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Autore: smolderseyes    28/07/2014    1 recensioni
"Adoro andare al mare. Adoro il suono delle onde che si infrangono sulla battigia. Adoro i capelli immersi nell’acqua che mi fanno quasi sembrare una sirena. Adoro il sale sulla pelle e la sabbia tra i piedi."
"Capelli castani, quasi neri, labbra carnose, addominali scolpiti su cui scorreva qualche gocciolina, carnagione ambrata. Dio, era perfetto. "
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Adoro andare al mare. Adoro il suono delle onde che si infrangono sulla battigia. Adoro i capelli immersi nell’acqua che mi fanno quasi sembrare una sirena. Adoro il sale sulla pelle e la sabbia tra i piedi.

 Tutto nella mia vacanza si prospettava perfetto, finalmente mia mamma aveva acconsentito a far venire per qualche giorno le mie due migliori amiche nella nostra casa al mare. Insomma mi aspettavano divertimento, risate, battaglie di cuscini e serate indimenticabili.

Finalmente era arrivato IL giorno, dopo essermi svegliata presto e aver pescato a caso un vestito dall’armadio, mi ero diretta quasi correndo verso la stazione. Pochi minuti e le avrei finalmente riviste. Quando la voce all’altoparlante annunciò l’arrivo del treno, il mio stomaco si attorcigliò in un miscuglio di felicità e ansia. Appena le porte si aprirono, le vidi subito e finimmo inevitabilmente per stritolarci in un abbraccio.

Dopo aver posato le valigie a casa e aver rivolto un rapido saluto a mia madre, decidemmo di fare un giro per la cittadina. Chiamarla cittadina forse è un po’ eccessivo, si da il caso infatti che il posto dove trascorro gran parte delle mie vacanze estive comprende solamente un piccolo centro storico da cui parte un lungo viale alberato che conduce alle spiagge tanto amate dai turisti. Feci vedere loro qualche negozietto sfizioso e avremmo anche continuato all’infinito quel giro turistico ma i nostri stomachi decisero di fare i capricci.

Dopo pranzo decidemmo di andare in spiaggia, così con l’ombrellone in una mano e la borsa da mare nell’altra ci recammo lungo la passeggiata che portava alla nostra metà chiacchierando animatamente del più e del meno. Arrivate in spiaggia mi guardai intorno. Lui non c’era. Quel ragazzo mi aveva fatto uno strano effetto sin dal primo giorno in cui i nostri sguardi si erano incrociati. Non ci eravamo mai nemmeno rivolti la parola, lui si limitava semplicemente ad osservarmi per qualche minuto prima di tornare a giocare a pallone col suo fratellino. Questa storia andava avanti da una settimana e non mi piaceva per niente, perché dovevo essere così ansiosa di incontrarlo se nemmeno sapevo il suo nome? Summer mi risvegliò dai miei pensieri spruzzandomi un po’ di acqua gelata. Decisi di fargliela pagare e finimmo a giocare come due bambine in acqua, cercando di affogarci a vicenda non ottenendo molto a causa del fondale molto basso. Intanto Clary ci guardava divertita ridendo a crepapelle. Quando la nostra battaglia terminò senza un vincitore, mi guardai intorno e i miei occhi si scontrarono contro un muro color cioccolato. Era lì in tutta la sua perfezione. Capelli castani, quasi neri, labbra carnose, addominali scolpiti su cui scorreva qualche gocciolina, carnagione ambrata. Dio, era perfetto.

Aia! “Clary ma sei scema?”

“Ti sta scendendo la bava”

“Fottiti! E dammi quella palla che ti faccio vedere io come si gioca a pallavolo” Cazzata, ero negata in praticamente ogni sport ma dovevo assolutamente toglierle quell’arma letale dalle mani prima che mi colpisse ancora.

Il pomeriggio passo in un batter d’occhio, giocammo a palla, a carte, nuotammo e prendemmo il sole. Okay, io forse mi concessi qualche occhiatina di troppo verso il moro, il quale però mi fissava a sua volta con una sguardo alquanto curioso, forse fin troppo.

La sera decidemmo di andare alla serata a tema medioevale che si svolgeva nel centro storico, per l’occasione la maggior parte delle persone avevano indossato abiti antichi e le mura erano tappezzate con manifesti, stendarti e stemmi. Ci divertimmo tantissimo, comprammo caramelle, birra e facemmo le foto più stupide.

Il giorno seguente non successe nulla di particolare, andammo al mare e la sera ancora alla festa medioevale (durava quattro serate e questa era solo la seconda).

Quando aprì gli occhi mi resi conto che era già sabato, come volava il tempo! Svegliai anche quelle due rimbambite e dopo una sana colazione a base di schifezze ci recammo in spiaggia. Il moro era lì, mi stavo abituando alla sua presenza, ai suoi sguardi insistenti, ma perché diamine non veniva a parlarmi invece di consumarmi con gli occhi? Questi pensieri mi perseguitarono durante tutto il pranzo e decisi che se al pomeriggio lo avessi rivisto, avrei fatto io il primo passo.

Arrivate in spiaggia, notai subito che non c’erano ne i suoi genitori, ne il suo fratellino. Era venuto da solo. Okay, gli dovevo parlare, ma magari dopo. Si sono una campionessa nel rimandare quello che posso fare ora al domani. Summer, Clary e io iniziammo a giocherellare svogliatamente con la palla in acqua mirando più che altro a spruzzarci a vicenda quando sentì una voce alle mie spalle:

“Ehy ragazze, vi va di giocare a schiacciasette?”

