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Autore: DalamarF16    01/08/2014    3 recensioni
Sono passate poche settimane dagli eventi di New York, e Clint deve fare i conti con la sua coscienza, con le azioni commesse sotto il controllo di Loki. Accanto a lui, a cercare di aiutarlo, ci sarà Natasha, ma una nuova recluta darà una svolta alla vita di Occhio di Falco...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
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PERSONAL SPACE: Eccomi!!! Non so quanti capitoli pubblicherò ancora, Berlino mi aspetta, quindi magari sarò un po' latitante, spero di non ritrovarmi infilzata da un corno di unicorno...nel caso saprei a chi dare la colpa XD Comunque grazie ancora a chi mi legge, soprattutto all' e a unicornadoppiaE221 che mi hanno recensita.... buona lettura!!

Capitolo 17: UNITI

-Avvisiamo Fury?-
Natasha aveva appena attaccato il telefono, e ora guardava le persone accanto a sé. Sembravano tutti molto tesi. Steve era in piedi, le braccia incrociate al petto, e guardava alternativamente Tony e la Vedova Nera, forse cercando di capire cosa frullava loro in testa.
Per quanto la riguardava la questione era semplice. La sua priorità era tirare fuori Clint dal pasticcio in cui lei l'aveva involontariamente ficcato quando era fuggita dagli Emirati. Al momento, degli USA gliene fregava ben poco.
-Non se ne parla, Rogers, farà uccidere Barton senza battere ciglio. E' questione di sicurezza nazionale-
Tony era del suo stesso avviso, e tutto sommato era contenta di averlo dalla sua parte. Poteva essere spaccone, arrogante e quando ci si metteva era la persona più irritabile del mondo, ma sotto sotto era un brav'uomo e, cosa ben più importante, era abbastanza distaccato dallo SHIELD da non vedere nel direttore un proprio superiore. Poteva percepire che la mente del miliardario era già all'opera, forse calcolando rischi e tempistiche mentre cercava una via d'uscita da quella situazione che probabilmente salvasse Clint, Natasha e la nazione intera.
Banner taceva.
Era seduto per terra, la schiena contro il muro, le ginocchia  raccolte contro il petto. Sembrava avesse tutto sotto controllo e probabilmente stava solo elaborando una sua teoria.
-E allora che facciamo?-
Natasha non aveva dubbi che Steve Rogers volesse quanto loro salvare Clint, ma sapeva anche quanto l'uomo fosse un soldato fin nell'anima. Si era arruolato negli anni 40 per puro patriottismo, e sempre per l'amore della nazione si era sottoposto al siero del supersoldato.
Aveva dato la vita per salvare i propri uomini, e lo SHIELD ora, quella vita gliel'aveva restituita, tirandolo fuori dal ghiaccio. Capiva e comprendeva quanto lui si sentisse in debito verso Fury, era lo stesso sentimento che in fondo lei nutriva verso Clint.
Quella riconoscenza si era evoluta nel tempo. C'erano stati momenti in cui l'aveva profondamente odiato per averla reclutata, altri in cui gli era grata. Clint era l'unico vero amico che avesse mai avuto, che per lei c'era sempre stato; le aveva insegnato cos'era la vera amicizia, quella senza secondi fini, completamente disinteressata. Con lui aveva scoperto l'amore. Non il sesso, quello lo conosceva fin da quando era piccola, anche troppo. Prima di Clint non aveva mai pensato che il sesso potesse essere qualcosa di più di uno strumento per ottenere quello che voleva, fossero informazioni o soldi o, occasionalmente, una via di fuga.

