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Autore: Marina Swift    29/07/2014    2 recensioni
Ok. Avevo voglia di scrivere qualcosa su Mark ed Esther, quindi pubblico questo orrore più totale.
Insomma... Come tutti sanno, o almeno per come funziona a casa mia, sono le ragazze le amanti dello shopping.
E se invece fosse il contrario?
Beh... Io ci ho provato, il compito di decidere tocca a voi.
Un saluto,
Marina
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Kruger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'MarkxEsther: love story for Lila May'
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Shopping ;)


Qualunque persona al mondo può pensare che, al 99,9%, se in girò per una città a fare shopping si incontrassero per caso un ragazzo e una ragazza mano nella mano a guardare vetrine, sia stata sicuramente lei a trascinare il fidanzato per negozi.
Invece, quel giorno ad Osaka, si era avverato lo 0,1% dei casi, quello che si credeva capitasse una volta ogni cent'anni.
Mark Kruger ed Esther Greenland si trovavano in quel momento davanti a quella che si poteva definire la botique più chic - e più cara - di tutta la città.
Esther non aveva la più minima voglia, quella mattina, di uscire ad ammazzarsi di caldo, ma quando Mark le aveva proposto di accompagnarla a fare un giro, qualcosa nella sua testa l'aveva spinta ad accettare.
La ragazza maledì mentalmente la bravura del bel biondino nel farle fare tutto quello che voleva.
Mark si guardó un attimo intorno, poi prese Esther e la trascinò  dentro al negozio, prendendola delicatamente per i polsi.
Appena entrati, lui si mise alla ricerca di qualcosa da provare, mentre lei si sedette su un divanetto, bevendo un sorso d'acqua da una bottiglia presa dalla sua borsa per rinfrescarsi dal caldo. Eppure, doveva teoricamente interessare più a lei quella seduta di spese, visto che la ragione principale per la quale i due si trovavano lì era trovare un abito per la festa di compleanno di Susette, che quel giorno compiva i suoi 14 anni.
Ma a Esther in quel momento, non aveva nemmeno per la testa il party di quella sera.
Si voltò, cercando il viso di Mark tra le mille persone che sovraffollavano il negozio.
All'inizio non lo vide, quindi pensò di alzarsi e andarlo a cercare.
"Ecco... Ora ho anche perso Mark, vuoi vedere?"
Si, perchè perdere quella che più che probabilmente era l'unica ragione che l'aveva spinta a mettere il naso fuori di casa con quaranta gradi e la più grande concentrazione di folla mai vista ad Osaka nei precedenti cinquant'anni, non era una cosa esattamente piacevole.
No. Il ragazzo era scomparso totalmemte dal suo campo visivo.
La castana stava per perdere la pazienza, quindi prese il telefono e compose il numero di Mark, almeno per sentire dov'era.
In quell'esatto istante, il capitano dell'Unicorno le comparve dietro, facendola sobbalzare.
Il cellulare le scivolò di mano, Esther si abbassò per prenderlo e, quando alzò un poco lo sguardo, davanti aveva quello che senza ombra di dubbio la ripagava da ogni crisi isterica che aveva avuto in quei dieci/quindici minuti.
Il bell'americano era in piedi davanti a lei, con addosso dei magnifici jeans attillati scuri, una maglietta bianca che lasciava intravedere il profilo dei muscoli sui pettorali, rendendo Mark se possibile ancora più attraente, e una giacca di pelle nera, che faceva risaltare ancora di piú i suoi capelli dorati, la carnagione chiara e gli occhi color cielo.
"Allora, che te ne pare?" chiese lui, fremente di sapere l'opinione dell'amica "Ne ho provati un po', di abiti, ma questo è senz'altro il mio abbinamento preferito"
Esther non rispose, era totalmente senza fiato dalla bellezza del suo affascinante amico.
