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Autore: bluelilies    29/07/2014    2 recensioni
~La storia di Chris ed Andrew prosegue. Con il passare del tempo, il loro amore si è solidificato: riusciranno a restare uniti o verranno contrastati dagli altri?
Questo lettone rende tutto così vero. Quello che all'esterno pare un sogno, viene quasi reso reale. I suoi baci, le sue carezze, il suo amore... Sono la mia forza: perché perdere la propria forza? Perché soffrire inutilmente? Sono i complessi che la mia stupida mente si fa. Non do fiducia alle persone che tentano di portarmi via Andrew, ma perché non devo avere fiducia in lui? Perché non dovrei? Sempre opera della mia stupida mente. Se non cambio, distruggerò tutto ciò che ho. L'amore sarà anche un'amicizia complessa... Ma è così complessa da mettermi in ginocchio? Direi di no.
-Capitolo IV-
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbows and Love.'
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Capitolo IX

28 Ottobre 2013
 #Ore: 8.02 p.m.



Ma perché deve esserci così tanto freddo di prima mattina? Non è neanche inverno. Avrei dovuto indossare abiti più pesanti. Ah, voglio tornare a casa. Se Will non fosse venuto a svegliarmi, avrei dormito fino a tardi, saltando le lezioni. Ugh... Non posso permettermi certe assenze durante l'anno scolastico. Studiare dagli appunti non è stato facile, quindi devo darmi da fare.
Davanti al cancello della sede vi sono diversi adolescenti; c'è chi parla, c'è chi entra, ripassando dal libro e c'è chi... Beh, chi, puntualmente, si prende gioco degli altri. Una ragazza è stata presa di mira da quattro ragazzini che, al massimo frequentano il terzo anno. Mi avvicino, cercando di capire la situazione, quando... Noto che la ragazza è quell'oca.
Ma... Un secondo. Perché dovrei difenderla? Lei cosa ha mai fatto, se non prendersi gioco di me? Basta solo ignorare la situazione.
Faccio per andarmene, ma, notando che Tiffany viene spinta, automaticamente, mi dirigo verso il gruppo di bulletti.

«Lasciatela... Stare.»
«Non sono affari tuoi, vattene.» risponde uno di loro
«Ho detto che dovete lasciarla stare, è così difficile da capire?»
«Ehi.» parla un altro di loro «Questa è la ragazza che si è presa gioco di te l'anno scorso... Perché la difendi?»
Già. Perché la difendo? Mi detesta e io detesto lei. È un fatto chiaro e ovvio.
«Già. Non ho motivo di difenderla.» la guardo dritto negli occhi «Però è sempre una ragazza; le ragazze non si toccano.»
«Si è permessa di insultare la mia ragazza, non la passerà liscia.» replica lo stesso ragazzo
«Credo che tu l'abbia spaventata abbastanza... Non solo trema, ma ha anche la... Pelle d'oca. Sprecheresti tempo, standole intorno.»
Questa volta il ragazzo non risponde, si limita a guardare un'ultima volta la sua preda, per poi entrare a scuola insieme ai suoi amici.
Poverina, fa pena. Continua a fare la stronza e a non capire i suoi errori.
La guardo un'ultima volta anche io, per poi entrare in sede e raggiungere il mio armadietto.

«Iiindovina chi sono!» qualcuno, da dietro, mi copre la visuale, esclamando quelle parole
«Andrew, smettila!»
«Sono così facile da indovinare? Che delusione.»
«Dammelo.» pronuncio con tono fermo
«E-Ehm? C-Cosa esattamente?» ragazzino malizioso
Lo prendo per un braccio e lo porto in bagno, ripetendo l'espressione precedente.
«Ma Chris! Io non capisco cosa ti devo dare. Dimmelo tu, no?» domanda con voce mielosa
«Ok, bene. Dammi il-
«Ehi, ehi, ehi!» mi interrompe bruscamente «Vuoi davvero dirlo così? Aspetta, potrebbe esserci qualcun altro in bagno... Fammi controllare.»

Ha ragione. Dato che è una cosa personale, sarebbe meglio se non ci fosse nessuno. Non voglio che gli altri sappiano di ciò.

