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Autore: SynysterIsTheWay    30/07/2014    6 recensioni
L'amore devastante è quello che non può essere urlato al mondo. Quell'amore segreto, che nessuno sa. Quell'amore così profondo, quanto distruttivo. Quando due mani, non possono ricongiungersi in alcun modo, ma possono sentirsi anche senza toccarsi. Brian ed Haven lo capirono subito, che i loro, non erano semplici sguardi. Capirono...che riuscivano a vedersi nei propri occhi, ma Haven è la moglie del suo capo. Del boss della mafia più temuto di Huntington Beach. Brian non può tradire l'uomo che considera come un padre, da anni. L'uomo, che gli ha dato un tetto sopra alla testa e due pasti caldi al giorno. L'uomo che era il migliore amico di suo padre. Riuscirà Brian a placare la sua sete d'amore e a trattenere i suoi istinti, vedendo la donna che ama, tra le braccia di un altro? Lo scoprirete, solo vivendo la storia nei panni dei due protagonisti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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18° Hayley's story.





 
Solo la violenza può servire dove regna la violenza.
(Bertolt Brecht)





Agosto.
E' passato un mese esatto dall'accaduto con Brian.
Da allora, lui ha provato a parlarmi e a spiegarmi che non era consapevole di aver scopato con Nancy.
Io non l'ho perdonato e non credo che sarò più capace di farlo. Mi fidavo di lui e cazzo, credevo
davvero che non mi avrebbe mai fatto del male ed invece...quelle erano solo parole che ha ha lasciato
scorrere nella mia mente.
Non avrebbe mai dovuto ubriacarsi in quel modo per poi finire al letto per la seconda volta con la
sua amichetta.
Non credevo possibile che avesse potuto farmi tutto questo ed infatti ho passato le mie giornate a piangere
di continuo mentre le ragazze ed i ragazzi mi sono stati accanto senza mai abbandonarmi.
Con Stéphan ho cercato di nascondere questa situazione, ma non ci sono riuscita granché dato che anche solo vedere Brian
nel suo studio mi provocava un nodo in gola che non riuscivo a sciogliere in alcun modo.
Scoppiavo a piangere di continuo anche dinanzi a mio marito dicendogli che mi mancavano semplicemente i miei genitori
e che avrei tanto voluto rivederli.
Da quel che so, per il resto, Helena mi ha detto che i ragazzi hanno chiarito con Brian ed hanno cercato di stare accanto
anche a lui che non è ancora capace di realizzare ciò che ha fatto.
Il dolore che sto provando in questi giorni invece è immenso.
Continuo a fissarlo da lontano e di nascosto delle volte, rendendomi conto di non poter mai uccidere un sentimento.
Nonostante mi abbia fatto ancora del male io non riesco proprio a non amarlo.
Lascerò morire pian piano questo sentimento dentro di me e non gli permetterò mai più di farmi del male. E' strano, vero? Come 
una persona che consideri il tuo tutto possa diventare un perfetto sconosciuto da un giorno all'altro.
Delle notti, scoppio a piangere nel mio letto ed urlo a più non posso come se il dolore fosse diventato improvvisamente fisico.
Brian mi manca. Mi manca ciò che eravamo e mi manca fare l'amore con lui. 
Ma sono stata abbastanza forte da dire "basta" a me stessa.
Delle volte, quando Stéphan non c'è, viene a bussare alla porta della mia camera e a ripetermi quanto mi ama e quando è stato
stupido ad ubriacarsi per poi finire a letto con Nancy.
Io non gli ho mai risposto e finivo sempre per ricominciare a piangere sentendo il suo dolore diventare parte di me.
Ha rovinato tutto pur non rendendosene conto.
Jimmy continua a ripetermi che, dopo ciò che ha fatto, ha addirittura smesso di ubriacarsi. Ha perdonato sua madre e non ha più
trovato il coraggio di scoparsi le spoglierelliste al locale o al bar Vegas.
In parte, sono felice che da quell'esperienza lui sia riuscito a tranquillizzarsi un po' anche se...il suo istinto da killer
non si è placato per nulla.
Anzi, sembra esser diventato più spietato di prima.
Hayley sostiene che è così arrabbiato con sé stesso che uccidere è l'unica cosa che crede saper fare meglio.
Tante volte sono caduta nella tentazione di voler ricominciare con lui, ma come posso anche solo pensare di stare con lui
