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Autore: Helen_Len    01/08/2014    1 recensioni
Lei si chiamava Luna. Luna come il cerchio bianco nel cielo che si vede nella notte. Quella che cambia faccia ogni mese, che sparisce e poi ritorna. Si, lei che risplende nel buio circondata da milioni di stelle diverse da lei.
Luna sapeva che apparteneva al cielo e che un giorno non lontano ci sarebbe ritornata per dare la buonanotte e salutare il buongiorno. Sicuramente avrebbe rincorso il sole e lo avrebbe amato per sempre anche se non si sarebbero mai potuti incontrare.
Ogni notte si addormentava con quella fantasia nella mente, ma non sapeva che tutto ciò un giorno si sarebbe realizzato veramente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Luna rimase a casa per quattro giorni e a causa della malattia perse anche una lezione di canto. Kyle andò a trovarla quasi ogni giorno. Le piaceva così tanto stare in suo compagnia era veramente felice e non doveva fingere. Ogni volta che lui si recava da lei, insieme, facevano sempre cose diverse.
Un giorno guardarono un film dal titolo Freedom Writers che piacque molto ad entrambi, ma la cosa più bella che fecero fu ballare insieme. Lei aveva messo un disco, con delle canzoni lente, sul giradischi di suo nonno e poi convinse Kyle a farle compagnia. La ragazza lo portò in un posto vuoto della stanza. Gli prese una mano e l'appoggio sul suo fianco. Lei posò la sua sulla sua spalla e le altre due finirono per intrecciarsi tra di loro. Si muovevano lentamente ondeggiando un po' di qua e di là e pestando il pavimento con leggerezza. Erano talmente vicini che lei sentiva il suo respiro sul suo viso e lui percepiva le farfalle nello stomaco di lei. Kyle la allontanò da lui e le fece girare tenendole sempre la mano e poi l'attirò di nuovo a sé. Continuarono così per almeno un'ora. Quel silenzio pieno di parole scambiate attraverso i loro occhi a loro piaceva moltissimo. Quel momento stupendo venne interrotto con la fine delle canzoni presenti nel disco. Kyle aveva sospirato, appena la ragazza si era allontanata per sistemare il giradischi, che niente dura per sempre. Subito dopo aver detto quelle parole si pentì e si accorse di aver pronunciato una stupidaggine. In realtà c'è una cosa che non finirà mai ed è l'amore. Si, proprio quel sentimento che a volte odiamo e a volte adoriamo, ma non scomparirà mai sarà sempre lì con noi. La felicità, la tristezza, la rabbia e molte altre sensazioni con il tempo cambiano per lasciare il posto ad altre. L'amore no, non lascia mai il posto a nessuno, esisterà per sempre solo che noi siamo talmente abituati a percepirlo che non ce ne rendiamo mai conto.
Camminava a passo svelto per raggiungere la fermata dell'autobus. La musica le entrava nel cervello in un modo al quanto sensuale, ma avrebbe preferito ascoltare la voce del ragazzo di cui si era innamorata.
Quando arrivò a scuola si diresse come sempre al suo armadietto. Lo aprì e prese i libri che le servivano. Quando lo chiuse alla sua destra trovò Kyle.
-Ciao- Sorrise lui.
-Ciao- Disse con imbarazzo.
Luna non si era preparata psicologicamente al suo arrivo. Lo guardò a lungo tanto che lui le chiese se c'era qualcosa che non andava. Lei abbassò la testa e la scosse semplicemente. Il suo affetto per lui in quel momento stava lottando contro la sua freddezza verso le persone. Odiava che fosse diventata così dopo la morte di suo fratello. All'inizio aveva provato a lavare via quel segno evidente che lui le aveva lasciato, ma non ci riuscì mai, così decise di lasciare perdere.
-Come stai?- Le chiese dopo un breve periodo di silenzio.
-Bene- Rispose lei sorridendo.
-Oggi pomeriggio  dopo la scuola cosa facciamo?- Si mise davanti a lei e le sbarrò la strada.
Lei lo guardò negli occhi, nei suoi occhi azzurri come il cielo e poi abbassò lo sguardo. Lui le alzò il mento con la mano  e scorse due guancie tinte di rosa. Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò:
-Mi piace quando arrossisci-.
Kyle tornò alla distanza di prima e aspettò che la ragazza rispondesse alla sua domanda.
-Oggi pomeriggio ho già un impegno- Rispose un po' dispiaciuta.
-Allora ci troviamo domani pomeriggio sempre se per te non è un problema- Propose subito dopo il ragazzo.
-No credo di no!- Esclamò Luna.
La campanella suonò interrompendo la conversazione tra i due che si separarono senza neanche salutarsi. Era bastato loro guardarsi negli occhi e sorridere.
Al termine della lezione a cui seguiva l'ora del pranzo trovò Kyle fuori dalla classe che l'aspettava. Molte ragazze lo salutarono e lo guardarono con aria perversa. Un pizzico di gelosia si impossessò delle emozioni della giovane, ma poi passarono come la pioggia estiva.
