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Autore: Fiamma Erin Gaunt    30/07/2014    4 recensioni
[Storia a OC]
Una nuova profezia incombe sul Campo Mezzosangue, nuovi Semidei e nuove avventure attendono i nostri eroi. Sarai tu l’Eroe della profezia?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 5

 

 

 

 

 

 

Austin aveva usato ogni mezzo a sua disposizione per cercare di capirci qualcosa. Di solito, ricorrendo ai suoi poteri, riusciva a trovare una soluzione praticamente a ogni cosa, ma quella volta le tenebre erano silenti come se neanche loro sapessero che pesci prendere.

Si passò una mano tra i capelli, frustrato.

A cosa serviva essere un figlio di Seth se nel momento del bisogno non era in grado di muovere un dito per aiutare il Campo?

- Hanno ragione, l’unica cosa di incredibile che ho è la facoltà di riuscire a far scappare tutti a gambe levate. Proprio un gran bel talento. – borbottò tra sé e sé.

- Lo sai che non è vero. –

La voce di Angel lo fece sussultare.

Aveva creduto di essere solo nella Quarta Casa, altrimenti non si sarebbe mai permesso di crollare in quel modo.

- Questi stupidi poteri non servono a niente quando ne ho davvero bisogno. E tu sai a cosa mi riferisco, no? –

Già, Angel lo sapeva bene.

Dopo tutto quel tempo ancora si tormentava con il suo ricordo. Liz, la bella e combattiva figlia di Bastet che l’aveva salvato quando era in fin di vita e che al momento versava in uno stato comatoso.

- Sono passati tre anni, Austin, e ancora continui a fartene una colpa. Liz sapeva quello che faceva e ciò che le è successo non è colpa tua. – concluse, mettendoci un po’ più di foga del necessario nell’ultima frase.

Voleva che se ne convincesse, che smettesse di considerarsi una disgrazia per tutti coloro che incrociavano il suo cammino.

Se soltanto si fosse sforzato un po’ sarebbe riuscito a vedersi per come lo vedeva lei. Un ragazzo brillante, divertente, affettuoso e leale con le persone che aveva a cuore. Un ragazzo per il quale lei aveva completamente perso la testa da un bel po’.

Austin tentennò leggermente, fissandola negli occhi color pece, profondi come buchi neri. Certe volte gli sembrava di precipitare in quello sguardo, ma la sensazione non era affatto spiacevole.

- Lo so che essere il figlio di Seth non è facile, così come non lo è essere figlia di Anubi, ma possiamo dimostrare a tutti che sono dei completi idioti se ci giudicano solo per quanto spettrali ed inquietanti siano i nostri padri. –

- È solo che detesto non riuscire a essere utile. – borbottò.

Angel sentì le labbra stirarsi in un lieve sorriso.

Austin le faceva sempre quell’effetto, una tenerezza disarmante che molto spesso la spiazzava. Non era abituata a provare quei sentimenti per un ragazzo.

- Allora perché non raggiungiamo gli altri e proviamo a dare una mano? Annalisa mi ha detto che si stanno riunendo tutti in aula magna, pare che Peter abbia indetto una specie di riunione non ufficiale. –

Le rivolse uno sguardo incerto. Non era sicuro di sentirsela di stare in mezzo a tutta quella gente, metà della quale neanche lo degnava di un’occhiata. Però quello che aveva detto era vero: lui voleva dare una mano, rendersi utile in qualsiasi modo.

- Va bene, ci sto. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Che c’è vuoi una foto per caso? – borbottò Peter, notando che Nives continuava a fissarlo di sottecchi come se fosse in attesa di vederlo esplodere come un vulcano.

Bè, era sulla buona strada se era quello che aspettava con tanta ansia.

- Sì, ti prego, ma solo se la autografi. – replicò sarcastica.

Si scambiarono un’occhiataccia, provando a fulminarsi a vicenda con lo sguardo. Niente da fare, entrambi avevano la pellaccia resistente.

- Ehm, ragazzi, non è proprio il momento di scatenare una rissa. – intervenne Annalisa, provando a fare da paciere tra i due semidei che sembravano avere particolarmente i nervi a fior di pelle.

