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Autore: lousoulmate    28/07/2014    3 recensioni
Cammina da solo in una Parigi ancora addormentata alle prime luci dell’alba. Può sentire l’odore del pane caldo provenire dai fornai e dio se non gli ricorda casa.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tempo fa, purtroppo troppo tempo fa, Ester mi chiese di scrivere una Ziam e wow. Io non avevo mai scritto o letto Ziam fino ad allora ma l'idea mi stuzzicava molto e poi come potrei dire di no a quel pasticcino ? (Ora mi odierà per averla chiamata così) Quindi ho accettato la proposta! Ma sono anche famosa per la mia arte di procrastinare, quindi ecco in ritardo ciò che ho scritto :)
é una Ziam (maddai?), è pairing verde e dal punto di vista di Zayn because yes. 
Enjoy it!

 A Ester, perchè amo il fatto che lei dica di odiare ciò che in realtà ama.

­Cammina da solo in una Parigi ancora addormentata alle prime luci dell’alba. Può sentire l’odore del pane caldo provenire dai fornai e dio se non gli ricorda casa. Un passante fa la sua corsa mattutina approfittando di quelle poche ore di fresco prima del caldo soffocante che assedierà la città per qualcosa come l’intera giornata. Lui si domanda dove le persone prendano la voglia di correre, soprattutto a quell’ora. Così si limita a sbadigliare, tanto per confermare ciò che ha appena pensato. Una signora anziana gli sorride mentre porta a passeggio il cane, ricambia e ringrazia che non gli abbia parlato o non le avrebbe saputo rispondere. Non sa nemmeno una parola di quella lingua, se non “ciao” e “amore”, ma pensa che non avrebbe potuto rispondere così a una signora che potrebbe essere sua nonna.
Sbuffa perché quella città se possibile lo rende ancora più spento di quanto in realtà già non sia. Strade tutte uguali e piene di negozi dalle porte ancora chiuse, persiane accostate che nascondono al loro interno persone che stanno ancora dormendo. Le invidia.
E poi dovunque si gira non c’è nient’altro che grigio, grigio ovunque. Sui muri delle case, sulle insegne dei negozi. E neanche il sole che sta nascendo riesce a dare un po’ di colore a quello schifo di città. Non che Londra sia famosa per i suoi colori sgargianti però insomma, nelle giornate di sole Londra è vita. Mentre qui neanche la luce porta differenza.
E poi la città è vuota a suo parere, e questo non fa altro che incrementare il senso di vuoto che sente nel petto. Si guarda intorno e un uomo su un furgone gli sorride, ricambia e prosegue ancora senza una meta. Forse non è stata la scelta più azzeccata della sua vita prendere il primo volo disponibile per fuggire, in una città che nemmeno conosce.
Ma cosa fare quando tutto diventa troppo stretto? Si cerca una via di fuga, in genere. E poi si spera per il meglio.
Per questo ha racimolato tutti i suoi risparmi e li ha spesi in un biglietto di sola andata. Forse poteva andar peggio, si consola.
Continua a camminare in una via dove sembra che ora stiano allestendo un mercato. Uomini con un numero forse maggiore di tatuaggi dei suoi scaricano merci e le distribuiscono su banconi, presto tutte quelle cose saranno vendute. O almeno questo è ciò che sperano quelle persone che stanno già lavorando. Regala loro un’occhiata svogliata ed assente, quasi indifferente a ciò che gli capita intorno. Non gli fa il minimo effetto tutto quel movimento, perché all’apparenza tutto è fermo. Come se la vita degli altri si muovesse intorno a lui che non fa altro che restare immobile. Scuote la testa e si ravviva i capelli, per poi cambiare traccia dell’ipod. Si fa strada tra le bancarelle quando si sente toccare una spalla. Scatta come un felino contro una preda e si ritrova davanti un ragazzo di poco più alto di lui. Occhi marroni forse troppo fondi, viso rotondo e mani grandi che gli danno un senso di casa.
“Si può sapere cosa vuoi?” esclama in inglese togliendosi una cuffia, ricordando subito dopo che qui nessuno parla la sua lingua.
“Nulla” è ciò che risponde il ragazzo in un inglese stropicciato.
“Allora perché mi hai fermato?” chiede infastidito.
“Beh volevo solo dirti che ti è caduto questo” dice porgendogli il portafoglio. Zayn scuote la testa sorridendo.
“Dev’essermi caduto mentre camminavo.” Risponde provando a fare un sorriso, che è il primo della giornata, forse. Guardandolo meglio nota delle rughe sotto gli occhi, un viso buono e ha voglia di lasciarsi aiutare, per una volta. Non è uno che rischia di solito, gli piace andare sul sicuro. Ultimamente sta lasciando correre questa sua abitudine.
"Grazie mille, amico." L'altro lo guarda e gli porge la mano. Non è poi così cattivo. 
"Sono Liam, comunque." Ricambia la stretta e "Zayn, e il tuo inglese fa schifo." Liam ridacchia e "Vieni con me" gli dice.
Zayn lo segue senza farsi troppe domande.