se ogni volta mi si para sempre la stessa immagine dinanzi agli occhi?
Devo tener duro ed essere abbastanza forte.
Scendo dal letto osservando le prime luci del mattino e, senza far troppo rumore per non svegliare Stéphan, mi dirigo verso
la cucina per prepararmi del buon latte caldo con del miele.
Saranno le quattro del mattino.
Mentre preparo il tutto però, all'improvviso, una voce che conosco mi fa sussultare.
-Come mai già sveglia?- Mi volto verso l'entrata della cucina, osservando poi quegli occhi iniettati di sangue che non vedevo
ormai da un bel po' di tempo.
Non ci rivolgevamo la parola dall'accaduto ed ora che vorrei scoppiare a piangere dinanzi a lui mi faccio forza, aggrappandomi a me stessa.
Non riesco a rispondergli, restando immobile a fissarlo mentre lui si lascia guardare con quel sorriso stampato sulle labbra e quegli
occhi che mi danno la sensazione che neanche lui sia riuscito a dormire questa notte.
Mi faccio coraggio e finalmente riesco a rispondere con qualcosa di sensato.
-Ehm si, avevo fame.- Rispondo con indifferenza, osservando poi il ragazzo sedersi al tavolo della cucina osservando ogni mio singolo
movimento.
Mi sento a disagio mentre il mio cuore sembra esser quasi impazzito.
E' da un bel po' di tempo che non mi sentivo così. Non vederlo per un mese e restare chiusa in camera con l'aiuto delle mie amiche e di 
Maria non credo sia stato poi così costruttivo. E menomale che Hayley ed Helena venivano quando Stéphan non era in casa.
Ma ora almeno non mi sento più furiosa nei suoi confronti sebbene potrei prenderlo a sprangate da un momento all'altro.
Probabilmente, mi ero lasciata accoccolare troppo da quei bei libri d'amore convincendomi che questo sentimento non mi
avrebbe mai fatta soffrire. Ed invece, non è stato così. Io mi sento ancora così innamorata di lui che avrei solo voglia di perdonarlo
e restare tra le sue braccia fino alla fine dei tempi.
Ma non posso permettere a me stessa e al mio cuore tanto dolore.
Forse, un giorno, riuscirò a perdonarlo ma...non oggi.
-Era da un bel po' che non uscivi da quella camera...vero?- Mi domanda ancora il ragazzo, giocherellando con un tappo di sughero
che si trovava sul tavolo.
-Già...- Sussurro, concentrandomi sul latte ma sentendo ancora gli occhi di Brian su di me, come se stessero per bruciarmi viva.
In realtà, non ho così tante cose da dirgli. Vorrei farmi coraggio ed ammettere che lo amo ancora e che non smetterò mai di farlo
ma sarebbe solo un buon motivo per ritornare insieme e farci ancora del male.
Il nostro è e resterà sempre un amore impossibile. E si sa come vanno a finire queste cose...
-Beh...ti trovo bene...-
Mi sta prendendo in giro, forse? Avanti Brian, si vede lontano un miglio che ho passato le notti insonni per colpa
tua e non ho fatto altro che consumarmi. Insomma, davvero non noti i miei occhi gonfi e le mie occhiaie?
-Si, anch'io ti trovo bene.- Mento, mettendomi anch'io i prosciutti dinanzi agli occhi per non rendermi conto del fatto che si sia ridotto
proprio male.
Gli è cresciuta anche la barba e pensare che lui era uno di quegli uomini che non avrebbero mai pensato di lasciarla crescere.
Il silenzio regna improvvisamente sovrano ma ben presto Brian si rialza dalla sedia allontanandosi dal tavolo.
-Comunque sia, puoi stare tranquilla...mi è passata.-
Alle sue parole, mi cade la tazza con il latte a terra ma cerco di ripulire il tutto per non dare troppo nell'occhio.
E' vero, sono stata io a non volerlo perdonare ma...fa male sapere che probabilmente non prova più niente nei miei confronti e che 
non potrà mai più amarmi come continuerò ad amarlo io.
-Aspetta, lascia che ti aiuti...-
-No, faccio da sola, grazie.- Ribatto, prendendo i cocci della tazza rotta e quelli del mio povero cuore ormai frantumato a terra.
Brian si allontana da me ed esce dalla cucina, regalandomi un sorriso.
Era da troppo tempo che non mi sentivo morire nel vederlo sorridere.
Mi faccio coraggio e prendo l'occorrente per ripulire il tutto e dopo aver finito, mi siedo a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Non abbiamo saputo fare niente di meglio che distruggerci a vicenda.


















