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Autore: kikkalove    31/07/2014    6 recensioni
Una ragazzina inizia il suo cammino alle superiori, ha un legame con il calcio grazie alla vita di sua madre in cui questo sport ne è stato il protagonista..
Lei però non sa che avvolte ci sono delle realtà dure da accettare.
Vedremo come si comporterà Savanna davanti ad esse e cosa comporteranno esse nella sua vita.
Tratto dal Capitolo1
Vent’ anni dopo il FFI alla Raimon Junior High il calcio è cambiato…
I nostri protagonisti ormai adulti hanno una vita propria lontana dal calcio…
Ma qualcosa sta per riavvicinarli…
-Mamma vado a scuola!- dico prima di uscire.
-Ok non fare tardi- mi risponde lei.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Celia/Haruna, Jude/Yuuto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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 Caleb (Papà)

Chi è mio padre???

Pov Celia
Ho dato appuntamento a Caleb in un motel fuori città, sono già seduta al tavolo da un paio di minuti, come
al solito sono venuta in anticipo, l’ansia mi sta divorando, come faccio a dirgli la verità, a sconvolgere la sua
vita dopo quindici anni di silenzio.
Sono persa nei mie pensieri quando l’ombra di qualcuno riflessa sul tavolo mi costringe a voltarmi.
-Caleb, sei arrivato finalmente- dico alzandomi dal posto,
-Siediti, non mi piace mangiare a stomaco vuoto- dice prendendo posto davanti a me.
Sono le undici di sera e in effetti neanche io ho ancora cenato, ordiniamo un panino e nell’attesa che arrivi
prendiamo una birra.
-Allora di cosa volevi parlarmi- dice tranquillo,
-E’ un argomento un po’ delicato- dico abbassando il viso,
-Lo so- dice stupendomi, sollevo il viso fissandolo, lo sa, cosa sa, mi chiedo.
-Prima che mi chiamassi era rientrato da poco Victor- dice fissandomi, deglutisco, che abbia sentito tutto.
-Mi ha detto di aver sentito parlare te e Jude- aggiunge guardandomi adesso con un altro sguardo.
-Savanna ha cominciato a frequentarsi con Victor ma loro non possono stare insieme- dico cercando di
trovare le parole migliori, in realtà non so neanche da dove cominciare a dirgli la verità.
-Loro sono..- sto per dire ma l’arrivo della cameriera interrompe il mio discorso.
Cominciamo a consumare la cena prima che si freddi nel frattempo rifletto su cosa dirgli.
 
Pov Caleb
Cazzo, quant’è bella, non so se stanotte riuscirò a resistere dal saltargli addosso, nel pomeriggio mi è
costata una certa fatica contenermi.
Sono stato davvero un idiota a lasciarla, ma ora dopo quindici anni chissà se lei prova ancora qualcosa per
me, per la prima volta darei tutto per qualcuno, qualcuno di veramente speciale.
Credevo che l’incontro pomeridiano sarebbe stato realmente l’ultimo tra noi, ora invece mi ritrovo qui in un
motel con lei, se il destino ha deciso di darmi un’altra possibilità devo sfruttarla al meglio.
Finiamo la cena e prendiamo un’altra birra, ogni qual volta la vedo poggiare la bottiglia sulle labbra
immagino le mie al porto del freddo vetro.
-Caleb- dice facendomi riprendere dal mio stato di trance,
-Dove eravamo arrivati?- chiedo cercando di stare attento,
-Vieni andiamo in macchina- dice alzandosi, in macchina cavolo dovremmo andare in un luogo aperto pieno
di gente non in macchina dove staremo a pochi centimetri di distanza, penso confuso.
Mi sollevo e dopo aver pagato mi appresto a seguirla, esco trovandola intenta a cercare le chiavi dell’auto,
delle gocce cominciano a bagnarmi,cavolo penso, ci mancava solo la pioggia.
-Celia sta cominciando a piovere- dico richiamandola,
-Non riesco a trovare le chiavi- risponde nervosa, e ti pareva, è rimasta la sbadata di sempre.
Mi volto a fissare l’edificio dietro di me, beh se non trova le chiavi non possiamo tornare a casa, io sono
venuto in autobus sperando di scroccarle il passaggio del ritorno, a questo punto non mi resta altro da fare
che affittare una camera nell’attesa che la pioggia ormai forte si plachi.
-Vieni Celia- dico facendole segno, lei non tarda a raggiungermi e fissandomi mi regala un dolce sorriso.
-Ho affittato una camera, torneremo a casa non appena smette di piovere- dico avviandomi all’entrata.
Sento i suoi passi deboli dietro di me, sto impazzendo, la voglia di baciarla e di sentire di nuovo il suo sapere
mi sta logorando, prendo la chiave ed apro lasciando entrare per prima beandomi del profumo che lascia.
Chiudo la porta e subito mi tolgo la giacca poggiandola in una sedia, lei fa lo stesso ma il risultato è ben
diverso, la sua maglietta è fradici a causa della pioggia che le è caduta addosso, questo non mi facilita per
niente le cose.
-Se vuoi asciugarti in bagno dovrebbe esserci un phone- dico fissandola, lei si limita solo a guardarmi e
voltandosi entra in bagno, ritorna dopo un paio di minuti con addosso la maglia asciutta.
-Adesso è meglio se parliamo- dice sedendosi sul letto, la raggiungo prendendo posto accanto a lei.
-Caleb- comincia a dire, ma io sono talmente intento a fissarle le labbra da non ascoltarla nemmeno,
dovremmo parlare, la faccenda è seria ma non riesco a non desiderarla.
Mi sbilancio quel che basta per raggiungere le sue labbra, la sento sussultare ma subito dopo ricambia il
bacio come se non aspettasse altro anche lei.
Le nostre lingue abbandonano le rispettive bocche incontrandosi, le mie mani desiderose raggiungono la
sua vita cingendola ed avvicinandola ancora di più a me.
 Le sue braccia circondano il mio collo intensificando il contatto, ci lasciamo ricadere sul letto cominciando
ad accarezzarci senza smettere un attimo di baciarci.
 
