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Autore: Hotaru Haruka    29/07/2014    1 recensioni
Ciao a tutti fan di Naruto! Vi è mai capitato di pensare a come sarebbe finire in questo manga? Beh, i tre protagonisti di questa storia ci sono riusciti. Cosa succederà? Beh, basta leggere la storia!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Undici

 

Vuoto, solo vuoto. Le ricordava tanto la caduta per arrivare in quel mondo. E se fosse tornata a casa? Da una parte Rita ci sperava.

Aveva gli occhi chiusi. Non voleva urlare. Aveva freddo, ma sentiva Itachi vicino a lei. Se davvero stava tornando nel suo mondo, allora il moro sarebbe stato teletrasportato (o qualunque cosa stesse succedendo) con lei? La ragazza sghignazzò dentro di sé, pensando che sarebbe stato divertente. Forse anche Carmela e Francesco stavano tornando. Chissà che avrebbero detto vedendo davanti a loro niente di meno che Itachi Uchiha!

Ma no, loro avrebbero capito. Erano gli altri di cui si dovevano preoccupare. E poi dove l' avrebbero messo? Lui l' aveva ospitata nel suo mondo,l' aveva aiutata con la sua ricerca ed era finito in questa situazione a causa sua e lei avrebbe dovuto come minimo offrirgli vitto e alloggio e aiutarlo a tornare a casa. Più ci pensava più le sembrava assurdo.

Le venne in mente Alice, che mentre cadeva nella tana del Bianconiglio pensava di arrivare dall'altra parte del mondo. Forse stava sognando anche lei, e presto si sarebbe svegliata in camera sua, con le gemelle che la prendevano a cuscinate in faccia per farla alzare, Francesco già sotto casa col suo pesantissimo zaino che le intimava di muoversi perché Carmela aspettava che i due passassero da lei per andare a scuola assieme(in realtà erano sempre loro ad aspettare che la rossa si muovesse, ma oramai a questa frase si erano affezionati), il cane dei vicini che abbaiava, lo zaino mezzo pieno, quaderni ancora sulla scrivania e suo fratello che sorseggiava tranquillamente il suo caffè amarissimo, prima di mettersi a studiare per chissà quale esame alla facoltà di Medicina, commentando di tanto in tanto la scena delle sorelle che si preparavano con qualche frase del tipo : “ Più le guardo e più mi sento un inetto”, oppure “Se andasse via la corrente avreste abbastanza energia per illuminare tre continenti su cinque” o altre perle di saggezza simili, che a quell'ora, alle orecchie della riccia, suonavano più o meno come un : “Rita, sorella cara, sono stanco della mia vita, per favore uccidimi facendo bene attenzione che la mia sia una morte quanto più dolorosa possibile; e mi raccomando: ricordati della lunga e penosa agonia!”.

Ma, quando la ragazza si decise ad aprire gli occhi, non trovò niente che le ricordasse il suo felice e caotico mondo. Vide solo due laghi oscuri, che la fissavano preoccupati. Nessuna frase del fratello, solo la voce forte e dolce del suo compagno di disavventure che la chiamava come solo lui sapeva fare, arricciando la “r” neanche fosse uno dei suoi capelli, e ponendo il giusto accento su quella “i” che passava continuamente inosservata e biascicando dolcemente il resto. Nessuno riusciva a far suonare il suo nome, troppo breve perché qualcuno se ne potesse ricordare, in quel modo, dandogli un'importanza tutta sua. Eh si, ci voleva un Uchiha per farlo!

“Rita ,svegliati!” l' ultima chiamata suonò come una minaccia, facendola tornare alla realtà (si ,insomma...).

“Itachi!” la ragazza gli saltò al collo

“Ehi, ehi, che succede, sei caduta di testa?” rise lui

“No, è che siamo vivi!” rispose lei staccandosi un po' in imbarazzo

“Beh si, in effetti sembra un grande risultato ora come ora” ammise il moro

“Ma dove siamo?” la luce iniziò a guardarsi attorno: la stanza era scarsamente illuminata dal sole prossimo al tramonto, ma si riuscivano a scorgere ugualmente le pareti rosso carminio, il pavimento in un legno talmente rossiccio da sembrare mogano, un caminetto in pietra, due poltrone coperte da un lenzuolo bianco, e un tavolo scoperto pieno di polvere, che abbondava nella stanza.

