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Autore: RoxyDowney    29/07/2014    7 recensioni
"Essere a Parigi per la premiere di questo film è un sogno. Un sogno che “sogno” oramai da troppo tempo. Mancano poche ore e lui arriverà, questo cielo coperto di nuvole non potrà influenzare il mio stato d’animo perché lui illuminerà con la sua energia questo posto e dentro di me sarà come se splendesse il sole." ... "E’ il mio compleanno tra qualche mese, vista la precarietà in cui vivo, visto che nessun regalo potrebbe essere più grande di questa giornata (in cui lo vedrò), ho deciso di regalarmi la possibilità di sorridergli, scattare qualche foto e farmi autografare la raccolta delle mie fan fiction da colui che mi ha ispirata."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono arrivata fuori dalla sua porta e lei è lì. La porta è accostata e Rose sta davanti al suo notebook acceso, ma anche se le mani sono sulla tastiera, lo sguardo è perso nel vuoto mentre le lacrime le rigano il viso
-Rose? Sono Susan, posso entrare?
Attendo un istante prima di entrare intanto che la vedo asciugarsi le lacrime ed abbassare lo schermo
-Si certo. Entra pure.
Le sorrido cercando di non appesantire la situazione.
-Ti disturbo?
-No, no figurati stavo solo… non è importante. Dimmi.
-Con i ragazzi giù in ufficio stiamo buttando giù alcune idee su come sviluppare il progetto e volevo chiederti se ti andava di dare una tua opinione.
-Robert ti ha detto, vero?
La sua domanda mi stupisce. Lo so di non essere un attrice ma pensavo di aver mascherato abbastanza bene il dispiacere che provo per loro. Non posso mentirle, non sarebbe corretto.
-Sì. Mi dispiace.
-Forse non avrei dovuto dirglielo. Ora starà male ed è soltanto colpa mia.
È difficile dare un opinione su un argomento tanto delicato ma cerco comunque di tranquillizzarla per quanto posso
-È normale che sia scosso. Chi non lo sarebbe? È inaccettabile che possano succedere cose di questo genere. Robert non è uno che si lascia abbattere facilmente, lotterà con te fino alla fine e stai sicura, se c’è anche una sola possibilità farà in modo che tu possa tentare
-No.
Abbassa gli occhi e si alza. Cammina silenziosa fino alla finestra ed io non so cosa pensare.
-No?
-No. Ho tentato qualsiasi tipo di cura in questi anni, ma tante davvero. Sperimentali e non. Sono stata malissimo quasi fino a non farcela ed alla fine, nonostante io ci abbia creduto davvero con tutta me stessa, il risultato è stato sempre lo stesso. Nessun miglioramento. È difficile vivere… convivere con qualcosa che piano piano ti uccide, ma ho dovuto imparare a farlo.
-Non riesco a capirti. Io ci proverei comunque. Cosa hai da perdere?
Mi guarda e mi sorride come si fa con i bambini quando fanno domande di cui non possono comprendere la risposta.
-Se dovessi iniziare una cura durerebbe almeno un paio di mesi, mesi in cui starei malissimo. Due o tre mesi per riprendermi, infine gli esiti degli esami. È un semplice calcolo matematico… Non ho tempo. Mi hanno dato sei mesi di vita al massimo, voglio passarne quattro o cinque stando male per poi morire? Se mi restano pochi mesi… bene. Voglio viverli.
Dopo queste parole non posso che darle ragione. Il suo punto di vista è logico, razionale e da donna adulta. Riflettendo sulle sue parole ora penso che anche io… no. Non ci posso pensare. È scioccante vederla, sentire come ne parla in modo distaccato come se, tutto questo oramai non la riguardasse più.
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-Susan puoi lasciarci soli?
Ho sentito tutto. Le sue parole hanno sbriciolato il mio cuore. Ed ora mi guarda seria, mentre mi avvicino e so che i miei occhi le stanno raccontando tutto.
