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Autore: _Silence    29/07/2014    1 recensioni
E se fosse tutto diverso? Se Christian rapressentasse il bianco e Anastasia il nero?
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-Facciamo così, se dovessimo incontrarci per altre tre volte tu accetti un mio invito a cena.-
-Ma io e te in che luogo mai potremmo incontrarci se non qui?.- era davvero interessata ad ascoltare, la situazione stava risultando piuttosto divertente.
-Be, in qualsiasi posto, dal meccanico, in una caffetteria, in università.- lei di tutta risposta incominciò a ridere, ma poi cercò di darsi un contennio e smise; ma sul serio credeva che potessero incontrarsi in posti così? Ma quanti anni credeva che avesse?
-E se non fosse così?.-
-Niente.- sorrise lui, non era un vero e proprio sorriso, lui ci sperava davvero in quei tre incontri e stavolta era davvero insicuro su quanto stava facendo .
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Fall



Non c'era alcun rumore in quella stanza, nessuna parola, tanti silenzi accompagnati dal rumore delle posate e dei bicchieri e avvolte qualche sospiro.

-Di cosa volevi parlarmi?.- aveva accumulato ansia per questa cena, non aveva la minima idea di cosa potesse essere questa cosa di cui non potevano parlare al telefono.

All'improvviso ebbe voglia di bere così prese il vino e lo versò dentro il suo elegante bicchiere, non sapeva niente di quella donna eppure c'era qualcosa che lo attirava e adesso sapeva che per lei era lo stesso.

-Non cerco una storia d'amore, Christian.- anche lei prese a sorseggiare il vino, aveva gli occhi piantati su di lui e ai suoi occhi sembrava tanto una tigre pronta ad attaccare la sua preda.

-Voglio che tu cada nella mia stessa oscurità.- ma cosa ci sarà di così oscuro in una donna con quel viso? Si domandava Christian, che cos'è quest'oscurità di cui parla? In che cosa stava andando a cacciarsi? Ma era inutile anche domandarselo, perché lo sapeva che avrebbe accettato di tutto pur di rivederla ancora.

-Non ho ben chiaro il concetto di oscurità al momento.- farfugliò, aveva quell'espressione strana tipica di quando alle superiori cercava di stare attento alle lezioni di matematica o di fisica, decisamente non ci stava capendo niente e pensare che le parole erano state sempre il suo forte, ma era come se davanti quella donna ogni certezza si annullasse.

-E' una cosa che voglio con tutta l'anima,Christian e vorrei che prima di accettare tu ci pensassi.- sospirò e subito dopo prese la bottiglia di vino versando il liquido rosso nel suo bicchiere, beveva a piccoli sorsi e quella agitazione nella voce che notò il ragazzo dagli occhi cerulei sembrava calmarsi.

-Se non mi dici cosa non posso risponderti.-

-Non è una cosa da prendere alla leggera! Ho bisogno che tu ti fidi di me a prescindere da quello che potrei farti.- e ancora Christian stentava dal capire, aveva troppe domande in testa, era così dannatamente confuso perché non aveva ancora capito che cosa realmente volesse questa donna da lui. Che cosa doveva fare per starle accanto?

-Voglio una relazione sadomaso, dove io sono la dominatrice e tu il mio sottomesso.- disse tutto d'un fiato la sua ninfa dal lato nascosto, quello che lui stesso aveva intuito, ma non avrebbe mai immaginato fosse così … così oscuro, di nuovo quella parola.

-Cosa comporterebbe?.- adesso il suo tono risultava gelido e quasi stanco, non se lo sarebbe mai aspettato, una donna con quel viso così angelico che vuole una relazione sadomaso, che lo voleva al fine di usarlo come schiavo sessuale o meno;era tutto così dannatamente surreale, ma c'era una parte, una parte che non credeva di avere, che lo incitava ad accettare sconvolgendolo più di quanto già non fosse.

-Provo piacere quando infliggo del male carnale, ma non per forza quello che immagini tu, in generale mi piace avere il controllo delle cose, voglio sempre dominare su tutto e non è detto che ti faccia del male.- lo vedeva che l'aveva messa in difficoltà, spiegare una tal cosa, doveva immaginarlo, era difficile, ma voleva capire affondo perché se voleva cadere doveva farlo con tutto ciò che c'era da sapere.

