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Autore: Evilcassy    28/07/2014    4 recensioni
E' passato un anno e mezzo dagli eventi di TS:W, e di Loki, improvvisamente, si perdono le tracce.
Nessuno sa che, su Nifleheim, vive proteggendo la Creatura il cui dominio, secondo una profezia delle Norne, sarà superiore a quello di Odino.
Ma le nubi non possono celare per sempre il Regno delle Nebbie dallo sguardo dell'Universo, né la Terra può sperare di scampare alla vendetta di Titano.
I destini di Loki, e dei Sette Vendicatori dovranno incrociarsi di nuovo.
Complicandosi ulteriormente, come se non lo fossero abbastanza...
[Sequel di The Seventh e The Seventh: Winter]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:

Hellraiser

 

 

Part 10: Clearin'

 

Chapt. 20: Balancing the Strike

 

Per questo è importante lasciare che certe cose se ne vadano. Si liberino. Si distacchino. Gli uomini hanno bisogno di comprendere che nessuno sta giocando con carte truccate: a volte si vince, a volte si perde.

[Paulo Coelho – Lo Zahir]

 

 

Il modo in cui le ore diventano infinite, quando si attende qualcuno con ansia, è una tortura.

Associato ad un costante prurito di una gamba ingessata e costretta all'immobilità sul divano da quattro occhiatacce della propria migliore amica, è paragonabile alla Maledizione Cruciatus potteriana.

Di grazia che ho una discreta inventiva, nel cercare distrazioni.

E qual è il modo migliore per distrarsi quando hai davanti due notevoli figoni fisicamente irraggiungibili?

"Mano destra sul rosso!"

Twister.

Benedetta sia la lista pressoché illimitata di giochi nello StarkPhone con proiettore olografico e benedetta soprattutto la mia capacità di convincimento - e la pena che lo stato di inferma può suscitare - che ha indotto Clint e Steve a cedere e a giocare per mio mero diletto visivo.

Steve si allunga per appoggiare la mano sul cerchio rosso, Clint per fare lo stesso è costretto a scivolare sotto il suo petto: "Capitano, non muovere un muscolo" Si raccomanda. Lui, arcuato sulla schiena di Clint, alza lo sguardo e incontra il mio ghigno divertito, arrossisce di colpo e brontola un: "Non mi piace questo gioco" di generale disinteresse.

 

"Mi sento un po' come Cleopatra davanti a Cesare e Marcantonio che litigavano per lei." Ridacchio con Natasha, davanti ad una birretta fresca.

"Storicamente inaccurato, ma rende l'idea. Mi lasceresti quello più basso?"

Faccio ruotare la lancetta segnacolori: "Piede destro sul verde!" Sbuffando, Clint è praticamente costretto a fare una spaccata; e Steve a mantenere un equilibrio precario per non cadergli addosso: "Se sopravvive."

"...Inizia a non piacere neanche a me questo gioco."

"Io non dovrei, ma ammetto di trovarlo avvincente." Tony si presenta nella stanza con un bicchiere di scotch ed un ghigno divertito. Clint lo invita a partecipare, se gli piace così tanto, e lui gli ricorda che è un padre di famiglia: "Non le faccio più certe cose."

"C'è sempre una prima volta."

"Come siamo espliciti oggi, Capitano!"

"Ok, perfetto. E dopo questo direi che il gioco è finito." Steve si alza di scatto, abbandona uno stramazzato Clint sulla proiezione olografica e si allontana con il cellulare in mano.

"Vai a chiamare la tua fidanzata, Rogers? Sensi di colpa?" Sorseggiando il suo scotch, lo segue con lo sguardo attraverso il corridoio: "Hey! Da quando in qua alza il medio? Ragazze, voi due esercitate una pessima influenza sul Capitano."

"Ha fatto tutto da solo" Sospira Natasha. "Si chiama esasperazione, ne sai qualcosa?"

"Uhm, sì. A proposito, Addison, Pepper ha appena chiamato: saranno qui tra pochi minuti."

"È un modo carino per dire 'metti via la birra?'"

"Più un invito implicito a finirla tutta d'un fiato. Ne avrai bisogno."

 

 

 

Mentre Maria spegne i motori dell'elicottero mi chiedo se il rumore non l'abbia spaventata; ma quando i portellone si apre ed Hela compare in braccio a Darcy ha le orecchie coperte dalle cuffie antirumore e l'aria più tranquilla del mondo: con tutto lo scombussolamento di questi giorni, probabilmente il viaggio in elicottero non potrà che essere sembrato una gita fuori programma.

