-Ancora con questa storia? Smettila.-
-Se non mi dirai tu dove posso trovarla, la cercherò io.-
-Perché vuoi farlo a tutti i costi? Non ne vale la pena, per mia madre.-
-Perché è tua madre, Dell.-
-E quindi?-
-Forse adesso è cambiata. Magari è diversa.-
-Si. E magari ora ha anche le orecchie a punta e vive sulla Luna.-
-Non è il momento per scherzare. Dove abita?- chiese Bryan, più deciso che mai.
-Non te lo dirò, mi dispiace.- replicò Dell, voltandosi verso la direzione opposta.
Bryan si irritò, come al solito.
-E va bene!- urlò, uscendo dalla stanza e fiondandosi nel corridoio, verso la porta d’ingresso -Se non me lo dici tu...allora la troverò da solo!-
Dell provò a dire qualcosa, ma la sua voce fu coperta dal suono della porta di casa che veniva sbattuta con forza.
Il ragazzo sbuffò, grattandosi la nuca.
Perché?
Perché è così importante, per lui?




 
Poco dopo, Bryan andò alla clinica dove sua madre lavorava come psicologa: cioè dove Dell aveva subito il processo di disintossicazione e dove gli era stato proposto di venire a vivere da loro.
“Mia mamma saprà sicuramente dove abitava” aveva pensato, e ci aveva visto giusto.
Una volta entrato dentro e trovata Janine, la fece sedere ad un tavolino nella sala mensa.
-Allora tesoro, ora puoi dirmi cosa c’è?- cominciò lei, infilzando un succo di frutta con la cannuccia.
-Vorrei sapere una certa informazione su un vostro paziente.-
-Cosa? Su chi?-
-Secondo te, mamma? Su Dell, ovvio.-
-Oh. Ma vedi, lui non è più un nostro paziente, ormai. Le sue cartelle saranno già state archiviate.-
-Beh, fai qualcosa per andare a ripescarle!- Bryan alzò la voce, e le pupille della madre si aprirono leggermente, come se si fosse accorta di qualcosa.
-Che strano.-
Bryan si calmò.
-Che cosa è strano?-
-Niente...è solo che, dopo tutto questo tempo, non ti avevo ancora sentito pronunciare il nome di Dell.-
L’attenzione di Bryan salì di scatto.
-Eh? Quando l’avrei detto?-
-Un attimo fa. Non te lo ricordi nemmeno?-
Il ragazzo ripercorse nella sua mente gli ultimi secondi della conversazione, per scoprire che sua madre diceva il vero.
Subito, arrossì.
-E quindi?!-
La madre rise: era strano per lei vedere suo figlio così emotivamente coinvolto in qualcosa, o in qualcuno.
-Niente, niente. Vedrò che posso fare, per le cartelle di Dell.-
 

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-SPAZIO AUTORE-
Lo so, sono in terribile ritardo. Perdonatemi.
Con l'estate ora sono ancora più impegnato (?) e ho da preparare degli esami quindi sono sempre sui libri ç.ç
Spero di riuscire ad aggiornare in fretta, e che il capitolo vi sia piaciuto :3

Al prossimo,
Ashihei