«B-Bene, adesso puoi chiedermi quella cosa. Sono qui per te, lo sarò sempre, quindi non vergognarti a farmi queste richieste, anche se di mattina, anche se a scuola, va bene?» domanda, sembrando imbarazzato
«Mmh, ok. Dammi il mio diario.»
«Eh? Diario? Ma non volevi... Io... Oh.»
«Forza, restituiscimi il diario, so che l'hai preso tu!» insisto
«Non ne so niente, principessa.»
«Andiamo! Non mentirmi! Quel giorno ero assonnato, hai approfittato del fatto per prendere il mio diario, giusto?!»
«Mmh, forse...»
«Dai, Andrew! Restituiscimi il diario.»
«Sembri una ragazza con il ciclo.» mi sorride
«Non ci trovo niente da ridere. Restituiscimi quel dannato diario.»
«Ma che state facendo? È suonata la campana, in classe!» ci interrompe un professore

Approfittando dell'intrusione del professore, Andrew scappa in classe.
Tranquillo, Miller, ti disturberò tra i cambi d'ora e l'intervallo.



 #Ore: 11.02 a.m.



Finalmente l'intervallo! Due ore consecutive di letteratura inglese hanno il loro effetto, eh. 
Mi alzo dalla postazione, notando di essere rimasto solo in aula. Esco, osservando le masse di studenti in movimento.

«Ehi... Ciao.» Tiffany si avvicina
«Parli con me? Sai che sono Christopher, giusto?»
«Che esagerazione...»
«'Esagerazione'? Ti do fastidio. Non mi parli mai... Però, la cosa è reciproca.»
«Allora perché hai fatto il buono?»
«Non ho intenzione di farti favori in futuro, dovresti, comunque, ringraziarmi.» la fulmino
In quel preciso istante arriva Andrew:
«Principessa, che fai qui?» guarda Tiffany per poco, poi riprende: «Andiamo a pranzo!»
«Sì, andiamo... È meglio.»

Allontanandoci da quella serpe, percorriamo il corridoio. Andrew tiene stretta la mia mano; sapesse quanto sono agitato adesso. Tu-tum, tu-tum, tu-tum: smettila, cuore.
«Perché parlavate? Ti ha detto qualcosa di brutto?» domanda il biondino con tono seccato
«Niente di che... Meglio lasciare perdere.»
«Poi sono in torto io che leggo il tuo diario.» scuote la testa
«Aaaah, ridammi il diario!»
«Ahahahah, non ne ho voglia al momento.» mi sussurra all'orecchio
«Secondo te scrivo un diario per fare la ragazzina? Mi serve, razza di-
«Idiota. Lo so~!»
«No, razza di cretino. Ridammelo, forza.»
«Se a pranzo vieni da me, ti restituisco il tuo amato diario...»
«Non puoi semplicemente darmelo ora?» mi innervosisco
«Ahahahaha! Cosa dovrei darti esattamente?»
«Andrew, ti sto odiando.»
«No, impossibile! Non sarai mai capace di odiarmi! Dai, accetta il mio invito.»
Sospiro pesantemente. Perché deve fare così? Quel diario mi serve davvero, non è un normale diario... Non per me.
«Oggi devo lavorare, Andrew...»
«Io ho gli allenamenti. Non cercare scuse, oggi sei con me.»
«Come ti pare...» sbuffo
Faccio per andarmene, ma lui mi riprende, mi abbraccia e mi bacia delicatamente.
«Ma che f-fai?!»
«Bacio il mio ragazzo... Sbaglio anche in questo?»
È arrabbiato? Forse ho esagerato...
«Scusa, Andrew.» farfuglio
Non mi risponde, si limita a scombinarmi la frangia, sorridendomi.

L'intervallo è finito da qualche minuto,  sono ancora all'armadietto a prendere i libri; farò tardi, accidenti.
Mentre mi dirigo in aula di scienze, incontro Charlotte:
«Ehi, Charlotte!» esclamo
«Chris! Meno male che ti sto incontrando... Oggi pomeriggio non possiamo pranzare insieme, ho... Un impegno! Ritarderò anche mezz'ora al lavoro.»
«Oh, non preoccuparti! Stavo per dirti una cosa simile. Oggi pranzerò con Andrew!»
«Ah, che sollievo! Adesso vado in aula, a più tardi!»
«A più tardi, Charlotte!»


 #Ore: 3.10 p.m.

Uscendo da scuola, vedo Charlotte che tiene per mano un ragazzo. Mi pare familiare quel volto. Ahahah, sta frequentando qualcuno quella piccoletta! Poteva dirmelo apertamente. 