Era la loro prima missione che non prevedesse soltanto fucili e pistole. Certo, li prevedeva ovviamente, ma non nel senso classico del termine.
Il loro compito era quello di proteggere la regina d'Inghilterra e il presidente degli Stati Uniti da eventuali attacchi terroristici. Fin qui niente di nuovo, se non che l'occasione era una serata di gala in Buckingham Palace.
Era una di quelle serate che si vedevano solo nei film, con sontuosi vestiti, nobili che spuntavano da tutte le parti. Appostarsi fuori come cecchini sarebbe stato impossibile e anche abbastanza inutile, lo sapevano ancor prima di fare un sopralluogo travestiti da turisti. Non c'erano postazioni che avrebbero dato loro la certezza di dare una copertura a 360 gradi, senza contare che la quantità di persone presenti comportava il grande rischio di ferire o uccidere qualche innocente.
Era rimasta un'unica opzione. Infiltrarsi.
Si era preparata nello squallido bagno del motel che era stato loro assegnato come casa sicura. Il vestito era blu notte, senza spalline, lungo fino ai piedi ma con la gonna che si sarebbe staccata con un gesto in caso di necessità. Il bustino era tempestato di piccoli Swarovsky che le incorniciavano il decolltè e scendevano come una cascata di stelle, fitti alla scollatura e via via più radi fino a sparire all'altezza della vita.
Completò il tutto con un paio di scarpe col tacco, dello stesso colore del vestito. Il tessuto era scamosciato e la scarpa le copriva il piede, lasciandole però scoperte le punte e la caviglia. All'altezza del collo del piede, partiva un filamento argentato che le circondava la caviglia riallacciandosi dietro, dove altro tessuto nascondeva il tallone.
Si truccò lievemente con quel poco che aveva. Un filo sottilissimo di eyeliner, un filo di matita e tanto tanto mascara. L'effetto era quello di incorniciarle gli occhi, facendone risaltare il colore in contrasto con i capelli, tornati quasi lunghi e rossi.
Mise trucchi e un teaser nella pochette e uscì.
Nessuno aveva mai avuto la reazione di Clint senza che lei facesse nulla per provocarla.
L'amico era rimasto letteralmente a bocca aperta, senza riuscire a proferire parola.
-Sei...sei bella da togliere il fiato- riuscì a boccheggiare quando il suo corpo ricominciò a obbedirgli.
Quel complimento era arrivato così spontaneo e così goffo che era arrossita per la prima volta in vita sua senza ordinarselo. Mai prima di allora qualcuno le aveva detto qualcosa di simile, e ora vedeva Clint guardarla come se fosse davvero speciale, come se non fosse una donna letale, ma soltanto una bellissima donna che stava per avere l'onore di accompagnare a una serata importante.
Le porse il braccio e lei lo prese di buon grado.
Tutto era filato liscio.
Non c'erano stati attentati e la gonna era rimasta attaccata al vestito, fortunatamente. Clint era stato un gentiluomo per tutta la serata, e lei per la prima volta si era sentita donna. Non aveva mai amato particolarmente il proprio corpo. Certo, era bella e lo sapeva visto il suo successo come seduttrice, ma non ci stava particolarmente dietro. Il suo corpo era un'arma. Lo teneva in forma e pronto all'uso, nulla di più.
Ma lo sguardo di Clint ogni volta che le sorrideva, che le parlava, avevano acceso qualcosa in lei, qualcosa che li aveva uniti, più che mai. In quell'albergo, per la prima volta, aveva fatto l'amore solo per la gioia di farlo. Non c'erano missioni, non c'erano secondi fini. Amava Clint? Non lo sapeva, non con certezza, ma quella notte c'erano stati solo loro due.

Da quel giorno aveva iniziato a scoprirsi, a conoscere sé stessa.
E lo doveva solo a Clint.
Tra loro poi non aveva funzionato, troppi i rischi, e troppe le preoccupazioni, ma il loro legame restava comunque qualcosa di speciale.
Tra Fury e Rogers non c'era un legame così forte, ma Natasha riconosceva un'oggettiva difficoltà di Steve di nascondere qualcosa di così importante al direttore, nonostante a New York Stark gli avesse un po' aperto gli occhi: Fury non era il santo che credeva. Era una spia e come tale si comportava.
-Steve- disse a bassa voce guardandolo negli occhi -Non vogliamo far scoppiare una guerra, e nemmeno agire all'ombra di Fury. Voglio solo assicurarmi di portare Clint fuori da lì vivo, e Stark ha ragione: se lasciamo la scelta a Fury, Clint è spacciato-
Il supersoldato annuì una volta, ma non rispose. Probabilmente stava cercando una qualche risposta che scagionasse l'uomo con un occhio solo.
-Capitano Rogers- a parlare, per la prima volta, era stato Bruce, mostrando il consueto rispetto verso il supereroe a stelle e strisce – Si metta nei panni di Fury per un secondo. Lei è il direttore dello SHIELD e uno di noi le viene a dire che per salvare un altro agente, per quanto in gamba, deve far scoppiare una guerra. Come reagiresti?-
Il supersoldato stette per ribattere istintivamente, ma poi si fermò e ragionò.
-Avete ragione, Fury non avrebbe altra scelta, anche se volesse- ammise infine -Come agiamo?-

