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Autore: Rain e Ren    07/09/2008    0 recensioni
Eccomi tornata con un’altra fic, questa volta un po’ più lunga, solo 4 capitoletti nemmeno tanto lunghi.
Non avrebbe mangiato niente quello che avrebbero cucinato quei due, per nessuna ragione al mondo!!!
Mica voleva finire avvelenato!!!
Questa fic la dedico a Court a cui, come a me, piacciono le JadenxAlexis.
Baci Baci…Rain!!!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alexis Rhodes/Asuka Tenjouin, Jaden/Judai Yuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una doppia punizione per Jaden e Alexis

Una doppia punizione per Jaden e Alexis!!! (insomma, ma vanno proprio a cercarsele, eh?)

Come se la caveranno dopo il castigo di Crowler???

Riusciranno a non ammazzarsi a vicenda???

Baci Baci…Rain!!!

 

 

2. Doppia punizione-Biscotti d’amore.

 

“ Dovrete…

                    

Alexis e Jaden stavano ancora aspettando di sapere.

“ Dovrete star qui finché non riuscite a fare dei biscotti. Disse Crowler ghignando. “ E io starò qui fuori a controllare che sia tutto apposto.

L’uomo potè giurare, in seguito, di aver sentito due mascelle cadere per terra con un tonfo.

Si girò per andarsene mentre i due ragazzi ancora lo guardavano come se fosse pazzo.

“ E ricordatevi che al minimo rumore entrerò e, se troverò di nuovo ‘sto macello, state pur certi che non sarò così clemente.” E uscì con ancora quel ghigno dipinto sulla faccia.

Clemente?!

Clemente?!

Che diavolo ci trovava di clemente in quello che aveva appena fatto?

Jaden e Alexis avevano le facce di due condannati a morte anche se, vista la situazione, quello che rischiava di finire all’altro mando era Crowler.

“ Io quell’uomo lo odio.” Sbottò Jaden dando un calcio ad un brico del latte che era finito per terra chissà quando durante la battaglia appena finita.

Alexis, invece, si limitò a sospirare e andò verso il castano.

“ Sei soddisfatta ora?” le chiese lui, ma lei lo ignorò e gli passò oltre per dirigersi verso il lavandino.

Si slegò i capelli, aprì l’acqua e ci tuffò dentro la testa.

La pasta e tutto il resto che aveva sui capelli piano piano andò via.

“ Ehi, tu.” La chiamò Jaden. “ Mi hai sentito?” ma anche stavolta non rispose.

Il ragazzo si avvicinò e le scostò malamente la testa da sotto il lavandino, tanto che a lei sfuggì un gemito.

“ MI VUOI RISPONDERE?” le chiese furioso prendendola per le spalle e scuotendola.

Alexis aprì di scatto gli occhi, prima chiusi perché aveva la testa sotto l’acqua, e lo guardò intensamente, tanto che lui mollò la presa.

“ Sono soddisfatta?” chiese sibilando. “ Ebbene si, sono soddisfatta. E tu sei soddisfatto del tuo comportamento, del tuo far soffrire le persone?”

“ Di che stai parlando? Io…” tentò di dire balbettando davanti alla sua furia.

“ ZITTO!!” lo ammonì lei con gli occhi che bruciavano di rabbia e dolore. “ Non osare dire che non hai fatto nulla. NON OSARE! Con tutto il male che hai fatto e continui a fare a Syrus, a Chazz, a Blair e a tutti gli altri… Passi per me, tanto ci sono abituata, ma loro che diavolo centrano? Cosa ti hanno fatto per meritarsi di essere ignorati o maltrattati quando si preoccupano per te?”

Jaden non seppe rispondere.

Rimase li, fermo, immobile, con la bocca aperta e le mani ancora a mezz’aria.

Le domande di Alexis gli rimbombavano nella testa e sembrava che non avessero una risposta.

