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Autore: sassa    31/07/2014    2 recensioni
In un mondo che segue precise e rigide regole, cosa accadrebbe se due ragazzi per legge incompatibili si innamorassero? Sfiderebbero tutto e tutti o si limiterebbero a subire e conformarsi?
Dal capitolo IX:
...-Ma le mie mani, per quanto abili, sono vuote- disse confidandole il suo dubbio.
-Non più: ora custodiscono il mio cuore-
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Leonard osservò con aria critica la sua opera. Non aveva mentito ad Elizabeth, preferiva davvero dipingere paesaggi che modelle, ma quello appena terminato gli sembrava incompleto. Come suo solito, era andato nel bosco e lì aveva riportato sulla tela ciò che i suoi occhi vedevano. Per combattere il caldo aveva tolto la casacca bianca, lasciando respirare la pelle abbronzata da cui scendevano goccioline di sudore.
Facendo un passo indietro, guardò ancora le fronde degli alberi di tempera e gli parvero troppo folte, spostò lo sguardo sul prato ed infine sull’acqua del ruscello, limpida e chiara come se qualcuno l’avesse direttamente gettata sulla tela.
-A me non sembra così male- una voce alle sue spalle lo distolse dai suoi pensieri.
Leonard si voltò e rivolse un sorriso amaro a Fred. –Perché il tuo occhio non è esperto, amico mio, altrimenti vedresti che manca qualcosa- pulì il pennello.
-“Qualcosa” o qualcuno?-
-Che intendi?-
-Non fingere di non capire, Leo, sai benissimo cosa intendo-
-Scusa, ma non riesco a capirti-
-Non riesci o non vuoi?!-
Il ragazzo si sedette sull’erba, imitato dall’amico. –Entrambe. O nessuna delle due: vorrei, ma non posso, lo sai anche tu che è sbagliato, contro la legge: non c’è possibilità per due Essenze diverse di creare una vita insieme-
-Ma Pelsat non conosce la sua vera Essenza-
-Pelsat no, ma io sì, e sai che proprio per questo non azzarderei un passo simile. Inoltre, pur potendo, non lo farei per non costringere Elizabeth a rinunciare alla vita da Diamante per la mia: sono un pittore, anzi, nemmeno quello perché il mio apprendistato presso tuo padre non è ancora finito e non ho un soldo neanche per piangere. Che razza di vita potrei offrirle?! Se avessi più denaro, se fossi un Ferro o anche se guadagnassi come Legno, comprerei una bella e grande casa. Ma come?!-
Fred si sentì lusingato: il biondo gli aveva appena confidato il suo più grande tormento. -“Come?”? Leonard, perché sei sudato?-
-Perché son stato qui a dipingere sotto il sole-
-Ebbene, ecco la risposta al tuo “come?”: semplicemente credendo nel tuo talento, credendo nel sudore che ora bagna la tua schiena. Ci credi, Leonard?-
-Sì-
Fred sorrise. –E allora potrai assicurarle una vita più che dignitosa. Del resto, “omnia vincit amor”…-


Elizabeth piegò accuratamente l’ultimo vestito creato da Agatha e lo depose nella cassapanca di legno nella grande stanza principale della casa della donna.
-Grazie mille, angelo- le sorrise la signora.
Alla Diamante piaceva aiutarla perché era da sempre tanto gentile con lei.
-Hai già conosciuto mio figlio Raphael, non è vero?-
-Sì e mi è sembrato molto…- fece una pausa che venne interrotta da Agatha poco dopo:-Già, a molti sembra così; lui e Leonard sono l’esatto opposto l’uno dell’altro, come il giorno e la notte. Ho sempre amato la bontà di cuore di Leonard e non mi vergogno a dirti che non vedrei al suo fianco donna migliore di te-
-Anche Fred pensa lo stesso; siete ostinati, voi di Pelsat-
-Più che altro, bambina mia, siamo realisti.


