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Autore: Yumeha    29/07/2014    7 recensioni
[Dal Capitolo 3]
[...] Un boato, una forte esplosione e infine delle grida.
Mi alzai di soprassalto, cercai di mantenere la calma e scendendo dal letto mi avvicinai alla porta. Le luci erano accese, persone che correvano ovunque. Peccato che non tutte le persone che vi erano all’interno, appartenevano alla mia casa. Figure incappucciate di bianco inseguivano i miei domestici, alcuni venivano presi e portati in camere dove si sentivano grida, altri uccidevano sul posto.
In preda al panico chiusi la porta a chiave, rimanendo così bloccata in quella stanza. La salivazione a zero, la gola secca, le gambe di piombo e il battito accelerato. Questo era tutto quello che sentivo, insieme al rumore delle grida, di vetri infranti ed esplosioni. Mi voltai e disperatamente cominciai a tastare ogni piastrella, ogni mattone, cercando un’uscita segreta.
«Oh, andiamo.» dissi fra i denti.
Poi mi venne un'idea. Presi la chiave dorata della Vergine e sicura di me stessa la brandii davanti a me. […]
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, OC, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Esperimento

 
Capitolo 13 ~

Makarov aveva un’espressione severa dipinta sul volto, anche se gli occhi sembravano stanchi. Forse lui si era rassegnato ai continui disastri causati dalla sua Gilda. Non si poteva dire lo stesso di Beatrice, che teneva le mani sui fianchi, le labbra strette in una linea sottile, gli occhi che avrebbero potuto uccidere chiunque con un solo sguardo. Si stava chiaramente trattenendo dall’esplodere.
«Io vi ammazzo, uno di questi giorni.» sibilò Beatrice.
Makarov annuì seccato. «Anche dei miei sono stanco, ti capisco benissimo.»
In quel momento, arrivò un ragazzo biondo, con una cicatrice che gli percorreva un occhio. Si guardò in giro sgomento, soffermando lo sguardo sulle parti crollate della Gilda, i segni di distruzione causati dalla catena di punte del Cornugon di Adelaide e il pavimento che era ceduto sotto il peso di Fluffy, lasciando sul pavimento le grandi impronte da dinosauro. «Ehi, ma cosa è successo qui?» chiese, tornando ad osservare il Master di Fairy Tail.
Makarov sospirò, portandosi una mano sul volto stanco. «Ti prego Laxus, non ti ci mettere anche tu.»
Il biondo alzò le mani, in segno di resa, sgusciando via dall’attenzione dei presenti.
Nel frattempo Beatrice stava sgridando – o meglio sbraitando contro – i miei amici, i quali si erano comportati da irresponsabili venendo a fare casino in un’altra Gilda. Ma a nessuno sfuggì il sorrisetto compiaciuto che non era riuscita a sopprimere, mandando completamente a quel paese i sensi di colpa che avrebbe dovuto provocare con quella sua ramanzina.
In quel momento, mentre guardavo divertita il mio Master, sentii nuovamente quella fitta allo stomaco che avevo percepito una settimana prima nel bosco, prima di svenire. Ma questa volta sembrava nettamente più forte. Dalle mie labbra scappò un rantolo strozzato, mentre mi piegavo su me stessa, stringendomi il corpo con forza, come se con quel gesto, il dolore sparisse. Ma invece, non faceva che aumentare. Serrai gli occhi, cercando di concentrarmi sul buio, ma anche questo era inutile. Iniziai a tossire, mi portai una mano davanti alla bocca, scoprendo con orrore lo schizzo di sangue che macchiava il mio arto chiaro. Avevo sempre avuto paura del sangue, specialmente quando il mio non stava al proprio posto. In quel momento di terrore, dalle mie labbra scappò un grido, mentre sentivo il mio corpo aumentare di temperatura. Aprii gli occhi, cercando di mettere a fuoco quello che avevo davanti a me, nonostante fossero velati dalle lacrime che minacciavano prepotentemente di fuoriuscire. Con sorpresa, vidi il mio corpo circondato da una forte luce, calda e brillante. Sembravo una specie di nana bianca sul punto di generare una Nova. Strabuzzai gli occhi a quella vista, riprendendo subito dopo a tossire. Eleanor venne in mio soccorso, ma appena si avvicinò, questa magia reagì: intorno a me si creò una specie di scudo dorato, però appena la verde vi entrò in contatto, venne attaccata, quasi come se fosse un meccanismo di difesa, e venne sbalzata lontano. Allungai una mano in sua direzione, ma da essa partì un fascio dorato che per poco non colpì Beatrice.
