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Autore: Ria    09/01/2005    3 recensioni
Hanno affrontato ogni genere di avversario, sconfitto i nemici più forti. Sono stati traditi, hanno ritrovato ritrovato amici, avversari, abbiamo sfide difficilissime. Potrebbero mai Takao e i suoi amici aver paura un torneo come questo? Sì, se è la paura stessa con cui giocano i loro avversari. [NOTA: Il titolo non è un errore, - nè la "punteggiatura" nè l'acronimo inglese - è volutamente scritto così. Il motivo? Beh, leggete e lo vedrete ^o^…].
Genere: Avventura, Generale, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Lai, Mao, Mariam, Max Mizuhara, Nuovo personaggio, Professor Kappa, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Vedo che la my ficcy piace, sn contenta ^^

Vedo che la my ficcy piace, sn contenta ^^! Continuate a seguirmi, il bello (Ma cosa? -___-“) deve ancora arrivare… (Oddio… Risparmiaci!).

 

 

Cap. 3

 

- Non può farlo, non può assolutamente farlo!!

- Takao, ti scongiuro, cerca di calmarti.

Inutile: erano ore che il ragazzo continuava ad andare avanti e indietro di fronte all’ingresso, borbottando la stessa solfa.

Quel pomeriggio, dopo il passaggio di Margot, Hilary era entrata in casa, aveva preso la sua roba e se n’era andata, dicendo a Mao di raggiungerla dopo; non erano servite le proteste degli altri a rinunciare alla sfida, perché la ragazza si era opposta ad una possibile rinuncia

- Ma non può, non può, non può!!!! Hilary non ha mai neppure lanciato un bey, come può sfidare quella lì?! MALEDIZIONEEEEEE!!!

- E’ inutile che t’agiti…

- La fai facile tu, vero Kei?! Quella voleva sfidare te! E ora umilierà la nostra amica davanti a tutti! Ma perché non l’ hai fermata?!

- Sarebbe servito, secondo te?!disse iroso – Hai visto anche tu lo sguardo di Hilary, vero? Non sarebbe servito a niente impedirle di sfidare quella vipera. E poi è una sua scelta, non abbiamo il diritto di ostacolarla.

Takao fissò il compagno ammutolito, mentre questo portava le mani dietro la nuca e si appoggiava ad una delle colonnine del portico.

- Forse ha ragione… - disse Rei – Però non credo che da sola possa fare granché…

Cadde un silenzio pensieroso: nessuno sapeva che fare

“Quello è l’unico sistema… - pensò Mao – Sì, se s’impegna può farcela!”

- Sarà meglio che raggiunga Hilary, ormai è tardi.

- Facci sapere cos’ ha deciso, sorellina.

- Ok.

 

*___________

 

Hilary sedeva sul piccolo balcone della sua finestra, le gambe raccolte al petto, coi pantaloncini da ginnastica, coperti da una larghissima felpa color bianco crema; poggiò pigramente la nuca al muro e chiuse gli occhi, lasciando che il venticello del tramonto le sfiorasse il viso. Poi girò piano la testa, finchè lo sguardo non cadde sul suo bey: le scappò un sorrisetto, fino a quella mattina il suo maggior problema era tenere a mente le basi insegnatele da Mao, o che nome dare alla sua trottola, mentre ora aveva solo due giorni per diventare una blader del livello dei suoi amici.

“Accidenti… Ma perché non sono stata zitta?! Miseriaccia…”. Però quella tipa l’aveva davvero mandata in bestia: come aveva osato insultare i suoi amici?! Darle della mascotte?! E poi…

 

“Tu invece, Kei, mi hai attirata subito: forte, cocciuto, associale e freddo come il ghiaccio…”

“La cosa che mi diverte di più è umiliare i miei avversari, se poi questo è qualcuno che rientra nella categoria “tipo ideale”, è il massimo…”

 

- GRRRRRRRRRR……… - Se qualcuno l’avesse vista in quel momento, avrebbe potuto giurare che dalle orecchie di Hilary uscisse del fumo – BRUTTA…… SMORFIOSA!!!

- Hilary…? Posso entrare?

- Uhm? Certo, Mao.

- Come va? Tua madre mi ha detto che non sei più uscita di qui da oggi pomeriggio…

L’amica rimase in silenzio; Mao si avvicinò, cauta:

- Ho paura – sussurrò alla fine Hilary – Anche se mi hai insegnato alla perfezione le basi e mi hai dimostrato che il tuo sistema funziona, non posso assolutamente portarmi al livello di quella tipa.

- Hi…

- Insomma, quella ha detto di essere un membro della PSO, giusto? Perciò sarà davvero brava…

La cinese si sedette dall’altra parte del balcone, prendendole la mano:

- Hi, ti ho raccontato il mio metodo per un semplice fatto. Vedi, per migliorare col beyblade, dopo aver imparato le basi come te, ci sono due metodi: o allenamento lungo e costante, o cercare di emulare le tecniche altrui; e tu, in questo, hai un talento incredibile.

- Detta così però suona offensivo… -_-‘

- Sto solo dicendo che, come mi hai già dimostrato, in questi anni sei riuscita ad osservare così bene le tecniche dei ragazzi da averle completamente memorizzate nella testa, da riuscire ad utilizzarle tu stessa, a rivederle e a crearne di nuove. Insomma hai imparato la “teoria”; ora non ti resta che la pratica… – le pose in mano il suo bey; Hilary le sorrise – E sono certa che in due giorni potresti farcela, anzi, in tre.

- In tre? O_O?!

La cinesina fece un sorrisetto sardonico:

- Certo ^-^, cominciamo subito!!

