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Autore: Lila May    28/07/2014    5 recensioni
Macciao, bella gente!
Rieccomi qui con la mia seconda (beh, a questo punto prima, dato che la, appunto, prima, l'ho fatta sparire -.-") HectorxNelly, spero possa essere di vostro gradimento :3!
***
Nelly sapeva di essere pedinata, ma purtroppo, cercando di seminare il suo inseguitore, finisce in un vicolo cieco insieme a lui, senza più via di scampo, in trappola.
Che cosa le accadrà?
Dovrà vedersela da sola, o qualcuno le salverà la vita?
E in seguito?
Dal testo:
Avrei giurato che, in un modo o nell'altro, le sue dita prima o poi mi sarebbero penetrate nella carne delle guance, ma per fortuna ciò non accadde. Ad ogni modo il male che mi pervase il volto fu devastante.
- Non ti hanno mai detto che da queste parti non ti devi fidare di nessuno ...? - mi domandò, la sua bocca a un passo dalla mia.
Terrorizzata, non risposi. Mi sentivo come un fragile insetto intrappolato nella tela di un grosso ragno pronta ad essere privata del respiro, uccisa ed infine masticata dalle sue fauci taglienti.
Bene, se vi ho incuriosito sufficienza, ci vediamo dentro!
Genere: Azione, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hector/Rococo, Nelly/Natsumi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SOLO LA TUA MANAGER.


Immersa nel debole frastuono dei miei ansimi e nell' incessante ticchettare dei miei fragili passi sulla terra umida del villaggio, avevo preso a camminare sempre più veloce, spaventata.
Lo sapevo.
Sapevo di essere seguita, e ciò mi terrorizzava più di ogni altra cosa al mondo.
Senza pensarci due volte imboccai uno stretto vicolo, poi mi voltai, sperando che mi avesse persa di vista.
Purtroppo, mi era ancora alle calcagne. Questo voleva dire che continuava a seguirmi, e il mio sgomento non faceva altro che crescere. Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi ripresi a marciare a passo rapido e scattante.
Naturalmente, lui riprese a pedinarmi con più velocità.
Mi strinsi nelle spalle e, sconvolta, iniziai a correre, desiderosa di raggiungere i Piccoli Giganti al più presto, o almeno di incrociare un volto familiare.
Anche lui cominciò a correre, sentivo i suoi passi pesanti farsi sempre più vicini.
Mi voltai per guardarlo un'altra volta, quando a causa di quella distrazione andai a sbattere contro un alto ed imponente muro di legno.
Oh, no. Il vicolo, purtroppo, finiva lì.
E con esso anche la mia corsa.
Mi spianai contro il muro, lui si fermò e riprese a camminare con lentezza, gli occhi color pece fissi sui miei, in quel momento terrorizzati.
Ormai ero in trappola.
- La prego, non mi faccia del male ... - mormorai, con il cuore in gola, ma l'uomo sembrò non udirmi.
Si avvicinò a me con cautela e mi accarezzò una guancia, mentre sul suo volto scarno si andava formando un malefico gigno. Trasalii nel sentire le sue dita ruvide e malandate toccare la mia pelle delicata, così strinsi gli occhi e abbassai il capo, abbastanza inorridita.
- Dimmi, ragazzina, ti sei persa? - mi chiese, portando la sua mano sui miei amati capelli e iniziando ad intrecciarseli fra le dita.
Non risposi e tentai di fargli capire che le sue carezze e il suo modo di toccare i miei boccoli color rame mi stava mettendo a disagio, ma non fece nulla per evitare di spaventarmi.
Ovvio.
Era una persona cattiva, gente da evitare. E io ce l'avevo di fronte. - La prego, se ne vada ... o chiamerò la polizia. - ammisi, ferma e indifferente.
- Qui la polizia è corrotta, i tuoi sforzi sarebbero inutili. Non ti hanno mai detto che in Congo una bella ragazza come te è adescata da tutti? -