***










Stéph mi abbraccia. Mi tiene stretta a sé sul divano del salotto di casa mentre dinanzi a noi
si trovano i ragazzi che continuano a fissare la scena ma ad ascoltare le parole del loro capo.
Stéphan gli ha affidato un'altra missione importante ma Brian non sembra neanche ascoltarlo. Lui continua a fissare
me, facendomi sentire perfettamente a disagio.
Non nego che vorrei che fosse stato lui a tenermi stretta a sé, ma devo cercare di farmela passare come ci è riuscito
lui.
Ma adesso la mia mente è assalita anche da altri dubbi. E se Brian si fosse reso conto in realtà di essersi
innamorato di Nancy?
No, basta, devo smetterla di pensare sempre e solo a lui.
Tra di noi è finita e nulla potrà riportare indietro ciò che c'è stato tra di noi.
Custodirò per sempre i nostri bei momenti e non smetterò mai di amarlo, limitandomi a farlo in silenzio.
Il mio cuore non è ancora guarito del tutto e non credo che riuscirà a sanarsi.
L'amore può essere una qualsiasi fonte di felicità ma a volte, anch'egli sa il fatto suo.
"Non puoi continuare ad amare chi ti ha fatto del male" mi ripete più volte la mia coscienza nella speranza
di strapparmi via il cuore dal letto.
Eppure io lo sto facendo. Continuo a sentirmi innamorata ed è diverso da ciò che sentivo per Stéphan.
Lui mi ha davvero fatta del male, lui era abbastanza cosciente da capire ciò che mi stava facendo quando continuava a riempirmi
di schiaffi e cicatrici sulla pelle.
Brian no.
Probabilmente il mio "non perdono" gli è servito per capire che non sarei mai stata abbastanza per lui. Che merita di meglio
così come ne sono sicura anch'io.
Perché farsi del male per una ragazza già sposata con un altro uomo? Perché farsi divorare da un dolore che si è provocato lui
stesso?
Se non altro, queste sono solo le mie riflessioni mentre altre volte vorrei saper leggere nella mente o negli occhi delle persone
e lasciarmi dire cos'è che in realtà non gli dà pace.
Sapendo che non prova più nulla per me, sposto il mio sguardo contro quello di Stéphan, osservandolo con attenzione.
Ma che cosa dico, quale attenzione? Il mio è solo un modo per non incrociare ancora quegli occhi per cui morirei davvero.
Quando mio marito mi lascia un bacio sulla guancia radunando i suoi scagnozzi nonché le persone più belle che abbia mai conosciuto
nel suo studio, io resto da sola sul divano, con i miei stessi pensieri.
Sto lottando contro di loro e ad esser sincera mi sto provocando anche un gran mal di testa.
Vorrei essere abbastanza forte da non lasciarmi colpire per l'ennesima volta dal dolore ma non ci riesco. Mi addormento sul divano, rendendomi
conto di esser rimasta sveglia per troppo tempo. E' arrivato il momento di riposare.
Al mio risveglio, sono le sette di sera.
Mi guardo continuamente intorno, ritrovandomi totalmente sola in questa villa così enorme e dispersiva che al buio sembra inquietarmi
ancora di più.
-Oh, finalmente si è svegliata signorina!- Esclama Maria, con il suo viso così rilassato ed un sorriso smagliante stampato sul volto.
Sbadiglio, alzandomi con lentezza dal divano e sorridendo alla donna che ha appena finito di fare le pulizie.
-Non...c'è nessuno in casa?- Domando alla donna, continuando a guardarmi intorno.
-No, quasi mi duole lasciarla sola ma ho appena finito il mio turno.-
-Ma no Maria, stai tranquilla. Puoi andare, adesso andrò a riposare su in camera.-
-A domani allora signorina...ah, le ho lasciato qualcosa da mangiare in cucina.-
-Ti ringrazio Maria, buona serata.-
-Anche a lei.-
La donna esce di casa entrando nella sua auto e sfrecciando via allontanandosi dall'abitazione.
Altro che riposare, ho dormito abbastanza per oggi!
Corro in bagno per poter fare una doccia veloce e, subito dopo, vestirmi per uscire.
Dopo essermi preparata e dopo aver spazzolato bene i capelli, esco di casa per potermi dirigere verso il solito bar.
Stéphan passa pochissimo tempo al bar, più che altro è più facile ritrovarlo al locale.
Ho proprio bisogno di stare in compagnia delle mie care amiche...ripensandoci, sono due giorni che non le vedo.
Sono del parere che passano fin troppo tempo in quello stupido bar.
Mi incammino verso il bar, con le cuffie nelle orecchie e la voglia di arrivare il prima possibile.
Mettendo la riproduzione casuale però, la canzone che inizio a sentire dalle cuffie mi fa rattristire.
"Nothing else matter" dei Metallica ormai riesce ad indebolirmi sempre di più anche se...sarei tentata di voler ritornare
a quel giorno.
A quel giorno in cui tutto sembrava perfetto...
Arrivata a destinazione, mi siedo sul solito sgabello e a voltarsi dopo aver preparato un cocktail è proprio Helena.
-Haven...ma tu che ci fai qui?- 
-Hey, ma che bella accoglienza!-
-Ma smettila, sai che sono felice di vederti! Sono felice che tu abbia deciso di uscire da quella camera di merda e prendere
un po' d'aria!-
-Beh, sentivo la mancanza della marijuana che si respira in questo posto...-
-Non ne avevo dubbi guarda.-
Entrambe abbozziamo un sorriso mentre Helena senza che le dicessi niente mi porge un bicchiere di coca.
-Ormai mi conosci bene!- Dico alla ragazza, sorseggiando un po' della mia coca cola.
-Si, diciamo che conosco le tue abitudini. Come ti senti tesoro?-
-A dir la verità, non lo so. So solo che avevo voglia di uscire un po'.-
-Bene, questo è un buon segno dato che sei stata un mese intero chiusa sempre nella stessa camera.-
-Sai che non potevo fare altrimenti...-
-Si, lo so. Pensavo che venire qui ti avrebbe fatto sentire peggio.-
-Devo superare questa cosa o rischio di morirci. Non posso dire che entrare qui dentro non mi abbia fatto uno strano effetto ma...
tenterò di rifarmi.-
-Adoro la tua determinazione. Quel coglione se l'è proprio cercata!-
-Si ma...non credo che a lui interessi ancora di me.-
-Che vuoi dire?-
-Voglio dire che stamani dopo tanto tempo ci siamo parlati. Cioè, non ci siamo proprio parlati...lui mi ha detto
che gli è passata.-
-Ah...e tu? Cioè, ci stai male?-
-Credo di si. Ma non posso farci niente, doveva finire così.-
-Io sento che tra voi due non finirà mai.-
-No Helena, questa volta è diverso...voglio solo cercare di dimenticarlo come ha fatto lui con me.-
-Secondo me, non ci riuscirai mai. Basta guardare come diventano i tuoi occhi quando mi parli di Brian.-
-Si nota così tanto che sono ancora innamorata di lui?-
-Lo noterebbe chiunque. Ma meglio non avere a che fare con uno che ha avuto il coraggio di tradirti.-
-Si...lo so.-
-Beh, se non altro, tu cerca di esser forte okay? E' finita ma questo non vuol dire che tu non possa provare
ad innamorarti di qualcun altro.-
-No, non voglio più nessuno. Tutto ciò che volevo era lui...e se non posso averlo, resterò con Stéphan per il resto della mia vita.
Sperando che non ricominci a menarmi.-