In effetti quel posto era davvero malandato: pieno di ragnatele, sporco, lerciume. Tutto era addormentato dal tempo, dalla mancanza di cure, diretto al più totale disfacimento attraverso una lunga agonia.

“Dev'essere così un cuore spento” mormorò la ragazza

“Che intendi?” Itachi si girò a guardarla stupito

“Ma si, quando non ti importa più di niente e nessuno, non hai più obiettivi, non credi più in nulla...dev'essere così....”

“Forse hai ragione” perché quella ragazzina doveva essere sempre così maledettamente magnetica? Perché doveva avere sempre ragione su ogni cosa? E perché gli sembrava che riuscisse a capirlo?

“Guarda” gli disse poi

“Cosa c'è?”

“Sul tavolo, c'è qualcosa!”

Si avvicinarono molto cautamente, accostandosi ai lati della struttura, in pietra. “E' un carillon” asserì Rita in un sussurro “E' il più bello che abbia mai visto”

In effetti l'oggettino musicale era molto grazioso: era di forma cilindrica, intagliato alla base e in superficie con un motivo a fiori, dipinti di rosa e bianco e verde, le due parti erano collegate attraverso dei mini pilastri bianchi, anch'essi adornati di fiori, questa volta rossi. Al centro vi era un grande albero dorato, una quercia.

“La struttura di base non è dipinta, c'è inciso qualcosa, una dedica mi sa “Oh vita, così ti lascio. Un paio di fiori e una statuetta muta. Sii gentile:fa del mo ricordo una quercia immortale”; sembra legno di ebano, è molto scuro. I dettagli però sono curati fin nei particolari. Che strani fiori però, non li ho mai visti”

“Sono camelie” precisò la riccia “Le vidi per la prima volta quando andai in Francia da una mia zia”

“Sono belli”

“Si ,molto. I fiori sono una cosa straordinaria: sembrano sempre chissà che, invece sono così essenziali...”

Il moro convenne con un lieve cenno del capo. “Spesso, però, anche le persone sono così” il continuo della frase precedente attirò la sua attenzione. “In che senso?”

“Nel senso che anche le persone sono entità molto essenziali. Siamo noi a credere di essere complicati, quando la vera magia è nell'essenziale”

“Come fai a cacciare fuori sempre frasi così filosofiche?”

“In che senso? Mi guardo intorno e dico quello che penso, quello che apprendo. Non faccio niente di che”

“Eppure ho sempre la sensazione che tu abbia capito appieno il mondo” il ragazzo, involontariamente, le si avvicinò. Lei non fece nulla, né per allontanarsi, né per ostacolare la sua avanzata. “Questa è una tua opinione. Alcuni potrebbero dire, invece, che sbaglio. Ma sul mondo ognuno ha idee diverse”

“Anche sulle persone” aggiunse l'Uchiha. Cavoli! Non aveva mai parlato tanto in vita sua, ma quando trovava argomenti così intelligenti e stimolanti gli si scioglieva la lingua.

“Questo è ovvio. Io potrei pensare cose di una persona che qualcun altro potrebbe non condividere..è una cosa che va a carattere, credo. Non è logico”

“Vero...dì un po', cosa pensi dei tuoi amici, quelli che stai cercando?”

“Beh, Carmela e io ci conosciamo fin da piccole. E' rumorosa, irascibile e testarda, ma anche giocosa, comprensiva, dolce quando vuole e sempre allegra. Mi mette sempre di buon umore. Francesco invece è un festaiolo, un irresponsabile e gli piace fare il sapientone, ma sa anche essere serio, amichevole e gentile con chi gli va a genio. Ha sempre qualche idea bizzarra per la testa, ed è ossessionato dai suoi capelli!” la ragazza sorrise pensando ai suoi amici

“Ha un fratello e delle sorelle, hai detto.. cosa pensi di loro?”