Molte ragazze si giravano a guardarli, magari con uno sguardo d'invidia verso Esther, magari perchè credevano che lei e Mark fossero fidanzati.
Fidanzati io e Mark? Magari... pensò Esther, capendo il perchè di quelli sguardi.
Eppure, nonostante tutte quelle ragazze, Mark sembrava guardare solo Esther, come Esther del resto aveva gli occhi posati solo su Mark.
"Beh... Io ho pagato. Possiamo andare?"
Lei annuì, poi prese il ragazzo per mano e lo accompagnò a casa propria.
"Ti do qualcosa da bere?" chiese la ragazza, mentre entravano.
"Si, grazie. Solo aspettami che devo fare una cosa"
Mark scomparve nell'altra stanza, mentre Esther preparava due spremute di pompelmo rosa e le serviva con una fettina d'arancia, una cannuccia e un ombrellino colorato. Più ovviamente una cascata di ghiaccio.
Meglio dei migliori bar al mondo, il mio servizio spremute, si fermò a pensare la ragazza, sorridendo.
Prese i due bicchieri e li appoggiò su un vassoio, poi ci appoggiò sopra un piatto di frutta che aveva tagliuzzato nel frattempo.
I colori rosso, arancione e giallo dominavano in quel piatto, tra cubetti di anguria, melone e ananas, mentre dei piccoli chicchi d'uva verde facevano lentamente capolino tra gli altri frutti.
Quando arrivò in sala, Mark era già seduto, con le braccia incrociate dietro la nuca.
Si era cambiato, indossando la tuta dell'Unicorno, ma il suo fascino non era stato per niente cancellato. Dopo che ebbero bevuto e finito di mangiare, Mark salutò Esther, avviandosi verso la porta.
"Allora ci vediamo stasera eh?"
"Si" confermò lei, con un sorriso.
"Ah... Grazie per avermi accompagnata, oggi. Sei la migliore"
Esther avvampò, ma Mark sembrò non farci caso.
"Ciao!" trillò lei, quando chiuse la porta.
Guardó l'orologio che aveva al polso.
Erano ormai le sei, la festa iniziava alle otto e mezza, quindi la ragazza decise di salire in camera sua a cambiarsi.
Dopo un'attimo di indecisione, si mise addosso un abito rosso carminio trovato nell'armadio, con la gonna corta e a pieghe, le maniche cortissime e una scollatura a V sul davanti, non troppo grande, ma neanche troppo piccola.
I capelli castani finirono legati in una treccia laterale, fermata da un fiocco. Sulle lunghe ciglia nere invece Esther passò un tocco di mascara.
Si stava alzando per uscire, quindi afferrò la sua borsa.
Una scatolina blu notte, con i bordi dorati, cadde a terra con un leggero tonfo.
"Mh?"
Esther la prese in mano e l'aprì. Conteneva due splendidi orecchini di perle, con dei pendenti che iniziavano con un piccolo cuoricino d'oro.
Vicino c'era un piccolo biglietto, che Esther lesse con calma.
Ciao Esther,
Considera questo piccolo regalo come un ringraziamento per avermi accompagnato oggi, so che odi il caldo e gli affollamenti.
Un bacio,
Mark :)
Ps. Stasera te li voglio vedere addosso, se no potrei offendermi
Esther si portò le mani al cuore, che aveva straordinariamente iniziato a battere a oltre 110 al minuto.
Si. Si sarebbe divertita, a quella festa.
E da quel giorno, avrebbe seriamente rivalutato il valore dello shopping.

Angolo di un'autrice maledettamente ripetitiva:


Ok. Ogni MarkxEsther che scrivo è peggio della precedente, me ne rendo conto.
Ma oggi avevo voglia di scrivere qualcosa, quindi è nato questo orrore.
Perchè io - come Esther in questa storia - odio lo shopping, e ogni santissimo weekend la mia migliore amica mi trascina con lei per fare acquisti.
Insomma... Ora mi serve l'approvazione di Lila, quindi spero che almeno a lei sia piaciuta, mi dispiace di dedicarle tutti 'sti orrori.
Beh... A questo punto che vi posso dire se non...
Ci vediamo alla prossima storia!
Marina Swift
   
 
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