Pepper fatica a trattenere Howie per una mano e lo lascia andare solo quando si rende conto che c'è Tony, ad aspettare il suo MiniMe con un ginocchio a terra e le braccia aperte vicino alla vetrata che ci separa dalla pista di atterraggio della StarkTower.

Poi scende Thor - inzuccandosi contro il portellone come al solito - e si volta a porgere la mano a Jane per aiutarla.

Bruce accoglie il gesto con un placido e rassegnato "Ah"; poi inforca gli occhiali e cercando di non dare nell'occhio scivola fuori dalla Lounge.

Lo noto a malapena, perché la mia attenzione è tutta calamitata da Darcy, che si avvicina alla vetrata con Hela in braccio, togliendole le cuffie antirumore ed appoggiandola sul parquet d'ingresso: "Guarda, Hela, guarda che c'è la mamma!"

E lo sguardo spaesato della bambina trova il mio e si illumina.

Mi sorride - è come me la immaginavo - e si mette a correre sculettando goffa, con le braccine protese in avanti; schiva per un soffio l'angolo del tavolino, quasi inciampia su una piega del tappeto, ed infine arriva a portata delle mie braccia: la sollevo e la stringo, lei ridacchia e mi afferra i capelli - ahia - spostandosi sul grembo mi urta la gamba -ariahia - saltellando di gioia mi rifila una testata sul naso - gioia mia, ma sei stata in un Osservatorio Scientifico o dal Maestro Miyagi? - e il profumo di borotalco che mi ero sempre immaginata è più di cacca.

"L'emozione" Giustifica Darcy "Vado a cambiarla."

Vorrei fare io, ma tra gesso e stampella sono piuttosto impedita: "Ti do una mano" Insiste Darcy: "Ormai ci sono abituata, sono la sua tata preferita!"

Mi alzo dal divano a più riprese e le faccio strada stampellando verso il Lair: "Davvero? La tua tariffa?"

"Possiamo accordarci. Dopo che avrai saldato gli arretrati.."

Ecco, lo sapevo che c'era la fregatura.

 

 

Dal mobile bar Clint versa un giro di whiskey a Maria: "La tua ragazza mi sembra piuttosto presa con la bambina, vedo."

"Già. E visto l'andazzo riproduttivo della zona, mi toccherà bombardarmi di contraccettivi come un'eterosessuale. Che tristezza!"

Jane lascia cadere il borsone a terra e si guarda intorno: "Qualcuno ha visto Bruce?"

 

 

"Accidenti! Lite in famiglia per caso?"

Nessuno ha - ovviamente - sistemato il Lair: l'aria che entra dalla vetrata frantumata ha spinto le schegge ed i frammenti contro la parete e asciugato le pozze d'acqua degli sprinkler dell'antincendio. il bancone della cucina è così sgombro da sembrare fuori luogo e la brocca che io e Loki avevamo urtato è ancora per terra.

Nell'angolo vicino alle scale c'è il trespolo vuoto di Morrigan.

Ecco com'è la quiete dopo la tempesta: Frantumi e puzza di bruciato, vuoto e silenzio.

Ecco cosa resta della mia vita, come la conoscevo. Come la amavo.

Indico a Darcy la breccia annerita nell'edificio di fronte, illuminato dalla luce aranciata del tramonto: "Ci si è infilato un elicottero, lì dentro."

"Oh. Deve aver fatto un bel botto."

Oh sì. E se non fosse stato per i riflessi di Loki ora mi starei ancora togliendo schegge di vetro dal culo.

"Andiamo, possiamo cambiarla nel bagno.”

 

Fuori dai calzoncini a palloncino, le gambe di Hela mi sembrano più paffute: "La piscina le mette una gran fame." Spiega Darcy "E poi abbiamo scoperto la pizza, non è vero?" Si china su per strofinare il naso contro il suo e mi causa una piccola fitta di gelosia. È una confidenza che dovremmo avere io o Loki, non un'estranea. La faccio spostare con un colpo di fianchi e mi sostituisco a cambiare mia figlia sul fasciatoio.

Quando mi restituisce il suo sorriso mentre le apro il pannolone - Oddio che schifo! Ecco a che servono le babysitter - tutto il resto sparisce: balbetta il mio nome e batte le manine mentre la pulisco - e rifilo il malloppo a Darcy - si allunga per alzarsi e io mi chino a farle le pernacchie sulla pancina liscia facendola ridere come una matta.

"Sì, non è stranissima senza ombelico?"

E levati!