«C-cosa mi sta succedendo?» chiesi con voce rotta, ormai sull’orlo di una crisi di pianto.
«Chiamate Wendy!» urlò Erza.
Vidi un paio di figure iniziare a correre, per poi tornare subito dopo con una ragazzina dai capelli blu e grandi occhi color nocciola. «S-sì?» La sua voce era talmente flebile, che non fui sicura di averla udita davvero.
«Wendy, aiutala.» ordinò la rossa.
La blu annuì, si avvicinò e chiuse gli occhi. Il suo corpo venne circondato da un tenue bagliore azzurrino, ma appena la sua magia venne in contatto con la mia, la ragazzina venne attaccata da quello scudo che cercava di proteggermi.
«Lucy, perdonami ma non vedo altro modo.» Beatrice si mise davanti a me, pronta ad utilizzare la sua magia. Con un gesto secco del braccio, sentii mancarmi l’aria, come se venissi attratta verso il terreno, ma riuscendo comunque a muovermi. Non era magia normale, era simile a quella di Libra, ma differente per alcuni versi. Era come se mi fossi dimenticata di come respirare, il petto mi bruciava, ma la mia magia sembrava indebolirsi sempre di più. Beatrice stava sudando, era in difficoltà. «Incredibile.» sibilò la bionda, aumentando di potere magico. Urlai, ma dalla mia gola non uscì alcun suono, mentre l’aria non ne voleva sapere di tornare nei miei polmoni.
«Fermati! La stai uccidendo!» gridò Eleanor.
«Lo so, sto facendo il possibile per non farla soffrire, ma lo scudo non cede!» sbottò il Master.
Nel frattempo Makarov si avvicinò, pensieroso. «Non è magia naturale.» commentò.
«Cosa vorresti dire, vecchio?» chiese Natsu.
«Non ne sono sicuro, per ora non dirò nulla finché non avrò delle certezze.» sospirò.
A un certo punto, quando mi sentii cadere, lo scudo di luce cedette. «Appena in tempo.» sospirò Beatrice.
Astrid mi corse in contro abbracciandomi. «Oh, Lucy! Come ti senti?»
«Prosciugata.» mormorai, voltandomi per sputare ancora un po’ di sangue.
Natsu si avvicinò, guardandomi serio. «Questo non è stato il lago.»
Erza si voltò di scatto. «E come fai ad esserne sicuro?»
Il rosato alzò le spalle. «Per il semplice fatto che anche io ho bevuto l’acqua del lago, e non mi è successo nulla. È vero che Lucy ne ha bevuta un sacco, però non è normale una reazione simile. Deve essere stato qualcos’altro. »
Il mago del ghiaccio venne verso di lui e gli tirò un pugno. «E tu cosa aspetti a dirci le cose?!»
Prima che potesse scoppiare la solita rissa, la mano di Makarov si ingigantì, colpendo i due ragazzi con un pugno.
«Va bene, ora torniamo a casa, Lucy ha solo bisogno di riposo.» disse Beatrice voltandosi.
Appena finì di parlare si aprì un portale, da dove uscì Stephen, sorridente. «Pronti?»
«Ehi! Lucy rimarrà da noi! Ora lei è un membro di Fairy Tail!» disse Natsu.
Quando Beatrice sentì quelle parole, la temperatura sembrò alzarsi di diversi gradi. «Come scusa? Devo aver capito male.»
Makarov si voltò terrorizzato. Farsi nemico uno dei 10 Maghi Sacri era l’ultima cosa che voleva. «B-Beatrice cara, stavano solo scherzando non ti preoccupare.» ridacchiò nervoso.
La bionda sembrò calmarsi, ma appena Natsu corse verso di me e mostrò il simbolo al Master di White Lily, il terreno sotto i piedi del Dragon Slayer del fuoco si spaccò, facendolo cadere all’interno. «Cosa avete fatto?!» gridò.
