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Autore: Elly Chan    08/09/2008    2 recensioni
Ecco il sequel de "Il problema di Aido"! "Era marzo, ed era finita la scuola. Definitivamente. E noi vampirelli ci preparavamo ad anni ed anni di pacchia continua. Il direttore Cross avrebbe trovato altri succhiasangue da infilare al dormitorio luna, e tanti saluti. D'altra parte, mica potevamo continuare a frequentare la scuola anche dopo i diciotto anni! Sarebbe stato quantomeno bizzarro." --- "Quando Tenshi aprii la porta, quello che vidi mi fece scomparire la voglia di restare un secondo di più in quel posto. Quello che vidi, per la prima volta nella mia vita, mi fece paura."
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki Kain, Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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vampire knight2 cap2
Il secondo capitolo è stato sfornato! *_*
Un grazie a mikamey, per avermi dato subito fiducia, commentando e aggiungendo la fanfic ai preferiti!
Elly Chan


Tenshi era davanti a noi, sì.
Io ero scioccata, Kain la osservava ad occhi sbarrati, mentre Aido era indeciso se essere felice di rivederla - per di più così - o se essere scandalizzato da come si era presentata.
Forse abbiamo esagerato, ma fatto sta che Tenshi è davanti a noi, con una camicietta a fiori. Cosa sono quelle faccie indifferenti?! Ma avete presente Tenshi?! Associare lei alle camicie da donna a fiori è come dire che Aido vive in castità!
Anche lei è abbastanza sorpresa, infatto ci guarda a bocca aperta.
- Tenshi, chi è?
Sentiamo una voce squillante e ci riprendiamo momentaneamente.
Accanto a Ten-chan è comparsa una ragazza più grande di noi, con capelli viola tipici della famiglia di Tenshi e occhi blu notte.
La riconosco all'istante.
- Kanon! - esclamo, felice.
Le occorrono pochi secondi per riconoscermi, ma poi sgrana gli occhi e corre ad abbracciarmi.
- Ichigo, che piacere rivederti! Come sei cresciuta! - mi da delle pacche sulla schiena. Si ferma all'imrpovviso, osservando Aido e Kain, in piedi diero di me.
- E questi chi sono? - chiese, sospettosa e incuriosita.
- Aido e Kain... sono dei nostri amici... - dissi imbarazzata.
- Ah, ho capito! Sono i vostri fidanzati! - dice Kanon, recuperando l'allegria e dandomi un'altra pacca sulla schiena. Stavolta è così forte che vado a finire dritta tra le braccia di Kain.
- Mi ricordo di voi, sapete? Trascorrevate interi pomeriggi qui! Soprattutto tu, Aido! - esclama allegra come non mai Kanon.
- Ah... - sussurra Aido, stringendo gli occhi, mentre cerca di ricordare quella strana ragazza.
Tenshi è ancora immobile sulla soglia. Potrebbe essere scambiata per una statua, talmente è ferma.
- Ma su, non restiamo qui! Entrate, su! - dice Kanon, afferrando le nostre valigie tutte insieme - che forza sovraumana - e invitandoci a seguirla all'interno.
Quella casa me la ricordo perfettamente. Arredata come un palazzo reale, curata fin nei minimi dettagli... scale imponenti con scorrimano d'oro, pavimenti di marmo bianco, tutto splendente e pulito... e un'ordine che a casa mia non s'è mai visto.
Faccio un paio di giravolte nel salone d'entrata, poi mi siedo sul divano.
- Aah... quanto tempo... - sospiro, chiudendo gli occhi.
- Già... ci sei mancata... - mi sorride Kanon, sedendosi vicino a me.
Le sorrido di rimando, mentre Tenshi compare con un vassoio.
Lo appoggia sul tavolo e si siede su una poltrona singola, che ricordo esser la sua preferita.
Si passa una mano sulla faccia, sospirando.
- Allora... cosa diavolo ci fate qui?! - esclama spazientita, guardandomi negli occhi.
- Ehm... - bisbiglio, spaventata. Quando vuole fa paura, la ragazza!
- Siccome la scuola è finita, pensavamo di stare da te per un po'! - esclama Aido, mettendole un braccio intorno alle spalle.
Lei lo fissa malamente, sospira di nuovo e prende una tazza di thè.
- E perchè mai?
- Bè... non c'è una ragione precisa... - dissi nervosamente. Mi mette addosso una tensione che non vi dico...
- A no? - alza un sopracciglio.
- Bè... era così, per stare un po' insieme...
Il suo sopracciglio si alza sempre di più, mentre mi scruta.
- Va bene. E per quanto programmate di stare?
- Ma non essere così acida, Tenshi! potete stare quanto volete, ragazzi! - ci disse Kanon, sorridendo.
Ten-chan sbuffò, finendo di bere il thè. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, eh...?
- Potete stare, contenti? - chiese, sconsolata.
- Ehilà!
Questa voce la riconoscerei tra mille. E infatti eccola là: Miyabi è in cima alle scale, e, mentre ci saluta con la mano - sbracciandosi -, sta saltellando allegramente.
- Che ci fate qui? - ci chiese eccitata, raggiungendoci in pochi secondi.
- Pensavamo di stare qui per un po' di tempo... - risposi timidamente io.
- Allora siete i benvenuti! Sarà un po' come ai vecchi tempi! - esclamo sorridente.
- Tenshi, hai già pensato a dove farli dormire? - chiese poi a Ten-chan gentilmente.
La figlia la fulminò con lo sguardo.
- Sono appena arrivati, e per di più senza preavviso. Come avrei potuto organizzarmi per bene? Comunque... Ichigo dormirà nella stanza rosa, Aido in quella azzurra e Kain in quella rossa. Più semplice di così... - Tenshi fece spallucce, sprofondando nella poltrona.
- In che senso, la stanza rosa? - chiesi.
- Questa casa, come avrete capito, è enorme. Siccome ci saranno qualcosa tipo 5 salotti, 9 camere da letto ed innumerevoli altre stanze, abbiamo deciso di distinguerle l'una dalle altre grazie al colore dominante. Così ogni stanza viene riconosciuta. - ci spiegò Miyabi con un sorriso.
- Un buon metodo. - confermò Tenshi, accavallando le gambe e incrociando le braccia.
- Le vostre stanze sono tutte molto vicine alla camera di Tenshi. La sua è la stanza bianca. - sorrise Kanon.
- Nel caso aveste bisogno di qualcosa... - spiegò annoiata Ten-chan.
- Oh, bene! Adesso andate a sistemare i bagagli! - disse Kanon, salendo al piano di sopra insieme a Miyabi.
- Ehi! E chi le porta le valigie? - chiese allarmata Tenshi, guardandole sorridere e sparire dietro una porta.
- Non so voi, ma io non ho nessunissima voglia di farmi le scale con tutte quelle valigie... - dissi, allusiva.
Ci voltammo tutti e tre a guardare Tenshi.
Lei spalancò gli occhi, ma quando vide che non ci muovevamo, sbuffò sonoramente.
- Va bene... ma solo fino in cima alle scale!





  
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