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Autore: solonely182    30/07/2014    2 recensioni
La storia è ambientata a Poway, California, nel 1991. La sedicenne Josie, citata dai Blink in una loro canzone, è appena tornata in città pronta per un nuovo inizio e per il liceo, dove conoscerà successivamente Mark e Tom, amici da sempre.
Ho cercato di rendere la ff quanto più reale possibile (origini dei Blink, canzoni per data e altri avvenimenti). Tratta anche tematiche piuttosto delicate che fanno parte dell'adolescenza sia dei protagonisti che in generale.
Per il resto è la mia prima ff (siate davvero clementi) e spero vi piaccia!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Cammino tra la folla e spero di non essermi persa.
Le stupide indicazioni di Rick non sono servite a nulla.
Non so nemmeno dove o cosa sia la casa degli specchi.
Sbuffo e mi fermo nel mezzo, indecisa se tornare indietro no.
-Ti sei persa?-
Mi giro e mi ritrovo a qualche centimetro da Tom.
-No, è che… la confusione mi… ecco, io…-
-Ti sei persa- afferma ridendo.
-Già-
Faccio un sorriso imbarazzato.
-Okay, seguimi-
-No, torno a casa-
-Cosa?-
-Sì dai, tanto ormai è tardi, tu raggiungi gli altri-
Mi volto.
-Aspetta, non puoi andartene così, insomma, è la fiera di Poway-
Sospiro.
-Che ne dici di un giro sulla ruota panoramica?-
Solleva il sopracciglio con il suo fare idiota.
-Oh no-
-Hai paura di un giretto a qualche metro da terra?- domanda beffardo.
-Qualche metro? Solo?- ribatto acida osservando la giostra dinanzi a noi.
Il solo pensiero di stare così in alto mi da la nausea.
-Avanti, solo un giro e poi sarai libera di andartene-
Sbuffo.
-Solo uno e se provi a fare il cretino mentre siamo lassù, giuro che ti uccido- lo avverto seria.
Scoppia a ridere.
 
-L’hai sentito?- domanda Tom mentre siamo fermi.
-Cosa?- cerco di mantenere la calma.
-Lo scricchiolio, non l’hai sentito?-
-Fanculo Tom, non è divertente-
Ride.
-Vuoi aprire gli occhi?-
-No-
-Ma è una giostra panoramica, capito? Panoramica- sottolinea.
-Soffro di vertigini- spiego respirando lentamente.
Sbuffa.
-Dai, non fare il bambino piccolo-
Sollevo una palpebra.
-Ma siamo altissimi!- urlo.
Poggio la testa sulla sua spalla e lui scoppia a ridere.
-Stai perdendo-
-Non è vero, sono salita. Ho vinto- sollevo il volto.
-Stai zitta- mi copre il viso con la mano e mi spinge lontano da lui.
Scoppio a ridere.
-Ti irrita perdere?- dico sfottendolo.
-No-
Ha l’aria pensierosa.
-E allora cosa?- chiedo preoccupata.
-Hai vinto e questo implica che dopo sarai libera di andartene-
Si gira dall’altra parte ed io mi sento sprofondare nell’imbarazzo.
Mi mordo il labbro.
-Oh, beh, prima ho visto un tendone con dei giochi e se vinci ti danno un peluche… e c’era una specie di orsetto lavatore che…-
-Vuoi un orsetto lavatore?-
-Se riesci a vincerlo…-
Sorride e per un istante gli brillano gli occhi.
 
Il tendone è pieno di ragazzi che tentano di vincere premi per le proprie fidanzate.
-Dov’è il tuo stupido procione?- domanda.
-Orsetto lavatore- lo correggo indicanglielo.
-Quant’è a partita?- chiede al proprietario.
-Cinque dollari, tre tentativi-
Scoppia a ridere.
-Ne sei davvero sicura?-
-Sì-
Sorride e poi scuote la testa.
-E va bene, ecco-
Non riesco a contare quante volte fallisce.
-Ma non giocavi a basket?-
-Sono stato cacciato dalla squadra-
Rido.
-Non fa niente- dico quando perde per l’ennesima volta.
Mi lancia un’occhiataccia.
-E’ imbarazzante, cioè, è uno stupido procione!- sbraita.
-Non importa e comunque è un orsetto lavatore-
Esplode in una rumorosa risata.
-Okay, quanto vuole per quel peluche?-
-Tom, ma è un…-
-Non è in vendita, bisogna vincerlo- risponde il tizio con aria presuntuosa.
-Josie, perché non ti prendi dello zucchero filato?-
-Ma...- provo ad obiettare.
-Sta’ zitta e vai-
Mi allunga una banconota.
Infuriata gliela strappo dalle mani e mi allontano.
Quando torno lo vedo che sta ancora parlando con il tizio del tendone.
Mi avvicino e lui mi pone davanti gli occhi il peluche che avevo tanto desiderato.
-Come la mettiamo adesso?- fa mentre ci spostiamo.
-Non era necessario- ribatto.
Sul viso ha stampato un sorriso leggero e sereno.
Stringo il peluche tra le braccia mentre lui mangia lo zucchero filato.
-Grazie- bisbiglio.
Solleva le spalle.
-Siamo due a uno- annuncia con soddisfazione.
-Cosa?-
-Io ti ho vinto il peluche e ti ho trovato quando ti eri persa, tu hai solo fatto un giro su una giostra-
-E quindi?- lo incalzo per vedere fino a dove vuole arrivare.
-Devi darmi qualcosa, altrimenti tocca decidere a me- dichiara con aria teatrale.
-E cosa vorresti?-
-Voglio solo sapere una cosa-
Scoppio a ridere, mi sarei aspettata di peggio.
-Che c’è?- domanda un po’ offeso.
-Niente, scusa. Avanti, spara-
Calcia un sassolino e si porta le mani nelle tasche del jeans.
-Tra te e Mark è finita definitivamente o…?-
-Perché?-
-Non lo so, una curiosità-
-Credo che sia finita-
Non ne sono del tutto certa ma ho l’impressione che stia sorridendo e senza rendermene conto lo sto facendo anch’io.
Attiro il suo volto al mio, per un momento esito, ma poi lo bacio.
Lui resta fermo, lascia che sia io a fare tutto e quando ci separiamo lui torna ad abbassare lo sguardo.
-Perché l’hai fatto?-
-Ora siamo pari- rispondo.
Sorride e fissa il cielo, ormai troppo buio.
Non faccio in tempo ad allontanarmi che ormai ci stiamo baciando.
Così non va, cazzo.
 
 
 
Saaaaaaalve, scusatemi l’assenza ma il computer fa schifo ahah
Comunque, è un capitolo un po’ sdolcinato e stupido, anche senza senso ecco.
Però, mi è venuto spontaneo scriverlo ahah
Spero vi sia piaciuto!
  
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