O meglio, LUI non era capace di dare una risposta.

Vedi, non sai cosa rispondere.” Fece lei sospirando di nuovo calma. “ Allora, per favore, smettila di lanciare sentenze e colpe su chi non ha alcuna colpa se non quella di volerti bene.”

Dopodichè non parlò più.

Riprese il libro che prima era caduto e si rimise a fare i biscotti, o almeno ci provava.

Jaden decide, quando si fu ripreso, di imitarla.

Rimasero in silenzio a cucinare per almeno un paio d’ore e, dopo l’ennesimo tentativo fallito, Alexis era davvero sul punto di mandare tutto al diavolo.

“ Perché hai detto che ci sei abituata?” le chiese all’improvviso Jaden prendendo la parola dopo quelli che sembravano secoli.

Lei alzò brevemente lo sguardo su di lui ma non rispose.

Il ragazzo la guardò stranito per un momento, chiedendosi cosa ci fosse sotto, ma poi decise di passarci sopra.

“ Nessuno ti ha mai insegnato che non si mescola così l’impasto?” le chiese poi mentre lei tentava, ancora una volta, di preparare i biscotti.

“ Non ho mai fatto biscotti prima di oggi.” Ammise lei senza alzare lo sguardo e Jaden lesse nella sua voce una nota di dolore e rimpianto.

“ Tua madre non ti ha mai insegnato?” domandò curioso.

Lei si bloccò improvvisamente mentre sentiva gli occhi inumidirsi.

Le mani presero a tremare e lei sperò che il ragazzo che aveva davanti non se ne rendesse conto.

Quella era una cosa sua, un suo dolore.

Suo e di nessun’altro.

Jaden la vide bloccarsi all’improvviso e capì di aver toccato un tasto dolente.

Eppure, si rendeva conto in quel momento, sapeva così poco di Alexis e della sua famiglia.

Lei non né parlava mai, e Atticus sviava l’argomento, soprattutto quando lei era nei paraggi.

Le si avvicinò silenziosamente, sicuro che non l’avesse visto muoversi.

E infatti lei sussultò quando sentì le braccia del ragazzo chiudersi intorno a lei in un abbraccio e le sue mani raggiungere le sue e aiutarla a impastare.

“ Guarda, si fa così…” le disse piano e con voce dolce.

Rimasero in silenzio per un po’, poi, finalmente, Alexis si decise a parlare.

“ Mia madre è morta alla mia nascita.” Disse con voce spezzata. “ Non l’ho mai conosciuta.”

Lui guardò le sue spalle scosse ad intermittenza e capì che stava per scoppiare a piangere.

“ Immagino che nessuno all’Accademia sappia. Disse piano e lei scosse la testa.

“ Io…io non voglio più essere compatita. Quando hanno scoperto che io ero la sorella di Atticus Rodher, tutti hanno iniziato a volermi come amica e facevano finta di consolarmi. Io…io li ho odiati tutti per questo.” Raccontò sfogandosi per la prima volta dopo tanto tempo.

E pianse, per la prima volta, alla luce del sole, e non nascosta dalla notte al molo.

Jaden si bloccò e spostò le braccia intorno alle sue spalle stringendola a se.

Lei rimase interdetta per un momento, ma poi si lasciò andare e appoggiò il capo nell’incavo del collo del ragazzo continuando a piangere.

Era cresciuto, si trovò a pensare in quel momento.

Rimasero li a lungo, finché lei non si calmò.

Jaden non disse nulla, la tenne solo stretta a se, e quel contatto, per Alexis, fu meglio di mille parole.

Perché per una volta aveva trovato qualcuno che non la compativa, o la consolava per avere qualcosa, ma lo faceva solo perché le voleva bene.

“ Grazie!” gli disse quando si fu calmata e le lacrime avevano smesso di sgorgare dai suoi occhi.

“ Di cosa?” chiese lui sorpreso.