Clint non poteva credere che Natasha avesse ceduto al ricatto.
Lui stesso si sarebbe suicidato piuttosto che dare il via a una guerra con l'unico scopo di arricchire uno sceicco megalomane.
Non che le altre guerre fossero diverse. Alla fine ci si riduce sempre alla smania di potere. Hitler voleva riunire tutte le popolazioni di lingua tedesca sotto il suo dominio. Le guerre in medio oriente non erano altro che il voler accaparrarsi quanti più pozzi di petrolio possibile, nascondendo il vero intento con pseudo armi chimiche da debellare e quant'altro.
Se non altro, avevano smesso di torturarlo.
L'avevano tolto da quella sedia e buttato letteralmente in una piccola cella. Un soldato gli aveva portato qualcosa da mangiare e dell'acqua tremendamente calda. Non era riuscito a toccare cibo, ma aveva finito l'acqua in un batter d'occhio. Non ricordava quando era stata l'ultima volta che aveva bevuto, ma la gola gli bruciava e accolse con sollievo il liquido caldo che gli era scivolato giù in pochissimo tempo.
Si era steso a terra, sulla pancia per evitare di andare ad appoggiare il peso sulle ustioni ricevute, e aveva cercato di dormire un po'. Il pavimento era fresco e gli diede un po' di sollievo, oltre a farlo un po' preoccupare. L'ultima cosa che gli serviva era che le ferite si infiammassero e gli procurassero una febbre che l'avrebbe debilitato e stordito. Doveva restare lucido e cercare una via di fuga.

Sì sentì sollevare di peso e aprì gli occhi di soprassalto.
Doveva essersi addormentato durante la sua degenza nella cella.
Prima ancora che avesse il tempo di svegliarsi del tutto gli venne messa una benda sugli occhi mentre contemporaneamente qualcun altro gli legava le mani dietro la schiena. Il movimento a cui questo lo costrinse gli fece lanciare un gemito di dolore: le ustioni sulle scapole gli diedero delle fitte che per un attimo lo stordirono.
Niente di tutto questo sembrò muovere a compassione i suoi carcerieri, che senza troppi complimenti lo tirarono in piedi e lo sospinsero lungo un percorso sconosciuto mezzo trascinandolo mezzo sorreggendolo.
Alla fine lo caricarono su quello che sembrava il cassone di un camion e avviarono il motore. Cercò di fare forza e di liberarsi le braccia, ma il dolore era troppo e ben presto desistette. Provò a cercare a tentoni qualcosa che lo aiutasse a liberarsi, un cacciavite, un chiodo, un qualsiasi cosa di quelli che gli eroi trovano SEMPRE nei film.
Lui era un eroe, o così gli dicevano, ma non di quelli da pellicola, o forse era semplicemente molto sfigato (come se non avere superpoteri non fosse sufficiente) perchè intorno a sé trovò solo il nulla.
Dopo il camion fu la volta di un altro mezzo di trasporto, che non riuscì a identificare fino a quando il rumore di un motore a turbofan non gli svelò la verità.
Era su un areo.
Per un attimo andò nel panico, mentre il rumore del fan, quella specie di ronzio molto rumoroso e fastidioso, gli riempiva completamente le orecchie, poi però riflettè che avevano dato appuntamento a Natasha alle vele a Dubai, quindi forse era là che erano diretti.
Bene.
Sfruttò il tempo di volo per un'altra dormita. Doveva recuperare le forze.