«Andiamo, biondino...»
«Biondino'...? Preferisco 'idiota'.»
«Ci sarà un motivo, se lo preferisci.»
«Ho il motivo migliore di sempre; vuoi sapere qual è?» mi abbraccia
«Q-Quale sarebbe?»
«Ti amo.» mi bacia meno castamente rispetto a prima
«Andiamo, s-su...»
«Ah, mi piace quando cerchi di fare il duro e l'insensibile: il fatto che arrossisci costantemente, ti rende una contraddizione vivente.»
«Sai, Andrew... Parli molto ultimamente.»
«Ahahahahah, che faccia!»

-


«Siamo soli soletti!» esulta
«Quindi? Ti disturba pranzare davanti a tua madre? Che cattivo...»
«Sì, pranzare... Certo.» fa una pausa «Sono comunque sicuro che sia insieme alle sue amiche, quindi non mi preoccupo.»
«Mmh... Capisco.»

Mi stupisce quanto forte sia Andrew. Devo ammettere che è maturato molto. Al momento, quella tra Elizabeth e Paul, è una separazione non effettiva. Lui ormai non vive più con loro e torna lì solo per portare con sé degli oggetti. Credo che Paul sia davvero un insensibile stronzo. So che non dovrei pensarlo, però... E' quello che dimostra d'essere. Di certo io non mi sono mai intromesso tra di loro, però è fin troppo crudele. Andrew mi ha detto di averlo visto più volte in atteggiamenti intimi con la sua segretaria. Andiamo, con la sua segretaria! Sembra quasi un film.

«Ehi, a che pensi? Non hai toccato cibo. Il pranzo l'ha preparato in anticipo mia madre, quindi non è avvelenato, ahahahah.» richiama l'attenzione
«Oh? Nulla. Tranquillo, adesso mangio. A che ora hai gli allenamenti?»
«Alle quattro e mezza. Che palle, eh.» sbuffa
«Ahahah, che scemo! Non pensavo ti potessi stancare del calcio, eppure...»
«Ma non mi sono mica stancato del calcio, è che oggi non mi va.»
«Beh, se non te la senti, stai a casa!»
«Non c'è nulla di divertente da fare a casa, quindi diventa automatico andare agli allenamenti.»
«Rimarrei con te, ma ho un'importante scadenza, quindi devo lavorare.»
«Che cattivo, anche tu anteponi il lavoro a me?»

Quella... Quella frase mi dà fastidio. Mi sta forse paragonando ai suoi genitori? Mi ferisce. I-Io non sono i suoi genitori, però, mettendolo in secondo piano, gli servo lo stesso trattamento. Ha pure bisogno di me. M-Magari... Insomma, mi sono assentato una o due volte, mi hanno sempre perfettamente sostituito, quindi non dovrebbe essere un problema. Anche se Andrew dimostra d'avere un'armatura di ferro, ho promesso ad Elizabeth che gli sarei stato vicino.

«L-Lascia che sparecchi io!» esclamo
«Perché mai? Non mi dire che...»
«Andrew, no... Non è come-!»
«Ti stai forse...» mi interrompe «Allenando per diventare la mia regina?! Sei davvero grazioso, principessa!»
«Eh? F-Forse non hai... Ah, lasciamo stare!» continuo a sparecchiare


 #Ore: 4.33 p.m.



Alla fine è andata così; io e il biondino, stesi sul lettone, osserviamo il soffitto senza apparente motivo. Questo silenzio mi riporta a quando... Quando non stavamo insieme. Capitava che ci fossero momenti simili. Spesso lui usava il cellulare per tenersi in contatto con le sue ex ragazze. Mi ricordo che odiavo quel cellulare. Ahahah, lo odiavo così tanto da averglielo distrutto a Leeds, quando... Gli ho confessato il mio amore. Ne è davvero passato di tempo da allora!

