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Autore: puf_ilariagalloni    27/07/2014    0 recensioni
Ok, questa roba non so nemmeno da dove sia uscita so solo che un mio amico aveva detto "un giorno ilaria, tu scriverai una di quelle fan fiction masochiste che leggi e sarà su di me e gli altri." Di sicuro non la scriverò su di loro, ma sui miei idoli. Però sul fatto che scriverò una fan fiction ci ha preso. La dedico a quella pazza di Angela e a Francesca, le mie due directioners preferite.
Blythe Prior, diciotto anni è all' ultimo anno di liceo, in una nuova scuola, in una nuova città. Poi la sua vita viene stravolta da Zayn Malik.
"-Tu pensi che sia giusto rinunciare ad amare per non soffrire?-
-Lo pensavo.- mormora lui passandosi una mano tra i capelli.
-Lo pensi ancora?- gli chiedo. Mi rendo conto di avere il tono troppo compassionevole e lo sto guardando come si guarda un cane bastonato. -No.- risponde lui secco.
Resto in silenzio, sono una stupida. Dovevo starci più attenta, Zayn ha ancora il suo orgoglio.
-Sai cosa penso, Blythe?- insorge lui ad un tratto. Scuoto leggermente la testa.
-Penso che l'amore è una cosa per coraggiosi, se cadi, ti devi rialzare, oppure, be' non ti innamoravi.-"
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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1. Strong

E' da quando ho dodici anni che lo faccio. Mi sveglio, nel cuore della notte, terrorizzata da incubi della quale origine non ho idea e invece che correre da zia Harriet, vado in camera di Rose. Camera sua è sempre vuota tanto. Il letto è sempre fatto, nessuno ci dorme da sei mesi. Torna solo d'estate, dal college. Dice che stare là le piace tanto, ma chissà come mai non credo a una parola di mia sorella. Durante le videochiamate sorride, poi qualcuno la chiama e lei mi congeda come al solito:- Ti voglio bene, bocciolo.- Odio questa cosa. E' mia sorella, non la vedo per otto mesi l'anno! Non vuole tornare a casa neanche per le vacanze di Natale; dice che ha molto da studiare. Scuse. Tutte scuse. L'anno scorso è stato il primo anno che ci è andata. E quando è tornata d'estate io e zia Harriet la abbiamo vistasi e no per due settimane. Josh se la tiene attaccata al culo, e Lis la invita sempre ovunque. No, ma se a lei interessasse stare con me e la zia rifiuterebbe gli inviti, o magari li farebbe lei. Non abbiamo una casa impresentabile, tutt'altro. Siamo vicine al centro, poi la casa è nuova. Ma di che sto parlando? Ci siamo trasferiti. La notte quando ho gli incubi adesso non posso fare altro che riaddormentarmi. La camera di Rose non da più sul laghetto dove gettavamo i sassi da piccole. Non c'è il più il piccolo balcone dal quale affacciarsi. Dove sedersi sulla ringhiera e lasciare le gambe a penzoloni con l'aria che solletica le caviglie. Non si può più guardare la luna. Con le sue due facce. Sembra così gentile e sincera la luna. Così bianca da fare male agli occhi, certe notti, e poi quando è piena è ancora più bella. Però anche lei ne ha passate tante, con tutti i suoi buchi e i suoi crateri, le sue sofferenze. Malgrado questo però ogni notte viene a fare compagnia alle stelle. Viene anche se potrebbe non venire e continuare a piangere, se è questo che fa quando in cielo c'è il Sole. E mentre sto lì a guardare la luna e il suo riflesso nell' acqua gli incubi si cancellano dalla mia mente, almeno per il tempo che mi consente di scendere dalla ringhiera, inspirare il profumo della stanza di Rose e tornare a dormire. Non lo potrò fare più. Meraviglioso. E' stato il primo pensiero quando la zia mi ha detto che ci saremmo trasferite. E lo è anche adesso che sono seduta sul davanzale della finestra della mia nuova camera. Dà su una aiuola mezza spoglia, piuttosto malconcia. Però la luna, stasera è calante, si scorge appena dietro alle fronde dei platani che circondano il perimetro della Lancaster Rd. Rose non ha ancora nemmeno dormito in camera sua. Non c'è il profumo di gigli che si porta dietro ovunque vada. Decido che per stasera può bastare. L'aria di notte ha un odore migliore, è meno rarefatta e più pura. Scendo piano dal davanzale e appoggio i piedi umidi sul pavimento. Chiudo lentamente la finestra, rincalzo le tende e torno a dormire.