“Giulio è un essere irritante, si crede chissà chi perché è tra i migliori all'università e mangia una continuazione, anche se non ingrassa di un chilo. Mi accompagna sempre dappertutto senza fare storie, mi sopporta a quasi tutte le ore del giorno, mi riprende quando deve e mi protegge. E lo apprezzo per questo. Tatiana e Lucia, pur essendo gemelle sono diversissime. Lucia è una monella irrefrenabile che mi fa girare la testa, Tatiana è pigra in tutti i sensi, vive per la musica. Sono il loro modello, o almeno così si dice... ma perché tutte queste domande?”

“Sto solo cercando di capirti... da come ne parli, il tuo è un mondo assordante e caotico, eppure tu hai questo carattere così...paziente, temperato, intelligente, ironico per certi versi.”

“Se sto in silenzio però c'è meno rumore”

“Preferirei sentir parlare te e non metà delle persone che conosco. Almeno tu dici cose che ne vanno la pena. Quasi sempre” e il suo sorriso era il più bello del mondo, mentre guardava quello che a differenza sua era un esserino indifeso.

“Ma io voglio sentir parlare te. Non dici mai più di dieci parole in fila. Parla tu, ora. Come ti trovi in squadra con Kisame?”

“Ehmm.. ecco.. non mi piace molto dire quello che penso...”

“Su” lo incitò lei “Voglio sapere qualcosa in più su di te...”

“Ecco...io gli voglio bene. E' un rompiscatole fino alla noia,è vero, ma il suo buon umore è contagioso, ha sempre un sorriso stampato in faccia, anche se è da ebete, cucina bene e non fa mai domande troppo indiscrete”

“Il tuo amico ideale, insomma” lo canzonò un po' la ragazza “ e di me cosa pensi?”

“Non te l' ho già detto?” Itachi ringraziava il buio per non aver fatto notare a Rita che stava avvampando. Aveva già parlato troppo ,per i suoi gusti.

“Ridimmelo. Mi ha fatto piacere quello che hai detto” la riccia fremeva

“B-beh... come ho d..detto.. sei paziente, intelligente ed ironica. Mi colpisci sempre con alcune tue frasi, impari in fretta e sai divertirti. Però ti lamenti troppo, ti vergogni per tutto e certe volte chiacchieri fino all'esaurimento” ovviamente non accennò minimamente al fatto che , nonostante tutto, lo attraeva con i suoi occhioni castani, il suo modo di fare fintamente disinvolto e la sua capacità di analizzare il mondo, seppur in modo un po' infantile. Distingueva tutte le sfumature che le si presentavano, fossero bianche , grigie o nere.

“Come adesso?” disse lei ridendo, ma un po' offesa

“Si... ma sopporterò ancora un po', per sapere cosa tu pensi di me”

“In fondo te lo devo... allora: sei la persona più silenziosa che conosca, hai un senso dell'humour particolarmente divertente, sei attento, rispettoso e paziente... ma non mi piacciono le persone troppo parche di parole, sembrano avide, e so che non lo sei. Tu sei buono”

“Come fai a dirlo?”

“Ti si legge in faccia”

“Sono un assassino”

“Se dovrò morire ricordami di chiamarti, allora”

“Nessuno mi ha mai detto una cosa così....”

“Così come?”

“Dolce”

“E' la verità. Almeno per me”

“Grazie”

“Non dirlo neanche”

La distanza tra i loro visi diminuiva sempre di più, finché non si trovarono fronte contro fronte, naso contro naso. “E ora, che hai intenzione di fare?” gli chiese Rita

Itachi rifletté , guardandola negli occhi. Cosa stava facendo? Lui era molto più grande di lei, oltretutto una delle regole basi dell'Alba era di non innamorarsi, per nessuna ragione. E poi lei veniva da un altro mondo, lo distraeva troppo dalla sua missione...però era anche così dannatamente attraente, gli piaceva più di quel che credesse. Era la ragazza più bella, intelligente e buona che avesse mai incontrato. Perché non approfittarne? La vita era una, ed era anche così sfuggente. “Tu parli troppo” le rispose infine e stava quasi per farlo, stava quasi per annullare del tutto la distanza tra loro, lì, in quel posto strano, senza preoccuparsi di tornare indietro o di dove fosse il loro compagno.......ma un rumore li fece separare subito, rossi come una rosa al sole. “Che succede!?” urlò lei impaurita, ancora tremante e delusa, così delusa per essere così...sfortunata. Ci erano davvero vicinissimi, perché quel rumore?

