dopo un paio di minuti, curioso più che mai di vedere la sua reazione. Gwen, che non aveva mai provato emozioni simili,trovò il distacco spiacevole e doloroso, ma venne rapita dalle iridi splendenti del punk, che non avevano intenzione di lasciarla in pace. Avvertiva una strana felicità invaderle l'anima, a tal punto di piangere di gioia, la prima volta nella sua vita. Si sentiva amata, desiderata e soprattutto al sicuro, accanto a quell'uomo di cui, ormai sicurissima, era innamorata persa.
Allora lo baciò nuovamente, guidata anche lei dal cuore, stavolta con più passione e trasporto, e successivamente ce ne furono altri, sempre più spinti. La raccolse tra le sue braccia forti, mentre lei allacciò le sue esili intorno al collo, per poi decidere di intensificare i baci. Imbarazzata ed impacciata più che mai, Gwen decise di rispondere a quella sua pressione dischiudendo le labbra, permettendo così alle loro lingue di incontrarsi. Fu una sensazione bellissima per entrambi, che non vedevano l'ora di nutrirsi delle loro carezze. Affamati l'uno dell'altra, si staccarono solo quando avvertirono il fiato completamente assente nei loro polmoni. Si guardarono dolcemente e ansimanti: lui le accarezzava tutta la schiena, stringendola a sé fino a sentire il suo corpo aderirgli perfetto; lei invece, allacciò le gambe intorno al bacino del ragazzo, sedendosi sulle sue gambe, mentre con le mani percorreva ardentemente il torace del suo compagno.
-"Io..io non sono esperta nel baciare..scusami se trovi buffo il mio modo..ma..sei il primo e..io non so.."- era talmente rossa in viso che Duncan avrebbe giurato che fosse scottante quanto il fuoco. Dettata da un profondo senso di inferiorità, pronunciò quelle parole con una velocità incredibile: lui era così perfetto in qualsiasi cosa facesse, lei così incapace e ingenua in ogni suo gesto, non sapendo invece che erano proprio quelle piccole imperfezioni a colpire il cuore del punk. Non lo meritava, pensava: una ragazza come lei non poteva essere così fortunata. D'altro canto lui, che la osservava con un'avidità mai avuta prima, rise dolcemente non appena udì le preoccupazioni a parer suo infondate.
-"Ma cosa dici? Ti rendi conto che stai farneticando? Non ho mai incontrato una donna che si fa tanti problemi, che non esistono neanche, giuro! "- disse quelle parole tra una risata ed un'altra mentre raccolse il suo viso tra le mani, depositandovi piccoli baci. Anche Gwen rise, arrossendo terribilmente.
-"Sono onorato di essere il primo ad assaggiare le tue labbra, ma darei qualsiasi cosa per essere anche l'ultimo.."- detto questo, in maniera estremamente dolce e seria, congiunse di nuovo le loro bocche, tornando a provare le sensazioni che solo lei riusciva a fargli sentire. Portò poi lentamente le mani sotto la gonna, delineando il profilo delle sue gambe così fini e provocanti. A quel contatto Gwen gemette, mentre lui, soddisfatto, cominciò a torturarle il collo.
-"Sei così irresistibile, piccola.. Mi fai impazzire. "- diceva Duncan tra una carezza e un'altra, completamente rapito dalla sensualità della ragazza, che si faceva trasportare dalla sua voglia di scoprirla. Gwen adorava il suo modo così delicato di coccolarla, con cui le faceva capire il suo amore, da lei corrisposto: era certa oramai, lo amava più di sé stessa, a tal punto di affidargli la sua intera esistenza, convinta di avere di fronte l'uomo che aveva da sempre sognato. Fu così che, aggrappata al suo collo, gli diede una leggera spinta che lo fece allungare sul divano, continuando a riempirlo di baci, per poi passare velocemente a sbottonargli la camicia nera che quel giorno indossava. Istintivamente Duncan sgranò gli occhi, colpito da quella spigliata frenesia che la fanciulla dimostrò con quel gesto, tanto da farlo rimanere impacciato e confuso.
 
Che avesse capito il suo desiderio di possederla completamente?
 