Pov Celia
Oh mio dio non posso crederci, sono in una camera con Caleb e stiamo per fare l’amore.
Non so per quanto tempo ho sognato questo momento, credevo di essere solo io la sciocca sentimentale
ad avere rimpianti, invece con il suo gesto sto capendo che in realtà anche lui non vedeva l’ora.
Le sue mani accarezzano lentamente la mia pelle, la sua bocca bacia ogni parte del mio collo facendomi
rabbrividire, sopraffatta dalla voglia di lui, lo tiro su di me così da sentire il suo corpo sopra il mio.
Gli abiti che indossiamo in poco tempo si ritrovano sul pavimento, i nostri corpi si strofinano l’uno con
l’altro alimentando la scintilla che dentro ci sta facendo ardere di passione.
Le sue mani accarezzano il mio seno provocandomi brividi di pura passione , il suo alito soffia tra i mie
capelli facendomi venire la pelle d’oca, subito dopo lo sento dentro di me, ci muoviamo raggiungendo un
piacere che per tanto, troppo tempo ci siamo negati.
Cerco di regolarizzare il respiro, mi volto mettendomi di fianco e fissando il suo bellissimo viso sereno,
lui fa altrettanto incontrando immediatamente i miei occhi.
-Caleb, Savanna è tua figlia- dico d’un fiato a brucia pelo, il suo volto si irrigidisce, mi fissa confuso, si solleva
asciugandosi la fronte, mi fissa di nuovo non sapendo cosa dire.
-Caleb,mi dispiace- dico a bassa voce.
-Celia, io.. io non so cosa dire, perché me lo stai dicendo solo adesso- dice nella più totale confusione,
-Perché lei si è innamorata di tuo nipote- dico sollevandomi anche io,
-Victor..Victor non è mio nipote- dice scioccandomi,
-Ma come no,è figlio di Caila, me lo ha detto Savanna e me lo hai detto anche tu- dico confusa,
-Caila è la madre adottiva di Victor, era amica della vera madre che è morta e da quel giorno lo ha cresciuto
come un figlio decidendo in fine di adottarlo- dico fissandola,
-Io credevo,oh mamma, ho combinato un casino- dico mettendomi una mano in fronte,
-Savanna è mia figlia- dice dolcemente, mi volto a fissarlo, non l’ho mai visto così, così direi quasi
emozionato, sorrido dolcemente poggiando il viso sulla sua spalla.
-Caleb io ho amato solo te, e ti amo ancora- dico baciandolo dolcemente.
Si volta facendomi incontrare di nuovo le sue labbra che morbide si modellano con le mie,
-Perché non me lo hai detto?- mi chiede  guardandomi negli occhi,
-Avevo paura, non volevo che tu rinunciassi ai tuoi sogni, facendoti carico di questa responsabilità- dico,
-Celia, noi due stavamo insieme,io ti amavo,e per me non sarebbe stato un carico- risponde
abbracciandomi, le lacrime cominciano a rigare il mio viso, lui se ne accorge subito,
-Ehi adesso calmati, ci sono qua io, questa volta non ti lascerò andare- dice baciandomi, ricambio
l’abbraccio trascinandolo di nuovo sul letto dove insieme ricominciamo a fare l’amore.
 