Susan-Certo. A dopo.
La sento chiudere la porta. Siamo solo Rose ed io ora, ed io non so nemmeno cosa dirle.
-Robert mi dispiace. Forse avrei dovuto dirti tutto appena arrivata a Los Angeles, ma volevo essere me stessa, quella di prima. Per una volta… Volevo che mi guardassi come mi hai guardata, senza vedere la morte dentro di me. Ne avevo bisogno, ma mi dispiace. Non avevo messo in conto che tu, noi… e ora…
-Ehy, basta con le chiacchiere. Sono felice tu sia stata te stessa, se avessi saputo, sicuramente sarei sempre stato… preoccupato e tu l’avresti visto e sentito.
L’abbraccio stretta a me e la sento piangere in silenzio. I miei occhi si riempiono di nuovo di dolore ma, non me ne devo vergognare.
-Ti avevo detto che sono una valanga di problemi! Forse dovrei tornare a casa...
Si scosta leggermente da me ed asciuga con la sua mano le mie lacrime mentre abbozza un sorriso
-Non permetterò che tu te ne vada… Puoi scriverlo se vuoi! “Robert mi obbliga a restare a L.A.”. I problemi li affronteremo insieme ma ora, parliamo di cose serie… sbaglio o ti avevo promesso la colazione? Ok è un po’ tardi ma se vuoi…
Riesco a farla ridere.
-Assolutamente!
La prendo per mano ed usciamo dalla sua stanza per raggiungere il soggiorno. Ne dovremo parlare di quel mostro che la vuole portare via, ma ora voglio che capisca che io ci sono e che nulla è cambiato.
-Oggi la padrona di casa non c’è! Consuelo è in ferie, quindi, la colazione verrà preparata… dal sottoscritto. Solo perché sei un ospite gradita ti concederò di accomodarti qui, di fronte a me ed assistere alla sapiente arte della preparazione dei miei famosissimi pancakes!
Le verso del succo d’arancia rossa e brindo con lei prima di iniziare a sperimentare ciò che ho solo visto fare! Lo dico sempre io, che sono bravissimo a “fare finta di saper fare” ma chissà perché nessuno mi crede!
Mi osserva in silenzio a parte alcune risate che esplodono spontanee mentre mi scotto le dita o mentre la rimprovero perché non è professionale che una scrittrice rida del suo personaggio principale.
Susan-Ecco da dove arriva la puzza di bruciato!
Le lancio un occhiata truce ma sia lei che Rose scoppiano a ridere. Non sono affatto credibile.
Susan-Pensavano stesse prendendo fuoco qualche pc!
Robert-Insisti?
Susan-Lo sento solo io? Rose?
Rose-Effettivamente c’è qualcosa che sta bruciando…
Mi volto et voilà! Grazie alle loro chiacchiere sono riuscite a farmi bruciare una delle mie creazioni ed ora che la mostro togliendo la padella dal fuoco ridono entrambe trattenendo a stento le lacrime.
Robert-Susan ma tu non dovevi lavorare?
Susan-Sì, ma ho sentito il profumo dei tuoi pancakes e non ho resistito!
Mi avvicino e la bacio sulla tempia mentre la abbraccio.
Robert-Ok, ok, allora puoi restare. Ehy che ne dite se stasera ceniamo tutti insieme? Barbecue in terrazza?
Susan-Sarebbe fantastico ma non vorrai cucinare tu, spero!
Robert-No, infatti non era mia intenzione! Io voglio solo starmene abbracciato con lei sul divano mentre tu e Jeff cucinate!
Abbraccio Rose dopo aver servito i loro piatti con la colazione
Susan-Meglio che lo avvisi allora!
Prende la sua tazza di caffè ed il piatto con i pancakes e si avvia verso le scale sorridendo
Robert-Per le otto!
Rose-Chi è Jeff?