«A-Andrew... So che mi potresti detestarmi per il fatto che sto per chiederti questa cosa, ma devi capire che sono davvero curioso.»
«Eh? D-Dimmi...»
«E-Ehm... E' davvero difficile. Ecco... T-Ti ricordi il viaggio a Leeds, no?»
«Sì, lo ricordo.» sbuffa «Pensavo non ne avremmo più parlato... Chiedi pure.»
«Scusami. Ecco, perché dopo... Averti confessato i miei sentimenti hai avuto quella strana reazione in albergo?» esito
«Reazione? Ah. Non è nulla di che! Ero solo sorpreso, stavo cercando di sistemare i miei dubbi e i miei pensieri.»
«Dubbi e pensieri?»
«Già... All'inizio pensavo: "Wow, l'ha fatto davvero... Perché ora? Perché qui? Mi sento nervoso. Che devo fare? Si è forse sentito messo alle strette?", questo genere di cose.»
«Sul serio? Oh, devo davvero averti disturbato.» farfuglio
«Sì, mi hai disturbato. Ero davvero incerto sui miei sentimenti per te, quindi provavo un misto di sensazioni. Felicità, rabbia, confusione, tradimento.»
«Tradimento? Chi avrei tradito?!»
«Me. Ho pensato che mi avessi confessato il tuo amore solo perché la mia domanda sul tuo orientamento sessuale ti aveva messo alle strette. Me l'hai confessato dopo averlo negato, questo mi ha reso triste. Ti avevo dato l'opportunità di rivelare la tua vera natura, ma non l'hai colta, mi hai mentito e poi, dopo avermi ferito, hai confessato la verità.»
«Ti scordi qualcosa, Miller! Anche tu hai tradito me.»
«E' una vecchia storia, sinceramente non mi va di riprenderla. Quello che importa è che adesso stiamo insieme e che ci amiamo, no?»
«G-Giusto... E' quello l'essenziale.» mi alzo dal lettone e mi affaccio alla finestra
«Che stai facendo, principessa?» mi raggiunge e abbraccia da dietro

Non rispondo. Gli carezzo la mano: quel gesto, improvvisamente, diventa motivo per lui di togliermi il cardigan di dosso.
Tento di fermarlo, ma mi lascio sopraffare, venendo scaraventato nuovamente sul lettone.

«Ahahah, sei debole! E' questo il motivo per cui stai sotto.»
«Smettila, Andrew. Sto sotto solo perché quel giorno...!»
«Già! Eri davvero stretto, però è stata la scopata più bella di sempre!»
«'Scopata'?! Smettila...» comincio ad irritarmi
«Dovrei? Ho saputo dal tuo diario che ti piace quando faccio lo stronzo antipatico...»
«Cosa? Allora non sai leggere. Odio quando sei così... Mi fai sentire inutile.»
«Ma come? Menti pure al tuo diario? O, forse, stai mentendo a me?» si stende su di me
«E-Eh? N-Non ti capisco! A proposito, ridammi il diario...»
«Va bene, hai ragione. L'ho letto tutto e ho scoperto tante nuove cose di te.»
«Stronzo. P-Per quale motivo riesco a sopportarti?»
«Mi ami. Non nascondi i miei difetti, ma li sopporti. Sei davvero innamorato di me... Comunque sono sicuro che il mio lato da stronzo ti piaccia!»
«M-Ma cosa vuoi?! Ridammi subito il diario. Non è un diario dei segreti, mi serve...»
«A cosa ti serve? A me sembra davvero un diario dei segreti!»
«Ti sbagli, forza, ridammelo.»
«Perché non me ne vuoi parlare? Non dovremmo avere segreti tra di noi, capisci? Voglio aiutarti.»
«Quel diario mi aiuta, non ho bisogno di nessun altro aiuto, Andrew!» alzo la voce

N-Non volevo urlargli contro. E' che non voglio che sappia troppo sul significato di questo diario. Spero che non se la sia presa.