E così dicendo, afferrò l’amica per il polso e la trascinò di fuori

- Forza forza, ALLENAMENTO!! ^-^

- No, Mao, aspetTAAAAAAA!!

 

Ma Mao non le diede retta, quella sera come i giorni successivi: dopo aver detto agli altri che si sarebbero dovuti allenare senza di lei fino al giorno della sfida di Hilary, la cinesina l’aveva sottoposta ad una disciplina ferrea. Mao sosteneva che tutti i dati immagazzinati da Hilary nei due anni passati ad osservare le battaglie dei suoi amici dovevano, per servire a qualcosa, essere allenati al massimo, ma l’amica non era molto d’accordo, la stava uccidendo! Allo scadere dell’allenamento, però, il suo livello era aumentato notevolmente.

La notte alla vigilia dello scontro Hilary non riuscì a dormire e continuò a rigirarsi nel letto, coprendo e scoprendo il collo col futon. Si sentiva stanca, ma l’agitazione la teneva sveglissima: aveva l’impressione di stare aspettando la sua esecuzione capitale.

Dopo un po’ si alzò e, in punta di piedi per non svegliare Mao, si avvicinò al suo armadio, ne aprì le ante e cominciò a frugarci dentro, in silenzio; finalmente trovò la piccola scatola laccata con le rifiniture dorate, alzò il coperchio ed estrasse l’elegante anello di famiglia, dono della nonna; le piaceva per vari motivi, ma soprattutto perché anche la piccola figura di lamina dorata posta sul gioiello, raffigurante un’aquila imperiale, era fine e delicata come tutto il resto. Controllò attentamente che Mao stesse dormendo, chiuse l’armadio e aprì la finestra. Sorrise, chissà se sarebbe successo… Sua madre le aveva sempre detto che l’anello della nonna era speciale, perché conteneva tanti sogni e speranze, ma per Hilary era quasi magico; sfiorò dolcemente l’immagine dell’animale e si sedette sul balcone, stringendo a sé l’anello:

“Per favore, aiutami anche stavolta…”. E l’anello rispose.

 

Nel frattempo, proprio sotto casa sua, Jessie stava passeggiando tranquillo: era scappato per sfuggire al turno di “lavaggio piatti” con Dunga, ma si era allontanato troppo, così aveva deciso di prendersela comoda.

- Quando arriverò Mariam mi sgriderà – borbottò – Ma pazienza: in fondo è giusto che stasera tocchi un po’ a lei, l’ultima volta l’ ho dovuta sostituire – rise – perché doveva controllare il “suo ragazzo” e i suoi amicch… UHM?!

 

Finalmente Hilary lo sentì: l’anello cominciava ad emanare un certo tepore, brillando nel suo pugno stretto. Chiuse gli occhi, mentre avvertiva una sensazione di tranquillità e protezione: “Grazie…”

 

Il ragazzino avvertì uno strano calore provenire dalla sua tasca e vide che il suo Bit-power lampeggiava: Mammut aveva avvertito qualcosa…

Notò allora la tenue luce provenire dalla casa a fianco e saltò sull’albero del cortile, fino a raggiungere la finestra di Hilary. Nascosto, Jessie osservò Mammut e vide che ora luccicava ininterrottamente; improvvisamente Hilary allontanò da se la fonte di luce, che si spense assieme al Bit-power del ragazzino. Appena la finestra fu chiusa, Jessie balzò giù dall’albero e corse ad avvertire Ozuma e gli altri: aveva fatto una scoperta incredibile…

 

*_________

 

Quella mattina il palazzotto dello sport della BBA era colmo di gente; persone curiose, a dirla tutta, più che di conoscere il membro della PSO, la sua avversaria. La quale adesso si trovava negli spogliatoi dello stadio, tremante come una foglia.

- Hi, sei un po’ pallida, sai?

- Lo so, Mao. Forse dipende dal fatto che mi sento dei serpenti nello stomaco.

- Guarda che se vuoi possiamo sostituirti noi, non hanno ancora annunciato chi è lo sfidante.

- No, Takao, non insistere! E’ normale essere agitati prima di un incontro, no? E’ tutto ok! ^-^ – ma neanche lei era convinta delle sue parole.

Il Prof K sospirò, quant’era cocciuta! S’infilò una mano in tasca:

- Tieni.

- Cos’è?

- E’ il tuo bey. O meglio, era il tuo bey: l’altro giorno ho chiesto a Mao di farmelo vedere e stamattina l’ ho sistemato un po’, la sua base era troppo massiccia e impediva un buon controllo.

La ragazza osservò il bey a bocca aperta, come fosse un tesoro prezioso:

- Prof…

Takao le poggiò il pugno sulla testa:

-  Sei una vera zuccona – sorrise - Impegnati, d’accordo?

- Takao…

- Vabbè, abbiamo capito, ora vedi di non far scemenze, okkei ochetta?

- COME HAI DETTO, SCIMMIA >_<* ?!

- AAAHH, no, okkei, va bene, aspetta, niente pugnooo…!!!

Ma il pugno non arrivò: la ragazza gli fece un buffetto sulla testa, sorridendo. Arrabbiandosi, le era passata completamente la tensione

- Grazie…

In quel momento la voce gracchiante degli altoparlanti riempì la stanza:

- DLINGDLONG… Gli sfidanti sono pregati di presentarsi alla pedana del Beyblade Stadium. Gli sfidanti…

Hilary si mordicchiò il labbro, accarezzando col dito l’anello con l’aquila che aveva all’indice: era il momento.

- Forza, andiamo.

 

 

E vi lascio la suspense… Uh uh… (Maledetttaaaa!!!! NdTutti)

   
 
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