 

"Lavoro qui da quando avevo 18 anni" spiega Liam, passando accanto a un bancone del pesce e storcendo il naso per l'odore forte.
"Lo dici come se fosse passata un'eternità" risponde Zayn, continuando a guardarsi intorno.
"No, solo 3 anni fa." Il ragazzo si ferma a guardarlo.
"Possono succedere tante cose in tre anni. Può succedere tanto in un attimo..."
Sussurra Zayn e forse si lascia scappare dei messaggi a voce troppo alta.
Se ne accorge troppo tardi e "Scusa io no-", Liam nega con la testa e "Non ti preoccupare, è tutto okay."
"Io ci lavoro qui ma tu non mi hai detto perché passeggiavi in città all'alba”.
"Camminavo, penso" fa spallucce Zayn. Si sente sempre molto tirato con le parole, come se non volesse esporsi troppo.
"Si questo lo avevo capito, ma come mai? Intendo non sei neanche di qui."
"Volevo schiarirmi le idee." e lo dice con un tono che sembra mettere fine a quella discussione. Il ragazzo sembra notarlo e con un'espressione dispiaciuta scuote la testa.
"Scusa, non dovevo. Ho questa brutta abitudine di preoccuparmi sempre per gli altri.”. Si scusa così. Zayn si chiede da dove sia uscito fuori questo tipo, squadrandolo e cercando di capire. Per poi dire.
"Non è brutta."
"Cosa?" Chiede l'altro come se si fosse appena svegliato da un brutto sogno.
"La tua abitudine. Non è una cosa brutta preoccuparsi degli altri. è  solo che non capita spesso di incontrare qualcuno che lo fa, così non si è abituati."
Liam si limita a sorridere. Zayn può leggere la gratitudine nei suoi occhi.

 

 

 Camminano tra le bancarelle piene di bracciali, collane e anelli per poi passare accanto al banco del pesce e Zayn storce il naso contrariato.
"Alla fine ci si fa l'abitudine." Fa l'occhiolino Liam, cercando di consolarlo ma senza successo.
"Non penso che potrei mai abituarmi a qualcosa del genere."
Liam lo guarda alzando un sopracciglio, sembra che lo stia studiando. Poi lascia stare.
"Vieni, ti presento un amico." Zayn annuisce e segue il ragazzo, cercando di non perderlo d'occhio. Al momento è la sua unica guida.
Liam sorride e sembra che stia cercando qualcuno tra la gente. Si poggia una mano davanti alla fronte per riparare gli occhi dal sole e ridacchia.
"Eccolo lì!" Indica un punto davanti a sé.
Zayn cerca di capire di cosa si tratti esattamente e scorge un ragazzo con una giacca di jeans che sarà di due taglie più grande di lui e con le maniche arrotolate intorno ai polsi. Non è molto alto, sembra un bambino troppo cresciuto. Il ragazzo in questione al momento sta discutendo con una vecchina che sembra insistere troppo.
"Qu'est-ce que Lou?" chiede in francese e Zayn sembra confuso. Liam fa segno che gli spiegherà dopo.
" Toujours la même histoire!" sbuffa dando il resto alla signora.
" Essayez à nouveau de dire que vous n'avez pas donné ce qu'il demandait?"
Chiede Liam, grattandosi il mento.
"Il est vrai, elle est insupportable!" scuote la testa il ragazzo. Sembra non essersi accorto della presenza di Zayn, che tossisce. Forse di proposito.
“Lou, c'est Zayn." Zayn sorride cordialmente e porge la mano.
"Zayn, lui è Louis." Presentandolo in inglese e facendo sentire Zayn un po' più a suo agio. Stava iniziando a non capirci nulla.
Il ragazzo occhi cielo sorride e Zayn si sente un poco più tranquillo.
"Louis è il mio migliore amico. All'inizio non sembra il massimo ma poi si riprende con il tempo. è come il diesel" spiega Liam e l'affetto è evidente nella voce.
"Immagino di sì" annuisce Zayn e "Vieni con me!" esclama Liam prima di trascinarlo più avanti.