-Ci deve solo provare! Io ed Hayley potremo castrarlo!-
-A proposito di Hayley...ma dov'è finita? Non ha il turno oggi?-
-A dir la verità, è alla spiaggia. Aveva bisogno di rilassarsi un po'.-
-Beh, allora vado a cercarla...-
-D'accordo, poi riportamela qui che abbiamo un sacco di lavoro da sbrigare.-
-Okay.-
Saluto Helena con un cenno di mano, uscendo dal bar per dirigermi questa volta verso la spiaggia che si trova a pochi passi
da qui.
Mi mancano tanto le giornate con i ragazzi alla spiaggia ed il continuo divertimento nel vederli fare gli idioti. Devo dire che sono riusciti
davvero a prendersi un pezzo di me.
Arrivata,alla spiaggia questa volta, mi guardo intorno cercando di scorgere la figura di Hayley da qualche parte.
Dopo un po', vedo la ragazza seduta sulla sabbia proprio alla riva del mare mentre continua a disegnare come le è solito fare.
Sembra immersa nei suoi pensieri e neanche vedere dei ragazzi farle i dispetti mentre continuano a lanciarle la palla contro, riescono
a distrarla dal suo mondo.
E' una ragazza davvero molto solare ma con una tempesta dentro. Si, proprio come quelle tempeste che tanto la spaventano.
In realtà mi sono sempre chiesta del perché non riesce ad affrontare questo suo blocco ed è per questo motivo che vorrei aiutarla.
Lei ed Helena hanno fatto così tanto per me che adesso è giunto il momento di capire un po' cos'è che non riesce a superare
in alcun modo.
E' bloccata dentro e credo sia arrivato il momento di sbloccarla.
Mi tolgo le scarpe dai piedi, tenendole poi tra le dita ed immergendo i piedi nella sabbia leggermente calda.
Mi avvicino alla ragazza, vedendola sussultare ma smettendo improvvisamente di disegnare con quella sua solita lavagnetta.
-Non volevo spaventarti Hayley!- Dico alla ragazza mentre lei inizia ad osservare le mie labbra muoversi.
Lei scuote la testa in segno di negazione per poi invitarmi a sedermi dinanzi a lei con un cenno di mano.
Accetto la proposta, continuando ad osservarla mentre  non fa altro che disegnare.
Abbiamo una passione in comune, ma lei si che sa come riprodurre ciò che immagina con la sua fantasia.
Hayley inizia a fare alcuni gesti ma ahimè, non ho ancora avuto la possibilità di imparare questo suo linguaggio.
-Scusami Hayley, ma non riesco proprio a capirti...che ne dici di provare con l'alfabeto muto?- 
La ragazza annuisce soddisfatta per poi utilizzare le dita per parlarmi.
"C-o-m-e-t-i-s-e-n-t-i?".
Mi domanda, pian piano.
-Ecco, adesso va meglio. Beh...si, non mi sento come rinata ma...sto bene. E tu?-
"Anche io. Ma sono felice che tu stia meglio"
-Cos'hai? Qualcosa non va?-
Hayley abbassa lo sguardo, colpevole. 
Ci sono quasi...
"No è che...mi sento strana".
-Strana? Senti Hayley, non sarò qui a supplicarti di dimmi cos'hai ma...sappi che per te ci sono e ci sarò sempre. So che ci conosciamo
da poco e so che non ti fidi di me al cento per cento ma sono una buona ascoltatrice. Puoi parlarmi di tutto quello che vuoi.-
"Ti ringrazio ma sto bene così".
Non sembra volermene parlare. Forse, ci vorrà dell'altro tempo per farle svuotare il sacco.
-Come vuoi...-
"Sei arrabbiata?".
-Ma no, assolutamente. E' che vederti così triste fa diventare triste anche me.- Ammetto, vedendo la ragazza abbozzare un sorriso
per poi cancellare con velocità il disegno che stava elaborando.
-E se insieme, facessimo un gioco? Può aiutarti a confidarti con me e a liberarti del tuo dolore interiore. Hayley, puoi dirmi
ciò che vuoi lo sai, ma non devi mentirmi. So che il tuo trauma dei temporali è dovuto a qualcosa e con un semplice gioco
potremo risolvere le cose al meglio. Se non ti va puoi anche dirlo ma sto solo cercando di aiutarti.-

