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Autore: REAwhereverIgo    31/07/2014    3 recensioni
La battaglia per difendere la luce e ritrovare il vero Kingdom Hearts è ormai vicina. Non si può più sfuggire al destino, questo i possessori del keyblade lo sanno bene. Ma cosa succederà a Ventus, Xion e Roxas? È davvero inevitabile una nuova guerra?
Una nuova alleata sarà chiamata a lottare per il predominio della luce. Ma è davvero questo ciò che vuole?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Keyblade

“Re Topolino, quando dovremmo essere da Yen Sid?” domandò Sora mentre tornavano tutti nella camera reale.

“Kairi è già là che ci aspetta. Purtroppo non abbiamo più tutto il tempo che speravo per spiegare a Rea il suo compito, dovremo scortarla alla Torre prima di tutto” rispose il sovrano, scuro in volto.

Il castano incrociò le braccia dietro la testa e sorrise, con la sua solita ingenuità disarmante.

“Non importa, l’importante è che abbiamo un’altra alleata. Adesso dobbiamo solo sconfiggere Xehanort!” commentò.

“Solo?” gli chiese Paperino.

“Beh, il più è fatto, no? Noi siamo più forti e più uniti, non c’è possibilità di perdere!” spiegò il ragazzo, bello pimpante. Pippo sospirò.

“Sora, sei troppo positivo. Non è così facile e lo sai benissimo”

“È vero, ma dobbiamo crederci. Se non ci crediamo nemmeno noi che dobbiamo combattere, non riusciremo mai a farcela” spiegò lui.

Scese il silenzio tra loro, ma Sora non se ne rese minimamente conto.

 

Nel frattempo, Rea e Axel stavano rientrando in camera. Nessuno dei due apriva bocca.

Nella testa della ragazza vorticavano una marea di pensieri confusi: come mai un Re topo, un personaggio dai capelli rossi e ritti e piccoli esseri neri e striscianti avevano incrociato la sua via? Come stavano i suoi genitori? E i suoi amici? Perché era stata portata in un castello? Ma soprattutto, quanto era lontana da casa?

“Smettila” disse a un certo punto il ragazzo. Lei sobbalzò.

“Come?”

“Smettila di riflettere, non ne caverai un ragno dal buco. Che tu ti faccia domande a cui non sai dare una risposta o che tu smetta di pensare è la stessa cosa” le consigliò.

“Ma io…”

Axel si inchiodò, per poi voltarsi e fissarla con i suoi occhi smeraldini.

“Senti, lo so che cosa provi, però fidati di me: andrà tutto bene. Adesso andiamo da Re Topolino e poi tutto ti sarà chiaro” le promise.

Rea storse la bocca.

“Ho l’impressione che non sarà così facile” commentò. Il ragazzo inclinò leggermente la testa da un lato.

“Perché?”

Lei indicò un punto dietro le sue spalle: altri cosi neri (heartless?) erano appena apparsi. Però…

“Quelli non sono semplici shadows” considerò Axel, facendo apparire nelle sue mani la stessa spada strana di prima.

“Non sono cosa?”

Lui si era scurito in volto e aveva un’espressione terribilmente seria.

“Shadows. Il tipo di heartless che abbiamo visto prima, quelli più deboli. Questi sono più forti” le spiegò.

Rea deglutì spaventata e si nascose dietro la sua schiena mentre il ragazzo saltava in avanti e si lanciava all’attacco dei nemici.

 

“Non ci sono?” chiese Topolino, incredulo. La camera reale era completamente vuota: della portatrice nemmeno l’ombra.

“Come no? Ne è sicuro?” domandò Sora, affacciandosi.

“Certo! Qui non c’è nessuno, né Rea né Axel” assicurò. Riku strinse le labbra.

“Siamo sicuri di poterci fidare di quel tipo? Non è che magari l’ha rapita e l’ha portata da Xehanort?” suppose.

“Riku, ti assicuro che Axel è affidabile. Il suo scopo è nobile tanto quanto il nostro, non tornerebbe mai dalla parte dell’Organizzazione XIII” lo tranquillizzò il Re.

Pippo si mise una mano sulla fronte, riflettendo.

“Ma allora dove sono finiti?”

 

La ragazza osservava gli heartless che si muovevano sinuosi e veloci verso di lui, sentendo le gambe tremare. Dovevano essere molto forti, considerò tra sé e sé.

