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Autore: Xandalphon    31/07/2014    3 recensioni
Ogni fantasma un tempo era un uomo. Un uomo con un peccato, cui è stata data da scontare la condanna più dura. E quale sarebbe la condanna più dura? Quella all'invisibilità.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo invisibile

 

Mi sono sempre stupito della somiglianza dei termini inglesi wraith, 'spirito maligno, spettro' e wrath, 'rabbia. Che gli antichi anglosassoni che coniarono queste parole la sapessero molto più lunga di quanto non pensassi, è una cosa che sto scoprendo solo di recente.

 

Eh già, avevano capito tutto, loro.

 

Perché io sto lentamente diventando invisibile. Un'ombra, uno spirito.

 

Maligno? Esatto, proprio maligno. Di quelli che nelle opere teatrali muovono le chicchere e le sedie e fanno beccare infarti alla gente con qualche spavento.

 

Divertente? Solo se è un film. Perché nella vita vera...

 

Beh, ho detto vita vera, ma forse sto esagerando. La mia già da un po' non si può esattamente considerare 'vita'...

 

E' l'inferno della suprema noia e dell'inutilità. Di quell'inutilità che uccide. Il dolore lancinante della mancanza di un senso da dare alla propria vita.

 

E di aver perso completamente la speranza di poterne ancora dare uno.

 

Non penso che ad alcuno di voi freghi qualcosa del perché sono diventato così, ma, ehi, sono un fantasma... Rompere le palle dovrebbe essere la mia specialità, no?

 

Bene.

 

Nella maggior parte delle cinevaccate americane i fantasmi sono anime che non riescono ad 'ascendere' perché hanno delle questioni in sospeso che devono assolutamente risolvere.

 

Stronzate.

 

Essere un fantasma è una condanna. Di Dio, di Allah, di Shiva o di Buddha, non lo so. Ma lassù, qualche essere onnipotente ha deciso che era ora che scontassi il mio peccato.

 

L'odio.

 

Tutti noi odiamo. Rimarremmo sorpresi se analizzassimo quanti momenti di stizza abbiamo contro le cose più banali (e senza responsabilità, del resto) durante tutto l'arco di una giornata.

 

Però io non sto parlando di quell'odio. Io sto parlando della radice oscura che si cela nel cuore di tutti, quella della rabbia vera verso il prossimo. L'odio feroce, che lacera l'anima e la divora pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno...

 

L'odio contro tutti, che si fa invidia di ogni gesto, di ogni passo di chi ci sta accanto.

 

Sto esagerando, dite? Non si può odiare così, dite? Oh, no... E' possibilissimo. Io ne sono la prova vivente (oddio, vivente per modo di dire, ormai...)

 

E perché uno dovrebbe arrivare a tanto?

 

Beh, potrei tirarvi fuori un sacco di menate filosofiche o psicanalitiche, ma che importanza ha? La ragione è fin troppo semplice.

 

Perlomeno fa capire che chi veglia sui destini degli uomini ha un suo certo senso dello humour.

 

La ragione è la paura. Sì, la paura di essere invisibili.

 

Il disperato bisogno di sentirsi amati, il disperato bisogno di qualcuno che ci dica che ci voglia bene nonostante i nostri limiti... Alcuni ci sopravvivono benissimo. Ma non tutti. Non io, perlomeno. E quando il mondo ci fa scoprire, con un evento improvviso, tutta la vanità, la futilità di questo nostro desiderio... E' come lasciar cadere un vaso di vetro sul pavimento. Un fragoroso tonfo e mille schegge in giro.

 

Se non che, quelle sono le schegge del proprio cuore. Metafora romantica?

 

Naah. Non sono il tipo da cose romantiche...

 

La vita non è un film, in cui puntualmente al protagonista arriva una botta di culo o una provvidenziale genialata per rimettere a posto le cose. Quando si fanno cazzate, quelle sono e quelle restano. Mica c'è un telecomando magico che fa tornare indietro nel tempo.

 

E allora? Allora cosa resta, quando non riusciamo a percepire il mondo intorno a noi in altro modo se non una landa desolata, buia, fredda e traditrice?

 

Beh, ci resta lui. L'odio. Se non potremo mai amare, allora odiamo, con tutta la nostra forza. Odiamo chi ha trovato il suo compimento, chi riesce ad amare, chi va avanti con coraggio per la propria strada. Odiamo chi trova l'energia per cercare la bellezza intorno a sé.

 

Perché lui e non io? Domanda ripetuta fino alla nausea.

 

Ed a quel punto, eccolo lì, il castigo divino. La tua più grande paura, quella di essere spettatore invisibile del film horror di serie Z che è diventata la tua vita, si tramuta in realtà.

 

Condannato all'invisibilità. Per sempre?

 

Massì, per sempre, ovvio.

 

***

 

“Ehi ciao! E tu chi sei?”

 

“Eh? Ma stai parlando con me?”

 

“Beh, con chi se no? Mica sei invisibile!”

 

“Ah. Da- Davvero?”

 

“Ma mi stai prendendo per il culo?”

 

Ahahah! No, no, figurati! Beh, piacere di conoscerti allora, io sono...”

  
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