La ragazza scoppia improvvisamente a piangere. Non si lamenta, non fa scenate...inizia solo a tremare mentre le lacrime le rigano
con velocità il viso diventato stranamente pallido.
-No Hayley, ti prego, non ti agitare. Sono qui con te, non ti lascio!- Abbraccio subito la ragazza, cercando di tranquillizzarla
in tutti i modi possibili.
Lei respira con profondità mentre continuo ad asciugarle le lacrime e sussurrarle di stare tranquilla. 
Dopo un po', Hayley sembra riprendersi e deglutire mentre riprende la sua amata lavagnetta tra le mani.
"Facciamolo..." 
Annuisco alle sue parole, iniziando a raccontarle delle mie esperienze e parlarle un po' del mio passato e della mia famiglia.
Le racconto di quella volta in cui lasciai rovesciare una bottiglia di profumo alle rose sul tappeto e mia madre me ne voleva
dare di santa ragione perché quello era il suo profumo preferito.
Le racconto della mia esperienza con i ragazzi al liceo che non era delle migliori e delle mie giornate trascorse sui libri ed i romanzi
che mi facevano sempre compagnia nei pomeriggi vuoti e freddi. Le racconto di quando Stéphan si presentò per la prima volta in casa mia
e cominciò a dettar legge.
Insomma, le parlo di me come meglio riesco a fare.
L'ho vista in un attimo sorridere, ridere, intristirsi e alla fine, osservarmi con serietà.
-Okay, adesso tocca a te.- Le dico, vedendola poi sospirare e farsi coraggio.
Su Hayley, so che puoi farcela...
"Odio i temporali".
-Si, questo lo so...-
"Se mi spavento di continuo quando sento la pioggia scivolare sul mio viso è perché mi è accaduto un qualcosa
che ha sconvolto la mia vita, proprio durante un semplice temporale"

Osservo con attenzione le lettere che mi propone Hayley una ad una.
Mi dispiace vederla sempre osservare il cielo ogni volta che è pronta per dirmi ciò che realmente deve averla traumatizzata.
-Con calma, non ti chiederò di dirmi tutto oggi, ma anche una minima cosa può essermi utile per aiutarti, credimi.-
"Non puoi fare nulla per aiutarmi...nessuno può far nulla su una cosa già accaduta".
Sto cominciando seriamente a preoccuparmi. Non avevo mai visto i suoi occhi diventare più bui di così.
"Il mio passato, mi ha reso la persona che sono ora. Ma ciò che è accaduto dopo, non ha fatto altro che peggiorare
le mie condizioni".