-Blythe! Blythe! Svegliati!- la voce di Harriet è chiara e squillante. Irrompe in camera mia come un ciclone, ho sempre ammirato quella donna. -Muoviti! Sono le sette!- mi urla nell'orecchio sinistro, quello che non è schiacciato contro il cuscino. Il rumore delle tende che vengono spalancate, Harriet apre la finestra e la luce invade la stanza con prepotenza. Un mugolio mi esce dalla bocca e lei si mette a ridere. - Dai muoviti.- stavolta lo dice con dolcezza e un sorriso le illumina il viso. -D'accordo.- acconsento alzandomi. Dopo essermi fatta la doccia e aver consumato la mia colazione salgo in macchina con lei. Harriet è mia zia. Si occupa di me da quanto suo figlio, mio cugino, più grande di me di dodici anni, è morto. A Harriet non piace parlare di Will. Si chiamava così. Me lo ricordo appena. Perchè aveva la mia età, diciotto anni, quando è morto, e io ne avevo sei. Mi ricordo che mia sorella diceva che era bello. Insieme a lui sono morti mamma e papà. Harriet dice che è colpa di Albert. Albert è il suo ex marito. Lo ha cacciato di casa quando è morto Will. - Se lo avesse portato lui agli allenamenti quel giorno, mia sorella e suo marito non sarebbero morti, e nemmeno il mio Williams.- era così che ce l'aveva raccontata quando gli assistenti sociali avevano accompagnato me e Rose da zia Harriet. Quell' incidente d'auto aveva sconvolto le nostre vite. Un'ora prima eravamo felici e piangevamo se la mamma non ci faceva i biscotti, un'ora dopo piangevamo per la morte dei nostri genitori e avevamo capito cosa voleva dire piangere. Ci amavano, lo so. E noi amavamo loro, così come Albert e Harriet amavano Will, e lui ne era consapevole. All' inizio non riuscivo ad accettarlo, Rose dopo un'anno l'ha superato. Poi sono cresciuta tutt' in una volta e ho capito che le persone vanno e vengono, ma nessuno potrà mai sostituirle. Ho capito che se non ci guardano dall' alto sono morti sapendo di lasciarci in buone mani e va bene così. -Quanto dici che ci mettiamo prima di arrivare?- chiedo ad Harriet. - Non ho intenzione di farti arrivare in ritardo il primo giorno, bellezza, comunque prima di trovare parcheggio almeno un quarto d'ora ci mettiamo.- commenta lei con la solita forza. E' una roccia questa donna. L'ho vista piangere solo due volte. La prima quando ci ha raccontato cos'era successo. La seconda quando ci eravamo già spostate nella cosa dei nostri genitori. A casa di Harriet non c'erano abbastanza camere e poi una volta cacciato via Albert, Harriet era solo una casalinga, avrebbe dovuto chiedere una prologa del mutuo alla banca e lei non aveva intenzione di umiliarsi. Aveva trovato lavoro in una libreria. E ci aveva mantenute tutte e tre così. Una sera avevo avuto un incubo ed ero andata in camera di Rose. Rose dormiva. Poche volte si era svegliata e quelle volte mi aveva lasciato fare. Tornando in camera mia avevo visto la luce accesa nel corridoio di sotto e mi ero affacciata dalle scale. Era in salotto, con una vestaglia indosso, una tazza di qualcosa vuota in mano e un album di fotografie sul tavolino davanti a lei. Proprio difronte alla tv e al camino. Erano passati due anni e mezzo dall' incidente. - Non ci credo c'è un posto libero!- esclama la zia. Si toglie la bandana che le tiene su i ricci e gira lo specchietto retrovisore per per controllare di avere un aspetto presentabile. - D'ora in avanti a scuola ci vieni da sola.- commenta con un sorriso davanti al suo riflesso. Poi mi guarda negli occhi. Abbozzo un mezzo sorriso e lei mette a posto lo specchietto. Scendo dall' auto e le schiocco un bacio sul finestrino. Ok, qua dentro non conosco nessuno e non sono nessuno. Posso farmi una vita da zero. Siamo venute qua per questo no? Per cambiare in meglio, lasciarci alle spalle i ricordi, confinarli in una stanza buia e chiudere a chiave, passare più tempo assieme e diventare più forti.