Stai calma. Stai calma. Stai calma.

“ehm si certo, piacere io sono Lucy”

“piacere Zayn” Le nostre mani si strinsero in segno di saluto. Summer e Clary imitarono il mio gesto presentandosi a loro volta.

Iniziammo così a giocare. Beh in realtà “giocare” è una parola un po’ grossa dato che io non riuscivo a prendere nemmeno la metà dei palloni che mi lanciavano e questa mia goffaggine provocava un’ilarità generale. Quando un pallone che mi era stato lanciato finì un po’ più lontano del dovuto, feci una smorfia e mi girai per andare a recuperarlo quando sentì due mani posarsi sui mie fianchi e il terreno mancarmi da sotto i piedi. Zayn mi aveva sollevata e mi trovavo almeno a un metro da terra, posai le mie mani sulle sue spalle per mantenermi in equilibrio e tutto quello che riuscì a dire fu “sei sicuro di riuscire a tenermi? Sai peso una tonnellata e mezza” Lui scoppiò a ridere e mi lasciò cadere tra le sue braccia dove io vi atterrai in stile principessa, mi tenne ancora stretta a sé per qualche secondo prima di lasciarmi di nuovo toccare terra. Ancora non so come le mie gambe siano riuscite a reggermi dato che mi sembravano diventate gelatina.

Summer ad un certo punto mi si avvicinò e mi sussurrò “ehy stamattina ti saresti aspettata tutto questo?” Ovviamente no, era tutto perfetto.

Uscimmo dall’acqua e prima di andare a casa Zayn mi chiese il numero di cellalure.

Poco dopo cena mi arrivò un suo messaggio che mi chiedeva se per quella sera poteva aggregarsi a noi in qualunque cosa volessimo fare perché i suoi amici gli avevano dato buca. Ovviamente accettai.

Summer e Clary mi obbligarono ad indossare una gonna a vita alta blu con una canotta bordeaux anche se a me non facevano impazzire le gonne, ero più il tipo da jeans e felpone.

L’inizio della serata fu abbastanza tranquillo, vagammo per il centro storico commentando il vestito di quello, l’indumento troppo stravagante di quell’altra e la sfarzosità eccesiva di certi addobbi. Io iniziai a raccontare cazzate come al solito e Zayn pareva divertito, continuava a sfoggiare quei suoi bellissimi sorrisi. Ad un tratto si girò verso di me e propose di andare vicino al mare a fare un giro dato che lì non c’era più nulla da vedere. Decisi che non era una cattiva idea e consultai Summer e Clary che ritennero la decisione ottima. Ah, dovevo ricordarmi di ammazzare quelle due. Continuavano a isolarsi lasciando me e Zayn da soli, non che la cosa mi dispiacesse però un po’ mi imbarazzava dato che non avevo mai avuto un vero ragazzo prima e quindi non sapevo assolutamente come comportami.

Arrivammo sul molo vicino al porto. C’erano le luci delle barche dei pescatori  sparse sull’orizzonte, le stelle brillavano in cielo e si potevano scorgere tutte le cittadine della costa grazie alle luminarie che risplendevano nel buio della notte.

Non so come ma mi ritrovai tra le braccia di Zayn. Quell’abbraccio durò tantissimo, non riuscivo ad allontanarlo, mi sentivo al sicuro in quella presa forte.

“Ti batte forte il cuore” Mi sussurrò.

Ecco epica figura di merda.

“E’ perché non faccio sport, quindi ho il battito più accelerato del normale”

Ma cosa ti salta in mente? Doppia figura di merda.

Lui sembrò apprezzare la battuta perché scoppiò a ridere di gusto. Sciolse l’abbraccio e mi prese per la mano portandomi ancora un po’ più vicina al mare. Restammo per un po’ imbambolati a guardare le spiagge deserte, lo scrosciare dell’acqua contro gli scogli, la calma della sera. Poi d’un tratto mi abbracciò di nuovo, questa volta però si trovava alla mie spalle e quindi il gesto mi colse alla sprovvista, non che mi dispiacesse comunque.

“Ti batte ancora forte il cuore, sicura che è solo per lo sport?”

Per fortuna che non poteva vedermi negli occhi oppure avrebbe capito all’istante quale fosse la vera causa di quella tachicardia.

“Ehy Lucy, noi andiamo a farci un giro!” Mi urlò Summer da lontano trascinando con lei Clary.

Eravamo rimasti soli.

“Sediamoci un po’, ti va?”

“Certo” esitai un attimo.“ Secondo te in questo momento che penserebbe quel signore laggiù di noi?”

“Beh penserebbe che siamo una bella coppia”

Mi lasciai scappare un sorriso.

Lui avvicinò pericolosamente il suo viso al mio e io mi scostai, bordeaux per l’imbarazzo.

“Non vuoi?”

“No, non è quello. Vedi è che…io non ho mai baciato nessuno, non credo di essere capace”

“Andiamo ti insegno io” Le nostre labbra si incontrarono, lui prese il mio volto tra le mani cercando di trasmettermi quella sicurezza che mi serviva per approfondire il bacio e io cedetti alla morbidezza delle sue labbra, al suo profumo inebriante, al sapore del suo alito, un mix perfetto di menta e tabacco. Un sorriso mi sfiorò le labbra. Ce l’avevo fatta, avevo baciato un ragazzo, ma non un ragazzo qualunque, un ragazzo che all’inizio fissavo da lontano, un ragazzo per cui ero rimasta sveglia la notte a fantasticare, beh quel ragazzo ora era il mio ragazzo.

  
   
 
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