Rabbrividisco alle sue parole, osservandola respirare sempre più a fatica.
Ogni tanto, si ferma a guardare l'orizzonte mentre nuove lacrime le scivolano dal viso.
Le posiziono una mano sulla spalla, dandole tutto l'appoggio di cui ha bisogno ma vedendola annuire di continuo come se volesse
dirmi che sta bene.
"Quando arrivai qui la prima volta fu perché i miei genitori adottivi erano dei mafiosi. Facevano parte anche loro
dell'organizzazione ed io ero felice di riavere finalmente una famiglia. Dopo la morte di mio fratello, cercarono di aiutarmi
con delle terapie ma neanche dallo psicologo sarei riuscita a dire qualcosa con la mia voce. Ormai, non parlo più da anni e non riesco
proprio più a fare qualcosa per aiutare me stessa in ciò. Le terapie fallirono ma dopotutto, finalmente, cominciavo a sentirmi amata dai
miei genitori che mi facevano sentire come una vera e propria figlia per loro."

Hayley utilizza l'alfabeto muto con molta lentezza, ma pian piano, sto riuscendo a capire ciò che continua a dirmi.
"Un giorno, eravamo stati invitati in una villa bianca, dove si teneva un piccolo ricevimento dell'organizzazione. I miei genitori
adottivi mi portarono con sé e quello fu lo sbaglio più grande che fecero in tutta la loro vita. Durante il ricevimento, c'era
un uomo vestito di bianco con una cravatta nera che continuava a fissarmi e a farmi sentire a disagio con le sue continue battutine
sul mio aspetto fisico. Mi elogiava di continuo e quando i miei genitori adottivi erano troppo occupati a parlare con gli altri componenti
dell'organizzazione, lui ne aveva approfittato per avvicinarsi a me. Mi diceva che ero bella...troppo bella per esser solo guardata..."

Hayley sta scacciando via tutte le sue paure ma non riesce in alcun modo a guardarmi negli occhi.
Sembra essersi impietrita.
-Okay, basta così Hayley, davvero...-
"Mi sentivo lusingata di sentire quelle parole dato che nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere ma...allo stesso tempo, schifata.
L'uomo era molto più grande di me, ma mi guardava in un modo che riuscì facilmente a spaventarmi. Con una semplice scusa, uscii
dalla villa e ne approfittai per dirigermi verso il giardino della casa. Avevo proprio bisogno di prendere un po' d'aria fresca ma...
all'improvviso, sentii dei passi alle mie spalle che mi fecero voltare di colpo. Lo stesso uomo, mi aveva appena seguita."

-Hayley, davvero, non...-
"L'uomo mi prese tra le sue braccia ma io iniziai a dimenarmi. Non riuscivo ad urlare ovviamente e lui mi trascinò con sé dietro alla villa, 
tra alcuni cespugli. Mi costrinse a non agitarmi posizionandomi una pistola sull'anca e mentre cominciava a spogliarmi io iniziavo a pregare".
La ragazza si ferma improvvisamente dando la possibilità ad altre lacrime di segnarla a vita.
"Lui cominciava a toccarmi...continuava a sussurrarmi quanto fossi bella ai suoi occhi e all'improvviso, mi ritrovai a terra
sanguinante. Fu la mia prima volta ma giuro che non smisi di piangere neanche per la frazione di un secondo. Dopo alcuni schiaffi sul viso, 
mi resi conto di dovermi solo abbandonare alla mia sorte e sperare che tutto potesse finire presto. Quando l'uomo mi violentò, strisciai
pian piano verso l'entrata della villa ma non riuscivo più ad alzarmi. Mi sentivo tutta rotta e malandata, eppure, riuscii a scorgere
le figure dei miei genitori adottivi a terra mentre degli uomini continuavano a spararli. Volevano uscire dai giochi e farla finita
con la mafia...ma ci riuscirono solo morendo. Ricominciai a piangere senza mai fermarmi e mi addormentai sull'erba verde di quel
giardino, con la pioggia di un temporale catastrofico che mi fece quasi morire di freddo. Le lacrime si mischiavano alla pioggia e fu proprio Brian 
mi ritrovò il giorno dopo. Mi portò in casa, mi aiutò a riprendermi e mi fece conoscere i ragazzi."

