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Autore: CyanideLovers    30/07/2014    4 recensioni
Salve gente! Ebbene si, sono tornata con una nuova, serissima, storia.
Dal testo:
Lei era sulla porta: Un piede sulla terra, con Tom, e uno nel mondo delle ombre con Julian. Il ragazzo dai capelli argentei la strinse per un momento a se. Per un momento pensò che l'avrebbe baciata con uno dei suoi meravigliosi e letali baci ricchi di passione, o sconvolgenti e pieni di sentimento come quello che si erano scambiati nella caverna. Ma lui non fece nulla. Appoggiò la bocca sulla sua fronte, nel più casto dei baci, per poi spingerla via con violenza. Jenny sentì mancare l'aria per la sorpresa. Guardò verso la porta: Julian le lanciò ancora uno sguardo per poi chiudersi la porta alle spalle.
Rimase immobile per un secondo, senza avere il coraggio di muoversi.
Si avete capito benissimo! Qui Julian alla fine de ''L'ultima mossa'' non muore....e mi sono chiesta allora, e se Julian riuscisse a catturare Jenny e a portarla con se nel mondo delle ombre?
Spero che la storia sia di vostro gradimento, fatemi sapere che ne pensate :)
Much love♥
PS: Ho messo il raiting arancione, onestamente non so se potrebbe cambiare, ma non credo.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5

Jenny aprì gli occhi. La prima cosa che notò, quella mattina, era che non era nel suo letto. Si guardò per un momento spaesata, come se si fosse dimenticata per un attimo cosa fosse successo. Poi ricordò: Il matrimonio, Julian, si era sposata con lui perchè aveva preso le sembianze di Tom, ingannandola. Ma un'altra cosa la confuse. Era nel letto. Ricordava, e se ne vergognò al pensiero, che era rimasta fino ad addormentarsi per la stanchezza accovacciata accanto alla porta, rannicchiata e in lacrime come una bambina, spaventata che un uomo ombra potesse andare a prenderla. Ora, invece, era sdraiata nel letto ampio e morbidissimo, coperta da lenzuola di seta calde. La stanza era ancora avvolta dalle tenebre.
-Ah, che stupida che sono. Siamo nel mondo delle ombre. Non posso certo pretendere di veder albeggiare.- si disse alzandosi. Guardò l'orologio e fu almeno felice che erano solo le otto del mattino. Si fece una doccia veloce e si vestì. Non voleva che Julian dicesse che era una dormigliona, ignorando volutamente l'idea che Julian fosse entrato nella stanza e che l'avesse messa a letto. Il corridoio era così illuminato che Jenny avrebbe voluto degli occhiali da sole, inutile dire che Julian passava facilmente da un eccesso all'altro. C'erano lampade di ogni forma e dimensione, alte e basse, gialle e bianche.
Continuò a camminare cercando di ricordare dove fosse la sala da pranzo, ma un rumore la distrasse. Proveniva da una grande porta a vetri, a sud della casa. Un odore dolce come miele la costrinse ad avvicinarsi, ad aprire la porta trovando Julian.
-Julian?- mormorò dietro di lui. era accovacciato per terra, su un ginocchio, e sembrava giocare con qualcosa. L'unica nota stonata era quell'enorme macchia nero- rosso che si allargava sempre di più. Lui si voltò appena. Dietro di lui, la spia respirava a fatica alzando e abbassando il torace in modo frenetico.
-Jenny....Passami quel vassoio- disse allungando verso di lei una mano insanguinata. Lei le porse il vassoio e lui tornò ad ignorarla.
-Cosa è successo?-
Julian non le rispose. Continuò a rimanere accovacciato a terra, su quella massa informe di peli neri e che ogni tanto si muoveva. Julian, con le spalle curve e le mani che si muovevano veloci e sicure, sussurrava parole che lei non aveva mai sentito prima, forse in una qualche lingua morta, le sussurrava con una tale dolcezza che le sembrò quasi una ninna nanna. E durò molto, anche se non sapeva dire quanto dato che li il tempo era perennemente confuso. Poi finalmente Julian smise di parlare, l'incantesimo si sciolse, e lei poté tornare a respirare.
Lui si alzò, strofinandosi tre volte le mani, e Jenny, non riuscendo più a combattere contro la curiosità, si avvicinò per vedere cose avesse combinato.
Il lupo, la spia, era sdraiato per terra. Aveva una delle zampe anteriori fasciata in modo accurato e dormiva placidamente. Il suo pelo nero era macchiato di sangue e, per quanto le facesse paura quel cane enorme, sembrava quasi un cucciolo.
-Cos'è successo?- domandò di nuovo la ragazza.
-Niente che ti riguardi, solo un piccolo incidente- rispose freddo l'uomo ombra.
Jenny non lo sopportava. Lo odiava. un momento prima era dolce con il lupo, il momento dopo era più freddo del ghiaccio.
Ora il lupo riposava, e Julian, dopo aver riposto le garze e gli utensili che aveva usato per medicare la spia, si accovacciò accanto a lui e iniziò ad accarezzarlo. Sembrava un bambino con il proprio cucciolo, Jenny, per quanto infastidita dai suoi perenni sbalzi d'umore, non riuscì a non pensare che in quel momento sembrava quasi umano.
L'orologio scoccò l'una, facendo sobbalzare Jenny poiché era l'orologio di suo nonno a suonare, lo stesso che scandiva le ore nella casa di carta.
-Julian..- mormorò, impacciata.
-Dimmi-
-Vuoi che cucino io per pranzo?-
-Posso farlo io- rispose lui, continuando ad accarezzare il lupo con affetto.
-Se vuoi stare con la spia posso pensarci io. Mi piace molto cucinare e tu mi sembri un po' preoccupato per lui..- si giustificò lei, sorridendo.
-Bhe, in questo caso d'accordo. ehm...la cucina è di sotto, se ti serve qualcosa basta chiedere- rispose lui, e le parve addirittura impacciato, sorpreso da quell'inaspettato atto di gentilezza. Non che fosse stupito che Jenny si comportasse in modo gentile, dato che lo era sempre con tutti, ma infondo, lui l'aveva ingannata e rapita. Doveva aver decisamente sottovalutato quanto fosse gentile.