-Non è detto.- ripeté e ponderò ancora su quelle parole; Anastasia era mentalmente instabile e lui per starle accanto doveva accettare questa folle relazione, non sapeva come agire e tanto meno che dire. Iniziò a pensare che magari aveva ragione, che doveva cogliere la palla al balzo,poteva tirarsi indietro, ma non ne era del tutto convinto.

-Devi pensarci, non voglio una risposta adesso.- sussurrò e fece per alzarsi, andò alla finestra opposta al tavolo in cui avevano cenato, quella che dava sulla vista del parco Stanley e che

le permetteva di vedere tutta la città e a lei piaceva vedere quella serie di puntini di luce.

Christian non aveva poi fatto così tanto caso al vestito che aveva addosso, arrivava giusto sopra le ginocchia e aveva la schiena scoperta quasi interamente e si scoprì desideroso di baciare centimetro per centimetro di quella pelle così diafana.

E si alzò, desideroso di sentire il suo profumo e di sentirla tra le sue braccia curandosi poco di quello che magari voleva lei in quel momento, poteva anche picchiarlo in quel momento e cacciarlo, ma se ne sarebbe andato lo stesso con il sorriso sopra le labbra per averla stretta tra le sue braccia.

-Non avevo notato quanto bella fossi.- le soffiò sul collo, le sue braccia l'avvolgevano completamente e notò che lei si strinse di più e automaticamente sorrise.

-Ti ho spaventato?.- in quel momento gli sembrava così piccola, così piena di dubbi e si intenerì quando si girò e con lo sguardo spaventato gli aveva posto quella domanda.

-Si, ma ci penserò.- ed era una promessa quella, perché anche se era così strano, lui voleva provarci e vedere fin dove potesse arrivare.

-Ci sono delle condizioni,Christian e voglio che tu le rispetti.-

-Sono uno che rispetta le regole, non preoccuparti di questo.-

-Non sempre è necessario rispettare le regole, sai?.- disse lei mormorando e con tono che alle orecchie del ragazzo risultò parecchio sexy e diamine se avrebbe voluto sbatterla sul quell'enorme vetrata, ma doveva pur sempre contenersi.

-In quali occasioni?.-

-Questa, ad esempio.- sussurrò ancora prima di tirare il colletto della sua camicia per poterlo baciare ed era così carico di tensione sessuale, così sensuale, che nemmeno Christian stesso realizzava di indietreggiare sempre di più con appresso Anastasia che lo spingeva fino ad arrivare al bordo del tavolo su cui avevano cenato.

-Resta qui stanotte.- aveva ansimato congiungendo le loro fronti.

-Io ..-

-Tranquillo, devi solo fidarti, non ti farò niente.- doveva fidarsi di lei, solo quello gli chiedeva e lui l'avrebbe fatto.

-Ok.- disse prima di baciarla ancora.

Si scoprì così voglioso di baciarla, era smanioso perché avrebbe voluto farlo sempre, amava sentire il suo sapore e poi quello del vino ed era tutto un mix che adorava.

-Prima condizione.- disse con voce ferma prima di spingere Christian sul letto, lui la guardava come fosse un'apparizione scesa dal cielo per ringraziarlo di qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa, ma poi realizzò che lei non era un angelo qualunque, era uno di quelli con le ali nere.

-Io sto sempre sopra.- era seduta sopra di lui e con le mani sbottonava lentamente la camicia, nel frattempo si muoveva con lentezza studiata sopra il cavallo dei pantaloni di Christian che ogni volta credeva di impazzire.

-Ma... -

-Ti dirò se e quando puoi starmi sopra, capito?.- lo zittì subito, non gli diede nemmeno il tempo di aggiungere altro.

Doveva ammettere però che la situazione era davvero intrigante anche se sapeva che se avesse accettato non sarebbe stato così.

-Ho la sensazione che non capiterà spesso, sai?.- mormorò divertito.

Parlavano come se Christian avesse già accettato, come se entrambi sapessero come sarebbe andata e forse era come diceva Anastasia, se il destino gli avevi fatti incontrare nessuno dei due poteva fare nulla, dovevano solo adeguarsi; magari l'uno all'altra.