Non potevo di certo immaginare che la piccola Hayley avesse mai potuto subire una cosa del genere. Cerco di trattenere dentro i miei occhi
le lacrime, rendendomi conto di doverla aiutare e sopportare...non farla star peggio.
La abbraccio forte, stringendola a più non posso.
Anche lei mi stringe con più forza, quasi da rompermi le costole. Ma che si rompessero pure. Questo abbraccio vale molto di più
di qualsiasi altra cosa al mondo.
-Ce l'hai fatta Hayley...- Sussurro alla ragazza vedendola poi sorridere.
Si è finalmente liberata. 
Portare quel peso dentro non avrebbe fatto altro che farla stare peggio.
Quando la ragazza si riprende mentre continuo ad asciugarle le lacrime con i pollici, un'altra domanda comincia ad assillare
la mia mente senza darmi pace.
-Ci siamo Hayley. Un nome e ti togli il pensiero.-
La ragazza abbassa ancora una volta lo sguardo. Prende velocemente la sua lavagnetta ed inizia a scriverci qualcosa.
Io speranzosa, osservo con attenzione i suoi movimenti anche se a parer mio, starà sicuramente disegnando qualcosa.
Osservo la giovane per un bel po' di tempo ma finalmente, dopo alcuni minuti, ella decide di porgermi la lavagnetta alzandosi poi
dalla sabbia ed avvicinandosi sempre di più al mare.
Si allontana da me, mentre io sono pronta a leggere il nome della persona che le ha fatto del male.
Quando però prendo la lavagnetta tra le mani, proprio come pensavo c'è un disegno ad accogliermi.
Il disegno di un uomo, che picchia una ragazza e che ha un cappello bianco in testa molto simile a quello di...
Improvvisamente mi blocco. 
Le immagini di mio marito mentre mi picchia cominciano a premermi nella mente ed il cappello che indossò l'altra mattina
sembra avermi tolto ogni singolo dubbio.
Mi alzo anch'io dalla sabbia, scuotendo per un po' i miei vestiti ed avvicinandomi di nuovo ad Hayley.
-Stéphan...è stato lui a...- Non riesco a finire la frase.
Hayley annuisce con dolore, rivolgendosi per l'ennesima volta all'orizzonte.



















***











Dopo essermi assicurata di aver riportato Hayley al bar con Helena, corro verso casa ed entradoci, mi dirigo
verso il corridoio del piano terra.
Con il fiatone e la mente sudata, busso il più forte possibile alla porta della camera dei ragazzi sperando
che siano tornati a casa.
Attendo con ansia che qualcuno apra la porta di questa maledetta camera e quando è Brian a farlo, d'istinto, avvinghio le mie 
braccia contro il suo collo, scoppiando a piangere.
-Haven...- Mi sussurra Gates, sbarrando gli occhi mentre continua a lasciarsi stringere.
Non sa come comportarsi, ma io ho solo fatto ciò che sentivo.
-Haven, guardarmi, cosa cazzo ti è successo?- Mi domanda il ragazzo dagli occhi color nocciola, prendendomi le spalle
ed allontanandomi un po' dal suo corpo per guardarmi negli occhi.
Io continuo a piangere, non riuscendo più a trattenermi in alcun modo.
-Brian, chi è alla porta?- Domanda poi Jimmy, uscendo dalla camera ed avvicinandosi a noi con il resto dei ragazzi.
-Ma è Haven!- Urla poi Matt, avvicinandosi anche lui.
-Hey, ma cos'hai? Perché piangi, ti è successo qualcosa?- Si preoccupa Johnny.
-Ma soprattutto...ti hanno fatto qualcosa?- Continua Zacky beccandosi poi uno sguardo terrificante da parte di Brian.
-Chi cazzo ti ha toccata?! Haven, il signor Mason ti ha picchiata?- Brian continua a scuotermi ma io devo parlargliene.
Prima di venire qui, ho chiesto ad Hayley se potevo parlarne con i ragazzi e lei ha annuito. Mi ha anche detto che le avrei
fatto un favore dato che non riuscirebbe proprio a raccontargli tutto l'accaduto.
-No...non mi ha picchiata.- Sussurro, tentando di regolarizzare il battito cardiaco ed il respiro.
-E cosa ti ha fatto allora?- Continua James questa volta, preoccupato almeno quanto tutti gli altri.
-Lui...ha violentato Hayley.- 
I ragazzi mi fissano increduli. Nei loro occhi riesco a percepire dell'odio che continua ad aumentare mentre Johnny sta cominciando
a tremare.
Brian sbarra ancor di più gli occhi, smettendo improvvisamente di respirare.
-E' per questo motivo che odia i temporali. L'ha violentata quando era solo una ragazzina...quando il giorno dopo, l'avevi trovata
tu.-
Dico poi a Brian, mentre Johnny perde improvvisamente il controllo.
Christ scappa via dall'abitazione mentre i ragazzi lo rincorrono cercando di fermare la sua ira e Brian resta qui facendomi subito spaventare
nell'attimo stesso in cui ha appena dato un pugno secco contro la porta, rompendola.
Caccio un urlo di terrore, osservando poi il ragazzo correre verso il bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Lo seguo con velocità, aprendo la porta del bagno ed osservandolo vomitare l'anima.
Nessuno avrebbe mai immaginato che Stéphan potesse fare una cosa del genere. Sono sicura che anche Brian ci è rimasto
male almeno quanto ne sono rimasta io.
Lo osservo ancora vomitare, mentre io mi avvicino a lui piangendogli su di una spalla.
Le sue mani sono strette in pugni. Ciò non promette nulla di buono.



