Chiudo l'armadietto e quando faccio per girarmi e andrmene qualcuno mi prende contro. La ragazza che mi sbatte contro ha i capelli neri e gli occhi scurissimi. Mi guarda come se fosse colpa mia poi invece dice allegra:- Ehi, scusa.-
-Niente.- rispondo sorridendo. -Mi chiamo Summer.- dice tendendomi la mano. Sono un po' confusa ma gliela stringo. Summer, è un bel nome. -Blythe.- rispondo. -In che corso sei?- mi chiede come se ci conoscessimo già. Controllo sul modulo che mi hanno consegnato. -All' ultimo corso.- ammetto. - Anche io!- esclama lei. -Be' allora andiamo.- mi sorride. Ha un bel sorriso. -Sì.- dico. Ci sediamo accanto, ma non prima che lei mi abbia presentato a July. -Lei è July.-
-Ciao.- saluto. July è come Summer. Solamente è bionda e un po' più contenuta. -Sono Blythe. Io e Summer ci siamo "incontrate" nel corridoio.-
-Non ti ho mai visto a scuola.- osserva July. -Sono nuova.- rispondo con una scrollatina di spalle. -Summer! Coprimi!- strilla ad un tratto la bionda. La guardo come si guarda un alieno. - Che cazz...- mormoro. Summer scoppia a ridere. -July! E' solo Liam.- Liam? - Vi dispiacerebbe spiegarmi che succede?- chiedo. -Emh... July ha ... Come dire... Bevuto un tantino troppo due sere fa in discoteca e ha detto delle cosine un po'...- Summer si mette a schioccare le dita come se questo la aiutasse a farle venire in mente l'aggettivo che cerca. -Sconce!- esclama infine. -Esatto quindi c'è un motivo se è meglio che non mi veda!- ribatte quasi urlando July. - Chi è Liam?- chiedo guardandomi intorno. July sporge una manina da dietro la schiena di Summer  e indica un ragazzo castano che sta ridendo con un gruppetto di altri quattro ragazzi vicino alla cattedra. - Loro sono da destra asinistra Niall, Liam, Louis, Harry e Zayn.- spiega la bionda sempre rimanendo dietro la schiena della sua amica. - E li conoscete tutti e cinque?- domando fissando alternativamente il mio sguardo su ognuno di loro. - Sì.- risponde Summer,- Tutti, più o meno a scuola li conoscono. L'anno scorso Zayn e Harry si sono fatti bocciare insieme. Nessuno sa se apposta o meno, fatto sta che gli altri tre sono delle docili pecorelle in confronto al riccio e a Malik.- Sposto lo sguardo su di loro. Il ragazzo riccio con gli occhi verdi ha un sorriso che conquista non c'è che dire, invece il ragazzo con la carnagione più scura mi lascia un attimo imbambolata. - Zayn Malik...- mormoro -L'ultimo a sinistra, con il giubbotto scuro, vero?- -Sì- rispondo July allungando la testa per vedere Liam. Quando lo vede sospira. Summer mi lancia uno sguardo di intesa e poi alza gli occhi al cielo. In effetti Liam non è per nulla male. Il mio sguardo passa dal biondino con gli occhi color del mare a Zayn. In quel momento i suoi occhi incontrano i miei, sento un brivido percorre la spina dorsale. Il color miele dei suoi occhi si illumina e solo dopo mi rendo conto che sta ghignando. Summer mi prende per un braccio. -Sbaglio o... O Malik sta venendo verso di noi?- July trattiene il respiro e poi risponde:- No, non sbagli, porca merda.-


















 

Hey, ciao a tutti, questo è il primo capitolo della mia prima ff; spero che vi piaccia. 
Se vi piace magari recensite positivamente. 
Lei è Miley, che nella storia sarebbe Blythe,
quindi Blythe ha l'aspetto di Miley :)
Io adoro Miley, sia com'era prima sia com'è adesso! ^-^
La prossima volta metterò la foto di Summer e la volta dopo di July
Spero che vi piaccia la mia fan fiction.
Bad Luck, Ilaria <3

  
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