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Autore: Kim_HyunA    27/07/2014    3 recensioni
Anche rimanere così, abbracciato stretto a lui, era appagante, ma ormai riuscire a distrarre l’altro ragazzo era diventata una questione di vitale importanza.
Iniziò a dargli una serie di baci, partendo dal suo collo, per poi scendere alla spalla e raggiungere quasi una clavicola. Era convinto che presto l’altro avrebbe ceduto e gli avrebbe dato tutta l’attenzione che merit—.
“Jjong, seriamente, ho da fare.”.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Io odio la sessione estiva.”.
 
Jonghyun chiuse il libro con un rumore sordo e represse l’irrefrenabile voglia di scaraventarlo fuori da una finestra.
 
Studiare non era mai stata la sua passione, ma doverlo fare in estate non gli sembrava altro che pura tortura. Avrebbe semplicemente voluto poter dormire fino a tardi e passare le sue giornate senza fare nulla di particolare, girando per le strade della città o rifugiandosi in un qualche centro commerciale a sorseggiare un rinfrescante frullato.
 
E invece no.
 
Era costretto a stare seduto ad una scrivania con trecento e più pagine che aspettavano ancora di essere lette, ma il suo cervello aveva deciso che non avrebbe collaborato per quel giorno — beh, anche il giorno prima non era andata tanto meglio.
 
Inoltre, il caldo non lo stava aiutando per niente. La sua fronte era coperta da un leggero strato di sudore e continuare a bere non sembrava avere nessun effetto.
 
Appoggiò il mento sul dorso della mano e sbuffò.
 
Gli sembrava di impazzire.
 
Si voltò verso il ragazzo che era seduto a pochi centimetri da lui, decidendo che fissarlo sarebbe stato un modo molto più produttivo di trascorrere il pomeriggio.
 
Osservò come le sue labbra erano contratte in concentrazione, o come i suoi occhiali erano appoggiati sul suo piccolo naso. Erano dettagli così irrilevanti, eppure non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
 
“Kibum~ Andiamo a fare un giro?” Jonghyun chiese speranzoso, sentendo che sarebbe esploso se fosse rimasto un attimo di più in mezzo a tutti quei libri e appunti.
 
L’altro non alzò nemmeno lo sguardo, troppo occupato a decifrare una strana tabella, e, con un veloce movimento dell’indice, si sistemò meglio gli occhiali.
 
“Lo sai che non possiamo. Gli esami si stanno avvicinando e devo studiare.”.
 
Jonghyun aveva sempre apprezzato il suo forte senso del dovere, forse perché era qualcosa che a lui mancava, ma in questa situazione avrebbe di gran lunga preferito che facesse qualche strappo alle sue rigide regole.
“Dai, almeno un’oretta di paus—.”.
 
“Shhh, non insistere. Mi stai distraendo.”.
 
Sporse un labbro gonfiando le guance. Era certo che se l’altro avesse notato il suo famigerato sguardo da cane bastonato, avrebbe sicuramente cambiato idea.
 
O forse si sarebbe guadagnato un pugno.
 
Era meglio non rischiare.
 
Iniziò a tamburellare le dita sul tavolo, chiudendo gli occhi e seguendo un ritmo che esisteva solo nella sua mente.
 
Pochi secondi e ricevette una sonora manata da parte di Kibum per farlo smettere.
 
Aveva un assoluto bisogno di distrarsi. E non sarebbe stato davvero lui se non avesse trascinato con sé anche Kibum. Distrarsi in due aveva tutto un altro fascino.
 
E soprattutto, infastidirlo era il suo lavoro.
 
Gli si fece più vicino, fino a quando le loro gambe non entrarono in contatto, e gli strinse le braccia intorno al corpo.
 
Senza prestargli troppa attenzione, Kibum si limitò a trattenere il fiato per qualche secondo, probabilmente era stato colto di sorpresa da quel gesto inaspettato.
 
Ma avere attenzione era tutto ciò che voleva Jonghyun e appoggiò il mento sulla sua spalla, guardando contrariato il libro che apparentemente sembrava molto più importante di lui.
 
Chiuse gli occhi per un attimo, concentrandosi solo sul petto di Kibum che si muoveva sotto le sue braccia e sul rumore della matita che scorreva sotto le parole. Anche rimanere così, abbracciato stretto a lui, era appagante, ma ormai riuscire a distrarre l’altro ragazzo era diventata una questione di vitale importanza.
 
Inclinò il viso, lasciando che le sue labbra si poggiassero con delicatezza sul collo di Kibum. Era caldo, praticamente bollente per colpa di quell’afa soffocante, ma non gli importava.
 
Iniziò a dargli una serie di baci, partendo dal suo collo, per poi scendere alla spalla e raggiungere quasi una clavicola. Era convinto che presto l’altro avrebbe ceduto e gli avrebbe dato tutta l’attenzione che merit—.
 
“Jjong, seriamente, ho da fare.”.
 
Il suo tono risoluto non piacque per nulla al biondo, che decise di mostrare quanto fosse contrariato mordendogli una spalla.
 