«E adesso cosa si fa? I marchi non possono essere rimossi, a meno che il membro non venga esiliato dal Master.» disse Alex.
«Mi sa che Lucy, per la prima volta nella storia dei maghi, farà parte di una Gilda della luce e di una Gilda di Assassini.» rispose Adelaide, neutra.
«Ma non è possibile, il Concilio della Magia non lo permetterà mai.» osservò Lara, fasciandosi il palmo ferito a causa dell’evocazione.
«Semplice, dobbiamo tenerlo segreto!» disse Natsu, emergendo dalla frattura.
Erza scosse la testa. «Prevedo un mare di guai.»
Sempre tra le braccia di Astrid, chiusi gli occhi cercando di addormentarmi, ma il casino era tale, da non riuscire nemmeno a isolarmi. «Ragazzi, al momento non mi interessa, voglio solo riposare.»
Beatrice annuì, tornando al suo aspetto di bambina. «Certamente Lu-chan, torniamo a casa.» sorrise.
La maga in armatura, prima che gli altri potessero portarmi via, li fermò schiarendosi la voce. «Prima che possiate tornare a White Lily, vorrei che Lucy rimanesse da noi solo per un pomeriggio, vorremmo raccontarle delle cose riguardanti il suo passato.»
Eleanor fulminò Erza con lo sguardo, subito dopo lo spostò nel mio, senza dirmi nulla, solo per assicurarsi che stessi bene e se per me fosse tutto okay. Annuii sorridendole, facendole cenno di potersi allontanare tranquilla. Non ne sapevo il motivo, ma io di Fairy Tail mi fidavo, nonostante fossero Assassini.
Astrid mi diede un buffetto sulla guancia, poi si alzò e attraversò il portale, unendosi ai nostri compagni. Beatrice prima di passarlo, si voltò verso Makarov. «La riporta la tua squadra, mi auguro. Se vengo a sapere che è tornata a casa da sola, vi scateno contro il Concilio.»
Makarov deglutì, poi annuì svelto. «Ovviamente, ci penseremo noi.»
Appena la bionda sentì quelle parole, fece apparire il suo orsetto di peluche e trotterellando, entrò anche lei nel portale diretto a White Lily.
Juvia si avvicinò a me, aiutandomi ad alzare. «Vuoi sdraiarti, Lucy?»
Facevo ancora fatica a reggermi in piedi da sola. Annuii svelta, l’unica cosa che volevo era dormire.
Vidi Makarov avvicinarsi, sembrava turbato. «Ebbene, vuoi sapere alcune cose? Sappi che non potrai conoscere tutto, alcune cose non possono esserti rivelate, altre non le conosciamo nemmeno noi.»
«Okay, ditemi tutto quello che potete rivelarmi.» feci, adagiandomi sul lettino morbido dell’infermeria. Nel frattempo entrarono anche Erza, Natsu, Gray e Juvia.
Makarov si schiarì la voce, nervoso. «Tua madre, Layla, ha avuto una vita particolare, difficile oserei dire. Era nata in una famiglia di maghi, per cui fu addestrata fin da piccola. Inoltre il fatto di essere di nobile famiglia la aiutò nel trovare più velocemente tutte le chiavi dorate. Un giorno, Layla si imbatté in un Assassino dalle vesti bianche, che riportava il marchio di una fata. Quell’Assassino era un membro di Fairy Tail.» fece una pausa. Molto probabilmente per permettermi di assimilare tutto con più facilità. «Iniziarono a combattere, ma più lo scontro andava avanti, più si accorsero che ormai era diventato quasi un gioco. Nessuno dei due stava attentando alla vita dell’altro. Quando conclusero, ormai stanchi, cominciarono a conoscersi, scoprendo di aver molte cose in comune e che il ragazzo in realtà, non era cattivo. Col passare del tempo, divennero amici, dandosi appuntamento ogni giorno, in un luogo preciso e a un’ora precisa. Dopo alcuni mesi, quando il ragazzo si accorse di provare qualcosa in più della sola amicizia, propose a Layla di entrare a far parte di Fairy Tail. Ovviamente lei accettò, diventandone membro poco dopo.»
Strabuzzai gli occhi. «C-come? Quindi mia madre faceva parte di Fairy Tail?» Erza annuì. Mi scompigliai i capelli, esausta. «Continua.»