Percepì alle proprie spalle un rumore lieve, attutito, e si voltò impaurita: ne aveva uno davanti. Era altissimo e tremendamente largo.

“A-Axel” chiamò rabbrividendo. Non ebbe nessuna risposta.

“Axel” ripeté facendo un paio di passi indietro.

In quell’istante l’essere si scagliò su di lei, preciso e veloce.

“NO!” gridò con la voce acuta. Cadde, inciampando sui suoi stessi piedi e finendo rovinosamente a terra. Chiuse gli occhi, aspettando l’impatto col mostro. “Non voglio, non voglio! Aiuto!” urlò dentro di sé. “Usa la forza, Rea… è il momento” le rispose una voce lontana. Sembrava il ricordo di qualcuno…

“Attenta!” le disse Axel, rendendosi conto solo in quel momento del pericolo.

Fece per avvicinarsi, ma un fascio di luce inondò il corridoio, accecandolo. Si mise una mano davanti agli occhi, disturbato dall’intensità della luce, e sentì il cuore rimbombare nel petto per la paura. Si era quasi dimenticato come fosse percepire il suo cuore.

Quando tutto fu finito e riuscì a vedere di nuovo, l’heartless era sparito.

“Ma che…?”

A terra, Rea reggeva tra le mani, messo a mo’ di scudo davanti a sé, un lungo e lucente Keyblade bianco. Uno simile, Axel non l’aveva mai visto.

“C-che è successo?” domandò la ragazza, tremante. Quando aprì gli occhi e vide la spada tra le sue dita, si spaventò.

“Cos’è questo?” squittì.

Lui si avvicinò e, dopo essersi inginocchiato davanti a lei, allungò la mano.

“Posso?” chiese gentilmente. Felice di potersene liberare, Rea gli cedette volentieri l’arma.

“Che strano” commentò il ragazzo, studiando il Keyblade.

Era diverso da tutti quelli che aveva visto fino a quel momento, e sì che ne aveva visti parecchi!

Sembrava brillasse di luce propria, come se una lampadina fosse sempre accesa al suo interno. Inoltre la lama era argentata con piccole rifiniture dorate. Non sembrava nemmeno lontanamente un Keyblade. Quello di Sora, il suo, quello di Riku, avevano la forma del loro potere: Sora, che era un ragazzo puro e candido, aveva la forma base della spada, la semplice chiave gigante; lui, dentro il quale ardeva la fiamma della forza, aveva il Keyblade creato con i suoi vecchi Chakram; Riku, dopo essere finito nell’oscurità, aveva ottenuto il Keyblade oscuro, che col tempo era stato purificato.

Ma questo… sembrava il Keyblade di una regina. “O di una principessa della luce” gli suggerì il suo cervello.

“Siete qui!” esclamò Topolino, arrivando di corsa. Lui alzò la testa e vide davanti a sé tutta la delegazione reale.

“Sì, abbiamo avuto qualche… problema tecnico” rispose sorridendo. Restituì l’arma a Rea, che la prese diffidente.

“Devo proprio tenerla io?” domandò infatti la ragazza.

“Se ti è apparsa tra le mani direi di sì” gli spiegò lui, facendo sparire la sua spada.

Sora corse da loro e le sorrise.

“Tu sei Rea?” domandò.

“Io?” chiese lei.

“Sì, tu!”

“S-sì, io sono Rea” rispose titubante. Il castano le prese la mano, stringendola con vigore.

“Che bello che sei arrivata!” esclamò felice. La ragazza guardò di soppiatto Axel, che se la rideva sotto ai baffi.

“P-piacere mio” balbettò imbarazzata.

“Ti stavamo aspettando tutti, non puoi capire che gioia che tu sia finalmente qui!”

“Sora, non mettere sotto pressione la nuova arrivata” lo riprese Paperino, avvicinandosi.

“Già, Sora, contieniti!” lo prese in giro Pippo.

Lui li guardò imbarazzato.

“Forse avete ragione, scusate!” disse ridendo.

Topolino si avvicinò ad Axel, serio.

“È quello che penso?” chiese, indicando il Keyblade che la ragazza continuava a stringere tra le mani.

“Sì” confermò il rosso, incrociando le braccia.

“Dobbiamo andare da Yen Sid. Ora” decise il sovrano, preoccupato.

 

  
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