A
Silvia,
andare
veloci in amore non è sempre un bene
Nel
cuore di Verona, teatro della storia, la ruggine di un odio di cui non si ha
memoria corrode senza pace due nobili casati Montecchi da una parte dall’altra Capuleti, dai due fatali lombi poi sbocciano due fiori.
Ragazzi che alle grida oppongono sospiri, segnati dalle stelle andranno
fino in fondo lasciando scritto in terra
“Ama e cambia il mondo”.
Inizia così lo spettacolo che ti ho
portato a vedere, tu mi tieni stretta la mano, emozionata. So che Romeo e
Giulietta non ti piace molto, anzi credi che sia proprio una storia stupida,
perché sarebbe bastato aspettare, far passare un po’ di tempo, e tutto si
sarebbe sistemato e invece quei due, parole tue, si sono incontrati, amati e uccisi
in tre giorni come dei veri idioti.
A me al contrario piace, trovo che il
loro sia amore puro e che Romeo e Giulietta fin dal principio sappia che non
hanno molto tempo per amarsi e allora accelerano tutto. Sono stupido io a
crederlo?
Ti sto guardo ma
tu sei troppo presa da Tebaldo che si lascia cadere per poi essere preso dai
suoi amici.
Come ogni volta
che ti porto a vedere uno spettacolo rimani incantata mentre le tue labbra si
aprono appena per cantare quelle canzoni che per me sono nuove, ma chissà perché
per te sono tutte conosciute.
Sorridi, muovi
il piede tenendo il tempo, ti prendo la mano e ti volti verso di me. « Verona è
qui. Verona bella. Qui regna l’odio e la follia dovremmo tutti andare via. Qui non
c’è spazio per un re, le due famiglie fan da sé non puoi schierarti con chi
vuoi è già deciso anche per voi» canti a bassa voce. Rido, sei stonata e lo
sai, ma in questi casi quasi lo dimentichi e ti lasci andare, amo questi
momenti dove ti dimentichi di chi hai intorno. Sei così bella.
Stringi la mia
mano appoggiata sulla tua gamba e torni a guardare lo spettacolo, mi volto
anche io forse realmente per la prima volta verso il palco.
Continui a canticchiare
ma senza emettere suono, se non il contatto delle tue labbra e gli scocchi della
lingua sul palato, poi alle prime note di una canzone a me sconosciuta
raddrizzi la schiena e sul tuo viso compare quell’espressione di attesa mista a
gioia.
«Siamo i re del
mondo siamo il sesso il vino il canto noi viviamo per godere non abbiamo una
morale… ». Fai una pausa. «Dio Mercuzio è il sesso!»
dici all’improvviso invece di tornare a cantare. Rimango stupito, a bocca
aperta, non ti avevo mai sentito fare un’esclamazione del genere e per di più a
ragazzi che non fossi io.
«Alexis!». Ti volti
e scoppi a ridere. «Ma…».
«Lo sai che amo
solo te, ma guardalo! È come se tu dicessi che Megan Fox è figa, mica posso
darti torto». Ti passi una mano tra i capelli e pizzichi la lingua tra i denti
in lieve imbarazzo. «Se ti consola Mercuzio è gay». Scuoto
la testa. «Caspar sei geloso?» annuisco la testa con
una finta espressione offesa. Mi dai un bacio sulla guancia e torni a guardare
lo spettacolo.
Non ci sono
altre interruzioni fino al termine del primo tempo, ma devo confessarti che ho
visto una tua lacrima scendere sul tuo viso durante la scena del balcone. E poi
dici di odiare tutto quel romanticismo. No, non ho passato tutto il tempo a
guardarti ma ero curioso di conoscere la tua reazione a quella scena, pensavo
ti saresti messa a ridere o a sbuffare quando loro si danno appuntamento per
sposarsi e invece hai solo stretto di più la mia mano e hai sussurrato «Meritavate
il lieto fine».
Ho allungato il
braccio, ti ho cinto le spalle e ti ho avvicinato a me. Hai appoggiato la testa
contro il mio petto mentre io ti ho dolcemente baciato il collo mentre la donna
vicino a noi si alza per andare chissà dove in questi pochi minuti d’intervallo.
Hai riso, i baci sul collo ti fanno il solletico, ma in quello stesso momento
hai sussurrato ancora. E io ho
continuato a darti dei piccoli baci casti alternati a risate, la coppia seduta
davanti a noi si è voltata molto probabilmente a causa della tua risata troppo
acuta. La donna mi ha sorriso in quel breve istante in cui i nostri occhi si
sono incrociati. L’ho vista passare la mano sulla guancia dell’uomo vicino a
lei, le ha baciato il dorso con delicatezza.
«Lo sai che il
secondo tempo sarà sempre più angst fino alla fine?»
chiedi con il tuo solito linguaggio da ossessionata di sere tv alzando la
testa. «Muoiono tutti».
«Allora
andiamocene, così per noi rimarrà il lieto fine» ti propongo, ma tu scuoti la
testa, non vuoi. «Perché?».
«Perché Romeo e
Giulietta è il dolore del finale, se volevo il lieto fine mi leggevo una
qualunque fanfiction». Mi accarezzi dolcemente sotto
il mento, storci la bocca sentendo la leggere barba. «Ti amo Caspar» sussurri per la prima volta.
