Perchè il tempo volava così?
Possibile che mancassero già solo tre ore?
No, lui non era pronto.
Assolutamente no.
Non ce l'avrebbe mai fatta.
Doveva calmarsi.
Uscire dal covo.
Andare a casa.
Prepararsi e correre a prendere Felicity.
Tutte cose fattibili.
Tranne che per il calmarsi.
Come si faceva a fermare questo cuore impazzito?
E quella testa?
E quei pensieri che ormai avevano vita propria?
No basta.
Doveva smetterla di pensare a quello che sarebbe successo dopo la cena.
Non ci era ancora nemmeno uscito e lui pensava già a quello che sarebbe successo dopo.
Ma che gli prendeva?
Lui non era così.
O almeno non lo era più.
Dov'era finito l'Oliver composto e controllato?
Beh, a quanto sembrava Felicity l'aveva mandato al diavolo per questa versione di lui molto meno controllata e decisamente meno composta.
Oh adesso basta.
Doveva ricomporsi davvero.


Girò per il covo raccogliendo le sue cose con l'intenzione di andare a casa a prepararsi.
Spense tutto e salì le scale a due a due.
Si chiuse la porta del covo alle spalle e si affrettò ad uscire dal Verdant.
Una volta in strada si diresse verso la macchina.


'Finalmente ci siamo, eh?'
Oliver si voltò di scattò.
Non aveva nemmeno bisogno di voltarsi per riconoscere quella voce.
La conosceva fin troppo bene.
'A cosa ti riferisci Diggle?'
'Andiamo.. cosa pensi che sia stupido?.. Pensi che non abbia notato tutte quelle occhiatine tra te e Felicity?'
'Continuo a non capire dove vuoi arrivare'
Ma come diavolo faceva?
Aveva cercato di non destare il minimo sospetto.
Non perchè non si fidasse di Diggle,più che altro per una questione scaramantica.
Si, era anche scaramantico per colpa di Felicity.
'Al fatto che stasera hai un appuntamento con qualcuno che entrambi conosciamo abbastanza bene'
Diggle sorrideva sornione, come se avesse vinto la più importante delle sue lotte.
'Dig io non ho la più pallida idea di come tu faccia..'
'Segreto. Allora?..Perchè non me l'hai detto?'
'Non lo so, forse perchè sono già troppo sulle spine di mio, non avevo bisogno anche del discorso del fratello maggiore adottivo della ragazza con cui devo uscire'
'Non ti farò un discorso da fratello protettivo Oliver, volevo solo darti un in bocca al lupo'
I due si guardarono.
Entrambi sorrisero.
'Grazie Dig'
Oliver girò su se stesso e fece per andarsene.
'Ah Oliver..'
Queen si girò guardandolo.
'Se la fai soffrire ti ammazzo'
Ne era sicuro.
Aspettava quelle parole con ansia.
Avrebbe messo la mano sul fuoco che Dig l'avrebbe avvertito.
Oliver sorrise.
'Niente discorso da fratello protettivo eh?'
'Non ho resistito'
A quel punto entrambi si salutarono con un cenno del capo.
Oliver guardò l'orologio prima di salire in moto.
Dannazione era tardissimo.
Doveva sbrigarsi.


Era pronto.
E con sua enorme soddisfazione era in perfetto orario.
Si guardò un ultima volta allo specchio.
Era soddisfatto anche del proprio abbigliamento.
Aveva indossato un abito grigio che gli fasciava perfettamente il corpo.
Fino a quel momento tutto procedeva perfettamente.
Certo, se non si contava l'ansia che cresceva ogni minuto di più.
 Uscì di casa e prese la macchina.
Arrivò sotto casa di Felicity con 10 minuti di anticipo.
Le mani dovevano smetterla di sudare.
I pensieri dovevano fermarsi.
Il piede doveva smetterla di tremare.
E no, non doveva pensare a quanto Felicity sarebbe stata bella quella sera.
Lo era sempre.
Ma stasera la vedeva con occhi diversi.
Con occhi più consapevoli.
Poteva farcela.
Doveva farcela.
Scese dalla macchina.
E tutto quello che successe dopo annullò ogni pensiero.
Ogni paura.
Ogni ansia.
Vide Felicity scendere le scale del suo palazzo e tutto tornò al proprio posto.
Non doveva essere nervoso.
Perchè lei era lì.
Perchè lei era quella con la quale era sempre stato se stesso.
Da lei non si era mai nascosto.
E non lo avrebbe mai fatto.
Lei era il posto sicuro.
Sapeva di casa.
Di famiglia.
Di amore.
Ed era dannatamente bella nel suo vestito rosso.
I capelli sciolti.
Gli occhi lasciati liberi dagli occhiali.
E il sorriso che le risplendeva sul volto.
Quel sorriso che portava l'immancabile marchio di Felicity Smoak.
Le andò incontro non staccando mai gli occhi da quelli di lei.
Le prese la mano.
L'accompagnò alla macchina e le aprì lo sportello.
Ma prima che lei potesse sedersi, Oliver le sfiorò l'orecchio con le labbra.
'Sei bellissima'
Le disse.
E quel semplice contatto, per nulla casuale, e quelle due parole fecero rabbrividire entrambi.
Salirono in macchina e calò il silenzio.
Ognuno perso nei proprio pensieri.
Nei propri desideri.
Ognuno con le proprie aspettative.
Ognuno perso negli occhi dell'altro quando questi si incontravano per pochi secondi che a loro sembravano millenni.
Si prospettava una serata per niente semplice.
Ma del resto, il primo appuntamento con la donna della propria vita, non poteva di certo essere una passeggiata.






Eccomi qui, di nuovo.
Ormai aggiornare ad orari improponibili è diventata un'abitudine.
Parlando del capitolo, beh, che dire. Non so nemmeno io se mi convince o no. Ci ho lavorato un'intera giornata e questo è il risultato.
Mi farebbe davvero tanto piacere sapere cosa ne pensiate voi, quindi recensite.
Penso che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, quindi, corro a scrivere:)
Un bacio a tutti, a presto!

P.S. Grazie a chi ha letto e recensito il capitolo precedente. Mi sono sentita meno sola sapendo che non ero l'unica che sclerava per quel trailer *-*