«Divertente... Dici di amarmi, ma non riesci ad aprirti totalmente con me. Non credo di trovare il senso.» borbotta
«Andrew, questi fatti non hanno molta importanza, per questo non te ne parlo...»
«Bugiardo e contraddittorio. Se non avessero importanza, te ne fregheresti del diario. Ti prego, parliamone. Ho bisogno di capire!»
«T-Tu...!» sospiro «Va bene, come vuoi.»
«Forza, parlamente... Non tralasciare nulla!» insiste
«Ok, ok. Ecco... Tu sai che più di nove anni fa persi i miei genitori. Ero un bambino, non sapevo nulla, il mondo era un mistero da svelare per me. Ahahah, quando morirono i miei, mi sentii abbandonato e perso. Due giorni dopo l'incidente, smisi di parlare a zia Abby: non le parlai per circa un mese. Non ero arrabbiato con lei, è che mi ero rifiutato di continuare a comunicare. Iniziai a trattare male i miei amici e tutta la gente che mi stava intorno... Mi disgustava che provassero pena per me. Non volevo che la gente provasse pena per me, volevo solo smettere di vivere una vita sociale. Volevo stare solo. Quando persi tutti i miei amici, capii di non voler stare da solo.»
«Non credo di capire a pieno i tuoi sentimenti...»
«Lo so. Sono felice che tu non possa capire. Non auguro a nessuno l'inferno di quel mese. La zia, ad un certo punto, decise di portarmi da una psicologa. Inizialmente si supponeva che dovessi andarci per due o tre settimane per dare sfogo alle mie emozioni, però... Dicevo così tante cose strane, che la psicologa mi impose più sedute. Poi nacque l'idea del diario. La mia natura tende ad accumulare le vicende per poi esplodere. Scrivendo i miei pensieri sul diario, mi sfogavo, evitando un accumulo. Vedi, tutto questo, anche dopo averti conosciuto, ha funzionato alla perfezione. Sai cosa l'ha reso meno, ma molto meno, efficace?»
«N-No... Cosa? E' forse... Colpa mia? Ti ho fatto qualcosa che...»
«No. Non mi hai fatto nulla. Quando Tiffany mi ha fatto capire di non essere al sicuro, le mie paure hanno ripreso ad accumularsi nonostante scrivessi il diario. Era venuta a conoscenza della mia omosessualità fin dall'inizio, lo sospettavo, lo sapevo. Il suo atteggiamento mi ricattava. Ero terrorizzato dalla reazione che gli altri avrebbero potuto avere, venendo a conoscenza della mia preferenza sessuale. Ti ricordi quando mi avevi chiesto se fossi gay, no? Quella è stata la goccia che ha riempito il vaso delle mie paure, così a Leeds ti ho confessato i miei sentimenti. Se Tiffany non si fosse mai presentata, probabilmente, saremmo ancora amici... Solo amici.»
«Allora, in parte, la sua presenza è stata un bene.» mi abbraccia
«Pft... Se lo dici tu. Ci sono modi migliori di uscire allo scoperto. Comunque, ridammi il diario.»
«Ah, che testardo! Prenditelo...» mi porge il diario
«Finalmente...»
«Mmh, senti, andrò a comprare qualcosa alla farmacia qui vicino, non scappare, ok?»
«Ok, Andrew.»



 #Ore: 5.05 p.m.



Andrew è ancora fuori, chissà cosa aveva la necessità di comprare. Mi sembra che la dispensa fosse piena, quindi non capisco. E' possibile che...?
Mi avvicino al suo comodino, aprendone i cassetti: vuoti. Non hanno nulla al loro interno... Lì, di solito, ci mette i preservativi. Che sia uscito per comprarli? Dio mio, quel ragazzo ha solo il sesso in testa. Ma perché fa così?!
Richiudendo i cassetti, noto che il display del mio cellulare si illumina: Virgil mi sta chiamando.

«P-Pronto?» rispondo
«Ciao, Chris... Come va?»
«Ciao, Virgil. Sto bene, grazie. Tu?»
«Bene! Mi chiedevo cosa stessi facendo.»
« Ehm... Sono a casa di Andrew... Lui è uscito un attimo, così non faccio nulla di particolare. Tu?»
«Ti pensavo... Mi piacerebbe vederti.»
«Ah. Ecco, magari, un bel giorno, usciamo in tre, così ti presento Andrew!»
«Mmh, no. Voglio uscire da solo con te.»
Mi sta mettendo in una posizione ancora più difficile di quella attuale. Perché continua ad insistere?! Non posso andare oltre.
«Davvero, Chris.» continua «Voglio poter uscire un po' con te.»
«N-Non possiamo uscire insieme, se intendi in un altro modo, Virgil.»
«Uscire con il mio ragazzo? Sognatelo.» Andrew mi ha tolto il cellulare di mano
«Andrew... No!»
«Non hai ancora capito che lui ha me? Pensavo di non dovermi preoccupare per uno come te, invece mi stai facendo arrabbiare. Lascia il mio ragazzo in pace, ok?!» urla, per poi chiudere la chiamata e riporre sul comodino il cellulare
«Ma che hai fatto...? Non dovevi essere così scontroso con lui.»
«Si sta prendendo un po' troppe libertà. Adesso è guerra.»
«... Cosa hai comprato?» domando, guardando la busta
«Cerotti medicati.»
«Cerotti medicati? Non ci credo...»
«Sono dei cerotti medicati, Christopher.» mi mostra la scatola
A cosa gli servono i cerotti medicati? Pensavo fosse a corto di preservativi, ma... Mi sbagliavo.
«Senti dolore da qualche parte?»
«Sì... Ho forti dolori ad un muscolo, non ce la facevo più a sopportare, così, ricordandomi che la farmacia avrebbe chiuso prima, sono andato a prenderli.»
«Davvero? Non dovresti fare sforzi! Dai, ti aiuto a mettere il cerotto.»