“S-scusate” mormorò una vocina “Continuate pure, vi prego”

“C-chi sei?” domandò l'Uchiha irritato, imbarazzato e deluso anche lui.

“Rispondi!” intimò Rita

“Si fece avanti una piccola lucetta bianca, che aveva le sembianze di una bambina, di poco meno di dieci anni.“Laila” rispose con un mezzo inchino.

“Che ci fai qui, Laila?” chiese più dolcemente la riccia, vedendo che si trattava di una bambina

“Io qui ci vivo”

“Qui? In questa orribile stanza?” il moro non riusciva a crederci

“Non parlare così della pagoda!” la piccola sembrò arrabbiarsi parecchio

“Pagoda!?” urlarono i due all'unisono

“Si, siete entrati anche voi due e quel coso blu poco fa... pensavo voleste uccidere gli Ornithox”

“Sei tu che ti occupi degli altri due piani? E cosa sarebbero gli Ornithox?” Rita era curiosa ed impaurita

“Gli Ornithox sono i loro mostri, quelli dei Pantheos... e si, mi occupavo io delle stanze, fino a qualche tempo fa...quando sono arrivati qui quegli orribili mostri... mi sono rifugiata quassù, perché stranamente il portale mi protegge”

“Il portale?” Itachi era confuso

“Si, il carillon”

“Noi non abbiamo visto nessun mostro” s'intromise Rita

“Forse dormivano... “

“Non ci sto capendo niente! Raccontacela bene, questa storia dei mostri, e spiegaci perché siamo qui, e dov'è Kisame”

“Bene. Io e la mia famiglia vivevamo qui, fino all'attacco dei Pantheos. Quel giorno ero andata a giocare nel bosco, e quando tornai, trovai i miei genitori e la mia sorellina al secondo piano,sgozzati e privi di vita... fu orribile, ricordo che piansi fino ad avere mal di pancia. Dormii in cucina, giù. Il giorno dopo, poi, sentì dei rumori provenire da sopra, e andai a vedere, perché lì c'erano ancora i miei familiari. Trovai un mostro orribile, nero, con le ali scarne dalle quali cadevano le piume nere e bruciate, che mangiava i loro corpi! Appena mi vide mi saltò addosso, bloccandomi contro lo specchio. Mio padre mi aveva insegnato un po' di magia occulta e la usai per creare un varco proprio nello specchio, sigillandolo con l'enigma che tu hai risolto. Il demone non capì, e fuggì via, alla luce del tramonto. Io , però, ero troppo debole, e morii poche ore dopo... non me ne andai però: venni risucchiata dal portale e diventai uno spirito. Da allora mi occupo della casa. Ma qualche mese fa sono ricomparse quelle creature, uccelli grigi dal becco verde e dagli occhi gialli, con lunghi artigli da cui gronda veleno. Qui c'è una libreria – e indicò il punto da quale era comparsa- e cercai informazioni su questi animali... sono molto pericolosi. Voi due siete finiti qui per puro caso. Non vi ho voluto disturbare perché eravate così carini,e poi volevo vedere com'è un vero bacio....mi dispiace per essere stata troppo invadente, mi sarei dovuta mostrare subito... il vostro amico, credo stia bene, sempre che non li abbia incontrati. Ma perchè siete qui, tutti e tre?”

I due, imbarazzati per la frase finale della bimba, si scusarono allora per la brusca accoglienza e le raccontarono tutto.

“Quindi voi mi potete aiutare?”

“Credo di si” rispose Rita “cosa dobbiamo fare?”

“Scacciare quei cosi”

“Itachi?”

“Sono un membro dell'Organizzazione Alba, nonché un ex Anbu, ninja di serie S ricercato in tutte e cinque le terre, oltre che un membro del clan Uchiha. Niente mi spaventa”

“Modesto il tuo amico, eh?”