Jenny andò di sotto. Il piano inferiore era meno illuminato, probabilmente perchè Julian non si aspettava che ci sarebbe andata. 
Scegliere cosa cucinare si dimostrò più difficile del previsto; Julian, di sicuro, aveva assaggiato le cucine migliori del mondo e lei di certo non era una cuoca eccezionale, per quanto brava. Alla fine optò per una frittata di patate e verdure, veloce e semplice da fare, ma comunque buona. Ci mise una ventina di minuti e la portò nella sala da pranzo.
"Julian non è ancora sceso... sarà ancora di sopra." pensò, e salì a chiamarlo. Quando entrò nella sala dove lo aveva lasciato trovò qualcosa che la lasciò, letteralmente, senza parole: Julian era ancora inginocchiato accanto al lupo, ma con la testa appoggiata sulla sua schiena e le mani affondate nel pelo folto della bestia. Ogni tanto stringeva gli occhi, come se il pelo gli facesse il solletico nel sonno. Sembrava così tranquillo, così innocente che faticava a tenere a mente quanto fosse pericoloso. Fece ancora un passo verso di lui e ora gli era così vicino che poteva vedere  le sue palpebre che tremavano, si avvicinò ancora un po' e quasi poteva toccarlo ma all'improvviso, qualcosa la spinse lontano. Non capì subito cosa l'aveva colpita ma doveva aver gridato perchè Julian, in meno di un secondo, era già in piedi. Il serpente sibilava minaccioso e la guardava con i suoi occhi di fuoco, mentre faceva oscillare  la sua coda a sonagli, Jenny si appiattì ancora di più contro il muro mentre non riusciva a tremare dallo spavento.
-Va bene, adesso basta.- la voce di Julian era profonda e non appena pronunciò la prima sillaba il serpente si calmò e strisciò fuori dalla stanza.
-Cosa diavolo pensavi di fare?- le domandò Julian con un'espressione dura -Non ti ha mai detto nessuno che non si fissa la gente mentre dorme?-
Jenny ne rimase senza parole -C-cosa?- per un momento pensò di non aver capito bene -Ti stai lamentando perchè ti ho accidentalmente guardato dormire? Ti rendi conto che tu hai fatto la stessa cosa a me per 16 anni?- non si era mai sentita così furiosa. Poteva accettare qualunque cosa, ma non rischiare di morire perchè aveva guardato una persona dormire.
-Non farlo mai più- le ordinò -O la prossima volta non fermerò il serpente.-
***

Jenny si era così arrabbiata con Julian per quello che era successo, per il modo in cui l'aveva trattata che si era chiusa da almeno quattro ore nella sua stanza, sdraiata nel letto a guardare il soffitto e il fuoco blu. In quel momento era difficile non pensare a quanto le mancasse Tom e i suoi amici, sua madre e suo padre, la sua chiassosa città. In quel mondo c'era un silenzio assordante.
*toc toc*
Dei colpi gentili alla porta la distrassero dai suoi pensieri: quando aprì si ritrovò davanti Julian con un vassoio con due fette abbondanti della sua frittata di verdure e un succo di frutta.
-Non hai pranzato.- disse alzando le spalle.
-Non ho fame, grazie.- stava per chiudere la porta quando Julian la fermò.
-Ok, d'accordo. Sei arrabbiata, è evidente. Ti chiedo scusa, non dovevo alzare la voce e sgridarti.-
Julian si stava scusando, Jenny non avrebbe mai pensato che lo avrebbe fatto.
-Io..ok.-
 Davvero non capiva come facesse a cambiare umore così bruscamente. Spesso le ricordava un bambino. Lui entrò nella stanza con un sorriso e mise il vassoio sul letto.
Adesso, sembrava decisamente di buonumore.
-Mangia, voglio farti vedere la casa e un po di altre cose.- le promise uscendo come un tornado dalla stanza.
"Bhè" pensò lei " Non sarà perfetto, ma di certo non è noioso"



Salve, qui è la vostra Cyanide che vi parla C:
so che il capitolo ha circa mille anni di ritardo e che a mio parere lascia un po' a desiderare ma, capitemi, io fatico sempre a scrivere i capitoli intermedi e presto vi tempesterò di sorprese:D
il capitolo ha questo terribile ritardo anche perchè quest'anno c'è stata la mia maturità e non ho mai toccato il computer purtroppo!
ma adesso che sono in vacanza, prima dell'inizio dell'università, cercherò di darmi da fare per finire la storia.
come sempre, per info potete contattarmi nei messaggi privati del sito  oppure su facebook (https://www.facebook.com/JekaNicoNico)
una buona serata a tutti:)
   
 
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