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Autore: EleEmerald    01/08/2014    3 recensioni
Cosa faresti se incontrassi una persona come te, identica in tutto e per tutto? Riusciresti a fidarti dei tuoi genitori che affermano tu sia loro figlia? La protagonista della nostra storia dovrà fare i conti con un'inevitabile verità. Tra amori, bugie, pianti e paure, la ragazza scoprirà chi è veramente.
"La ragazza tende la mano per aiutare ad alzarmi. Alzo la testa e spalanco la bocca. La ragazza davanti a me ha i capelli castani come i miei, più corti però, le arrivano alle spalle. Ha il mio stesso viso e ha gli occhi di un azzurro chiarissimo. Siamo due gocce d'acqua. Identiche."
Genere: Malinconico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel pomeriggio Elettra mi racconta delle sue scoperte. Mi dice di avermi mentito, che non era affatto vero che non voleva sapere, la curiosità la stava corrodendo. Non aveva detto niente ai suoi genitori, a differenza loro lei sapeva mentire. Il suo cervello le aveva detto di provare, era maggiorenne, poteva farlo. Aveva staccato un capello ad entrambi i genitori, loro non si erano accorti di niente, poi aveva fatto il test del DNA il giorno prima che mi aveva incontrato. Non ci era voluto molto, ieri mattina era venuta per dirmelo ma non aveva potuto e al pomeriggio, quando era passata a prendere i risultati non ce l'aveva fatta a dirmelo e non si era presentata. Io non dico nulla, mi limito ad annuire tutto il tempo, non riesco ad aprire bocca e quando lo faccio convinta di sapere cosa dire le parole non escono. Infine quando mi dice di non aver ancora detto niente ai suoi genitori e mi chiede di andare con lei io le rispondo di no. Lei sembra sorpresa.
- È una cosa tua. Se ci fossi io rovinerei tutto.
- Ma così potremmo scoprire che legame ci unisce!
In effetti Elettra non ha tutti i torti però non me la sento di comparire in casa loro per parlare di una cosa così delicata, e la mia somiglianza con loro figlia non farebbe niente di meglio che turbarli. Alla fine riesce a convincermi: quella sera andrò con lei.

Salgo i gradini dell'ingresso seguendo Elettra, il mio cuore batte a mille. La padrona di casa apre la porta e mi conduce in cucina, dove si trovano i suoi genitori. Poco prima di entrare però mi dice di restare lì ad aspettare fino a quando non lo dirà lei. Annuisco.
- Ele! È da venti minuti che ti chiamo! Avevo paura ti fosse successo qualcosa! - sua madre corre ad abbracciare la figlia appena entra nella cucina, si vede che la sua preoccupazione è reale perché trattiene a stento le lacrime. 
- Lasciami! - risponde sua figlia divincolandosi. 
La madre si porta le mani alla bocca - Amore mio cos'è successo?
- Credevate non lo avrei scoperto?! Ho 18 anni! Non credete che ho l'età per saperlo?
- Sapere cosa? - dice suo padre, calmo.
- QUESTO - Elettra tira fuori i risultati dell'esame.
- Cosa sono? - alla domanda del padre la figlia gli allunga il foglio - Deve esserci un errore.
- NON C'È NESSUN ERRORE!
- Ele, ascoltami, ti ho partorito!
 - Evidentemente non l'hai fatto. 
- Si! - sua madre inizia a piangere.
Non ho mai desiderato trovarmi in un altro posto così ardentemente come adesso.
- Vorrei anche io fosse vero, non sono arrabbiata per il fatto di essere stata adottata ma per il fatto che non me lo avete detto. Quando lo avreste fatto!? QUANDO? - reprime le lacrime e fa un grande respiro prima di dire con calma - Chri, vieni.      
Sento le gambe ancorate al pavimento, speravo non mi chiamasse mai, non ora di certo. Traggo un grande respiro e metto piede nella stanza. Appena mi vedono, i suoi genitori spalancano la bocca, sua madre rischia di cadere dalla sedia. Non so cosa dire. Per forrtuna Ele interviene in mio soccorso: - Lei è Christal. Come potete vedere siamo identiche. Ha 16 anni.
- N-non è possibile - dicono in coro.
- Non dovrei essere qui - dico strofinandomi una mano.
- L'ho incontrata domenica. Se sono vostra figlia come mi spiegate Chri?
Sua madre serra la bocca mentre il padre inizia ad ipotizzare teorie, neanche un minuto dopo si arrende.
- Mamma, dimmi la verità.
- La verità la conosci Ele. Ti ho partorito io, é vero, non riuscivo ad avere bambini e ho utilizzato la fecondazione artificiale ma hanno usato il nostro DNA. Non ti ho adottata, ti sentivo muoverti dentro di me.
- Ti prego, non mentirmi di nuovo - mentre Ele inizia a piangere una lampadina si accende nella mia testa.
- Fecondazione artificiale? - chiedo.
- Si.
- Anche i miei genitori mi hanno sempre detto che l'hanno usata.
 - Okay Chri, ma la mamma mente.
- Non penso - mi volto a guardarla - A scuola abbiamo studiato il metodo embrionale a genetica. Sai cos'è?
- Non è qualcosa che c'entra con la clonazione? Cosa può importarci della - si blocca di colpo.
- Non so il legame che ci unisce ma so per certo che tu puoi benissimo essere nata da tua madre ma non avere il suo stesso sangue e questo perché qualcuno invece di mettere nell'utero di tua madre la bambina con il DNA dei tuoi genitori ne ha messa un'altra. Non so se l'abbia fatto apposta o no ma lo ha fatto - osservo i suoi genitori che sono bocca aperta - ho sempre amato scienze - aggiungo arrossendo.
- Pensi che tu e io siamo...?  - chiede Elettra.
- Questo spiegherebbe perché siamo identiche.  Ma siamo il clone di CHI? - dico scandendo l'ultima parola.
- Questo è impossibile, nessuno ha mai creato il clone di un essere umano! - suo padre sembra spaventato. 
- Non è così difficile. Anzi. Si tolga dalla testa i film in cui clonano le persone perché è davvero diverso da come quei film lo fanno sembrare. I casi sono due. 1) C'era una donna identica a noi e qualcuno ha voluto clonarla. 2) Siamo entrambe figlie di qualcuno, anzi siamo la stessa figlia di qualcuno. 
- Io non ci sto capendo nulla - dice suo padre.
Stringo i pugni: - Io invece ci sto capendo più di quanto vorrei davvero.

Quella sera, quando lascio la casa di Elettra, lei e i suoi genitori sembrano spaventati, con un peso sul cuore, io invece mi sento l'esatto opposto di loro: mi sento leggera. Come se avessero tolto un pezzo  del peso che ero costretta a portare, non tutto, ma una parte molto consistente. Faccio la strada per       tornare a casa tranquillamente e, una volta a casa, mi siedo subito a tavola e mi metto a mangiare. È strano che dopo aver capito tutto questo non si sia aggiunto un altro peso al mio cuore, non lo capisco, eppure sono felice. Non dico niente ai miei genitori perché so che reagiranno come la famiglia di Elettra. Decido che glielo dirò quando tutto sarà finito, quando saprò chi sono.

Angolino dell'autrice: Eccoci qui. Si sono scoperte cose interessanti in questo capitolo. E voi cos'avreste fatto? Come avreste reagito a questa scoperta? Vi prego lasciate una piccola recensione, mi fareste felice davvero! Anche una sola riga! Grazie a coloro che leggono la mia storia. Alla prossima.
  
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