Robert-Jeff è il compagno di Susan. Stanno insieme oramai da… non ricordo… tre anni, forse. È un bel tipo! Ti piacerà!
Facciamo colazione anche se oramai è un po’ tardi, ma siamo in vacanza le dico quindi gli orari non sono un problema.
-Posso farti una domanda?
Mi guarda e si fa seria, forse pensa che voglia parlare della sua malattia.
-Sì certo.
-Hai mai visto come nasce un film?
La sua espressione si rasserena e io non posso che esserne felice.
-No. Cioè, più o meno so come funziona…
-Ti piacerà! Finisci la colazione e se mangi anche tutta la frutta, ti porterò in gita turistica alla Team Downey che, non ci crederai mai, ma è proprio qui sotto! E oggi si lavora… pare stiano discutendo su un nuovo film… di una scrittrice emergente e l’attore principale, nemmeno a dirlo… penso potrebbe piacerti!
Ride di nuovo e io l’adoro. Amo ogni piccola ruga che si forma attorno ai suoi occhi quando ride così.
Siedo accanto a lei nel frattempo che finisce la sua colazione. Io ho preso solo una tazza di caffè, lo stomaco si è chiuso totalmente e l’unico mio pensiero è far stare bene Rose. Riesce sempre a stupirmi ed a rapire il mio cuore. Infilza della frutta ed attende con la forchetta a mezz’aria aspettando che io apra la bocca.
-Se mangio io devi mangiare anche tu.
Ha ragione. Apro le labbra ed accetto. Intanto che beve osservo il tatuaggio sul suo braccio. Vorrei chiederle ma poi appena mi guarda distolgo lo sguardo e le sorrido scendendo dallo sgabello pronto a trascorrere un’altra giornata con lei.
-Pronta?
-Sì. Credo di sì.
Prima di alzarsi mi tira a se e mi abbraccia
-Grazie Rob
Non rispondo perché so a cosa si sta riferendo. Infilo le mie mani sotto alla sua canottiera e le accarezzo la schiena, Rose sospira e prende il mio viso tra le sue mani e mi avvicina alle sue labbra. I suoi baci sono passionali ed allo stesso tempo dolci. Mi toglie il fiato. L’aiuto a scendere dallo sgabello abbracciandola.
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Scendiamo in ufficio e Susan sorride quando ci vede entrare. È davvero molto dolce. Sono tutti seduti attorno ad un tavolo e mentre discutono sulla mia storia, Susan la schematizza sul muro dietro di lei, mentre gli altri scarabocchiano sui loro blocchi per appunti. Il telefono di Robert inizia a vibrare insistentemente e si allontana dalla stanza per rispondere senza disturbare gli altri.
È davvero affascinante vederli lavorare. Susan legge alcuni punti che ha sottolineato su una copia e ne discutono tra loro. Provo quasi imbarazzo nel sentirla leggere, rifletto quanto sia strano visto che, quelle storie sono pubblicate in internet e tutti le possono leggere, eppure, in questo momento mi sento così, forse sto anche arrossendo, mi sento il viso in fiamme. Preferisco alzarmi e raggiungere Robert.
Non appena sono fuori da quella stanza la temperatura del mio viso torna ad essere normale o quasi. La sua voce arriva ovattata dal fondo del corridoio. La porta è socchiusa e lui scrive velocemente seduto alla sua scrivania. Busso piano alla porta mentre la apro, mi fa segno di entrare e ricomincia a scrivere. Mi guardo attorno e non posso non notare quanto quell’ambiente lo rispecchi. Mi siedo sul divano mentre lo guardo e lui, poco dopo chiude la telefonata ringraziando senza troppi convenevoli come sono soliti fare qui in America. Chiude l’agenda su cui ha preso appunti e mi guarda sorridendo
-Non ti piace assistere alla prima stesura dei lavori?
-Ad esser sincera mi innervosisce e… mi imbarazza.
-Imbarazza? Sul serio?