 

 

Zayn è colpito dal movimento incessante attorno a lui: uomini che caricano e scaricano merci, altri che allestiscono banchi e altri che parlano tra loro.
"Sai, mio padre è un calzolaio. Lavora nella sua bottega e poi vende i prodotti qui al banco. È una tradizione di famiglia, va avanti cosi da secoli. Il padre di mio padre e così via" prova a spiegare Liam a uno Zayn completamente assorbito da ciò che lo circonda.
"Non hai fame? Hai fatto colazione?!" pare ricordarsi d'un tratto il ragazzo, Zayn nega con la testa "Non c'è n'è stato il tempo.." lascia in sospeso.
"Ti farò assaggiare le migliori brioches della città." Strizza l'occhio come se si conoscessero da anni.
Tutto questo è assurdo pensa Zayn. Liam lo porta in un bar a pochi passi dal mercato e racconta che è un cliente abituale e la proprietaria è una cara signora, ormai non ordina nemmeno più perché ordina sempre il solito. Zayn pensa di non aver mai avuto un solito piatto in vita sua.
L'insegna è di legno, vecchio stile e l'interno del locale è accogliente. Pareti di un caldo giallo fanno da cornice a un pavimento di legno, ben lucidato. Sui muri foto di famiglia e alcune sono perfino in bianco e nero. Mentre osserva tutto ciò, arriva una signora al loro tavolo che saluta Liam con un sorriso caloroso e un bacio sulla guancia.
"Liam per te il solito, cosa porto al tuo amico?" chiede cortesemente, pronta a segnare tutto sul block notes. Zayn nota la penna mordicchiata della signora e una macchia di sugo sul grembiule a quadri della signora. Deve essere una madre di famiglia. Il pensiero della donna con un bambino in braccio lo fa sorridere tanto da non accorgersi che Liam ha ordinato al posto suo perché "Antoniette, lui non parla francese".
"Allora? Non mi hai ancora detto come sei finito qui dalla piovosa e fredda Inghilterra" esordisce il ragazzo poggiando i gomiti sul tavolo, con tutta l'aria di mettersi comodo per ascoltare.
"Cercavo solo di allontanarmi.." si morde le labbra.
"Quindi scappavi!" esclama Liam. Zayn si risente.
"Io non scappo da nulla!" controbatte con le sopracciglia aggrottate.
"A casa mia si dice così quando si va e basta."
"è complicato." Abbassa gli occhi, quasi a volersi difendere.
"Immagino" alza le sopracciglia, con aria saccente.
"Non sai nulla Liam. Non sai com'è lì."
"Allora dimmelo tu!" Prima che Zayn possa rispondere arriva una cameriera con due vassoi ricchi di brioche. Non parlano per il resto del tempo.
Solo una volta fuori dal locale e dopo avergli offerto la colazione perché "è d'obbligo Zayn!" Liam prova a dire che "Ho esagerato prima, scusami. Ho questo maledetto vizio di essere troppo invadente."
"No scusami tu. Sei la prima persona gentile che incontro da giorni e ti tratto male."
Liam non dice niente e gli da' una pacca sulla spalla come per dire "tutto apposto."





Camminano lungo la senna parlando di mille cose e nulla allo stesso tempo. Zayn prova a parlare francese e dopo una frase come “la vie est belle” che fa sorridere Liam, Zayn chiede “Come si dice voglio restare qui tutta la vita?”.
Liam sorride e nega al tempo stesso con la testa, rivolgendo poi lo sguardo al lento scorrere delle acque del fiume.  “Je voudrais également le” risponde poi e Zayn pensa di aver capito cos’abbia detto. O almeno in parte.
“Vieni, ti porto a casa mia” dice Liam e dopo l’occhiata incerta di Zayn promette che “non ti mordo, e poi il mio divano è solo da tanto tempo.” Zayn ringrazia e prova un moto di affetto verso questo ragazzo che a malapena conosce ma che sta facendo così tanto per lui.