- Dillo a mr macho qui presente che si sente continuamente al centro dell’universo. Per quanto sconvolgente ti possa sembrare, Peter, il mondo non gira intorno a te. –

- Tecnicamente sì, visto che è il figlio del Sole. – replicò Simon.

Annalisa trattenne una risata. Quello non era decisamente il momento più adatto per ridere di un Peter sull’orlo di una crisi di nervi. Anzi, non era mai il momento giusto per farlo, a meno che non si avessero manie suicide.

- Ma sentitela, come se a me potesse interessare di attirare la tua attenzione. –

- Bè, tranquillo, non corri alcun rischio perché non potrei mai sprecare il mio tempo dedicando attenzione a te. –

Si fronteggiarono, guardandosi in cagnesco, e l’aria intorno al figlio di Ra prese a pulsare luminosa.

- Ragazzi, per favore … - riprese Annalisa, fiutando il pericolo.

Non era mai una buona cosa quando il loro Ulfric cominciava a brillare.

- Non abbiamo tempo per questo, dobbiamo concentrarci su cose più importanti. Pensiamo a questa benedetta riunione e dopo, se proprio non potete fare a meno di comportarvi come due bambini, potrete riprendere a punzecchiarvi. – le diede man forte Simon.

Peter sospirò, rilassandosi un po’ e facendo scomparire la sfera luminosa.

Un attimo prima andavano d’accordo, sembravano essere in sintonia, e quello dopo ricominciavano a urlarsi contro e poco mancava che si prendessero a pugni. Quella ragazza l’avrebbe fatto impazzire, poco ma sicuro.

- D’accordo, sono calmo. Riprendiamo a lavorare su questa roba. – decretò, chinandosi sui fogli coperti di appunti scritti con la calligrafia precisa di Annalisa.

- Continuano a non avere senso o, se ce l’hanno, io non riesco a vederlo. – sospirò Simon, affranto.

Nulla lo innervosiva più di avere la soluzione sotto gli occhi e non riuscire a vederla.

Rilesse la parte iniziale della profezia a voce alta. Magari in quel modo ci avrebbe capito qualcosa in più.

- Parla della Vergine. –

Angel e Austin erano arrivati proprio in quel momento e la figlia di Anubi aveva ricollegato immediatamente il sei allo zodiaco. Era un’appassionata di queste cose e pianeti e divinità affini non avevano alcun segreto per lei.

- Come dici? – domandò il figlio di Odino, perplesso.

- Il sesto segno zodiacale è la Vergine, che si trova a metà tra lo zodiaco e le divinità. Ogni segno ha una sua divinità di riferimento e il suo nella mitologia greco romana è Ermes o Mercurio. – spiegò.

- Fantastico, ma nel caso ti sia sfuggito noi non siamo né greci né romani. – osservò con tono beffardo l’Ulfric.

- Lasciala finire. –

Il ragazzo guardò incredulo il figlio di Odino. – Non mi piace il tuo tono, Simon. –

- Un vero peccato che non me ne importi nulla. –

Peter fece per replicare, ma la mano di Nives calò sulla sua spalla e la strinse leggermente. Sembrava volerlo esortare a smetterla di fare l’indisponente e accettare tutto l’aiuto che gli veniva offerto. Sospirò.

- D’accordo, Angel, continua pure. –

La figlia di Anubi sorrise compiaciuta e riprese la sua spiegazione. – Nello zodiaco egizio la Vergine è simboleggiata dal cane, che è l’animale che risponde a … -

- Ad Anubi, tuo padre. – concluse Nives.

Annuì.

- Quindi la lealtà che viene messa alla prova è quella di tuo padre … o forse la tua? –

Peter assottigliò lo sguardo, fissandola con aria indagatrice, come se volesse costringerla ad ammettere su due piedi che sì, in effetti ci aveva pensato a cospirare contro di loro.

- Non essere ridicolo, Angel è sempre stata leale al Campo. – sbottò Austin.

Era sicuro delle sue parole, perché l’unica ragazza che passava un po’ di tempo con lui e lo trattava come suo pari non poteva essere una traditrice. Angel era una persona buona, sincera, e lui lo sapeva.

- Non scaldarti, principe delle tenebre, la mia era solo un’osservazione. –

- Senti chi parla di scaldarsi. – mormorò Annalisa, ironica.

- Dicevi? – domandò, aggressivamente.