Scacciai le sue mani, intimorita, ma lui mi avvinghiò il volto con violenza e avvicinò le sue labbra screpolate alle mie. Gemetti e tentai di ritirare il capo, ma la sua stretta divenne sempre più potente, e il suo sguardo più minaccioso.
Avrei giurato che, in un modo o nell'altro, le sue dita prima o poi mi sarebbero penetrate nella carne delle guance, ma per fortuna ciò non accadde. Ad ogni modo il male che mi pervase il volto fu devastante.
- Non ti hanno mai detto che da queste parti non ti devi fidare di nessuno ...? - mi domandò, la sua bocca a un passo dalla mia.
Terrorizzata, non risposi. Mi sentivo come un fragile insetto intrappolato nella tela di un grosso ragno pronta ad essere privata del respiro, uccisa ed infine masticata dalle sue fauci taglienti. - Mi lasci ... - sussurrai flebilmente, pallida in volto. - Mi lasci andare subito ... -
- Sei bellissima, non credo di aver mai visto ragazza più carina di te. E adesso sei solo mia. - replicò l'uomo, poi infilò le mani sotto la mia maglietta e fece per baciarmi, ma prima che potesse anche solo compiere un passo verso di me, la salvezza in persona si materializzò davanti al mio sguardo disperato.
Nella fioca luce color ambra del tramonto riconobbi subito un paio di occhi neri, circondati da lunghe ciglia color notte. Sorrisi.
Hector.
- La lasci immediatamente andare. - ammonì l'affascinante portiere dei Piccoli Giganti, venendomi incontro con passo deciso e sicuro di sé.
Il violentatore si voltò con uno scatto, poi mostrò i denti in un sorriso carico di odio e sorpresa. - Ma guarda, è arrivato anche il fidanzatino ... -
- Prima di tutto, se osa darmi del suo fidanzatino, mi offende. - sbottò Hector, con una nota d'irritazione e sarcasmo nella voce nasale. Storsi le labbra. Ero davvero così brutta? - Secondo ... se non la lascia andare subito, se la dovrà vedere con me. -
- Va bene, facciamo così ... - l'uomo mi afferrò malamente per il collo e mi gettò a terra, scatenando così in Hector un'ira incontrollabile. Lo vidi avanzare senza alcun timore verso di lui, la faccia irritata e l'espressione colma di rabbia, poi sentì il compatto suono delle sue cinque nocche schianatarsi addosso alla mascella squadrata del molestatore.
Quest'ultimo, spiazzato dalla potenza del ragazzo, si portò una mano sulla gota colpita, mentre un dolore lancinante si diffondeva per tutto il volto. Probabilmente gliel'aveva rotta. Meglio. - Ehi, moccioso, come ti permetti! -
- Moccioso non lo vieni a dire a me, che ho diciassette anni, e come ho già ribadito, Nelly Raimon non si tocca, o le conseguenze possono essere gravi! - abbaiò Hector, posizionandosi davanti a me e facendomi da scudo protettivo col suo corpo.
Emisi un gemito di sconforto e mi coprii il volto con entrambe le mani, spaventata, poi mi rannicchiai in posizione fetale, mentre la sua ombra sembrava farmi da coperta e vegliare sul mio corpo tremante. Non seppi spiegarne il motivo, ma questa cosa mi fece sentire meglio. Ora la sua presenza lì con me era diventata fondamentale. - Hector, attento ti prego ... - lo supplicai, rossa in volto dalla disperazione, ma lui, come al solito, neanche mi ascoltò.
- Preparati a riceverle, moccioso! - l'uomo che prima aveva tentato di molestarmi gli si riversò contro, ma lui gli afferrò un braccio per tenerlo bloccato e gli addossò una spallata decisa, sbattendo violentemente il gomito fra le sue costole.
A causa di quel gesto violento, di lì a poco l'ira infuocata di entrambi esplose in una vera e propria lotta all'ultimo sangue, e l'aria del villaggio si impregnò dei loro gemiti e dei loro lamenti.
La troppa paura che potesse capitare qualcosa a Hector mi impedì di restare ancora sveglia a sperare in una sua vittoria.
Svenni.