“ Di essere qui…nonostante tutto…” sussurrò girandosi a guardarlo.

Lo vide abbassare gli occhi per non incrociare i suoi.

“ Io…mi dispiace…!” disse infine ammettendo, anche a se stesso, che la ragazza aveva ragione.

Lei scosse la testa e si asciugò un’ultima lacrima fuggiasca.

“ So come ti senti.” Gli disse piano e con dolcezza. “ Credimi!”

E lui, effettivamente, le credette.

Perché nei suoi occhi era riuscito a leggere la stessa sofferenza che anche lui sentiva dentro continuamente.

“ Io sono cresciuta in quel mondo fatto di misteri e bugie, so cosa vuol dire temere per la vita di altri, di persone a cui tieni. Raccontò piano e con tristezza.

“ È terribile!” disse lui quasi disgustato.

“ Lo so, ma devi imparare a conviverci.” Disse con rassegnazione. “ Non c’è altra soluzione.”

Ma io…” lei lo bloccò prima che potesse protestare su quello che aveva detto.

“ Vuoi combattere, ti capisco, e vuoi che tutti quelli a cui tieni siano al sicuro, ma questo non deve impedirti di voler bene a qualcuno. Non puoi isolarti dal mondo, non è giusto nei tuoi confronti né in quelli degli altri; se davvero vuoi lottare, allora devi farlo come hai sempre fatto. Gli accarezzo dolcemente la guancia e sorrise. “ Non sei solo, Jaden!”

E lui le si aggrappò.

Si aggrappò a lei come un naufrago alla deriva su un pezzo di legno.

Si aggrappò a lei che, ora lo sapeva, era la sua forza.

“ Perché?” le chiese piano con la testa nascosta tra i suoi capelli.

“ Eh?” fece lei senza capire.

Perché continui a sorreggermi nonostante tutto? Dopotutto quello che ti ho fatto mi sei rimasta accanto, perché?”

Alexis sorrise nella sua spalla.

Perché so come ci si sente!” rispose semplicemente. “ Sono cresciuta in un mondo dove l’affetto dei genitori era inesistente. Raccontò con calma. “ Come gia ti ho detto, mia madre è morta quando sono nata io, e con mio padre era come stare in caserma. Lui dava ordini, noi dovevamo rispettarli. Tutto qui, queste erano le regole. Lui…andava più d’accordo con mio fratello…”

“ Bhè, credo che avere una figlia ribelle non rientrasse nei suoi piani. Commentò Jaden conoscendo bene il carattere della ragazza.

Lei rise un po’.

“ Lo credo anch’io.” Ammise chiudendo gli occhi e stringendosi di più al ragazzo.

“ Alexis…” la chiamò lui ma non ottenne risposta.

“ Non voglio mai più dover vedere qualcuno soffrire. Disse infine con la voce che tremava.

“ Alexis…” lui la sentì tremare fra le sua braccia e cercò di rincuorarla stringendola di più a se. “ È per questo che non avevi detto a nessuno che eri la sorella di Atticus? Perché volevi cavartela da sola?”

Lei annuì piano.

“ Era mio fratello.” Disse decisa. “ Non potevo metterli in mezzo ad una storia che probabilmente non avrebbero nemmeno capito.”

Rimasero in silenzio per un tempo che parve loro infinito.

Stretti in quell’abbraccio che sembrava non avere fine.

“ Allora, che ne dici di provare a fare ‘sti biscotti?” chiese lei staccandosi piano.

Jaden annuì sorridendo.

Chissà, forse stavolta sarebbero riusciti a farcela!

 

 

 

Siamo quasi alla fine dell’assurda avventura che ho fatto vivere hai nostri eroi (ho paura della loro vendetta ad essere sincera… T-T)….

Cosa ci spetta nell’epilogo solo un tantino esilarante (come no?) cho ho immaginato???

Baci Baci…Rain!!!!

   
 
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