- Dicevo che sei l’ultima persona che può parlare di “scaldarsi” visto che fino a cinque minuti fa brillavi come una lampadina al neon. – replicò, senza lasciarsi minimamente intimidire.

Era abituata a fronteggiare Caleb, gestire lui sarebbe stato quasi un gioco da ragazzi.

- No, si è accesso e me lo sono perso? –

La voce di Jack stemperò immediatamente la tensione che si era venuta a creare.

- Si può sapere dove accidenti ti eri cacciato? Ti ho cercato per tutto il pomeriggio. – borbottò Peter, a mo’ di benvenuto.

- Ehy, non siamo mica sposati che ti devo rendere conto di ogni mio spostamento. –

- Sei il mio Freki, noi siamo peggio che sposati. –

Jack alzò gli occhi al cielo, ridendo. – Okay, mr gelosone, non scomparirò più se questo ti trasforma in una ragazzina mestruata. –

- In una cosa? –

Gli occhi dell’Ulfric si sgranarono all’inverosimile. Se si fosse trattato di chiunque altro l’avrebbe squartato sul momento e a mani nude, ma lui era Jack e … bè, gli si poteva perdonare praticamente qualsiasi cosa.

- Hai ragione, diciamo una ragazzina mestruata molto mascolina. – si corresse, con il sorriso ancora ben stampato sulle labbra.

- Ricordami perché ti ho scelto come migliore amico. – borbottò.

Jack finse di pensarci su. – Uhm, forse perché sono il tuo unico amico? Ma la butto lì così, non è che ne sia completamente sicuro, eh. –

Scosse la testa, trattenendo una risata.

Sapeva perché il figlio di Thor stava facendo così: voleva distrarlo e tranquillizzarlo e doveva ammettere che ci stava riuscendo.

- Okay, messaggio ricevuto, la pianto di fare lo stronzo. – decretò, alzando le mani in segno di resa.

- Perché, ne sei capace? – domandò Nives, come se la  cosa fosse una scoperta incredibile.

- Sì, quasi quanto ne sei in grado tu. –

Hellen fece capolino, bussando alla porta in legno di castagno.

- È un buon momento per una profezia decifrata o ripasso più tardi? –

Peter inarcò un sopracciglio, sorpreso.

- Stai dicendo che siete riusciti a capire a cosa si riferisce? –

Hannah, alle sue spalle, annuì.

- Hellen aveva una mezza idea e le ore in biblioteca hanno dato i loro frutti. È stata in gamba, ha un grande intuito.

La figlia di Osiride abbassò lo sguardo, imbarazzata dal complimento.

- Il merito è anche vostro, sarei ancora  sommersa da libroni e polvere se non fosse stato per l’aiuto che mi avete dato tu ed Eric. –

- Sì, tutto questo spirito di squadra è fantastico, perché non veniamo al punto? – li interruppe Nives, impaziente.

Hellen riassunse in fretta ciò che avevano scoperto, suscitando mormorii meravigliati quando giunse al punto riguardante la spada di Orione.

- Quindi dobbiamo trovare il gigante e prendere la spada prima che lo faccia qualcun altro. Tanto per sapere, qualcuno ha la minima idea di dove si trovi? – domandò Simon.

Tornarono a guardare Hellen, che scrollò le spalle. – Hey, non posso mica risolvervi tutto io. –

Per la seconda volta la discussione venne interrotta da suono delle nocche che battevano contro la superficie lignea.

Caleb stava sulla soglia, l’espressione corrucciata.

Quando fu sicuro di aver attirato l’attenzione di tutti prese la parola: - Scusate tanto se vi interrompo, ma magari vi interessa sapere che i barbaros sono qui. – disse, utilizzando il termine dispregiativo con cui si indicavano i greci e i romani.

- Sono già qui? Ma non dovevano arrivare domani sera? – Peter imprecò in egiziano e, sebbene Hellen non avesse particolare dimestichezza con quella lingua, riuscì a capire che doveva trattarsi di un’offesa piuttosto pesante.

- D’accordo, andiamo a vedere cosa vogliono. – decretò, avviandosi a passo risoluto verso la zona principale del Campo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Scusate per l’attesa, ma finalmente ci sono! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

              Fiamma Erin Gaunt

 

 

  
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