 

 

"Vietato bussare - innervosisce lo scienziato"

Jane legge il cartello appena in tempo: le dita erano già piegate sul vetro che separa il corridoio dal laboratorio. Guarda la schiena di Bruce dall'altra parte, chino su un ventaglio di vetrini sotto il neon della lampada da tavolo e poi di nuovo la cornice della porta: un'altra nota, più piccola, le suggerisce di premere un pulsantino bianco e attendere pazientemente la risposta.

Ad alzare la testa Bruce ci impiega qualche secondo, si volta verso l'entrata e ricambia il saluto con un cenno del capo, poi sblocca l'apertura della porta con un telecomando.

"Ciao!"

"Ciao."

"Non ti concedi proprio un attimo di respiro, eh!"

Lui alza una spalla: "Non sono l'unico science-addicted in questa stanza."

"Già, ma io non sminuzzo organismi biotecnologici alieni, né mi trasformo in qualcos'altro."

"Beh, sì. Quello è una mia prerogativa." Sospira, aggiungendo un sarcastico: "Ci tengo così tanto..."

Jane prende uno sgabello, li appoggia vicino a lui e ci si siede sopra: "C'è qualcosa che non va?"

Bruce scuote la testa: "No, davvero. Sto solo analizzando queste molecole che ho raccolto sui -ahem - resti di Ultron e..."

"... è così urgente?"

"Lavorare mi aiuta a non pensare."

"C'è qualcosa in particolare a cui non dovresti pensare?"

"Se non voglio pensarci significa che non voglio neppure parlarne. E devo sviluppare l'equazione di..."

Lei appoggia una mano sulla sua: " È a causa di Thor, non è vero?" Bruce chiude gli occhi e trattiene un istante il respiro, poi riprende a maneggiare i suoi vetrini. “È tornato a Nevada Field solo per Hela, non era minimamente interessato a me né io a lui. Voleva andarsene subito, è rimasto solo perché la Hill ci ha detto che sarebbe arrivata per portarci qui."

"Però in volo avete fatto pace."

"Ci siamo comportati in modo civile: è una cosa di cui ne è capace persino lui."

"Incredibile, eh?"

"Bruce...!"

Lui si toglie gli occhiali e li appoggia al tavolo: "Quindi rivedere il tuo bellissimo ex, non più rancoroso e anzi civile e gentile nei tuoi confronti non ti fa nessun effetto?"

"Da come lo descrivi sembra piacere più a te che a me." Finalmente a Bruce scappa un mezzo sorriso: " È il mio bellissimo ex, con cui è finita per due motivi: il primo è perché il futuro non si prospettava come volevo io, ed il secondo motivo sei tu. Vuoi ficcartelo in testa, o c'è troppa roba lì dentro per memorizzare anche questo?"

Chinandosi Bruce prende le mani tra le sue: "E tu vedresti invece un futuro con me?" chiede in un sussurro, avvicinando il viso al suo.

"Vedo il presente: il periodo che preferisco"

Sulle sue labbra, Bruce sorride: "E nel presente vuoi vedere anche un'altra cosa?"

"La reazione delle molecole di Ultron a stimolazioni elettriche?"

"Chimiche."

"Oh Bruce...!"

 

 

Sì, lo so che è una bambina e non un cane.

Però con una gamba ingessata fin sopra il ginocchio trovare un gioco diverso non è così semplice.

Perciò con un "Corricorricorri!!" lancio la sua palla di plastica colorata lungo la moquette della sala cinema e mentre lei sculetta velocemente per prenderla mi lascio scivolare a terra, con la gamba ingessata stesa e le stampelle di fianco.

Hela recupera la palla, corre indietro per portarmela urlicchiando, inciampa sui piedini nudi e vola praticamente tra le braccia. La sollevo e la alzo lasciandomi cadere all'indietro e con il ginocchio sano la tengo in alto facendole fare l'aeroplanino. Lei mi molla la palla sul naso - ahi - e ride ancora più forte, sfiorando il livello degli ultrasuoni, lasciandosi muovere e cercando di imitare il mio 'brruuuuummmm'.

Dai, se va così non è neppure malaccio, no?

"Adie, non è che potresti venire un attimo?"

Se poi la mia babysitter mi lasciasse in pace a socializzare con mia figlia, sarebbe il massimo.

"Darcy, vorrei restare-"

"Tutte e due, dovreste venire tutte e due." La guardo, nella fessura tra la porta e lo stipite mi sembra pallida e piuttosto nervosa. "Per favore."

Oh.

Lo stomaco mi si serra in una morsa improvvisa. Sapevo che il momento sarebbe arrivato, ma di certo non mi aspettavo così presto.

Certo che qui non si può mai star tranquilli.