Pov Savanna
Ho terminato le lacrime,ormai è quasi tutto il giorno che piango, non posso ancora capacitarmi del fatto
che Victor mi abbia lasciato, non mi ha neanche dato una spiegazione, come faccio ad accettarlo.
Mi alzo dal letto e dopo essermi vestita decido di uscire, in casa non sento nessuno, controllo le camere è
quasi mezzanotte data l’ora suppongo che stiano dormendo.
Infatti zio Jude è nel suo letto ma mia madre non c’è, la sua camera è vuota chissà dov’è.
Esco raggiungendo il campo al fiume, mi siedo sulla riva lasciandomi cullare dalla leggera brezza che mi
batte addosso mentre mi perdo ad osservare il cielo pieno di stelle.
All’improvviso dei passi mi fanno sobbalzare, mi volto notando due tizzi che si avvicinano, li fisso notando
che non sono del tutto lucidi ansi oserei dire che sono completamente ubriachi, mi sollevo spaventata
avviandomi verso la strada, ma al mio movimento i due si accorgono della mia presenza.
-Ehi bambolina cos ci fai in giro a quest’ora- mi dice uno, accelero il passo cercando di allontanarmi
velocemente, ma il mio gesto è vano, uno un po’ più lucido mi raggiunge all’istante afferrandomi
per il braccio.
-Ehi sei sorda, il mio amico ti ha fatto una domanda- dice alitandomi direttamente in faccia, faccio una
smorfia cercando di divincolarmi,
-Lasciami mi stai facendo male- dico allontana dolo la mio viso,
-Come, vuoi già abbandonare la festa- dice spingendomi fino a farmi cadere.
Indietreggio terrorizzata, a quest’ora in giro non c’è nessuno che può aiutarmi.
Il tizio comincia ad avvicinarsi lasciandosi in dietro l’amico ubriaco, si piega per raggiungermi ma
all’improvviso si blocca ricevendo una pallonata in peno stomaco.
Mi volto per vedere chi è stato a calciare quel pallone rimanendo pietrificata.
Il mio cuore perde un battito non appena il mio sguardo si incontra col suo.
Victor se ne sta immobile sulle scale fissandomi,mi sollevo da terra raggiungendo le lue braccia e
cominciando a piangere.
Lo stringo forte senza nessuna intenzione di staccarmi, all’improvviso è lui ad allontanarsi, mi fissa e dopo
un momento che a me sembra interminabile mi bacia.
Ricambio il bacio all’istante stringendomi ancora di più al suo corpo, lui fa lo stesso intensificando il
contatto.
Ci stacchiamo riprendendo fiato, lo fisso confusa, lui a quel punto decide di parlare.
-Mi dispiace Savanna- dice con un filo di voce,
-Perché mi hai lasciato- dico cercando di trattenere i singhiozzi,
-Perché sono uno stupido- dice sorridendo debolmente, gli regalo una carezza seguita da un sorriso,
-Victor io mi sono innamorata di te- dico fissandolo,
-Anch’io mi sono innamorato di te, e sono stato un idiota a lasciarti- risponde sincero,
-Ho sentito tua madre mentre parlava con Jude, gli ha detto che siamo cugini, e come uno sciocco senza
pensare ti ho lasciato evitando di dirtelo- dice lasciandomi completamente scioccata,
-Poi una volta a casa ho riflettuto, non riesco a capire come possiamo essere cugini- aggiunge fissandomi,
-Quindi credo che prima di lasciarci dovremmo farci spiegare tutto da tua madre- conclude baciandomi.
Rimaniamo ancora un po’ ad ammirare le stelle abbracciati, vorrei che questo momento non finisse mai.
-Victor come mai eri qui?- chiedo curiosa,
-Stavo venendo a fare due tiri a pallone per chiarirmi le idee- mi risponde sorridendo,
-Domani ci sarà la Finale del torneo cammino Imperiale vero?- chiedo non ricordandolo,
-Si e vinceremo noi- dice sicuro,mi sollevo offrendogli la mano, lui non tarda ad afferrarla, lo abbraccio di
nuovo beandomi ancora del suo calore, sollevo il viso fissandolo, lui lo abbassa unendo le nostre labbra.
Questa volta il bacio è diverso, anche le nostre lingue si uniscono all’incontro e per la prima volta il nostro
bacio si riempie di passione.
-Ti amo- sussurro sulle sue labbra,
-Ti amo anche io- mi risponde unendole di nuovo.
-Vieni ti riaccompagno a casa, se i tuoi si accorgono che non ci sei gli viene un colpo- dice incamminandosi
tenendomi stretta la mano.
Raggiungiamo casa mia soffermandoci ancora qualche minuto, mi stringo di nuovo a lui incapace di
resistere ad un contatto col suo corpo.
All’improvviso i fari di un auto ci fanno voltare, la macchina si ferma a pochi centimetri da noi, rimaniamo
scioccati non appena vediamo scendere mia madre e Caleb,
-Savanna, Victor- dicono i due all’unisono,
-Caleb?- chiede Victor stranito,
-Mamma ma cosa?- chiedo io fissandola.









Angolo dell'autrice
Eccomi qua con il penultimo capitolo.
Ormai quasi tutti i misteri di questa soria 
sono venuti a galla.
Chissà come reagirà Savanna alla notizia.
Questo lo scoprirete solo leggendo il prossimo
ed ultimo capitolo.
Un bacio Kikka.

 
  
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