Erano tutti a bordo del jet privato di Tony Stark, e per la prima volta Natasha fu veramente disposta a dimenticare l'inferno che aveva passato nel breve periodo che aveva passato sotto copertura come sua segretaria privata.
Senza l'aereo privato non aveva idea di come avrebbe fatto a raggiungere Dubai in così poco tempo senza farsi scoprire.
Quello che non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura era che avere i Vendicatori accanto le faceva davvero bene. E lo faceva anche a Tommy, che ora dormiva pacificamente su una delle brandine dell'aereo.
Il ragazzino era rimasto a origliare e si era ostinato ad accompagnarli, a costo di andare a spifferare tutto a Fury. Con un sospiro e la raccomandazione di non combinare casini, dopo che Natasha aveva raccontato loro la sua storia, Tommy era stato accettato nel gruppo, e ora era in viaggio per la sua prima missione.
Iniziare con qualcosa di illegale. Se la storia era destinata a ripetersi quel ragazzino ne avrebbe fatta di strada, sempre che non finissero tutti ammazzati in poche ore, ovviamente.
La presenza di Bruce, Steve e Tony la costringeva a restare calma e a ricordarsi che non era sola in questa missione potenzialmente suicida. Aveva una reputazione da difendere, e mai avrebbe mostrato a Stark il suo lato più umano.
Senza Iron Man tra i piedi probabilmente avrebbe già dato fuori di matto.
-Dovresti riposare un po', Natasha- Steve si sedette accanto a lei, che si era accoccolata per terra contro la fusoliera dell'aereo -Devi essere in forma se vuoi uscirne viva-
Lei annuì, ma proprio di dormire non le riusciva.
Da quando aveva ricevuto la prima telefonata, sentiva un'inquietudine dentro di sé che le faceva venire voglia di spaccare tutti, e ora, su quell'aereo, si sentiva in gabbia. Gli Emirati sembravano su un altro pianeta, e quell'affare sembrava volare troppo lentamente per i suoi gusti, anche se era uno dei più veloci jet subsonici in commercio e non.
-Vedrai che lo riporteremo a casa. Abbiamo affrontato di peggio. Uniti ce la faremo-
Finalmente Natasha riuscì a sorridere. Era vero. Uno sceicco megalomane non era niente in confronto a quello che avevano passato a New York, doveva solo convincersene.
-Te la senti di affrontarlo? Sei sicura?-
Se la sentiva davvero?
Era da un po' che ci pensava. Tante volte, quando sentiva nominare anche solo gli Emirati come nazione, un brivido le percorreva la schiena, e i suoi ricordi tornavano a quella cella. Ora stava di nuovo per incontrare, in una stanza da sola, il suo aguzzino.
Sarebbe riuscita a mantenere la calma?
Devi farcela. Si disse. Per Clint.
-Penso di sì- rispose abbastanza sinceramente -Devo stare calma, per Clint-
-Va bene, e ricordati che ci siamo noi a coprirti le spalle. Se osa toccarti, se la vedrà con noi-
-Grazie...-

Steve le fece un sorriso gentile, poi si alzò per andare a controllare gli altri.
Tony era in cabina di pilotaggio insieme a Bruce Banner.
I due stavano chiacchierando riguardo a un qualcosa che avrebbe assorbito le vibrazioni molecolari scatenate dalla rabbia dello scienziato e quindi impedito la trasformazione. Secondo Stark la cosa poteva funzionare, mentre Banner era più reticente.
Li lasciò continuare senza disturbarli.
Agitazione molecolare, radiazioni, meccanica quantistica...non era roba alla sua portata.
Controllò per un momento Tommy, chiedendosi non per la prima volta se avessero fatto bene a portarselo dietro.
Il ragazzino li aveva messi alle strette, e senza dubbio era molto legato a Clint. Natasha aveva mostrato loro la sua scheda, che era assolutamente invidiabile. Tra i primi in tutte le categorie, e questa era una rarità. Ogni agente per quanto eccellente che fosse aveva un proprio punto debole, una materia in cui non brillava, mentre Tommy era costante in tutto.
Sembrava non avere difficoltà con niente, probabilmente perchè si impegnava sempre al massimo.
La Vedova Nera li aveva assicurati inoltre che nel corpo a corpo si era addestrato con lei, mentre Clint nei tempi morti lo aveva aiutato ad affinare la mira già ottima.
Senza dubbio poteva essere un valido alleato, ma sarebbe stato in grado di affrontare una vera missione, o dovevano aspettarsi un crollo? Certo, il fatto che stesse dormendo probabilmente era già un buon segno.
Gettò uno sguardo a Natasha: si era finalmente decisa a stendersi un po', ma probabilmente non stava dormendo. Decise di non disturbarla oltre e andò a sedersi.
-Siamo pronti per l'atterraggio-
La voce di Tony risuonò in cabina, resa un po' più metallica dagli altoparlanti.
Si comincia.

PERSONAL SPACE: grazie a chi è giunto fin qui...quindi sono rispuntati i Vendicatori, e anche i flashback (a proposito, se volete saperne di più vi ricordo di leggere "Sento che questo sarà l'inizio di una lunga amicizia", spin off che racconta in modo più completo l'inizio dell'avventura tra Natasha e Clint (momento marchetta XD) eh niente... vi ringrazio ancora, e se vi è piaciuto o anche no, recensite!!!
   
 
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