-Già. So che è bizzarro ma, sentire Susan leggere alcuni tratti del racconto mi ha fatta sentire così.
-Penso che molti autori si sentano così soprattutto all’inizio. Quello è frutto di qualcosa di tuo, di intimo, di personale…
-Forse hai ragione, ma la prima volta che mi succede. Quando li rendevo disponibili online non mi sentivo così.
-Certo, perché non eri presente… Non vedevi le facce di chi stava leggendo.
-Probabilmente hai ragione. Ti ho disturbato? Stavi lavorando?
Si alza dalla sua poltrona e mi raggiunge sedendo affianco a me.
-Non mi disturbi. La tua semplice presenza rende questa giornata migliore e poi come ti ho detto, niente lavoro. Sono in vacanza… con te.
Si avvicina alle mie labbra ed il suo profumo mi pervade. Le sue labbra avide di baci come le sue mani che mi accarezzano non mi danno tregua e la voglia di lui torna prepotente
Robert sembra non fare caso al fatto che pochi passi più in là una decina di persone potrebbero sentirci visto poi che la porta è solo accostata. Sono sul punto di perdere il controllo di me stessa a causa di quest’uomo, sento l’impellente necessità di unirmi a lui e solo una voce che proviene dal corridoio mi fa rinsavire mentre Robert non gli dà peso.
-Robert, ci sentiranno! Dobbiamo fermarci.
-Lascia che sentano… Ti voglio.
-Non dirai sul serio…
Prende un lungo respiro e chiude gli occhi per un istante
-No, non dico sul serio. Hai ragione, ma ti voglio. Andiamo su.
Mi prende la mano e si alza invitandomi a seguirlo. Appena usciamo dal suo studio incrociamo alcuni che tornano nei loro uffici, Robert percorre il corridoio ma si blocca non appena vede Susan salire le scale. Torniamo indietro ed entriamo in una porta che non so dove conduca. Le scale sono poco illuminate e scendiamo due rampe. Si ferma sulla porta e mi sorride
-Non distrarti ok?
Non capisco a cosa possa riferirsi, ma entro all’interno della stanza. Serra la porta dietro di se chiudendola a chiave ed accende uno dei tanti interruttori che fa accendere un neon in fondo alla stanza.
-Benvenuta nella… collezione di farfalle.
Mi guardo attorno e resto senza parole. Alcune delle auto che vedo le ho solo viste nei film, altre non le ho mai viste ma sono bellissime. Ciò che mi sconvolge di più è che questa stanza è in realtà un garage grande come tutta la casa.
-Ti avevo detto di non distrarti!
Sono le labbra di Robert su mio collo a riportarmi con la mente a lui, cinge i miei fianchi e mi invita a camminare mentre lui resta dietro di me e mi guida lungo il corridoio di auto parcheggiate.
Mi prende la mano e si ferma appoggiandosi ad una limousine nera. I suoi occhi sono accesi dal desiderio e il suo sorriso è terribilmente sexy. Mi lascio attrarre dal suo corpo e mi tiene tra le sue braccia
-Perché siamo venuti qui?
-Voglio stare solo con te. Susan stava salendo a casa e… ci avrebbe intrattenuti ma io voglio solo te.
Sorrido, il suo corpo mi conferma quanto le sue parole siano sincere.
Bacia le mie labbra mentre rotoliamo lungo la fiancata, sono io ora con le spalle appoggiate a quell’auto e baciandomi mi riporta esattamente al punto in cui ero qualche minuto fa su quel divano, ma poi, abbandona le mie labbra per scendere e baciare il mio collo finendo con lo stuzzicare i miei seni. Le sue mani calde scivolano sulla mia pelle accendendo ogni cellula. Non riesco a fermare la sua discesa o forse non voglio. Sentire le sue labbra, la sua lingua solleticarmi l’ombelico è al limite della sopportazione, quando poi scende ancora di più mi sento mancare le forze, l’emozione mista al piacere che mi sta donando mi fa tremare le gambe tanto che vedo i suoi occhi cercare i miei per capire quanto possa osare. Le sue labbra lasciano il mio corpo solo il tempo per far scivolare i miei indumenti a terra.