Andrew sembra più in forma... Il suo corpo è cambiato in poco tempo.
Senza accorgermene, inizio a carezzargli le spalle:
«Che stai facendo?»
«Eh?... Ah, no, nulla! D-Dove va messo il cerotto?»
Mi mostra il punto, dandomi le spalle. Applico con cautela il cerotto, per poi perdermi di nuovo nel suo corpo.
Si gira e mi bacia. Lo bacio. Mi bacia ancora. Mi fa stendere sul letto. E' diventata tutta un'intesa data dagli sguardi. Adesso il gioco lo conduce lui.
«A-Aspetta... Non abbiamo preservativi!» lo blocco
«Come no? Li ho comprati ieri, ci dovrebbero essere.»
«Nei cassetti del comodino non c'è nulla...»
«Ah, no, li ho spostati nel cassettone dell'armadio.» dice, raggiungendolo
«Perché li hai messi lì? I preservativi non prendono così tanto spazio...»
«E-Ecco, diciamo che ho fatto un'enorme scorta...» ne prende uno
«Andrew... Sei davvero strano.»
«Sei strano tu, che hai controllato i cassetti, ahahah!»

Torniamo a quell'atmosfera di prima. Le parole spariscono definitivamente, subentrano espressioni di piacere e di desiderio. Gridolini, urla, respiri profondi, ansimi: tutto, ma non discorsi. 
«A-Ah... Ah... Ah...» mi copro il volto con le mani
«N-Non nasconderti! Voglio vedere la tua espressione, Chris...»
S-Sono al limite, dannazione... Non può provocarmi a-adesso...
«N-No... Pervertito, l-lasciami... Ah... Ah... Ah!»
«C-Che carino... Seducente.» si butta sull'altra piazza del letto
Non voglio rispondergli. Non mi piace il fatto che mi veda in faccia, mentre... Lo facciamo. Ho paura che mi possa vedere fare espressioni disgustosamente imbarazzanti. Mi prenderebbe in giro, se diventassi troppo imbarazzante. Cerco sempre di contenermi, ma... E' tutto così bello ed eccitante che mi risulta difficile.
«La prossima volta ti farò piangere di più... Ti farò urlare il mio nome, ti farò desiderare di volerne ancora.» mi sussurra all'orecchio
«Andrew, s-smettila...»
«Ahahahah! Perdonami, principessa. Mi piace provocarti perché sei facilmente eccitabile.»
«... Ho bisogno di una doccia.»
«Va bene~!»



 #Ore: 7.13 p.m.



Mi dà fastidio. Mi dà fastidio. Mi dà fastidio. Mi dai fastidio quando fai così, Andrew.
«Vuoi che ti accompagno a casa? Sta facendo buio, non voglio lasciarti da solo...» propone
«No, grazie. Non è importante. Probabilmente dovrei passare in agenzia, devo almeno scusarmi per essermi assentato oggi. Magari riesco pure a fare qualcosa.»
«Non è meglio se lo fai un'altra volta? Adesso è tardi. E' ora di cena.»
«Non importa, qualcuno c'è sempre...» faccio per andarmene
«Ehi. Ho detto qualcosa di sbagliato? Sembri di cattivo umore... O sbaglio?»
«Ci vediamo domani, Andrew.»
Esco dalla sua stanza, scendo le scale; trovo Elizabeth in cucina. Dopo averla salutata, esco da casa Miller.
Se evitasse di dire quelle frasi, usandomi come una bambola gonfiabile, non sarei di cattivo umore. Pensavo di essere un libro aperto per lui... Che stronzate, prova solo ad indovinare. Quelle frasi sono certamente inopportune, eppure...! Meglio lasciare perdere. Ha letto tutto il diario, eh? Che noia. Certe cose vorrei tenermele per me.