Appoggio Hela a terra e mi rialzo puntellandomi sulle stampelle: "Andiamo, papà deve essere tornato."

 

 

 

Il modo in cui si sono disposti al suo arrivo lo fa quasi sorridere: suo fratello, Natasha, Barton e la Hill si sono piazzati a fissarlo di fronte, ai piedi dei tre gradini che portano alla vetrata della piattaforma di atterraggio.

Quasi fosse quasi un predicatore pronto a pontificare - o un avvocato pronto a sciorinare un'arringa a favore dell'imputato indifendibile.

Lady Stark invece si è defilata - elegantemente come al solito, la classe di quella donna è ammirevole - nel salottino di fianco con il figlio, proponendogli distrazioni per farlo desistere dall'intento di tornare nella Lounge.

Tra loro e la porta con l'immancabile aria presuntuosa, Tony che alza il bicchiere verso la porta d'entrata quando si apre: "Stavamo parlando giusto di te, Cornacchietta."

Addison ha i capelli legati e una vistosa fasciatura alla gamba, che sale sopra il ginocchio. Entra nella stanza sorreggendosi su due grucce e senza aggiungere altro allo sguardo con cui incontra il suo.

Sa tutto.

E non è disposta a soprassedere.

Loki si umetta le labbra e decide che per prima cosa è meglio chiedere: "Stai bene?"

"Una favola" risponde secca. Non abbassa lo sguardo, non gli concede un'espressione, e riesce a tenerlo completamente a distanza solo con i suoi occhi.

Con la coda dell'occhio cattura una mezza piega divertita nella faccia di marmo di Barton e soffoca a fatica l'istinto di defenestrarlo.

Ritenta: “Pensavo che saresti scesa negli Inferi a fare il diavolo a quattro, ma in effetti con quella gamba-”

Morrigan è morta. Non posso più teletrasportarmi.”

Il mezzo ghigno sulle labbra di Loki si incrina e si spegne. “Mi dispiace.”

Addison non risponde.

Tutto il gelo che lei può creare.

Poi, tra le sue grucce fa capolino la testina di Hela e il cuore di Loki manca di un battito: lo guarda spalancano gli occhioni verdi ed allunga le braccia urlando un altissimo "Pa-pà!"

È la perfezione, nel suo vestitino giallo che gli corre incontro a farsi stringere, bella e luminosa con le piegoline nelle gambotte ed i dentini che spuntano tra le labbra rosse.

Le è mancata così tanto che il rivederla è quasi doloroso.

Non sai cosa ho fatto, per te. Non sai cosa farei per te.

"Mi pare più pasciuta."

"Ha scoperto la pizza" Si lascia scappare Darcy, mantenendo comunque una distanza di sicurezza ed arretrando di un passo quando si ritrova addosso una sua mezza occhiata: “È stata Jane a dargliela."

Loki torna a guardare la sua bambina, non si stancherebbe mai di farlo: Non sono passati che pochissimi giorni, a lui sembrano mesi e mesi.

Tutto, per te. Farò di tutto, solo per te.

 

 

Quasi non sente Addison chiedere ai suoi amici di lasciarli soli, è la voce di Stark a riportarlo appena alla realtà: "No."

"Tony, per favore."

"Questa è casa mia, l'hai dimenticato?" Si avvicina al mobile bar ostentando tranquillità e si versa un altro sorso di liquore: "Sono esageratamente curioso di vedere come andrà a finire. È come una di quelle soap operas di Telecinco, quelle farcite di così tanti pessimi colpi di scena da risultare imperdibili, nel loro essere così trash. Capite cosa intendo?"

Barton annuisce, Thor scuote la testa liberando una cascata di treccine crespe sulle sue spalle: Loki non riesce a trattenere una smorfia di disgusto.

"Che c'è?"

"Rammenti quando mi ingegnavo per coprirti di ridicolo? Ecco, non sarei mai arrivato a tanto."

"Sono..."

"...disgustosi."

"Non su Midgard." Thor cerca conferma negli occhi dei presenti. Trova un blando cenno affermativo da parte di Natasha, mentre Barton preferisce guardare fuori dalla finestra e Tony suggerisce che cambierà idea quando inizieranno a puzzare come quelli di una capra "Tra un paio di settimane."

"Io e Loki dovremmo parlare." Insiste stancamente Addison.

"Prego, fate pure."

"Addison" interviene la Hill: "Non ci sembri in grado di... uhm - sostenere fisicamente una discussione" abbassa ulteriormente la voce e si avvicina per precisare: "con lui."