Fece finta di essersi rassegnato poggiando nuovamente con fare innocente il viso contro di lui, ma non passò nemmeno una manciata di secondi che la sua mano scivolò intorno al suo fianco, infilandosi sotto la sua canotta. Prese a solleticarlo con le dita e fu una soddisfazione quando riuscì a strappargli una leggera risata.
 
“Ma perché ti sopporto ancora?” chiese Kibum più a se stesso che all’altro, prendendosi la testa tra le mani e facendo un respiro profondo.
 
Jonghyun ridacchiò. Sapeva di essere insistente, persino fastidioso qualche volta — anzi, molto spesso — ma sapeva anche che era uno dei tanti motivi per cui era apprezzato.
 
“Fammi finire almeno il capitolo, ok?”.
 
“Ok.” aveva risposto forse troppo in fretta l’altro, sbattendo ripetutamente gli occhi come se volesse trasmettere un’idea di innocenza. Ma era certo che Kibum non l’avrebbe bevuta. Era un pessimo bugiardo.
 
Fece trascorrere qualche minuto, come se volesse davvero dare la sensazione che sarebbe rimasto buono in attesa, ma rimanere fermo e in silenzio non apparteneva davvero alla sua natura, e non ci volle molto prima che venne meno alla sua promessa.
 
Appoggiò una mano sulla gamba dell’altro, con le dita che tracciavano figure circolari sulla sua coscia.
 
Era così piacevole sentire la sua pelle nuda.
 
Ecco un aspetto positivo dell’estate: Kibum indossava pantaloni corti che gli lasciavano scoperte le gambe. E tutto questo naturalmente non aiutava in alcun modo la concentrazione di Jonghyun.
 
Era partito come un gesto innocente, ma non sarebbe stato davvero se stesso se non si fosse spinto un po’ oltre.
 
Salì piano, in modo così lento che l’altro non potesse accorgersene se non a malapena. E quando arrivò al cavallo dei suoi pantaloncini, era troppo tardi per fermarsi.
 
“Chiudi quel libro Bum.” sussurrò invitante ad un suo orecchio, mordendogli l’estremità superiore.
 
L’altro respirò più profondamente, forse esasperato dalla sua insistenza o forse perché le sue dita si erano strette intorno al suo membro da sopra i pantaloni.
 
“Ecco, mi hai distratto. Sei contento ora?”.
 
“Molto.”.
 
Attaccò ancora una volta il suo collo, questa volta con meno esitazione, perché ormai sapeva che l’altro non si sarebbe più arrabbiato con lui per la piega che stava prendendo la situazione.
 
Adorava mordicchiargli la pelle e passarci poi subito la lingua come ad alleviare il fastidio che gli aveva procurato. Gli piaceva sentire il suo respiro che si mozzava in gola quando era attraversato dal piacere. Ma più di tutto, amava sentire come diventava duro sotto le sue dita, solo grazie a lui.
 
Sentiva caldo, e non era solo per la temperatura di quella torrida giornata. Si sfilò velocemente la canottiera, rimanendo a torso nudo e guadagnandosi un’occhiata interessata da parte di Kibum che, forse inconsciamente, si passò la lingua sulle labbra secche.
 
Jonghyun non cercò nemmeno di reprimere il sorriso soddisfatto che gli attraversò il volto e decise che era arrivato il momento di fare il passo successivo, infilandogli una mano nei pantaloncini.
 
Nel frattempo portò l’altra mano alla sua nuca, attorcigliando le dita tra i capelli castani. Lo baciò, prima semplicemente muovendo le labbra contro le sue, poi fece scivolare la propria lingua nella sua bocca, intrecciandola alla sua.
 
I gemiti appagati che uscivano dalla sua gola finendo inghiottiti nella bocca di Jonghyun erano una delle migliori soddisfazioni. Adorava poterlo far sentire così.
 
E più il bacio si faceva caldo e movimentato, più le sue dita si facevano insistenti intorno alla sua pelle.
 
Se possibile, gli si fece ancora più vicino, le gambe attaccate e i petti quasi uniti.
 
“Dovremmo metterci più comodi.” suggerì, alludendo al letto che era dietro di loro.
 
“Jonghyun, sei tutto sudato. E fa caldo.”.
 
“E quindi?” chiese, come se il fastidio di avere la pelle appiccicosa a causa del sudore non fosse per niente rilevante, e, succhiando con più forza sul suo collo, mise a tacere qualsiasi tentativo di protesta.
 
 





Era passato qualche giorno e il caldo si era fatto ancora più soffocante.
 
Jonghyun bevve un lungo sorso dalla sua bottiglia di acqua fredda, ma era certo che sarebbe morto di lì a poco se non avesse fatto una pausa dallo studio e non si fosse buttato sotto una doccia ghiacciata.
 
Guardò Kibum.
 
“Io odio la sessione estiva.”.
 
 

 
--
A/N: eeeeh la sessione estiva è proprio una brutta bestia
 
mi sa che per questa volta non ho niente da dire, quindi chiudo subito qua wow, siamo di molte parole oggi
 
grazie per aver letto^^
  
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