Le mani di lei scendevano sempre di più,non controllava più con lo sguardo, adesso concentrava la maggior parte delle sue attenzioni in un punto sulla clavicola dove aveva appoggiato la bocca per segnarlo, alternava lingua e denti sicura che quel segno non se ne sarebbe andato per almeno qualche giorno.

Christian era inerme davanti a tale forza, non che non volesse, ma era curioso di vedere come si sarebbe comportata e se sopratutto sarebbe stato in grado di lasciarla fare, perché non poteva non ammettere che fosse una cosa strana.

Era come se i ruoli si fossero invertiti.

-Vedo che capisci al volo.- sorrise maliziosa prima di alzarsi, si slegò i capelli, si abbassò giusto il necessario per tirare Christian ancora dalla camicia, voleva che si alzasse e che la svestisse.

-Mi piace il tuo fisico.- e Christian sorrise prima di poggiare le mani sulle spalle di lei e far scivolare lentamente le maniche del vestito che, al contrario del suo gesto, scese velocemente sul fisico dell'angelo dalle ali nere.

Ponderò che quel nome era molto più adatto che ninfa.

Appoggiò le mani appena sopra il suo fondo schiena e la spinse contro di se, bramoso di mettere la faccia tra i suoi due seni, si sedette allargò le gambe e Anastasia si sistemò proprio in mezzo, permettendogli di fare quanto aveva intuito.

-Tira il vestito verso il basso.- ansimò inarcando di più la schiena verso di lui che dopo un tempo indefinito fece quanto le aveva chiesto. Non poteva volere che in momenti come questi stesse attento a quanto dicesse, era già tanto che non l'aveva presa e sbattuta al muro senza badare a quello che voleva lei.

Percorse una scia di baci fino all'ombelico, voleva scendere ancora, ma fu a quel punto che le carezze nervose sui suoi capelli si fecero più violente fino a quando non sentì una presa forte tirargli i capelli e fu costretto a volgere il viso verso l'alto.

-Togliti i vestiti.- per un attimo restò a fissarla con la bocca aperta, doveva ancora connettere e risultava sempre più difficile;

La presa di Anastasia cedette, permettendogli di fare quanto gli aveva appena chiesto, lei si era fatta da parte e aspettava che si svestisse e si meravigliò quando si rese conto che fosse davvero ubbidiente e che non facesse tante storie al prendere ordini da una donna.

In seguito gli ordinò di coricarsi sul letto, si arrampicò sopra di lui, si sedette sopra il suo, ormai evidente membro ed incominciò a fissarlo, cercando di notare ogni più insignificante particolare che, forse, ad altre persone sarebbero sfuggiti.

-Non porti mai i tuoi sottomessi nella tua camera da letto?.- era la prima domanda che faceva da quando erano entrati lì dentro, non aveva aperto bocca per quasi tutto il tempo.

-Ho un'altra stanza.-

-E come la chiami?.- domandò ancora ancorando le mani sopra i suoi fianchi incominciando a muovere i pollici affinché disegnassero dei cerchi immaginari.

-E' la mia stanza dei giochi.- e sorrise inconsapevole che anche i suoi occhi l'avevano fatto nello stesso momento.

-Quanti giochi hai?.- aveva usato il suo stesso tono e questo la fece sorridere ancora, ma si stavano perdendo in chiacchiere e preferiva usare quel tempo in qualcosa di più produttivo.

-Il giusto, se fossi stata maschio ne avrei avuti di più come puoi immaginare le cose che un uomo può fare su una donna sono infinite.- parlava lentamente, una lentezza studiata, che le serviva per distrarlo e farlo pensare a quello di momento.

Infilò una mano all'interno dei boxer del ragazzo che per qualche secondo smise di pensare e si concentrò su quello che lei stava facendo, ed era quella la reazione che voleva Anastasia voleva che pensasse solo a lei, che tutti i suoi pensieri fossero diretti a lei.

Incominciò a massaggiarlo stando attenta alle sue reazioni e piano piano si abbassò, si allungò per raggiungere quelle labbra che voleva baciare, voleva baciarle sempre, lo voleva più di qualsiasi cosa in quel momento.

-Mi piace baciarti.- gli disse tra un bacio e l'altro.



