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Autore: Nami_chin96    29/07/2014    2 recensioni
《 Arrivederci signorino...voi sicuramente diventerete il re dei pirati》
Monet pronunció queste parole prima di spirare.
La donna era sempre stata una dei migliori sottoposti di Donqujiote Doflamingo,in tutti quegli anni, aveva sempre eseguito alla lettera gli ordini del suo padroncino.
Solo un rimorso aveva: quello di non essere riuscita a confidargli i suoi sentimenti
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Monet
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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《 Arrivederci signorino... Voi sicuramente diventerete il re dei pirati》 
Monet pronunció queste parole prima di spirare. Era una bellissima donna-arpia dalle lunghe ali bianche con qualche sfumatura verde chiaro verso i bordi, capelli verde mela e maglietta del medesimo colore. Indossava inoltre un paio di jeans cortissimi e al posto delle gambe aveva due artigli da uccello. I suoi occhi ambrati erano bellissimi e brillavano di una luce intensa, sopratutto quando venivano esposti alla luce del Sole, peccato che fossero così freddi e distaccati... A  volte mettevano paura. 
La donna era sempre stata una dei migliori sottoposti di Donqujiote Doflamingo, in tutti quegli anni, aveva sempre eseguito alla lettera gli ordini del suo padroncino. Era arrivata persino a dare delle caramelle ripiene di droga a dei bambini pur di svolegere al meglio le sue missioni, anzi, la sua ultima missione.
Solo un rimorso aveva: quello di non essere riuscita a confidare i suoi sentimenti al suo signorino. Sì  perché lei, quell' essere alto tre metri, biondo e dallo sguardo sadico, temuto  da tutti, lo aveva sempre amato.Non sapeva con precisione quando iniziò a provare tale  sentimento ma poco le importava. Lei gli voleva un bene inimmaginabile,  ben più grande   di tutto il globo terrestre.
"mi dispiace di non aver potuto fare più di così. Avrei voluto restare per sempre al vostro fianco ma ciò non mi è stato concesso. So bene di essere stata una sciocca, dovevo confidarmi con voi fin da subito. Vi prego, non fatemi rimpiangere questo  mio gesto estremo, non piangete per me, signorino! Sarò sempre al vostro fianco, da lassù seguirò ogni vostro gesto  e , qualunque cosa facciate, resterò sempre dalla vostra parte . 
Addio, giovane padroncino, siete il pirata migliore che io abbia mai conosciuto. Vi amo
! " 
Monet pronunciò queste parole mentalmente, prima di premere quel maledetto bottone. Non sapeva però, che Caesar le avrebbe pugnalato  il cuore da li a momenti. Ecco,c'era quasi , un altro passo in avanti tutto sarebbe finito: Shinokuni si sarebbe librato dappertutto, uccidendo chiunque fosse sul suo cammino. Ancora due centimetri  e di lei sarebbe rimasto solo il ricordo.
All' improvviso senti un dolore tremendo al petto ,come si tante frecce l'avessero colpita contemporaneamente . Si dimenò come una dannata, non riusciva a parlare o a fare qualsiasi altra cosa , il dolore che provava era lancinante. Inoltre il suo signorino era dall'altra parte del lumacofono ed attendeva una sua risposta.Monet avrebbe voluto rialzarsi, afferrare quella fottuta lumaca e chiedergli aiuto ma non poteva. Non poteva fare niente. 
Dopo un po' gemette,  cadendo al suolo. Il suo corpo di neve parve diventare ancora più bianco e il sorriso si dipinse sulle sue labbra. Era morta. Lei,proprio lei che doveva portare a termine la missione che le era stata assegnata dalla persona che amava...
Quando riaprì gli occhi, Monet si ritrovò su un'isola enorme, fatta di nuvole. Vi era  un gran via vai di gente  e  tutti avevano paio di ali bianche attaccate alla schiena. 
Notò, con stupore, che anche lei aveva due paia di ali, identiche a quelle delle altre persone, oltre che alle sue "naturali". Pensò di essere finita su un'isola nel cielo e, quando si avvicinò ad un signore per chiedere spiegazioni, questi le rispose che si trovava in paradiso. Allora era veramente morta! In quel momento il suo corpo era sulla Terra, lei invece, la sua anima, aveva raggiunto l'aldilà.