- Hector, la prossima volta che ... -
- Mister, l'ho fatto per difendere la nostra manager, tutto qui. -
Nel sentire quelle voci familiari, aprii gli occhi. A quanto pare doveva essere molto tardi, la notte aveva oscurato tutta la camera, impedendomi di visualizzare meglio i mobili della stanza. Mi sollevai sui gomiti e inchiodai lo sguardo su un fascio di luce bianca che penetrava densamente attraverso la porta socchiusa. - Hector ... - lo chiamai, poi mi alzai dal letto e uscii dalla camera.
Il mio volto venne inondato dalla luce e d'istinto mi portai un braccio davanti agli occhi, facendo fatica a sopportarne la troppa luminosità.
- Nelly. - mormorò Hector, voltandosi verso di me sbalordito. David Evans ci lasciò soli. - Nelly, ti sei svegliata ... -
Una volta che i miei occhi si furono abituati alla luce, li portai rapidamente su di lui per accertarmi delle sue condizioni. Non era messo affatto bene, l'occhio sinistro era circondato da una grossa macchia violacea e il braccio destro era avvolto da bianche fasciature, segno che durante l'aggressione il malfamato glielo aveva rotto.
Strinsi i pugni. Tutto questo non gli sarebbe accaduto, se avesse evitato di venirmi a salvare. Appena si fosse ripreso, lo avrei conciato io per le feste. Senza alcuna pietà. - Hector, io ti ammazzo ... - lo minacciai, venendogli incontro e posando una mano sul gesso del suo braccio, dispiaciuta.
- Dai, ti ci vuoi mettere anche tu? - mi chiese lui, lasciandosi sfuggire una risata allegra e spensierata.
- Io non scherzo. -
- E io sì. -
Lo zittii con sguardo sprezzante, facendolo anche deglutire. Sapevo che il suo umore divertente e scherzoso era quasi sempre impossibile da domare, ma questa volta non avevo voglia di ridere. Ne tantomeno con lui, lui che aveva rischiato la vita per salvarmi, lui che si era messo davanti a me cercando di farmi da barriera protettiva, lui che alla fine si era ritrovato ferito al posto mio. D'istinto mi venne l'irrefrenabile impulso di stringerlo forte, ma mi trattenni. Del resto, ero pur sempre la fredda Nelly Raimon, e lui il dolce Hector Helio. Dovevo rimanere me stessa, o avrebbe potuto pensare che mi fossi innamorata di lui. - Perché lo hai fatto. - gli chiesi, cercando di non lasciar trasparire le mie emozioni più di tanto.
- Non potevo rimanere lì a guardare il sole, Nelly. Sei la nostra manager, sei mia amica ... -
- Io non sono tua amica, Hector. Sono solo la tua manager, non divulgare. -
Lo sentii ridere, e questa volta sorrisi anche io. Non potevo avercela con lui, ora ero troppo debole per mostrarmi forte.
- Ad ogni modo, non dovevi farlo. -
- E permettere che ti facessero del male? - Hector posò una mano sulla mia guancia e cercò di trasmettermi tutto l' amore possibile in una tenera carezza protettiva, poi mi arricciò un ciuffo di capelli. Lo lasciai fare. Amavo le sue mani. - Mai. -
- Oh, Hector ... - mormorai, spazientita. - Guarda come sei ridotto! -
- Mhmh, meglio del tizio che ti voleva fare del male, sicuramente. - mi rispose lui, vittorioso.
Sgranai gli occhi, sbalordita. Questo voleva dire che l'aveva sistemato? Che ora era tutto finito? Non seppi cosa ribattere. Nonostante le ferite riportate, era riuscito comunque a vendicarmi. E a proteggermi. Incredibile. Battei le palpebre più volte, meravigliata, poi senza rifletterci troppo gli saltai al collo e lo abbracciai forte, sempre attenta a non fargli del male. Se lo meritava, un mio abbraccio, se non fosse stato per lui ora sarei al suo posto, stesa sul letto, in trauma.
- Nelly ... - lo sentii sussurrare, dolce.
- Hector, ti ringrazio ... -
- Nelly, non devi ringraziarmi, ho solo fatto il mio dovere. - mi disse, serio, poi ricambiò la stretta con altrettanto amore e appoggiò il naso sulla mia spalla destra, lasciandosi sfuggire un sospiro stanco. - Sappi che fino a quando vorrai stare qui con noi, io continuerò a prendermi cura di te. -
- Hector, sei un ragazzo dolcissimo ... - mormorai, intenerita, ma quando mi resi conto di ciò che mi era appena uscito di bocca mi staccai rapidamente da lui e mi portai entrambe le mani davanti alle labbra, dispiaciuta. Non era da me dare a un ragazzo del "tenero orsacchiotto". Ma che mi prendeva? Io, una quindicenne da sempre orgogliosa di me stessa, fiera e ben composta, lasciarmi andare in questo modo ... inammissibile. Inaccettabile.
- L'hai detto, cara Nelly. L'hai ammesso. Mi trovi dolce. - mi sfiancò lui, con un sorriso compiaciuto stampato in volto.
- Fatti sparire quel sorriso da scemo, Helio. - sbottai, allontanandomi e passandomi entrambe le mani fra i capelli per sistemarmeli meglio e, forse, anche per scacciare l'imbarazzo. - L'ho detto per scherzare. -
- Sé, certo. -
- Cos'è, non mi credi ...? - gli domandai, sollevando un sopracciglio, poi gli mostrai maleducatamente le spalle e, prima di scendere di sotto, lo guardai un'altra volta. Sorrisi malefica. - Se non ti rimetti al più presto, ti squalifico dalla squadra. -
- Eh?! C-come scusa!? - lo udii gemere, dodpodiché iniziai a scendere i gradini divertita. Anche se mi aveva salvata, ciò non toglieva il fatto che io rimanevo comunque me stessa.
E che ero solo la sua manager.

Angolino di Maggio
eccomi qui con una new HectorxNelly ... ammetto che se a me fosse capitata una cosa del genere, non sarei più così tanto felice, ma se c'è di mezzo Hector ... awwwwww ... *cade sul letto, sognante*
bene, come vi è sembrata? A seconda dei contenuti io l'ho considerata una fiction a rating giallo, questa, ma se a voi vi sembra più arancione ditelo pure che rimedio u.u
Okkk, credo di aver finito.
Spero in un vostro commento, mi raccomando, se avete voglia non esitate a farvi sentire, altrimenti la cancello perché a me non mi piace più di tanto. 
Ciaociao

Lucy

PS= se avete titoli più appropriati, siete pregati di dirmelo, che se mi piacciono lo cambio, grazie :)

   
 
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