Lui le mise un braccio attorno alle spalle. Sembrò impacciato all'inizio, ma poi tornò a sentirsi a suo agio. Luna, invece, aveva le farfalle nello stomaco che le facevano persino il solletico da quanto si muovevano per l'emozione. Le sue gambe le sentiva leggere. Sarebbe caduta a terra se Kyle non avesse spostato il braccio verso la fine della sua schiena per cingerle i fianchi. Lei si limitò a sorridere e ad abbassare lo sguardo. Appena arrivarono a mensa si misero in fila per prendere la loro porzione di cibo.
-Vi aspettiamo al nostro tavolo!- Esclamò Landon con un sorriso raggiante guardando prima il suo amico e poi la ragazza.
Luna iniziò ad andare in panico, non voleva stare con quelli, ma non sapeva nemmeno come dirlo a Kyle. Aveva paura che la potessero prendere in giro, come facevano sempre. La sua giornata che per lei parve perfetta si trasformò in un totale disastro.
-Luna, stai bene?- Le chiese Kyle.
Abbassò il capo e lo nascose con i capelli lunghi che le caddero ai lati del viso.
 -Luna- Disse ancora.
Alla fine le girò la testa verso di lui e si accorse che il suo volto era sbiancato e i suoi occhi erano velati di lacrime. Non seppe che cosa fare. Si guardò intorno come se qualcuno stesse arrivando per dargli una risposta. Alla fine la prese per il polso e la portò in un posto isolato da tutti. L'abbracciò forte e lei si lasciò andare. Pianse come non aveva mai fatto prima perché sapeva benissimo che accanto a lei c'era lui che l'avrebbe aiutata.
-Cosa succede?- Le chiese Kyle allontanandola da lui per asciugarle le lacrime che erano sfuggite dai suoi occhi.
-Non voglio andare nel loro tavolo- Balbettò e Kyle capì la sua debolezza in quella voce rotta.
-Perchè?- Le domandò preoccupato.
-Mi hanno sempre presa in giro. Dicono che a me piacciono le femmine, che sono antipatica e tutte cose così.. Ma non è vero, a me piacciono i ragazzi..- Spiegò tirando su con il naso.
Lui prese con la mano sinistra dalla tasca un pacchetto di fazzoletti e glielo porse. Lei però avvolse con le sue mani il suo polso. La manica della maglia si era alzata rivelando le cicatrici. Lei lo guardò, ma lui non capì che cosa stesse provando la ragazza. Lei abbassò la manica della sua felpa, prese i fazzoletti e poi strinse la sua mano. Si pulì per bene il viso e poi sfoggiò il sorriso più bello che Kyle abbia mai visto.
-Vengo con te!- Esclamò senza parlare di quello che aveva visto.
Lui le sorrise e poi le cinse i fianchi e le diede un bacio trai capelli. Essi avevano un profumo dolce e lui l'avrebbe annusato per tutta la sua vita.
Presero il loro vassoio e ci misero sopra da mangiare. Kyle le fece strada e poi si sedette. Lei si accomodò accanto a lui. Avevano lasciato due posti liberi proprio per loro, ma Lune si sentì comunque fuori luogo.
-Tranquilla- Le sussurrò in un orecchio. -Finché ci sono io non ti possono dire niente- La rassicurò guardandola dolcemente negli occhi.
-Ciao Luna, io sono Brandon- Si presentò.
Lei sapeva benissimo chi era. Un anno fa l'aveva presa in giro in modo orribile e lei si era nascosta in bagno a piangere per quasi tutta la giornata. Un'altra volta, fuori da scuola, le aveva spanto sui vestiti la granita e poi si era messo a ridere e ad attirare l'attenzione dei passanti su di lei.
-Io sono Zac- Disse alzandosi e avvicinandosi alla ragazza.
Lei lo guardò con aria diffidente. Lui era quello che aveva preso una sua foto e l'aveva  modificata con il computer.  Era anche il ragazzo che aveva messo in giro la voce che lei era lesbica.
Lui si allungò semplicemente verso di lei e le diede un bacio per guancia. Kyle lo guardò molto male.
-Tranquillo Kyle, non te la rubo!- Esclamò allontandosi.
Luna sorrise.
-Non ascoltarlo- Le disse Kyle.
Landon mi salutò semplicemente e poi lasciò spazio alla sua ragazza, Kristen che le fece un sacco di complimenti e a Luna parve strano. Anche le altre Cheerleader parlarono con lei. Poi venne il turno di Giselle, la ballerina infortunata. A Luna sembrò così gentile e dolce nei suoi confronti, ma cercò di non farsi  illudere dall'apparenza.
 
Salì le scale e poi entrò nell'aula.
Pete stava compilando un foglio ed appena si accorse della sua presenza abbandonò ciò che stava facendo e le andò incontro per salutarla. Le chiese come stava e se a scuola andava tutto bene. Lei rispose che era tutto apposto e che potevano incominciare la lezione.
Se qualcuno le avesse chiesto che cosa significava per lei cantare avrebbe risposto che non è solo avere una forte scarica di emozioni, ma è anche come guardare negli occhi il ragazzo che ti piace. Non sarebbe mai riuscita a smettere di cercare tutte quelle emozioni che provava quando stava con lui.