Si rialza ornando il mio corpo con baci e piccoli morsi che mi fanno rabbrividire. Siamo occhi negli occhi mentre apre la portiera e le nostre mani vagano nella spasmodica ricerca di liberarci dei nostri vestiti che buttiamo all’interno dell’auto. Sentire il suo corpo appoggiato a me mi regala sensazioni meravigliose nonostante sia poco più che un semplice abbraccio. Saliamo sulla limousine. Si siede accanto a me ma non voglio più aspettare. Scivolo sopra di lui facendolo sospirare
-Adoro questa la tua intraprendenza
Sussurra mentre permetto ai nostri corpi di unirsi. Le sue mani mi stringono a se ed io lo abbraccio seguendo il ritmo di quella danza lenta che sta divorandomi l’anima. Il suo respiro mi dimostra quanto sia appagante per entrambi questo fondersi ma la sua irrequietezza ci porta presto con movimenti decisi laddove naufraghiamo nel piacere, dolce ed intenso.
Riapro gli occhi e lui è qui a pochi centimetri a guardarmi e sorride
-Sei davvero speciale Rose.
-Anche tu non scherzi!
Dico più per mascherare l’imbarazzo che per altro. Mi vergogno ad ammettere a me stessa che lui sta facendomi scoprire parti di me che non conoscevo. Questo interesse per il sesso, questo trasporto è per me un argomento nuovo. Sì, mi è sempre piaciuto, ma con Robert mi sento più disinibita e appagata che mai.
-Ti ho già detto che mi sto innamorando di te?
-Non dovresti Downey, l’amore è la cosa più bella che possa esserci ma non per noi. Noi non abbiamo il tempo per poterci amare...
-Se ci fosse il tempo?
Abbasso gli occhi, conosco la risposta dal primo istante che ho visto i suoi occhi sulla copertina di quel libro.
-Se ci fosse il tempo ti direi che mi sono innamorata di te molto tempo fa, ma il mio corpo non ce ne concederà.
-Anche io ti amo e penso che, tempo o non tempo, non dovremmo perdere l’occasione che abbiamo di poterci amare.
-Vorrei davvero potesse essere così semplice.
-Tu lasciati amare. Devi fare solo questo. Al resto ci penserò io.
Non posso che baciarlo e stringerlo a me. E’ perfino più speciale di quanto si era rivelato fino ad ora.
Abbracciati uno all’altra restiamo così a parlare, ridere e scherzare finché Robert con il suo viso angelico non si fa serio
-Rose ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Premetto che questa, sarà l’unica cosa che ti chiederò e se lo sto facendo è perché tengo a te.
So queste premesse a cosa possono portare. Continuo a guardarlo e non rispondo. Capisco comunque che per lui possa essere difficile tutto questo e forse glie lo devo.
-Vorrei che tu… venissi con me da una persona. E’ un dottore. Potrebbe
-Robert, verrò con te da questa persona ma, anche se per te è difficile da accettare, questo non cambierà le cose…
-Le cambierà per me. Saprò di aver provato ad aiutarti… per me è importante.
Annuisco. Capisco il suo stato d’animo, vorrei davvero che le cose potessero cambiare, ma conosco bene la realtà. Vederlo sorridere felice di questa mia disponibilità è davvero straziante
-Ora vorrei che tu…
-Ehy ma non avevi detto che quella era l’unica cosa che avresti chiesto?
-Eh… già ma questa è…
Non termina la frase e mi solleva donandomi se stesso, pronto ad amarci di nuovo.
Sorride del mio stupore ed io non posso che ricominciare ad amarlo.
-Ti amo Rose…

 

   
 
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