Senza pensare, con la paura che cambiasse idea, Leonard s’era messo in marcia verso casa, dove sapeva che avrebbe trovato Elizabeth. La fretta con cui avanzava non sminuiva la perenne eleganza dei suoi movimenti e, dopo essersi lavato e rimesso la casacca, era visibilmente più fresco di prima. Il suo cuore batteva all’impazzata e sentiva che nulla avrebbe potuto più fermarlo, se non…
-Leonard, dove eri finito?! Ti cerco da dieci minuti-
Il giovane si trovò la strada sbarrata da un uomo alto e robusto dai capelli scuri: Ronald.
-Ho bisogno di te per gli ultimi dettagli del ritratto del signore di Calpes; mi serve una mano abile per rifiniture al drappeggio del suo abito. Dài, andiamo-
Con un sospiro, Leonard lo seguì, mentre nel bosco dov’era poco prima, due amici di infanzia stavano avendo un colloquio:
-Dorme da te Bessie, non è vero?- Raphael sorrise maliziosamente.
-Non esattamente, Raphael- Fred si sentì in colpa a mentire così, ma aveva promesso che non avrebbe detto nulla ad anima viva. -Lì in zona, credo-
-Però sembra comunque che abbiate legato; molte volte vi vedo insieme-
-Sì, certo- guardò l’amico -ma lo sai che a me non interessa-
-Bessie…- mormorò distrattamente.
-Bessie- confermò Fred.


Da quando aveva scoperto quel quadro, Elizabeth era entrata in uno stato di indifferenza nei confronti di molte cose che la faceva concentrare solo su quello, mentre un martellante “OMNIA VINCIT AMOR” riecheggiava nella sua testa. Si chiese se Leonard fosse davvero innamorato di lei, come alludevano alcuni.
Per la prima volta da quando lo conosceva, pensò a lui come ad un uomo e lo vide capace di darle un futuro felice. Si corresse un Legno capace di darle un futuro felice… nessuno lì sapeva della sua reale Essenza, ma sarebbe durata a lungo questa finzione?
Le tornò in mente la carezza che lui aveva lasciato sul suo viso con quelle dita lunghe ed affusolate. Perché si era fermato? Intuì che quel gesto era stato bloccato solo dal senso etico del giovane e sorrise nel considerarlo come quel giusto che era, ma nel frattempo lo biasimò per questo: quanto le sarebbe piaciuto, se non avesse dato ascolto a quella legge, se avesse agito col cuore e non con la mente!
-Buonasera. Che fai?- Leonard aprì la porta dell’abitazione ed Elizabeth si voltò di scatto: quel che temeva si era appena realizzato; “se Leonard entrasse adesso, prima che io abbia preso una decisione, non so proprio cosa farei” aveva pensato.
-Pensavo- si limitò a rispondere.
-Avrei voluto esser qui prima, ma Ronald mi ha trattenuto-
Dalla stanza adiacente, Raphael, che era a casa da mezza dozzina di minuti, aprì la porta per seguire la conversazione.
-Non devi scusarti se…-
Il biondo la interruppe: -Ti prego, Liz, lasciami finire. So che sei una Diamante, quindi presumo che non accetterai una cosa simile, e so anche che purtroppo io sono un Legno, perciò questo potrebbe restare un sogno, ma la mia passione per la pittura è dignitoso e onesto, mi definiscono il miglior pittore nell’arco di dieci miglia, e così potrei costruire un domani favorevole-
-Perché mi fai un discorso simile, Leonard?- Elizabeth aveva quasi paura nel sentire la risposta da quell’artista che le aveva donato il cuore, che l’aveva guardata come nessuno aveva mai fatto prima, che l’aveva chiamata “Liz”, una tenera novità per lei.
-Perché non sono una di quelle persone che sanno facilmente nascondere i loro sentimenti; perché mi piace quando ridi ed i tuoi occhi si illuminano in modo che anche la luce più splendente sembra spenta; perché, come dice Fred, credo nel sudore che bagna la mia schiena quando dipingo e perché “omnia vincit amor”- respirò profondamente –perché ti amo-.

 

 


Il mio piccolo angolino ultra-felice:
Good morning,
sto pubblicando con tempi sempre più brevi, visto? Sarà che mi sto entusiasmando perché finalmente il nostro Leo si è dichiarato *-*
Chissà come la prenderà Elizabeth...?! Lo scopriremo nella prossima puntata nel prossimo capitolo!
Fred è tanto tenero, ma non ha capito che a Leonard serviva una mano col dipinto, non un sermone… Vabbè, gli ha dato lo slancio necessario per andare da Liz, quindi lo perdoniamo.
Raphael è un impiccione che non ha una vita, su questo concordiamo tutti. Mi correggo, un impiccione che non ha una vita e che ora sa la verità su Elizabeth perché ha sentito tutto.
 Eeeeee what else? Ah, già, la prima grande apparizione di *rullo di tamburi* Ronald! Perché tutto questo entusiasmo da parte mia non lo so -.-“
A presto,
Sally

  
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