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Autore: LaMusaCalliope    29/07/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Gertrude avesse detto al padre ciò che veramente desiderava? Leggete e scoprite!
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gertrude
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~Il sole era tramontato da qualche ora quando arrivarono. Emilio fermò il carro davanti a una casa piccola, di legno con il tetto di paglia. Vicino all’abitazione c’erano due recinti, uno vuoto e uno con una mucca che doveva essere molto vecchia, e della terra. Emilio scese dal carro e aiutò Gertrude a fare lo stesso. Quando furono entrambi scesi, slegò i cavalli e  li portò nel recinto vuoto. Infine condusse la ragazza verso la porta. La aprì lentamente e subito entrambi furono investiti da un forte profumo di zuppa e di legna bruciata. – Elena, sono a casa – chiamò Emilio. Gertrude si guardò attorno. Erano in una stanza ampia, al centro c’era un tavolo circolare di legno chiaro con quattro sedie attorno. Il caminetto era lì vicino che scoppiettava, riscaldando la zuppa nel grande pentolone. Dalla stanza si poteva andare in altre due stanze. Fu proprio da una di queste due che Gertrude vide comparire una ragazza. Aveva qualche anno in meno di lei, occhi azzurri e capelli ricci e biondi che teneva coperti con un fazzoletto. Indossava un vestito semplice, blu, con un grembiule legato sopra. Si avvicinò a Emilio e lo baciò sulla guancia. – Bentornato! Come è andata in città? – gli chiese amorevolmente e con un sorriso che la fece apparire ancora più bella. – è andata bene. Ho trovato questa ragazza per strada, bagnata dalla pioggia. Mi chiedevo se potevamo ospitarla per un po’ da noi. Sei d’accordo? – Elena si voltò verso la ragazza e subito le sorrise. – Ma certo. Ciao, io sono Elena – le disse porgendole la mano, che la ragazza strinse – Gertrude. Non mi fermerò molto. Solo un paio di giorni per organizzarmi. Davvero, non voglio disturbare. – Elena liquidò quelle parole con un gesto della mano. – Resta quanto vuoi. Cosa devi organizzare, di preciso? – le chiese curiosa. – la mia vita – fu la risposta di Gertrude che non voleva mettersi a spiegare. Elena infatti se ne accorse e non fece più domande. – bene, per il momento puoi dormire in camera con me. Emilio dormirà qui.-
Gertrude si sentì a disagio – oh, no. Non è necessario che lui dorma qui, posso farlo io, davvero! -
 - Teniamo sempre qualche letto in più, per gli ospiti – le disse conducendola verso una delle due stanze. Era molto piccola. Conteneva due letti e un piccolo baule appoggiato sotto una finestra che affacciava alla strada. Le pareti erano vecchie, agli angoli era presente un po’ di muffa, segno che doveva essere parecchio umido, lì dentro. Elena prese le valigie di Gertrude e le mise in una nicchia che si trovava accanto a uno dei letti. – tu starai qui. – le disse con il suo solito sorriso. – se vuoi puoi sistemarti, hai tempo fino all’ora di cena. – Gertrude annuì e la ragazza se ne andò, chiudendo dietro di se la porta. Gertrude aprì la borsa e vi prese un vestito e una pezza per asciugarsi. Si cambiò e si pettinò, legando i capelli con un nastro. Nonostante tutto però, lei continuava ad avere freddo. Uscì dalla stanza e si sedette davanti al caminetto, dove si trovava anche Emilio. Stava controllando la zuppa, mentre la sorella tagliava gli ingredienti in un’altra stanza. – La zuppa è quasi pronta – le disse il ragazza, mentre girava con un cucchiaio nel pentolone. Gertrude annuì. – Elena … - cominciò, non sapeva esattamente cosa avrebbe voluto dire e Emilio le andò in aiuto – Mia sorella, adora avere ospiti – le sorrise. Qualcosa, nel cuore di Gertrude si allentò. Era come se, per tutto il tempo, avesse avuto il cuore stretto in una morsa. Non riusciva a capire cosa le stava succedendo. In quel momento, Elena entrò nella stanza e sistemò il tavolo per la cena. Poco dopo erano tutti riuniti a mangiare. Il pasto proseguì silenzioso, finchè Emilio domandò - qual è la tua storia, Gertrude? – per poco la ragazza non si strozzò con il boccone. Bevve un sorso d’acqua e, mettendosi l’anima in pace, raccontò ai fratelli la sua storia. Quando ebbe finito, era già ora di andare a dormire e tutti cadevano dal sonno. – Non preoccuparti, finchè non capirai cosa vuoi, davvero, potrai rimanere qui – le disse Elena, sorridendo incoraggiante. – almeno lascia che ti aiuti, posso fare qualcosa – Gertrude non voleva essere un peso per i fratelli, che sembravano andare avanti difficilmente. – se sai cucire, puoi darmi una mano con le riparazioni. Aggiusto abiti di un paesino poco distante da qui e non mi dispiacerebbe qualche puncicata in meno – a Gertrude vennero in mente tutti i ricami che aveva fatto quel poco tempo che aveva passato in convento. Era una cosa che la rilassava. Di nascosto, si era anche accorciata il velo e la tunica. – sarebbe perfetto – annunciò infine. – allora è deciso. Domani vieni con me in paese e mi aiuti a prendere le ordinazioni. Ma ora – Elena sbadigliò. – andiamo a dormire. Ci aspetta una lunga giornata – Emilio spense il camino e le ragazze andarono nell’altra stanza. Dopo essersi cambiata per la notte, Gertrude si mise a letto e, in pochi istanti, si addormentò.
   
 
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