NOTE DELL'AUTRICE.

E finalmente, anche la storia di Hayley è uscita allo scoperto.
Buonsalve a tutti popolo di lettori accaniti!
Dopo le molteplici richieste di aggiornamento che mi avete fatto su twitter, ho deciso di 
aggiornare prima del previsto!
Sono felice di sapere che anche questa ff vi stia prendendo (per non parlare poi di quando mi scrivete su ask. Gates vi ama).
Ma comunque.
Vi dò il diritto di scrivere tutte le cattiverie che volete nei confronti di Stéphan che si è dimostrato
essere un gran pezzo di merda.
Come potrà mai la nostra Haven, stare con un uomo così?
Al sapere questa tragica storia ( e diciamocelo che sono peggio di Shakespeare quando mi ci metto. No, il confronto con Shakespeare
proprio no però...anche io sono un'amante delle tragedie, trust me. Saya, colpa tua per questo "trust me").
Perdonate i miei scleri improvvisi ma...ultimamente sclero per qualsiasi cosa e voi dovete essere così carini e coccolosi
da stimarmi per questo.
No, proprio no. Non merito di essere stimata per niente dato che scrivo anche cazzate quindi...no.
Ma torniamo seri, se ci riusciamo.
Johnny è impazzito e con i ragazzi ovviamente non potranno fare nulla di che sapendo che il capo è comunque una persona
che possiede molto più potere di loro.
Diciamocelo, Stéph ha i soldi. 
Quindi, dal prossimo capitolo, capirete bene quali saranno le intenzioni dei ragazzi. Parlando invece di quei due carciofi di Haven
e Brian e di quel bradipo di Nancy...beh, anche qui potete offendere senza tregua.
Brian ha ammesso di non provare più nulla nei confronti della nostra piccola Haven (davvero...ti ci è voluto un mese per dimenticarla? Pff.)
ma lei...è innamorata.
Lo è e probabilmente lo sarà sempre.
Non si sfugge all'amore, puoi provare a nasconderti, ma ti troverà lo stesso.
Per quanto puoi provare ad odiare una persona...dovrai sempre ricordarti che il più delle volte (diciamo quasi sempre) nell'odio
c'è l'amore.
E saranno momenti duri per i nostri due protagonisti questi. Nel corso dei capitoli, capirete cosa intendo.
Spero vivamente che questo capitolo vi abbia tenuti felicemente impegnati e che abbiate passato dei piacevoli istanti nel leggerlo.
So che sono ripetitiva ma sapete che ci tengo tantissimo alle vostre opinioni e considerazioni. E' anche vero che lo scrittore scrive
per sé stesso ma fa sempre piacere vedere che in qualche modo viene apprezzato dai propri lettori.
Per qualsiasi cosa, l'angolo recensioni è sempre aperto.
Adesso la smetto con i miei soliti monologhi e vi lascio in pace una volta per tutte!
*Tanto poi torno con un nuovo capitolo, coff coff*
Un bacio a tutti voi che continuate sempre a seguirmi e a sostenermi! *Huggiamoci senza sosta*




-SynysterIsTheWay.
   
 
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