Makarov mi sorrise, dolcemente. «Layla divenne un’Assassina, una dei migliori che ebbi mai avuto. Ovviamente di classe S. Però un giorno, tua madre ci diede una pessima notizia: i suoi genitori l’avevano costretta a sposare un uomo che in realtà non amava e fu costretta ad abbandonarci.»
«Mio padre?» chiesi, aspettandomi già una risposta affermativa.
«No, lui non c’era ancora.» scosse la testa, sospirando. Sembrava invecchiato ancora di più durante quella fase di storia. «Purtroppo, questo è tutto quello che posso dirti, il resto non spetta a me.»
Mi stava prendendo in giro? «Come scusa? No no, arrivati a questo punto esigo sapere tutto!»
«Mi dispiace, Lucy. Non sono autorizzato.»
«Ah, sì? E chi te lo avrebbe impedito?» chiesi io, iniziando ad alterarmi.
«Il Concilio della Magia.»
Sbarrai gli occhi. Addirittura? Abbassai lo sguardo, doveva essere successo qualcosa di grosso, per forza. Chiusi le mani a pugno, stringendo i denti. «Voglio tornare a casa, a White Lily.» sibilai.
I ragazzi all’interno sembrarono incupirsi. Makarov annuì, ordinando subito dopo agli Assassini presenti di scortarmi fino a Magnolia.
Quella giornata fu estenuante, avevo scoperto di essere svenuta per una settimana intera. Ho visto entrare in scena White Lily, sfondando il portone. La mia Gilda e Fairy Tail – o forse dovrei dire, le Gilde a cui faccio parte – si sono date battaglia. Ho scoperto un potere che pensavo di non possedere e se come ciò non bastasse, mi hanno rivelato che mia madre era un’Assassina di classe S, di Fairy Tail.
Mi era venuta un’emicrania.
E le sorprese non erano ancora finite!
I membri di Fairy Tail, non sembravano però Assassini normali. Mi voltai verso Natsu, che al momento era il ragazzo che avevo vicino e decisi di porgli una domanda, che da un po’ mi assillava. «Natsu?»
Il rosato si voltò, sorridendo. «Sì?»
«Senti, voi siete Assassini, ma non siete cattivi.» osservai, confusa.
Natsu annuì ridacchiando. «Hai ragione, non ti abbiamo detto di cosa ci occupiamo. Vedi, noi siamo Assassini particolari. Noi non uccidiamo innocenti, ma ci occupiamo degli Assassini neri
Neri? Subito mi venne in mente quel ragazzo con cui ci siamo scontrati io e lui, quando ci trovavamo all’interno di quella grotta. Mentre il mio cervello stava elaborando – o meglio cercava di elaborare – tutte quelle informazioni, qualcosa sembrò stonarmi nella faccenda. «Aspetta un attimo, quindi sareste una specie di Assassini di Assassini?» chiesi, piegando la testa da un lato non capendo più nulla. I ragazzi risero, sentendo la conclusione a cui ero arrivata, facendomi leggermente arrossire. «H-ho sbagliato?»
«No, alla fine puoi definirci così.» ridacchiò Gray.
Calò il silenzio, anche perché non sapevo più cosa domandare. Mentre proseguivamo, arrivammo davanti a un bivio. Juvia, che era davanti, fece per prendere la via di destra, una strada sterrata priva di ombra, completamente esposta al sole, ma Erza la bloccò. «Andiamo a sinistra, è all’ombra ed è più corta.» disse indicando un piccolo sentierino, ricoperto di sassi, che portava all’entrata di un boschetto.
«Come preferisci.» rispose Juvia, con una scrollata di spalle.
Proseguimmo all’interno del bosco, dove ebbi finalmente un po’ di sollievo, l’aria era più ventilata, non sentivo più quel caldo afoso che mi indeboliva.
Mentre continuavo a rimuginare, riconobbi una parte del bosco. Eravamo nello stesso posto dove avevo combattuto con Natsu la prima volta. Notai anche la frattura dove ero caduta nel scappare dalla maga dell’acqua.
Pensai al diario che avevo trovato nella soffitta di casa mia, non mi era sembrato di aver visto delle pagine dove raccontava la sua giornata da Assassina, né tantomeno dell’uomo che avrebbe dovuto sposare. Se non si trattava di mio padre, chi era?