Chino la testa e
ti guardo negli occhi, mi sorridi, ti bacio con la stessa castità dei baci sul
collo. Non serve qualcosa di più intenso in questo momento. «Anche io». Questa volta
sei tu ad allungarti verso di me, non è un bacio casto come il primo, ma
neanche uno di quelli che danno spettacolo, mi mordi il labbro inferiore, lo
fai ogni volta e io te lo lascio fare. Mi piace.
Le luci si
spengono, ti sistemi sulla poltrona ma questa volta appoggi la testa sulla mia
spalla. «Tieni pronti i fazzoletti ne avrò presto bisogno». Sorrido divertito,
dalla tua borsa riesco a trovare in un tempo ragionevolmente breve il pacchetto
di fazzoletti. Sorridi anche tu. «Grazie» mimi con la bocca.
Il
sole per il dolore non mostrerà la sua faccia. Alcuni saranno perdonati, altri
puniti. Poiché non ci fu mai storia più pietosa di questa. Di Giulietta e del
suo Romeo
«Non morire per nessun motivo per me»
sono le prime parole che pronunci dall’intervallo. Hai pianto come una bambina
davanti a Bambi. Hai provato a trattenerti, ma poi hai cercato la mia mano e io
ti ho dato il fazzoletto che già tenevo pronto dalla morte di Mercuzio, che avevi ragione era gay, e qualcosa mi dice che
nonostante tutto lo shippi con Romeo.
«Non ho intenzione di morire» ti
rassicuro mentre le due famiglie piangono i figli morti per le loro guerre. «Guarda!».
Ti volti mentre tutti si spogliano dei colori rosso e blu che dividono le due
casate per rimanere tutti vestiti di bianco. Uguali, con lo stesso dolore.
Colpa
nostra, il cielo avrà per noi pietà. Ama e cambia il mondo. Colpa nostra, il
cielo avrà per noi pietà. Ama.
Applaudi. Ti alzi in piedi. Lo fai ad
ogni spettacolo, lo fai per rispetto al lavoro di chi ti ha coinvolto nelle
ultime ore, per ringraziarli e perché secondo te quando urli loro che sono
stati bravi ti sentono meglio. Mi alzo anche io
e piano piano anche quelli vicino a noi. Urli, potessi saliresti su quel
palco e li abbracceresti tutti uno ad uno compresi tutti i ballerini.
«Grazie! Grazie grazie!»
questa volta le tue parole sono rivolte a me. Mi abbracci e mi baci. «Grazie di avermi portato qui
stasera».
«Quindi ora ti piace Romeo e Giulietta?»
chiedo divertito dal tuo slancio di affetto e gratitudine.
«A me è sempre piaciuto, solo trovo loro
stupidi e anche se ho pianto continuo a rimanere della mia idea».
«Quindi se ti chiedessi di sposarmi mi
diresti di no?». Annuisci poi ti blocchi e mi guardi. «No, no tranquilla non sono precoce come Jim.
Nessuna proposta in arrivo». Ti rilassi. «Anche se potrei offendermi per la tua
reazione».
«Saresti davvero pronto a lasciare Joe? A stare sempre con me? A portarmi dietro in tutti i
tuoi viaggi? A presentarmi a tua madre?» chiedi conoscendo già le mie risposte.
«Sì a tutte le domande tranne una».
«Joe».
Annuisco. «Lo so tranquillo, dopo tutto è il mio youtuber
preferito come si fa a non amarlo?».
«Doppia offesa stasera. Bene ti lascio».
Mi volto dalla parte opposta. Non dici nulla, ti sento cercare qualcosa nella
borsa, poi vedo le chiavi della tua macchina dondolarmi davanti agli occhi. «Siamo
venuti con la tua macchina… okay torniamo insieme». Mi volto di nuovo, hai le
braccia incrociate sembri seria ma non riesci a trattenere il sorriso. «Ama e
cambia il mondo» canticchio e tu cedi. Ti bacio ma questa volta non mi mordi il
labbro. Mi piace ancora di più.
Dici che dimentico le date importanti, i
nostri appuntamenti e il colore dei tuoi occhi. La cosa potrebbe essere
parzialmente vera, infatti non ricordo che giorno o mese fosse quello che ti ho
appena descritto, non mi ricordo se pioveva, se faceva caldo o freddo, mi
ricordo che c’eri tu. E di te mi ricordo ogni minima cosa perché ti amo, è così
difficile da credere?
Hello!
Questa è la mia prima storia su Caspar
Lee e il mondo degli youtuber nonostante ne sia
ossessionata.
Questa oneshot è stata ispirata
dal musical Romeo e Giulietta – Ama e Cambia il Mondo che ho visto questa
primavera, e mi sono immaginata un Caspar
completamente innamorato da essere esagerato ma nonostante questo il solito Caspar burlone che ama stare con Joe,
chi non ama la coppia Jaspar?
Le canzoni sopra citate appartengono al Musical e io non
ne ho nessun diritto e blablabla.
Grazie di aver anche solo aperto questa breve storia.
Baci