Gli occhi le si inumidirono ed iniziò a piangere lacrime amare. Lacrime di pentimento e odio verso se stessa. 
Odio per non aver detto al suo padroncino i sentimenti che da troppo tempo provava. Odio per non aver portato a termine la sua missione. Odio per... Oh, nemmeno lei lo sapeva. Ma poco importava: era diventata immateriale, inesistente. " Chissà come sta il signorino" pensò, tra una lacrima e l'altra. Le importava più di lui che di tutto il resto.
Per sua fortuna, passò di lì una giovane, deceduta a causa di un incidente in mare che, dopo averla vista piangere ed aver ascoltato il suo racconto, le spiegò di essere in grado di teletrasportare gli spiriti come loro sulla Terra, ma solo per un'ora di tempo. 
La ragazza pensò che fosse meglio di niente e, spiegando la sue enormi ali, chiuse gli occhi ed attese che l'altra la colpisse. All'improvviso fu investita da un raggio di luce violacea e sparì.
Quando il raggio la liberò dalla sua morsa, Monet spalancò le palpebre e si guardò attorno: era in un'enorme  stanza, con due finestre dalle tende rosa ed il letto a baldacchino del medesimo colore. Possibile che fosse dove pensava?! No, probabilmente si sbagliava, quella donna doveva averla imbrogliata. Ad un tratto vide una figura inconfondibile seduta sul letto, coperta dalla penombra.  Riconobbe subito quella giacca dalle piume rosa e quei capelli biondi. Era il signorino. Il SUO signorino. E stava piangendo. Ma per chi stava piangendo?!? Lui, proprio lui, Joker, piangeva! Monet non ci poteva credere! Allora quella donna non l'aveva affatto ingannata. 
Si avvicinò a lui e provò a sfiorargli delicatamente una mano, assumendo un colore rosso fuoco sul volto. Il cuore ormai non l'aveva più ma, se fosse stato ancora in suo possesso, era certa che anche questo si sarebbe messo a battere come un tamburo. 
La sua ala toccò la mano dell'uomo ma la trapassò, provò e riprovò più volte ma otteneva sempre lo stesso risultato. Si chiese perchè ed osservò le sue ali: erano diventate trasparenti, invisibili. Si rese conto per l'ennesima volta di non appartenere più al mondo dei vivi e di essere diventata uno spirito. Altre lacrime le scesero dagli occhi.
Doflamingo era sempre davanti a lei, seduto e, sotto gli occhiali, i suoi occhi lasciavano trasparire tutto il suo dolore. Le lacrime gli scorrevano lungo le guance e non accennavano a fermarsi. In quel momento, sembrava un cucciolo indifeso. 
Monet gli si avvicinò piano, poggiò le ali sopra le sue spalle e, delicatamente, lo baciò. Era un bacio freddo, irreale ma d'altro canto era comprensibie: lei non esisteva più. Però,  in quei secondi in cui lo baciò, riuscì a fargli trasparire tutto il suo amore, destinato a non finire mai.  Un amore grande quanto il globo terrestre. 
L'uomo si alzò di scatto, come se si fosse accorto di qualcosa e, quasi d'istinto, si portò l'indice della mano destra a sfiorarsi le labbra. "MONET!"  esclamò ad alta voce. La donna arrossì violentemente non appena ebbe udito il suo nome: possibile che il signorino stesse pensando proprio a lei?! 
Doflamingo fece qualche passo, spalancò la finestra e si sedette sul davanzale ad osservare l'orizzonte: il Sole stava calando, dipingendo il cielo di un colore arancione/rossastro. Il mare era calmo e piatto e, se si osservava con attenzione, si potevano scorgere alcuni delfini nuotare in lontananza. Era uno spettacolo stupendo. 
 Monet si avvicinò di nuovo a lui e lo abbracciò, per come poté, da dietro le spalle, sussurrandogli: " non piangete più, signorino.Io sarò sempre al vostro fianco!"

Faccio una premessa: io sono sempre stata convinta che Monet fosse innamorata di Doflamingo. 
In questa one-shot, riviviamo il momento della sua fatidica morte, lasciando però trasparire tutte le sue emozioni.

Spero vi sia piaciuta, a presto!♥ 
  
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