"Oh, ma per favore!" Sbotta invece lei. Fa dietrofront ticchettando con le grucce e gli chiede di seguirla: "Andiamo a parlare a casa mia - o quel che ne resta, almeno..."

 

 

La prima volta che Loki era entrato nell'appartamento nuovo di Addison si era sentito quasi spaesato da tanto spazio dopo più di un anno passato a vivere in un'angusta grotta.

Si era riabituato presto ad avere lussi e comodità a sua disposizione, anche se non aveva mai sentito quell'ambiente suo: ma tant'è, lui era comunque un ospite. Sgradito, tra l'altro.

Eppure mentre ne varcava la soglia seguendo i passi claudicanti della ragazza, la sensazione di stordimento era ritornata, acuita dai detriti che ingombravano e rovinavano il soggiorno.

"Non appoggiare Hela a terra.” È l'inutile raccomandazione di Addison: "Andiamo al piano di sopra, non ci sono stati danni."

"Aspetta."Si sposta Hela su un fianco e richiama la sua attenzione sulle dita della mano libera, avvolte in una luce verde chiaro: "Ti piace vedere papà usare la magia, vero?" Muove lentamente la mano come a raccogliere qualcosa per terra: i vetri per terra vibrano e poi si alzano seguendo il movimento verso l'alto del palmo. Loki muove le dita ed i vetri tornano sulla finestra e si ricompongono. Un ultimo gesto e le crepe si chiudono una dopo l'altra. Loki lascia che Hela scivoli tra le sue braccia e appoggi i piedini sul tappeto e correre verso i suoi giochi in un angolo: "Non c'è più nessun pericolo."

"Per ora." Puntualizza Addison con voce atona, guardandosi attorno. Indica con la punta della stampella una parte della vetrata vicina all'angolo cottura: La brocca di vetro che era a terra si è infilata nel puzzle dei frammenti ricostruiti e si è ricomposta, formando un bizzarro tutt'uno con il resto del vetro.

"Ops. Colpa mia." Abbozza un sorriso che non viene ricambiato. “Rimedio subito.” Lei scrolla appena le spalle e si lascia cadere sul divano, sistemando poi la gamba sui cuscini con una smorfia. “Hai bisogno di...?”

“No.” Addison che non incrocia più il suo sguardo mentre si sistema i cuscini è una stilettata al fianco: fa male ma non è letale, ha tutto il tempo per sanguinare ed infuriarsi contro chi gliel'ha inferta: “Dobbiamo parlare.”

Seria, stanca e con gli occhi spenti: Non sarà un discorso, sarà addio.

Che quando Addison urla e strepita, è una fuoco che esplode e polverizza tutto quello che si trova davanti. Ma quando la sua rabbia è silenziosa, è brace che cova sotto la cenere: brucia lenta ed inesorabile.

Improvvisamente Loki non ha la forza di affrontare l'incendio:

Farò ammenda. Per quello che ho causato, farò ammenda.

Hela, tesoro, vieni qui. Hai fame?”

!”

“Preparo la cena.” Addison interviene per indicargli che nel freezer c'è del cibo giù pronto, e lui ne approfitta per chiederle se si unisca a loro, sforzandosi di mantenere il suo tono il più gioviale possibile.

Ma lei continua a guardare altrove, scuote la testa, ed afferma di non aver fame.

 

 

“Ok, facciamo partire le scommesse: dieci dollari che lei lo molla e lui scatena un'altra guerra intergalattica.”

“Tony!”

“Quindici che la fa desistere dal suo proposito con un discorso strappalacrime -non guardatemi così, sono in quella fase del mese in cui mi scopro romantica.”

Darcy, sei in quella fase del mese dove sragioni più del solito, tesoro.”

“Oh, andiamo Maria: se ci pensi loro ne hanno passate di cotte e di crude insieme.” Darcy s avvicina ad uno degli schermi olografici: l'inquadratura del soggiorno di Addison dove lei è seduta sul divano ed intrattiene Hela come può e lui nell'angolo cottura che alterna occhiate perplesse al microonde ad altre – dalla posizione non si riesce a capire di che natura – ad Addison e alla bambina. “Son morti insieme, tornati in vita insieme, combattuto insieme, guardato Sherlock insieme, avuto una figlia insieme – beh, non esattamente insieme ma il succo è quello – e fatto anche un trilione di altre stronzate. Hanno anche tentato di farsi fuori a vicenda: quei due sono fatti per stare insieme!”

“Io non ho mai tentato di ucciderti.” Borbotta Maria: “Mi pareva l'unico modo per continuare a frequentarci.”