Erano passati decisamente troppi giorni da quella loro prima volta e lei non riusciva a concentrarsi più di tanto a lavoro, non c'era niente che riusciva a farla concentrare a dovere e certo questi pseudo scrittori incapaci di attirare l'attenzione non facevano che peggiorare la situazione. Quest'altra palla al piede che le aveva dato il signor Springer non le piaceva, svolgeva due mansioni, una delle quali poteva svolgere lui stesso, ma non aveva tempo di badare alla sua casa editoriale, aveva altri business lui. Un giorno l'avrebbe comprata quella casa editoriale, l'avrebbe fatta splendere e finalmente non sarebbe stata sotto ordine di un idiota come il suo “capo”.

Le aveva detto che si sarebbe fatto sentire presto, ma non è stato così.

Forse era solo lei che stava esagerando, in fin dei conti aveva anche lui impegni che gli portavano via del tempo, studiava e questo solo poteva portagli via quasi tutti il suo tempo.

Una delle caratteristiche di Anastasia era anche che fosse dannatamente ansiosa, perché voleva avere tutto e subito, odiava dover aspettare per qualcosa che lei voleva più di qualunque altra cosa.

Christian sarebbe stato un ottimo sottomesso se si fosse comportato sempre in quel modo, obbediva ad ogni sui minimo ordine, ma poi si fermò a pensare che magari l'aria, in altre situazioni sarebbe stata più pesante, e che doveva sopportare tutto quello che poteva infliggerli anche quando aveva un diavolo per capello e non sapeva se fosse in grado di resistere; però doveva ammettere che quella notte non le era dispiaciuta così tanto, in fondo, aveva sempre avuto il controllo della situazione quindi …

Le sue esigenze erano altre, non erano sempre le stesse, quella sera era tranquilla e aveva solo quella voglia di avere il controllo, non voleva che Christian soffrisse per niente e così gli aveva regalato quella notte d'assaggio.

-Ti vedo pensierosa Ana.- le avevano detto tutti quella mattina, e chi non sarebbe stato sapendo che aveva rivelato uno dei suoi più grandi segreti ad un ragazzo di vent'anni che trovava tutto così intrigante e che non aveva idea in che cosa si stesse andando a cacciare?

Quella notte aveva dimenticato di dirgli che non doveva dire niente a nessuno, che sarebbe stato solo un piccolo segreto, il loro piccolo segreto.

Sbuffò, si alzò e decise di prendersi una pausa, doveva staccare la spina e concentrarsi su qualcosa che effettivamente poteva concentrarla, ma cosa?

O quanto voleva che Josie fosse lì con lei a consigliarle.

Chiamò la sua assistente, Rose, che subito fu da lei chiedendole che cosa volesse.

-Fammi un favore Rose, portami un thè, il solito, twinings english breakfast e qualcosa da mangiare.- disse svogliatamente mentre prendeva per l'ennesima volta il cellulare.

-Cosa da mangiare?.-

-Un cupcake alla vaniglia, se non mi trovi in ufficio lascia sulla scrivania.- disse ancora e sbuffò per l'ennesima volta notando che il cellulare non dava alcun segno di vita.

Decise di alzarsi e sgranchire le gambe, lasciò il telefono in ufficio e andò a curiosare in giro, guardò tutti lavorare e non capiva come il mister Springer non venisse mai a controllare, si crogiolava sempre del fatto che Anastasia fosse una perfezionista e che volesse che ogni cosa andasse per il meglio e forse in fin dei conti sapeva anche che un giorno, chissà quando, quello stabilimento editoriale sarebbe stato tutto suo.





Salve ragazze, eccomi qui

stavolta non vi ho fatto aspettare così tanto

e spero che mi premiate per questo. C:

Che ve ne pare del capitolo? E' secondo le vostre

aspettative? E' qualche riga più corto del solito,

ma a parer mio non c'era altro che scrivere.

Per quanto riguarda le scene hot, ditemi voi,

il raiting impostato è arancione, ma per vostra volontà

potrei anche decidere di portarlo a rosso, ma sappiate che non

penso di cavarmela così bene in quelle scene :/

Parliamo di fatti concreti …

avete visto il trailer?

Pensavo che non ci azzeccasse completamente la scelta

di Jamie …. pensavo …



LOVE.


  
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