E risero, poi Laila riaprì il passaggio e tornarono al secondo piano.

 

 

 

 

Kisame stava lottando contro gli Ornithox.

“Amico attento agli artigli!” gli urlò Itachi

“Bambocci! Siete tornati!” si girò lui visibilmente più allegro, mentre con la Samehada tramortiva quale uccello

“Non immaginerai quanto abbiamo da raccontarti” aggiunse Rita, mentre con il moro correva ad aiutarlo

“Ne riparliamo dopo, magari” concluse l'uomo-pesce “Accidenti a questi cosi!”

“Amaterasu!” Itachi ne bruciò alcuni, Rita li fece esplodere con delle carte-bomba ( con il commento del tonno blu “Deidara sarebbe fiero di te!”) e il terzo li finì di squartare con la sua fida spada.

“Laila scendi!” la chiamò poi la luce

“Sono andati via?” chiese la bimba-fantasma

“Morti stecchiti” affermò l' Uchiha

“Ah che bello! Vorrei tanto abbracciarvi, ma....”

“E lei chi è?” Kisame era sconcertato “non mi dite che...”

“Si, abbiamo trovato il portale.. ma niente” concluse alla svelta il compagno

“Dovete raccontarmi tutto!”

“Lo faremo, promesso, ma prima andiamo a mangiare, che ho fame! Cucina le tue schifezze, mangerò anche quelle!” commentò Rita felice.

 

 

E così, dopo aver salutato la loro piccola amica, se ne andarono. Appena fuori, però, arrivò l'ultimo di quei mostri in picchiata, che si dirigeva verso Itachi.

“Attento!” gli urlò Rita sotto lo sguardo sgomento dell' uomo- pesce, bloccato dal panico.

“Amaterasu!” urlò, e in un battibaleno il mostro si disciolse, bruciato, sotto lo sguardo incredulo del moro, che non aveva ancora realizzato appieno costa stava per accadere.

“Rita...tu....” ,mormorò estasiato guardandole il bellissimo Sharingan rosso sangue che le era comparso. Poco dopo, gli occhi tornarono alla normalità.

La giovane si toccò la guancia, sporca di sangue. “Io.....ce l' ho fatta!” esultò “Itachi, ho usato lo Sharinagan, ho usato l' Amaterasu! Ma come è possibile?”

“Beh, hai sigillato il mio occhio, hai tutte le abilità che ho io.... Rita sei fantastica!”

Si abbracciarono fortissimo, trascinando anche Kisame, che non aveva capito un'acca di quel che accadeva. Ma, come al solito, non fece domande. Era molto più semplice, così si fece trascinare dalla gioia dei due “bambocci”.

 

 

Quando si accamparono, prima di andare a dormire, Itachi chiese alla sua compagna: “Rita, come hai fatto?”

“Non lo so” fu la risposta “Ti ho visto in pericolo e....”

“Caspita... sei un prodigio, ragazza!”

“Modestamente”

“Dimmi una cosa: eri seria quando mi dicesti che non sembro un assassino, che sono buono?”

“Certo. Perché?”

“Non lo so, è stato piacevole sentirmelo dire”

Lei si avvicinò, poi gli sussurrò all'orecchio: “Ho detto solo la verità”.

Ma il ragazzo non poté replicare, perché un attimo dopo si stavano già baciando, sotto la luce della luna piena.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Ammazza e che capitolo infinito, eh? XD

Oggi mi sentivo ispirata e in vena di romanticherie, così è uscito fuori questo obbrobrio ^^''.

So cosa starete pensando: “Ci mette quarant'anni per scrivere un capitolo e poi ci rifili questo schifo?” proprio così... scusatemi tanto.

C'erano talmente tanti nodi da sciogliere, e ho pensato di farlo adesso.

La mia mente malata non voleva spettare oltre, quindi spero di rifarmi col prossimo, sperando di non scrivere un'altra porcheria :(( .

Alla prossima, come sempre accetto recensioni, buone cattive e neutre. Un bacio, spero non abbiate vomitato troppo :**

  
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