“Sono spiacente, Darcy, ma propendo a pensarla come Tony” sospira Thor, spiluccando qualche salatino dal mobile bar. “Le azioni che compierà saranno più rivolte a punire sé stesso che altri. Purtroppo non ho con me danaro per partecipare alla scommessa, ma se ce l'avessi, lo punterei tutto.”

Clint scrolla le spalle, affondato sul divano di fianco a Natasha: “E invece lei lo perdonerà. Di nuovo.

“Questa volta mi sembra più risoluta. Loki ha-”

Loki ha sempre fatto qualcosa di imperdonabile agli occhi di noi comuni e permalosi mortali. Non abbastanza gravi agli occhi di un mezzodemone, comunque.” Prende un sorso di birra “O della sua migliore amica.”

“Cosa stai insinuando?”

“Nessuna insinuazione, Tasha. Solo la realtà dei fatti.”

“Insisti ancora con questa storia, davvero?”

Thor smette di piluccare i salatini. Guarda Tony, Pepper, e poi conviene che sia meglio togliere bottiglie ed oggetti di vetro dal piano del bancone e metterli fuori dalla portata delle mani di Natasha.

Maria si para davanti a Darcy: “Un passo indietro per volta, lentamente... lentamente...”

Ed infine Tony decide che tentar non nuoce, quindi abbandona il bicchiere su di un tavolo, batte rumorosamente le mani e propone di crackare il sistema di protezione privacy che Pepper ha imposto sulla videosorveglianza “Così, tanto per controllare che succede nei laboratorio tra Banner e Jane. Che ne dite?”

La sua proposta cade nel vuoto.

 

 

“Pronto, Beth?”

Hey, Steve! Guarda chi si risente, finalmente! Iniziavo a pensar male.”

“Scusami, è che... beh, questa volta sarebbe stato più difficile del solito.”

Non dirlo a me, pensavo di affidarmi ai segnali di fumo. In tv stanno iniziando a dare delle brutte notizie, ne sai qualcosa?”

“Sì. Purtroppo sì.”

Eravate a Bogotà?”

“Sì.”

Dicono che è stata distrutta tutta e che è difficile trovare superstiti. Bogotà è più o meno grossa di New York?”

“Credo che più meno si equivalgano.”

E voi c'eravate in mezzo.” La voce di Beth è sollevata ma non euforica, mantiene ancora una nota preoccupata.

“Già.” Anche lui è sollevato dal sentirla, ma si rende conto che c'è qualcosa che si è perso, nel tempo che sono stati separati. Una volta Natasha gli aveva espresso la sua perplessità sulla loro storia: non per la mancanza di sentimento o di volontà per farla funzionare, ma proprio come compatibilità quotidiana. 'Beth è una ragazza carina e molto in gamba' aveva detto 'Ma è una civile, è completamente fuori da questo mondo.' Allora Steve ne era stato quasi infastidito. Ora, con l'orecchio sul cellulare e la voce della sua ragazza che non vedeva da settimane al telefono, doveva ammettere che poteva aver ragione. Beth non aveva avuto parenti con trascorsi militari, non riusciva a comprendere come si potesse vivere con l'eterna ansia che lui potesse non ritornare. E non era neppure giusto, in fondo, che si abituasse. “Possiamo vederci?”

Sì, è meglio parlarne a quattrocchi. Mi passi a prendere?”

 

 

 

 

Se abbasso gli occhi, ci sono le migliaia di luci di New York che percorrono frenetiche le strade ai piedi della Tower.

Se li alzo, il buio infinito di un cielo dalle stelle troppo lontane. Tra il nulla ed il troppo, ci sono io.

Non riuscivo più a stare nel Lair. Non con Loki.

Si è occupato di Hela, come ha sempre fatto: l'ha nutrita e coccolata, vezzeggiata, ha giocato con lei. Indirizzando spesso i suoi occhi su di me.

Non vedi? Sono un padre esemplare. Non puoi negarlo.

Non lo nego.

Affatto.

È come compagno – dove per compagno intendo un rapporto di reciproca fiducia e intesa – che fai acqua da tutte le parti.

E poi nel Lair ci sono le telecamere di videosorveglianza – e no, non ho bisogno di pubblico stasera.

 

“Oh. Eccoti.”

Mi volto appena verso la porta, che Loki varca e chiude alle sue spalle.“Ci avrei giurato” aggiunge con un mezzo sorriso tirato.

Oh, è vero.

Ci siamo già trovati sul tetto della Tower, a metà tra terra e cielo, più vicini alla morte di quando non pensassimo e più attaccati alla vita di quanto non credessimo. Eravamo in bilico sul precipizio ed eravamo insieme.

Forse lo siamo ancora.