L’appartamento non è molto grande. Le pareti sono dipinte di bianco con qualche poster ogni tanto, delle ampie finestre portano luce all’interno e Zayn si sente a casa dopo tanto tempo, o almeno qualcosa che gli dia questa idea. Si guarda intorno osservando così come si fa in un museo con delle opere che ci attraggono. Lì tutto sembra meritare attenzione: la parete blu di fondo, un quadro di girasoli sulla destra e il televisore 40 pollici in netto contrasto con l’ambiente. Mobili moderni e antichi sono mescolati insieme e non sembrano nemmeno essere in disaccordo.
“Non è molto, ma è casa” spiega Liam e Zayn cogliendo il chiaro riferimento a Harry Potter sorride di cuore.
“Va benissimo” sedendosi sul divano di pelle nera. Non si era reso conto fino ad allora di quanto fosse stanco.
“Fermo lì, ti preparo un thè.” Urla Liam dalla cucina, Zayn può sentirlo armeggiare con tazze e pentolino.
Il thè arriva dopo 3-4 minuti insieme a un Liam intento a tenere in equilibrio un vassoio pieno di tazze, zucchero e biscotti.
“Grazie” sorride Zayn, con riconoscenza nella voce.
“Figurati, per un thè.” Fa l’occhiolino Liam.
“No, per tutto.”

 

 

Hanno ormai cenato e chiacchierato per ore quando iniziano a passeggiare diretti a un luogo “a sorpresa”, così come l’ha definito Liam. L’aria in città è fresca e un leggero venticello gli solletica i capelli. Pensa che potrebbe stare così per sempre. In quel momento, in quella città, con Liam che parla accanto a sé, non c’è nulla che va male. Sembra perfetto. “E così ci veniamo ogni sera da un po’ di tempo” Zayn dev’essersi perso gran parte della spiegazione del ragazzo.
“Tu e chi?” si sposta i capelli dagli occhi.
“Louis ed Io con Harry, il suo ragazzo e qualche volta c’è anche Perrie, una nostra amica.”
Zayn annuisce, ricordando il ragazzo francese che ha incontrato la mattina stessa.
“Vi conoscete da molto tempo tu e Louis?” domanda cercando di scorgere un qualche segnale nell’espressione del ragazzo.
“Quel che basta per chiamarlo migliore amico” sorride “Ci conosciamo da tre anni ma mi conosce meglio di chiunque altro. A volte il tempo non conta. È solo tempo. Contano le persone”
Zayn non risponde quando Liam gli fa un occhiolino.

 

 

Quando arrivano si ritrovano in un piazzale poco illuminato e Zayn riesce a distinguere la figura di Louis insieme ad un altro ragazzo, dev’essere Harry.
Si avvicinano e a Zayn dà l’impressione di star interrompendo un momento intimo, poiché Louis pare stia recitando qualcosa all’altro, senza smettere di fissarlo negli occhi. Pare che i due siano in una bolla, non accorgendosi del resto che li circonda.
“Louis è un artista. O meglio, un poeta. Scrive poesie a Harry per poi recitargliele. Dice che è la sua musa.” E in un attimo tutto è chiaro.
Quando Louis si volta, viene illuminato dalla luce di un lampione che rivela una maglia a righe azzurra e bianca, dei pantaloni bianchi e dei capelli sbarazzini. Insieme a tutto ciò una luce negli occhi.
“Bene, direi che adesso posso passare alle presentazioni!” esclama Liam come se non aspettava altro “Harry, lui è Zayn!” Zayn sembra confuso perché “Lui parla inglese?” chiede rivolgendosi a Liam.
“Lui è inglese.” Risponde con un sorriso tutto denti.
“Piacere Zayn” e il ragazzo può notare la voce bassa e roca dell’altro “Mi sento meno solo adesso” scherza Zayn ridendo, la lingua tra i denti.
“Ehi, potrei ritenermi offeso!” finge Liam scostandosi da Zayn che sembra sentire freddo all’improvviso senza la figura del ragazzo accanto a sé.
Si riavvicina quel che basta per far alzare un sopracciglio a Harry e far imbarazzare se stesso. Eppure pensava di essere più bravo a passare inosservato.
“Di dove sei Harry?” prova a stemperare la situazione.
“Un paesino del Cheshire” passandosi una mano tra i capelli e se possibile scompigliandoli ancora di più. “Tu?”
“Londra.”
“Ho sempre desiderato andarci.” Sospira Harry, mentre Louis passa una mano sulla sua schiena, protettivo.
“Come mai non sei andato?” chiede Zayn, che pare aver rotto il ghiaccio iniziale.
“Forse non era il mio posto.”
“Votre place est ici. Avec moi.” Gli dice Louis, accarezzandogli una guancia.
“Lasciali stare, sono odiosi!” esclama Liam guadagnandosi un’occhiataccia da Louis.
“Vieni con me invece” lo prende sotto braccio Liam e anche se incerto, dopo un’occhiata di Harry si convince ad andare.