Certo, lo voleva più di ogni altra cosa, ma conoscendola avrebbe giurato che la ragazza si sarebbe ostinata di fronte a un passo così importante e soprattutto così nuovo, per lei. Sapeva quanto ancora fosse troppo casta e pura per quelle determinate cose, per questo motivo la paura di averle inviato un messaggio sbagliato, seppur del tutto errato non fosse, lo assalì facendolo sentire in colpa. Era ovvio, desiderava con tutto sé stesso fare l'amore con lei, ma non voleva costringerla, così cercò di fermarla poggiando una mano sulle sue conserte, posate che accarezzavano il suo torace ormai scoperto. Gwen così aprì gli occhi, tuffandosi in quelli limpidi di Duncan.
-"G-Gwen, ascolta..io non voglio che tu lo faccia per forza, cioè..voglio farlo con te, più di ogni altra cosa però..insomma, non voglio costringerti se non vuoi..io..io posso capirti.."- ostacolato anche dal fiatone, il punk non riusciva ad articolare la frase, cominciando a balbettare e a diventare buffo agli occhi di Gwen, che non appena udì quelle frasi insensate gli sorrise di rimando, capendo quanto innamorato fosse il ragazzo sotto di lei. Era la prima volta che avvertiva una protezione così forte e si sentì quasi spaventata nell'avvertire i loro cuori battere con un ritmo che avrebbe portato di sicuro alla rottura della gabbia toracica. Poteva benissimo avvertire il fiatone smorzato dalla saliva che continuamente mandava giù Duncan, che invano cercava di distogliere lo sguardo dal seno prosperoso della fanciulla. Non lo aveva mai visto così impacciato, ma lei sapeva esattamente cosa fare, a questo punto.
Si avvicinò sensualmente al suo volto, rosso quanto quello di lei, e procedette a mordergli il labbro inferiore con dolcezza, per poi far aderire cauta le labbra con quelle di lui.
-"Nella mia vita ho sofferto tanto, per essere una ragazzina di appena 18 anni, ma ciò mi ha fatto capire che, quando arriva il momento, è giusto seguire il proprio cuore e lasciarsi trasportare da ciò che si vuole veramente. In questo momento io desidero fare l'amore con te, perché sei l'uomo che amo più della mia stessa vita. Sei il mio angelo, arrivato qui da me senza pretendere nulla, ed io non posso aver paura di colui che mi ha salvato la vita per ben due volte. È vero, al locale io mi ostinavo a non concedermi a certe prestazioni con i clienti, ma stavolta è tutto diverso. Io mi fido di te Duncan, cazzo, ti amo, e credo che questo basti per entrambi. Facciamolo adesso, ti prego, tu sei mio.."-.
 Gwen aveva le lacrime agli occhi e tremava come una foglia per l'emozione. Aveva pronunciato quelle parole con una semplicità disarmante che celava una precisa richiesta: restare con lei, e ciò era tutto quello che Duncan desiderava sentire. Senza pensarci due volte, la strinse forte al petto e iniziò a baciarle le guance bagnate dalle lacrime, raccogliendo così la sua richiesta. Poi passò a baciarle il collo, arrivando alla clavicola e abbassandosi sino al seno. Nel frattempo Gwen liberò il ragazzo dalla camicia, gemendo poi quando lui le tolse il vestitino. Successivamente, senza però smetterla di baciarla, invertì le loro posizioni, non lasciandole così alcuna via di scampo. Ma Gwen era felice, desiderosa più che mai di averlo tutto per sé. Poteva sentire la sua eccitazione crescere, quando il suo seno s'alzava e si abbassava a ritmo del suo fiato che diveniva sempre meno.
 
Era ancora troppo giovane, era vero, ma non le importava nulla se accanto avrebbe avuto l’uomo della sua vita.
Ed era così.
 
Le sue coccole la facevano impazzire, rendendola vittima delle sue carezze delicate, ma poi lui,non prima di guardarla intensamente negli occhi, le sfilò anche l'intimo, e lì entrambi poterono giurare di essere giunti in paradiso.
 




 

Angolo dell'autrice "risorta":

Okay. Okay.
Lo so, sono sicura che mi starete odiando per il TROPPO tempo che è intercorso tra il settimo e l'ottavo capitolo.
Prima di tutto mi scuso per il ritardo dell'aggiornamento e per aver sbagliato i conti.
Sì, perchè dissi che avreste avuto il nuovo capitolo a Luglio, programmando di scriverlo per gli inizi, ma non ci sono riuscita.
Come ben sapete, realizzo anche disegni, ed è per questo motivo che ho ritardato così tanto.
Se potessi sdoppiarmi riuscirei ad accontentare chiunque, ma purtroppo questo potere non ce l'ho e l'unica cosa che posso fare è mantenere la parola, nonostante i ritardi.

Dunqueee, a parte questo lieve ritardo, che ve ne pare del capitolo?
Finalmente sapete cosa è accaduto all'uscita del liceo, e soprattutto cosa è successo dopo... <3
Ce ne è voluto per farli dichiarare, eh? Ahah mi piace ritardare questo bel momento :D

Spero davvero che sia rimasto qualcuno che mi segua, perchè se così non fosse posso anche mettermi in un angolino a piangermi addosso...
Ve lo dico perchè col mio ultimo aggiornamento, che coincide con la mia One-Shot "Niente di più incondizionato", ho ricevuto recensione al di sotto della media, e questo mi spiace tanto.

Mi auguro che sia stato solo un episodio, perchè io HO INTENZIONE di continuare la storia.
Attendo i vostri pareri, positivi e negativi, sperando che con questo capitolo mi abbiate perdonata :'3
Vi ricordo di avvertirmi se il capitolo è da considerarsi a rating rosso. E' importante.


Al prossimo capitolo(che non vedrà tutto questo ritardo)! ^-^

P.S: Se volete vedere i miei disegni, questo è il link


Dalhia_Gwen
  
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