Lontani, però. Più lontani di quanto lo fossimo tre anni fa. Una vita fa.

“Ho preferito far addormentare Hela, prima.”

“Hai fatto bene.”

“Non preferiresti sederti?”

Scuoto la testa, appoggiandomi contro alla balaustra con la schiena: “Sono stata seduta tutto il giorno.”

Le sue dita nervose giocherellano con l'orlo della giacca per allentare la tensione: “Immagino il tuo dolore per la perdita di Morrigan. Ne sono dispiaciuto, davvero.”

“Appena mi toglieranno il gesso andrò in Irlanda, voglio spargere le sue ceneri a Moher. Verrà anche Hela con me.”

“Mi pare giusto. Hai intenzione di scegliere un altro Corvo?”

“Non ora.”

“Se preferisci, posso aiutarti ad amplificare la tua magia, in modo che tu non debba più usare un catalizzatore e...”

“No.”

Il mio diniego secco colpisce nel segno: Loki si ritrae appena e distoglie lo sguardo da me, serrando le labbra sottili sino a farle diventare bianche. “Comprendo il tuo furore nei miei confronti...”

“Furore? Dovrei darti fuoco per quello che hai fatto. Hai cerato di uccidere la mia famiglia-”

“Io ed Hela siamo la tua famiglia!” Sbotta di colpo, facendomi quasi trasalire: “Lo sai che Amon non aveva ancora nominato Hela sua erede? Era ancora in pericolo, ti ha ingannato per-”

“Oh, ma per favore! Se tu non avessi scatenato una guerra – un'altra guerra – lei non avrebbe corso nessun pericolo! Sei... sei... non so neppure come qualificarti! Hai la capacità di distruggere tutto quello che riesci a costruire, di spazzare via qualsiasi possibilità ti venga concessa! E non solo per te, ma anche per tua figlia!”

“Mentre tu, invece, tu sei immacolata, vero? Ti fregi ora del tuo stato di madre quando qualche giorno fa non potevi neppure sopportare la sua presenza nella stessa stanza ed ora ti permetti di farmi la morale? Ho sempre fatto di tutto per mia figlia, qualsiasi cosa è stata finalizzata alla sua sicurezza. L'ho nutrita, cresciuta, protetta in mezzo al nulla. Tu cosa hai fatto?”

Alzo le mani: “Ho solo sconfitto il mostro che stava distruggendo il pianeta su cui si trovava anche lei, scusa se è poco.”

“L'affetto che lei prova nei tuoi confronti è immeritato.”

Cerco di calmarmi, mentre lui tenta di fare lo stesso passandosi le dita tra i capelli.

“Ora: non si tratta di Hela, d'accordo? Ammettiamo di non essere entrambi le persone più candide ed innocenti di questo mondo. E, soprattutto, ci stiamo facendo la guerra a vicenda. Non possiamo andare avanti così. Non mi travisare: non voglio toglierti Hela.”

“Moriresti prima di riuscirci.”

“Questo, appunto è l'atteggiamento di cui parlavo. Nostra figlia non può crescere con due genitori che si minacciano di morte ogni santo giorno! Cerchiamo di fare gli adulti, per favore. Non voglio toglierti Hela, ma non voglio rinunciarci neppure. Ha bisogno di entrambi: ha bisogno del meglio di entrambi. Ed io, io ho non ho bisogno di dover passare la mia vita a guardarmi le spalle da chi dovrei fidarmi ciecamente.”

“Ma come, non eri quella che preferiva le relazioni movimentate? Che aborriva la routine sentimentale?” Commenta sarcastico. “Come se tu fossi altrettanto degna di fiducia, poi!”

Annuisco, anche se mi è difficile restare calma: “Sì, ma le cose sono cambiate: un conto è essere noi due, due adulti stronzi e vaccinati che un po' si saltano addosso e un po' se le danno di santa ragione. Un conto è avere una bambina di mezzo. L’hai detto anche tu: dobbiamo essere adulti responsabili. E sono abbastanza responsabile per vedere che così, tra noi due, non funziona. Non come dovrebbe.”

Loki sospira e lascia cadere le braccia, scuotendo appena la testa “Forse non ci siamo semplicemente amati abbastanza.” Sussurra, quasi più a sé stesso che a me, mentre si avvicina alla porta per scendere.

Due binari che corrono paralleli, senza incontrarsi mai. E che se si incontrano, è per causare un deragliamento.

Lo guardo appoggiare la mano sulla maniglia e poi fermarsi. Quando torna a parlare, ha la voce molto meno ferma di prima: “Non rinuncio ad Hela.”

