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Autore: _Naira    30/07/2014    4 recensioni
Dal testo:
"Il mio primo giorno di vita me lo ricordo bene, è stata la prima volta che l'ho vista: una ragazza seduta al buio con una sigaretta fra le dita, gli occhi spenti e gonfi, il viso scavato, mi fece impressione...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Il mio primo giorno di vita me lo ricordo bene, è stata la prima volta che l'ho vista: una ragazza seduta al buio con una sigaretta fra le dita, gli occhi spenti e gonfi, il viso scavato, mi fece impressione.
Cos'era successo a quella ragazza di così brutto per ridurla così? Me lo domandai mille volte quella sera ma non trovai risposta.
Pensai tutta la sera a quello sguardo triste carico di lacrime che spingevano per uscire ma che lei non permetteva, provai tutta la sera a farla sorridere mentre mi guardava di sfuggita eppure su quelle labbra non c'era neanche un piccolo accenno di sorriso solo una smorfia di dolore che mi incise l'anima.
Quella ragazza mi scioccò, aveva tanta tristezza addosso da rendere triste tutto il mondo intorno a sé eppure l'idea che sotto tutto quel dolore ci fosse una bellissima persona non mi abbandonò un solo secondo. E fu proprio essa che mi spinse ad avvicinarla.
Mi presentai e le chiesi se andava tutto bene, lei in risposta ingoiò le lacrime mise su un sorriso falso e mi rispose di sì presentandosi. La guardai un secondo di più negli occhi di quanto si aspettasse, sapeva che le stavo leggendo l'anima, me lo dimostrò abbassando la testa e facendo uscire tutte le sue lacrime, mi si chiuse lo stomaco quando la vidi tremare.
Mi sedetti vicino a lei e la consolai fino all'alba, parlammo per ore ed ore e mi accorsi che era così naturale con lei essere se stessi, mi accorsi di quanto potesse leggermi dentro
, di quanto magra e triste fosse, di quanto i suoi occhi fossero spenti e vuoti, di quanto dolore potesse sopportare.
Non la vidi per tre mesi dopo quel giorno, la rincontrai una mattina, mi fece paura, era magrissima, non stava quasi più in piedi e i suoi occhi erano morti, inespressivi, la chiamai, si voltò e mi guardò come se non si ricordasse di me, poi mi si avvicinò e crollò fra le mie braccia, la guardai scioccato e decisi che l'avrei tirata fuori da quel buio che la circondava non le avrei permesso di crollare ancora più in basso avrei riportato il sorriso nei suoi occhi.
E così feci, abbandonai la maschera dello stronzo e le regalai tutto il meglio di me, la riportai in vita giorno dopo giorno.
Il mio secondo giorno di vita fu quando lei mi guardò negli occhi dicendomi 'ti amo'.
Il terzo quando capii che la mia vita era lei e lo sarebbe stata per sempre."
  
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