«Tutto bene?» mi chiese Erza.
Solo in quel momento sentii di aver la fronte corrucciata e le labbra in fuori, disegnando un perfetto broncio. Rilassai i tratti del viso, sorridendole. «Sì, stavo solo riflettendo.»
«Non deve essere facile, dopotutto non hai ancora in mano il puzzle completo.»
«Erza, tu saresti in grado di aiutarmi?» chiesi, facendo gli occhioni da cucciolo.
La rossa sospirò. «Non posso.» Avevo sbagliato persona, quelle tattiche con lei non funzionavano. Sbuffai sonoramente.
Intanto che camminavamo, notammo che il sentiero si era stretto di molto, costringendoci a proseguire in fila indiana. Senza accorgermene, finii per ultima. Abbassai lo sguardo, puntandolo sulle mie scarpe, mentre cercavo di colpire i sassolini e gettarli dentro le varie buche, giusto per non annoiarmi. Mentre giocavo, colpii male un sassolino, così mi fermai e mi voltai per poterlo calciare meglio. Mentre però, gli Assassini proseguivano, io sentii qualcosa sfiorarmi il braccio. Mi voltai di scatto, ma vidi vicino a me un ramo, cosparso di foglie color verde sgargiante. Sbuffai, stavo diventando paranoica. Feci per raggiungere i miei nuovi amici, ma sentii qualcuno tapparmi la bocca. Cercai di urlare, ma il suono uscì troppo attutito perché venisse sentito. Cominciai ad agitarmi, mentre il mio cuore iniziava a correre per la paura. Cercai di guardare chi avessi dietro e vidi di nuovo quella veste nera.
Andai nel panico.
«Ciao biondina, ti ricordi di me? Sai, vorrei la chiave, me la restituisci?» soffiò lui, vicino al mio orecchio.
Mi sentii pervasa dai brividi. «No.» sibilai sulla sua mano.
L’Assassino sfilò un’arma, che appoggiò sulla mia gola. Era un coltello spesso, seghettato e sporco di rosso. Sperai con tutta me stessa che quello non fosse in realtà sangue. «Sei piuttosto stupida, lo sai?» sbuffò. «Va bene, facciamo così. Tu rendimi la chiave e io prometto di non fare nulla ai tuoi amici di White Lily. Anche se la mia missione è quella di far fuori quella rompipalle di Eleanor.» sbarrai gli occhi, mentre sentivo l’agitazione farsi sentire sempre di più.
«Perché volete ucciderla?» chiesi, titubante.
«Ah, ah. Questo non rientra nei nostri patti.» ghignò.
«A me non sembra di aver mai accettato. Perché non mi uccidi? Potresti prendertela così la chiave.» cercai di risultare il più spavalda possibile, ma sentii comunque la mia voce tremare.
Lui sbuffò. «Vorrei volentieri, ma purtroppo non posso ucciderti.» Sorrisi divertita. «È inutile che ti stampi in faccia quel sorrisetto, non posso ucciderti ma questo non mi vieta di torturarti.» Deglutii, se voleva spaventarmi ci era riuscito benissimo. In quel momento vidi Natsu correre nella mia direzione e guardarsi in giro, seguito poi dagli altri. Urlai il nome del Dragon Slayer del fuoco, ma mi interruppi a metà appena sentii la lama premere con più forza sulla gola.
Annaspai.
Erano davanti a noi, però non ci vedevano, come era possibile? Le loro voci mi arrivavano lontane, come se fossi all’interno di un vetro. «Non ti sentono.» ghignò lui.
«C-come mai?» mi maledii per non essere riuscita a mantenere un tono di voce fermo.
«Esiste una cosa chiamata magia, non so se sai cos’è.» mi prese in giro lui.
Digrignai i denti. Sentii una sensazione differente, mentre il mio corpo veniva illuminato nuovamente da quella calda e forte luce. Non soffrivo questa volta, sembravo padrona dei miei nuovi poteri. Percepii la presa sulla mia gola allentarsi, fino a sparire del tutto. Mi voltai verso di lui, mentre sulle mie labbra affiorava un sorrisetto strafottente. «La preda è diventata cacciatrice.» ghignai io.