Finita la lezione andò al cimitero per trovare suo fratello e per raccontargli cos'era successo durante i giorni che non era passata a salutarlo.
Quando tornò a casa sua madre la accolse in modo molto caloroso. Era strano da parte sua. Le chiese come stava Kyle e quando sarebbe tornato a farle visita. Dopo aver risposto andò in camera e si sdraiò sul letto. Le venne voglia di disegnare, ma cosa? Prese carta e matita e andò in veranda. Si sedette sul dondolo e si guardò attorno. Non c'era niente che la ispirava. Appoggiò quello che aveva in mano per terra e si sdraiò sopra a quei cuscini morbidi che ricoprivano la struttura in ferro.
Si immaginò di essere al mare insieme a Kyle mentre si schizzavano con l'acqua. Creò nella sua mente lui che si avvicinava piano, piano per poi toccare le sue labbra con dolcezza. Le sue fantasie furono interrotte da sua madre che la chiamò per la cena. Prima di entrare si accorse che sul vialetto c'era la macchina di suo padre, quand'era arrivato? Probabilmente aveva veramente sognato tutto; infatti le rimase un po' l'amaro in bocca per aver lasciato quella situazione meravigliosa.
Entrò in casa ancora stordita dal breve sonnellino e si sedette a tavola. Guardò l'aria stanca di suo padre. Le occhiaie governavano i suoi occhi, ma aveva ancora la forza di sorridere. Era sempre stato un uomo forte e Luna lo ammirava molto per quello. Sua madre invece era piena di energia, più del solito. Kyle era divento la sua medicina e la ragazza ne era felice. Abbassò gli occhi su quello che c'era sul piatto e anche se il buco dello stomaco le si era chiuso si sforzò di mangiare. Non voleva che Meredit si preoccupasse inutilmente per lei perché, a parte per il vuoto che Sunny aveva lasciato, la ragazza stava bene.
Affondò la forchetta sulla polpetta e l'addentò con delicatezza, come se avesse avuto paura di farle male. Masticò con calma e poi mandò giù. Bevve un sorso di acqua e poi tornò a raccogliere il cibo con la posata. Il silenzio che governava la stanza era meno pesante delle altre volte, la tensione era un po' sparita e a Luna piacque molto.
Dopo la cena tolse tutto dal tavolo e poi uscì nuovamente in veranda. Si sedette sugli scalini che portavano al vialetto di casa e puntò gli occhi al celo. La parte di luna illuminata era un piccolo spicchio. Le stelle la circondavano e governavano sul cielo. In quel momento seppe che cosa disegnare. Fece per alzarsi per andare in camera, ma sua madre era appena arrivata al suo fianco. Si sedette accanto a sua figlia in silenzio e osservò anche lei l'immensità presente sopra il suo capo. Poi volse lo sguardo verso Luna.
-Da quando ho visto Kyle in questa casa sei diversa- Sospirò la madre.
-In male o in peggio?- Chiese la ragazza. -Perché a me non sembra di stare meglio- Aggiunse.
-Vedo qualcosa di diverso quanto ti guardo, vedo la vita, la gioia nei tuoi occhi- Spiegò per poi abbracciarla.
-È sbagliato sentirsi ancora tristi quando si pensa a lui? Non credi che lui voglia essere ricordato in un altro modo?- Chiese. -Magari con un sorriso- Sospirò.
-Lo so che è difficile figlia mia, ma Kyle ti rende felice e quando sei con lui ti dimentichi del resto!- Esclamò per poi lasciarla andare.
Si alzò ed entro in casa. Luna la seguì ma si chiuse in camera. Prese le tempere e iniziò a dipingere il cielo notturno.
Il nero in un attimo coprì tutto il foglio bianco. Con un pennello fino fece dei puntini bianchi a caso e poi disegnò la luna, quel piccolo spiraglio di luce.
Appena finì guardò la sua opera con soddisfazione, ma mancava qualcosa. Ci mise un po' di tempo prima di arrivarci. Alla fine dipinse una stella candente e mentre la creò ripeté più volte il suo desiderio più importante in quel momento. Era perfetto quel disegno, venne proprio come voleva.
Ad un tratto il pennello e la tavolozza le caddero dalle mani quando si ricordò dei tagli sul polso di Kyle. L'immagine le apparve nella mente come un flash per poi scomparire. Si chiese come mai un ragazzo così spensierato potesse auto lesionarsi. Aveva notato che alcune cicatrici erano abbastanza recenti. Era rimasta sconvolta e per quello non aveva detto niente, ma grazie all'accaduto qualcosa in lei era scattato; infatti era riuscita a dimenticare la sciocchezza per cui stava piangendo per non far preoccupare inutilmente Kyle. Lei doveva salvarlo ad ogni costo e avrebbe fatto di tutto per lui.
Sorrise con un po' di amarezza e poi si distese sul letto a pancia in su. Il suo viso presentava qualche segno nero. Le sue dita erano completamente piene di tempera scura e le sue braccia avevano qualche striscio.
Si addormentò in quelle condizioni, con la luce accesa e il pensiero fisso su Kyle.
  
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