 

“Lo so che possono sembrare strani e appiccicosi ma sono bravi ragazzi” spiega Liam, camminando lungo la Senna mentre le loro braccia sono a contatto e a Zayn sembra di andare a fuoco.
“Se si sa come prenderli perché no” scherza Zayn, ridendo.
“E tu? Straniero? Che mi dici di te?” domanda Liam e sembra improvvisamente serio.
“è complicato.”
“Perfetto. Adoro il complicato.”
Zayn sorride e nega con la testa, guardando verso il basso.
“La mia era una vita felice, sai? Mio padre lavorava, avevo un tetto sulla testa, amici e niente che mi mancasse.”
Liam non dice nulla, si limita ad ascoltare. Che è già tanto per Zayn, tantissimo.
“Finché l’altro giorno mio padre non ha saputo chi sono, come sono e mi ha spedito fuori di casa. Mi ha detto che non sono suo figlio, che non lo merito.”
“Tua madre?” sussurra Liam passandogli una mano dietro la schiena, cercando di rassicurarlo.
“Niente. Non ha fatto niente. Se ne stava lì seduta sul divano, a piangere. Ho raccolto tutti i miei soldi e quello che ci ho rimediato è stato un biglietto di sola andata per venire qui.”
“è vero. Non lo meriti.” Zayn si ferma e si volta verso l’altro, gli occhi assurdamente grandi.
“Meriti di meglio. Meriti le cioccolate a letto ogni mattina, il sole fino a tardi di Parigi, la migliore canzone dei Coldplay, le crepes lungo il fiume. Meriti tutto questo e di più.”
Liam può guardare dentro gli occhi di Zayn e leggerci infiniti mari e solitudine e non può fare altro che baciarlo. Ritrovandosi così sotto l’arco di trionfo e un cielo pieno di stelle a fare loro da cornice. Zayn pensa di non aver mai pianto di gioia. Almeno non finora.
“Sei la cosa più vicina alla libertà che ho mai provato.”

 

 
Si ritrovano ancora a camminare alle prime luci dell’alba, e Zayn pensa di non aver mai parlato così tanto in vita sua con qualcuno. Il fatto è che così facile con Liam. Può parlargli di sé, delle sue paure per il futuro e dei mille progetti che ha in testa, di ciò che gli piace e ciò che odia, scoprendo di avere entrambi la passione più unica che rara per il pistacchio, e il sole al tramonto. Liam sa ascoltare, a volte Zayn pensa che il ragazzo abbia perso il filo del discorso per poi sorprenderlo a sorridergli e “continua” gli dice. Liam è una continua scoperta e a Zayn pare di non averne mai abbastanza.
Si sono baciati di nuovo, più volte, davanti ad un artista di strada che ha insistito per dipingerli e chi sono loro per dire di no? Quindi ora Zayn può ammirare il dipinto che li raffigura baciarsi sotto la torre Eiffel e pensa di non aver mai visto niente di più bello.

 

 Zayn potrebbe abituarsi a questa routine. é bello, bellissimo, forse pure troppo. Svegliarsi e trovare accanto a se Liam che gli sorride con un “Bonjour, mon amour” che fa sorridere Zayn più del dovuto.
È bellissimo vedere Louis recitare poesie a Harry e poi vederlo imbarazzatissimo, con le guance imporporate di rosso. Sa che non sarà facile, non sempre andrà tutto nel verso giusto però forse ne varrà la pena.

 

   
 
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