Cercai di non fare caso alla mia voce, non sembrava mia.
L’Assassino era immobile, non sapeva bene cosa fare, mentre io sentivo che l’intensità di potere stava aumentando sempre di più. «Luce.» mormorai. La bolla di luce dove sembravo essere immersa, scoppiò, con una piccola esplosione. Le mie chiavi sembravano muoversi da sole, animate di vita propria, mentre tintinnavano sbattendo tra di loro. Mossi il braccio, disegnando un semicerchio, da cui si disperse un fascio di luce che colpì la figura nera. Questa venne sbalzata lontano, sbattendo contro un albero. Mi avvicinai minacciosa, sentendomi per la prima volta sicura di me stessa, forse anche troppo. C’era qualcosa che non andava. C’era una parte di me che voleva ucciderlo e lo urlava a gran voce, mentre l’altra, sussurrava di scappare e lasciarlo lì. La prima vocina prese il sopravvento su di me: lo afferrai dove si congiungevano le due estremità del cappuccio, esattamente sotto la gola, e con una forza che non pensai di possedere, lo tirai su. Agendo così, il cappuccio scivolò, rivelando gli occhi color vermiglio che avevo già visto, più dei capelli sbarazzini color ossidiana e una pelle pallida. Percepii qualcosa all’altezza del petto, ma che non seppi identificare. Mi sembrava di conoscerlo, ma non lo avevo mai visto in vita mia.
«Tsk, allora ha funzionato. Sei solo un esperimento, nulla di più.» sputò cattivo.
Lo guardai stranita. «Esperimento?»
«Sì, credi davvero che questi poteri siano tuoi? No, cara. Sei stata sottoposta a degli esperimenti fin dalla più tenera età. In poche parole: non sei una maga normale.» rise lui, malefico.
Sentii mancarmi la terra sotto i piedi. Cosa voleva dire? La mano con cui lo stavo tenendo si illuminò ancora di più, facendogli subito cambiare espressione in una preoccupata. «Chi è stato a farmi questo?!» gridai.
Lui sorrise. «John Nightray.»
 






Lilith’s Corner
Woooh! La fine di questo capitolo mi è piaciuta un sacco! *^* Questo capitolo e quello dopo sono i miei preferiti. E nel prossimo questo fantomatico Assassino nero avrà un nome! :D
Quanto mi piace la frase di Lucy: «La preda è diventata cacciatrice.»
Non so cosa mi sia preso mentre scrivevo, ma lì ho reso Lucy davvero figa. u.u

Cooomunque. Qui abbiamo scoperto un sacco di cose, vero? Per non parlare di quella più scioccante alla fine! :o Cosa intenderà quell’Assassino nel dire che Lucy è solo un Esperimento? E che ha subito dei trattamenti? E che è stato John Nightray, l’Assassino più perfido di tutti, a farle questo? Lo scopriremo più avanti. (?)
C’ho preso gusto a terminare i capitoli così, sapete? Ahahahaha. x°°°
Non odiatemi, in questo modo vi lascio nel dubbio ed è più divertente! (?) Sono malefica, lo so. Muahuahuahuah. 3:) (??)
Ho in mente tanti altri colpi di scena per voi. (?) xD

Alex: Lo sai che tu non hai tutte le rotelle a posto, vero?
Sempre saputo, sì.
Adelaide: Non è cosa di cui vantarsi. -_-“
Lai, perché sei sempre così cattiva con me? ç_ç Non vuoi bene alla tua creatrice? Ç___ Ç
Adelaide: No.
*piange*
Astrid: Ma che cattiva! Io ti voglio tanto bene, invece! ♥
Pucc lei. *^* (?) Anche io.
Adelaide: S-sì…. *bisbiglia*
Cosa? Non ti ho sentito.
Adelaide: Sì, ti voglio bene! *arrossisce* N-non farmelo più ripetere…
Kawaiiiiii! *^* *la spupazza*
Passiamo ai ringraziamenti! Un grazie enorme a Ga-chan, iulia_99 [grazie ancora per il tuo splendido commento *w*], Ia-chan e Fede-chan per aver recensito il capitolo! Ragazze, mi fate felicissima quando trovo le vostre recensioni, davvero.
Alla prossima, chicos!
Adios!
 
 
   
 
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