Fanfic su artisti musicali > Bastille
Segui la storia  |       
Autore: Shiwriter    01/08/2014    2 recensioni
Sarah ha gli occhi grandi, verdi. Occhi sempre intenti a guardarsi intorno alla ricerca di persone sensibili come lei, che sappiano apprezzare le piccole cose, amino i libri e il mondo che si crea dentro di essi, e che magari ascoltino anche qualche canzone dei Bastille...
Catapultata in Inghilterra così velocemente da sembrarle un sogno, Sarah non immagina che nei suoi pensieri al posto della preoccupazione per il nuovo lavoro e il nuovo appartamento si farà strada qualcosa di molto più profondo e importante che sconvolgerà piacevolmente le sue giornate...
Genere: Introspettivo, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2. London
L'aeroporto di Milano era gremito. Centinaia di passeggeri aspettavano il loro volo avvolti nei cappotti e nelle sciarpe di lana cercando di non pensare al freddo che penetrava sotto i vestiti. Le grandi vetrate erano rigate dalla pioggia e a stento si riusciva a vedere fuori. Tutte le sedie erano occupate e tutto intorno erano accatastate valigie di ogni misura e colore. Ogni centimetro di pavimento libero veniva conteso tra i viaggiatori più sfortunati, rimasti in piedi; qualcuno si era accampato persino nei bagni.
Sarah era riuscita a sedersi davanti agli sportelli del check-in, abbastanza vicino per vedere i tabelloni delle partenze senza occhiali. Si era sempre rifiutata di metterli nonostante la miopia fosse peggiorata nel corso degli anni. Diceva a tutti che le sembravano un armatura, che copre gli occhi e li nasconde, e lei le persone doveva guardarle proprio attraverso gli occhi per capirle, per amarle; i suoi occhi verdi si sarebbero ribellati rinchiusi dietro le lenti di vetro.

Sarah p.o.v.

Ero arrivata prestissimo in aeroporto, non ero riuscita a chiudere occhio e così avevo lasciato l'appartamento prima dell'orario che mi ero stabilita e mi ero fatta accompagnare lì in taxi. Il volo era in ritardo di un'ora a causa del maltempo e io non facevo che ripetermi che tutto sarebbe andato bene e che il fatto di non avere nessuno a cui stritolare il braccio durante il decollo non sarebbe stato un problema, quando mi arrivò un messaggio da Anna:
-Buongiorno Rosellina! Qui splende il sole e fa un caldo terribile... Come te la passi? Sei emozionata per oggi? Tra quanto parti?-
Ero abituata a tutte le sue domande e non ci feci caso.
- Qui diluvia. Per il resto bene, credo che partiremo tra un'ora-
- Fantastico!! Buon viaggio allora e chiama quando arrivi. XXX-
Non feci in tempo a risponderle perché il nostro volo venne chiamato per il check-in e io mi preparai a una lunga e noiosa serie di controlli.

Due ore dopo eravamo già atterrati ed eravamo stati inghiottiti da Londra. Con tutte le valigie. 
Aveva un odore completamente diverso rispetto a Milano. Era un'altro odore di strade e di persone, bagnato dalla pioggia e dalla foschia, e mi piaceva davvero tantissimo. 
Dato che sapevo che in metropolitana mi sarei di certo persa, decisi di prendere di nuovo un taxi e lessi all'autista l'indirizzo della sede centrale dell'azienda. Ci avevano detto che lì era prevista la prima riunione e che ci avrebbero spiegato in cosa consisteva il nostro lavoro.
La sala designata era all'ultimo piano dell'altissimo edificio e quando pian piano l' ascensore si svuotò e rimanemmo solo in cinque, capimmo che eravamo diretti nello stesso posto. Gli altri erano due ragazze e tre ragazzi. Sheila, Laura.  Tom, Alan, Ben. Chiacchierammo un po' tra di noi in inglese per conoscerci ma presto fummo introdotti nella stanza riunioni.
- Benvenuti a Londra. Spero che il soggiorno qui fino ad ora sia stato piacevole. Finita la riunione verrete accompagnati negli appartamenti che abbiamo preparato per voi.-
L'uomo che parlava era alto e dai lineamenti duri ma avevo lo sguardo aperto e luminoso.
-vi abbiamo chiamato qui perché in seguito alla crescente popolarità di alcune star per cui lavoriamo, una serie di artisti emergenti ci ha chiesto di fare da manager anche a loro. Voi siete giovani e talentuosi e crediamo che siate perfetti per seguirli partendo dall'inizio.-
Vedendo che annuivamo sorridenti proseguì.
- Abbiamo pensato che Alan potrebbe lavorare con Dj Volt dato che sappiamo che ha già avuto a che fare con questo tipo di musica e Laura tu potresti occuparti dei Clean Bandit dato che devono fare un tour negli States e tu sei stata lì più volte. Va bene?Tutto chiaro? 
I due annuirono soddisfatti e si scambiarono uno sguardo compiaciuto.
-Riguardo agli altri- proseguì- uno di voi dovrebbe seguire una band già abbastanza nota ma che ha bisogno di maggiore popolarità all'estero: I Bastille.-
Così alzai la mano. Immediatamente. Credo che fu questione di secondi, stavo ancora pensando a quello che aveva detto e già avevo alzato la mano, come un moto incontrollato che non avevo potuto bloccare.
- Bene! Vedo che abbiamo una volontaria entusiasta- disse lui ridacchiando.
- Beh.. No... Se nessun altro lo vuole..., chiaramente.- mi scusai imbarazzata.
- Non ti preoccupare... Sarah giusto? Il posto è tutto tuo.-
Stavolta per poco non mi strozzai. Il groppo in gola non solo mi impediva di parlare ma anche di respirare così annuii energicamente cercando di non tossire.

L'appartamento che avevano preparato era praticamente perfetto. Non molto grande ma funzionale e situato in un quartiere tranquillo della città. Aveva un ingresso privato e un piccolo giardino sul davanti. La facciata era tipicamente inglese e mi fece sorridere come tutte le casette sembrassero identiche tra loro nella loro perfetta singolarità. All'interno c'era una cucina spaziosa e il salotto con il tavolo da pranzo, ma il punto forte della casa era al piano superiore. L'ampia finestra della camera da letto dava su un piccolo parco pubblico con una panchina e tantissime piante diverse con le foglie vestite ad autunno in mille sfumature. Capii immediatamente che avevo trovato il mio rifugio.
Per cena cucinai una pastasciutta con del terribile sugo pronto londinese e poi andai a sdraiarmi sulla moquette della camera davanti alla finestra con No Angels nelle orecchie.
..." No I don't want your number, no I don't want to give you mine and, no"... 
Un trillo che proveniva dal mio portatile interruppe il mio piccolo idillio, avvisandomi che avevo ricevuto una mail. Era l'agenzia: il pomeriggio seguente sarei dovuta andare in uno studio di registrazione per parlare con alcuni tecnici che mi avrebbero spiegato cosa serviva alla band e avrei conosciuto i ragazzi. Avrei conosciuto i ragazzi.
In quel momento pensai di sognare e continuai a guardare il soffitto in preda al panico, alla gioia e all'emozione fino a quando non mi addormentai cullata dalle note.
"No I don't want no scrubs, scrub is a guy that can't get no love from me..."
A domani Londra, grazie di tutto

        Spazio autrice
Ciao a tutti, grazie per avere letto la mia storia, lasiatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate e se secondo voi vale la pena di continuare. Comunque tranquilli, i nostri amati bastille compariranno nel prossimo capitolo;))
A presto
Shiwriter
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bastille / Vai alla pagina dell'autore: Shiwriter