Mentre percorro un sentiero poco illuminato, incontro Virgil:
«Virgil? Che fai qui?» domando curioso
«Ciao, Chris. Ero venuto qui per pensare... Pensavo a te, lo sai?»
«E-Ehm, capisco. Mi dispiace per quello che Andrew ha detto al telefono.»
«Fa nulla. Dev'essersi ingelosito. Insomma, il suo ragazzo parla con un altro, mentre si trova a casa sua... Mi sarei infuriato anche io.»
«Mmh...» mi sento davvero a disagio
«Ti va, se andiamo a bere qualcosa?» mi carezza
«Ecco, Virgil... Ho già un impegno, non posso.»
«Esattamente. Io, il suo ragazzo, devo accompagnarlo a casa. Sua zia lo aspetta.» Andrew sbuca da nulla
«Ma che ci fai qui?!»
«Non ti posso lasciare da solo... Intuito.» mi prende per mano
«Piacere di conoscerti, Andrew...» farfuglia Virgil
«E quale piacere avresti? Pensavo che avessi dato importanza alle mie parole, ma non è così. Sei un coglione. Fai schifo. Continui ad inquietare il mio Chris e osi ignorare i miei avvertimenti? Folle.»
«Andrew, smettila di parlargli così... Andiamo!»
«Mamma mia. Non puoi lasciare Chris da solo? Intuito?! Se pensi così, è perché non ti fidi di lui. Hai paura che il tuo ragazzo possa divenire il mio?»
«Tornatene all'inferno da cui sei venuto.» dice Andrew, per poi portarmi via

«Andrew... Sei esagerato.»
«Esagerato? Ti stava carezzando. Avrebbe potuto farti qualcosa!»
«Siamo amici, non è affatto così!»
«Stupido... Ingenuo. Credi che farà la vittima tutto il tempo? Il suo unico pensiero è quello di poterti portare a letto, capisci?»
«Lui non vuole costringermi...»
«Ancora non l'hai capito? Non lo vedi come ti guarda? Ti vede come una preda. Sono sicuro che non avrebbe esitato a violentarti tra quei cespugli.»
«... Lui mi ama!» ribatto, fermandomi
«Cosa stai dicendo? Come puoi giustificarlo? Lui ti ama? E io? Io non ti amo?!»
«Io non... Non dubito...» sono confuso
«... E non devi mai dubitare del fatto che ti amo, stupido! Nessuna delle cose che faccio o dico ha il fine di ferirti. Mi dispiace, se la pensi così. Tengo tantissimo a te.» mi stringe a sé
«Anche io, Andrew... Mi dispiace di averti fatto arrabbiare.»
«Dai, andiamo, principessa. Ti porto a casa.»
«Va bene, p-principe.»
«Ahahah, che carino~!» mi bacia
«N-Non dirlo...»
«Ah, giusto... Oggi non avevo gli allenamenti. Scusa per averti mentito, principessa!»
«Eh...? Tu... ANDREW














Atashi no space.

No, non ero morta, tranquilli. Sono successe mille cose tutte in una volta, quindi non posso fare altro che scusarmi... Non sto qui a raccontarvele, perché vi annoierei, comunque! Questo capitolo, oltre ad essere decisamente più lungo degli altri, ci ha mostrato il primo e vero incontro tra Andrew e Virgil. A quanto ho capito, ad alcuni piace Virgil, ahahaha! Scusate, ma... Team Idiota forevah(?). Ho messo qualche frasetta dhkshfj. Magari per voi non è nulla di che, ma io non sono proprio capace di descrivere quel tipo di situaziooooni amorose. Ecco perché scrivo un'orange rating e non una red, eheh. Btw, anche se è passato molto tempo da quando ho pubblicato l'ultimo capitolo, spero possa farmi perdonare con questo! Ah, giusto! Ho anche revisionato tutta la serie ("Come i colori dell'arcobaleno." e "Sii l'arcobaleno nella nuvola del prossimo."). C'erano degli errori o, meglio, orrori inguardabili. Detto ciò, spero vi stiate godendo le vacanze! Cercherò di non tardare come ho fatto per il prossimo capitolo! A presto!

KuroiYumi
  
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