“Neppure io.”

“Non togliermela.” Mormora a voce ancora più bassa.

“Mai. Ma, ti prego, non farlo neppure tu. Puoi... puoi restare quanto vuoi, non ti sto cacciando via. Solo... solo non con me.”

Annuisce ed apre la porta, concedendomi un ultimo sguardo: “Il che è davvero un peccato. Sono stato davvero bene con te. Più che bene. Molto più che bene.”

“Anch'io.”

No, non è vero: Ti ho amato.

Non è vero neanche questo: Ti amo ancora.

Ma amo di più me stessa, e amo di più mia figlia, per permetterti di distruggermi completamente.

E nel suo sguardo velato che varca la porta leggo la stessa, identica cosa.

 

 

La speranza di non incontrare nessuno sul suo cammino – cammino per dove poi? -  si rivela vana già all’aprirsi delle porte dell’ascensore. Thor è nel corridoio, a metà tra la porta della Lounge e quella del suo appartamento. Lo guarda e gli va incontro, senza aspettare nessun accenno o invito.

“Dunque?”

Loki veste il suo miglior ghigno, e lascia che la testa le ciondoli di lato: “E allora vedremo se sarò veloce quanto te a trovare una donna di rimpiazzo alla mia Midgardiana.”

“Sciocco.”

“Quando mai non lo son stato?”

“Potevate essere felici e insieme.”

“Ed invece ognuno è triste a modo suo.” Loki alza le spalle e passa oltre.

“Dove vai ora?”

Bella domanda.

Loki ha solo una risposta plausibile: “Da mia figlia.”

Per prenderla in braccio e sparire insieme, per sempre. È l’unica felicità possibile.

“Vieni qui.” La voce di Thor è un invito, non un ordine. Passa la mano sul lettore digitale della porta e la serratura scatta. “Vieni qui con me. Concediti un po’ di requie.”

Loki sbuffa sarcastico.

“Se non per te stesso, o per me, fallo per nostra madre. Come si sentirebbe a saperti in giro con il cuore spezzato?”

Di nuovo, Loki scrolla le spalle: “Non lo so. Non gliel’ho chiesto.”

Sparire insieme? E dove? Per farla vivere nuovamente braccata come una bestia, nel fondo di una grotta?

Neppure questa è un’alternativa valida. Non più.

Attende il braccio di Thor attorno alle spalle, per seguirlo nell’appartamento.

“Thor.”

“Dimmi.”

“Posso farti sciogliere queste orrende treccine? Se non per te stesso, o per me, potresti farlo per nostra madre? Ti va?”

 

 

A metà tra il cielo e la terra, c'è solo un limbo scomodo di rimpianto. C'è un nodo allo stomaco, e occhi che bruciano dal sale delle lacrime che non voglio lasciare andare.

C'è la preoccupazione ed il sollievo, e mille altri pensieri che non riesco a seguire, e si accavallano l'uno sopra l'altro in un groviglio infernale.

A metà tra il buio e le luci artificiali c'è il rumore di una porta che si apre ed una coperta che si appoggia sulle mie spalle che spazza via quella mezza tentazione di sperare che ci sia Loki, di nuovo.

A metà tra il paradiso e l'inferno c'è un purgatorio agrodolce, dove la mia migliore amica mi abbraccia senza aggiungere nulla, che non c'è niente da dire.

La prossima settimana compierò 28 anni. Spegnerò le candeline sulla torta con la mia bambina in braccio, poi partiremo per l'Irlanda, dove saluterò per sempre il mio Corvo.

Magari resteremo là. Magari ci trasferiremo a San Francisco ed io farò la stripper per mantenerla. Magari invece torneremo a New York e continueremo a fare questa vita, e chissà che altro potrà succederci.

Al momento, però, non mi concedo altro che un bel pianto liberatorio, tra le braccia della persona che non mi ha mai voltato le spalle.

 

 

 

Il parto dei parti.

E manca ancora l’epilogo (Sarò breve, quindi spero anche veloce).

Non posso dire altro che mi dispiace per la lungaggine, chiedervi venia per lo spaccamento di maroni, e sperare di aver concluso degnamente questa storia (uhm…)

Dico solo questo: la fine, tra Adie e Loki, era già stata immaginata così dall’inizio della trilogia. DUE anni fa.

Halleluya che ci siamo arrivati in fondo.

(Ah già, l’epilogo.)

Come sempre, per ogni domanda o questione, rimando al mio ask.

Per tutto il resto continua ad esserci MasterStark.

Alla prossima per il PUNTO DEFINITIVO , se vorrete.

 

EC

 

   
 
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