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Autore: Manny_chan    31/07/2014    2 recensioni
Lucas non avrebbe mai pensato di potersi innamorare di un ragazzo. Così come non avrebbe mai pensato, un giorno, di mettere piede in un gay-club.
Eppure...
(Storia scritta per il contest di 24 ore "Festa del papà")
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucas entrò al Butterfly cautamente, era la prima volta che metteva piede in un locale di quel genere e si aspettava di varcare i cancelli dell’inferno. Tuttavia restò sorpreso, a parte la clientela quasi tutta maschile, non era poi così diverso da qualsiasi altro club.
Si mordicchiò un’unghia, scostandosi dagli occhi un ciuffo di capelli corvini. Si sentiva fuori posto. Mosse alcuni passi avvicinandosi al bancone e sedendosi cautamente. Nessuno dei ragazzi sembrò degnarlo di attenzione in modo particolare, forse era l’aura snob che emanava a renderlo poco appetibile. Jeremia glielo diceva sempre…
 Fu facile individuarlo, ballava proprio al centro della pista. Con quell’aria da biondo uccellino fragile attirava parecchia gente.
Giocava con loro, concedeva qualche minuto del suo tempo a questo o quello, ma nulla di serio. C’era un predatore, in quel corpo mingherlino. Quando incontrò il suo sguardo, gli fece segno di aspettare un attimo, che lo avrebbe raggiunto lui.
Aggiunse anche un altro gesto molto esplicito e malizioso che fece arrossire Lucas come una ragazzina. Piccolo demonio…
Sospirò, sedendosi al bancone.
“Cosa ti porto?”
“Ah… io…” Lucas non si era accorto del barista, un uomo alto e piazzato che stava asciugando dei bicchieri. “Non…”
“E’ la prima volta, vero?”, ridacchiò il barista, venendogli incontro.
Lucas annuì. “Sto aspettando un amico.”
Amico.
Oh, al diavolo, non lo conosceva nessuno lì, era stufo di nascondersi!
“A dire il vero sto aspettando il mio ragazzo”, disse, indicandolo.
“Chi, Jeremia?”
“Già. Immagino sia piuttosto famoso.”
“Abbastanza.”
“E’ davvero meraviglioso…” Il suo sguardo si spostò di nuovo. Jeremia lo attirava come una calamita
“Lo dicono in tanti. E’ molto carino.”
Lucas tornò a guardare l’uomo dietro al bancone, il suo tono gli era parso leggermente seccato. Si strinse nelle spalle. “Si, lo è. Ma non intendevo quello. Lui è… pura energia positiva”, sorrise di sé stesso. “Suona melodrammatico, ma è così. E’ una forza della natura, è come se avesse il potere di portare l'estate ovunque vada, anche se siamo in pieno inverno. E… Be, non so perché glielo sto dicendo, ma lo amo da morire. E a volte mi sembra di scoppiare a non poterlo dire a nessuno. Mi spiace ammorbarla con queste patetiche chiacchiere da innamorato”, sospirò imbarazzato.
Il viso burbero dell’uomo parve ammorbidirsi.“Immagino che i tuoi non lo sappiano.”
Lucas sospirò, scuotendo la testa. “Nah, mio padre mi ucciderebbe…”
“Chi ti ucciderebbe?”
Lucas si voltò, trovandosi davanti Jeremia, con le mani sui fianchi, leggermente ansante. “Papà, non gli starai mica facendo il terzo grado, vero?”, disse, divertito, prendendolo per mano ma parlando all’uomo dietro al bancone, che gli rispose con una risata, andando a servire altri avventori.
“Papà?”, domandò confuso.
Jeremia sorrise. “Si, non te l’ho detto?  Il Club è di mio padre”, disse ridendo, una risata contagiosa, mentre lo trascinava nella folla.
Lucas si ritrovò appiccicato a lui, con le lunghe dita agili che andavano a slacciargli i primi bottoni della camicia con uno sguardo da: Presto avrai caldo, fidati.
Era appena stato promosso, a quanto pareva…
   
 
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