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Autore: ely92    08/09/2008    3 recensioni
Kyleigh, vive a Seattle, ha 17 anni e mezzo ed è una cacciatrice. Sarebbe tutto normale, per lei, fin quando un giorno la sua vita viene messa a soqquadro da degli avvenimenti e delle rivelazioni ch ela sconvolgono e la portano a lasciare la sua città. E dove potrebbe mai capitare la nostra Kyleigh, ovviamente non di proposito, se non nella piccola area del Clallam County, nello stato di Washington, La Push??? piacere mi chiamo elisabetta e questa è la prima FF che scrivo (sn emozionatissima!). Non so quanto vi potrà piacere ma spero comunque che commenterete per sapere, in ogni caso, le vostre opinioni e capire come poter migliorarmi. Vi ringrazio in anticipo ciauuuuuuuuuuuuuuuu =)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1) Una lunga notte di rivelazioni

Il colpo fu molto violento e rimasi qualche minuto agonizzante prima di riuscire a riprendermi.
-Ah- sarcasticamente alzandomi, cercando di ritrovare l' equilibrio, -devo ammettere, con mio profondo rammarico, che sei più forte di quanto mi aspettassi...ma ora basta giocare!-
Lo vidi corrermi incontro e non mi mossi di un centimetro. Quando mi scagliò il colpo, però, mi scansai lateralmente con una velocità sovrumana "da quando ero diventata così veloce?" mi chiesi e per un momento mi distrassi. Lui accorgendosende mi si avventò contro, con le grandi e bianche mani pronte a stritolarmi, ma con un unico movimento estrassi la katana dalla custodia, e gli amputai il braccio.
L'urlo del mio avversario risuonò tra gli alberi facendo scappare via gli uccellini. Dopodiche, guardandosi intorno, poco distante da lui, vide il suo braccio, e lo vidi anch'io, "un colpo netto" pensai "neanche un bandello di carne sparso, sempre meglio" e sorrisi compiaciuta.
Ritornando con la mente sullo scontro sentii il mio nemico maledire il mio nome.
-A-ah- dissi muovendo l'indice della mano sinistra, quella non occupata dalla katana, a mo' di no -qua abbiamo già una persona maledetta e sicuramente non sono io, quindi modera i termini...bello...- e con una nonchalance inaspettata, roteai la katana e la testa del mio avversario, con un tonfo secco, si staccò sul corpo, cadendo qualche metro più in là.
-Schifoso succhiasangue- commentai calciando la testa un po' più lontana.

Aprii il cellulare e composi, senza nemmendo accorgermene, quel numero che ormai conoscevo a memoria.
-Senti Steve... ho appena finito- dissi esaltata -non è che posso venire a ritirare...ehm... il compenso?-
-Ciao Steve, come va Steve, disturbo?- borborbottò lui imitando, quasi alla perfezione la mia voce, "ormai era diventato un fenomeno" -ehi Kyleigh, certo, come vuoi, dove vuoi, quando vuoi...-rispose.
-Ook, allora tra una mezzoretta al solito posto-
-Daccordo, a dopo- rispose con un tono che pareva alquanto felice.
"Mah... sarai anche il mio miglior amico ma adesso come adesso sei il mio capo e sto venendo a ritirare i tuoi soldi, cosa ci sarà da essere tanto allegri" pensai riattaccando senza degnarlo di una risposta.

Arrivata a casa, notando da fuori le luci spente, aprii la porta facendo attenzione a non far rumore. "Finalmente ha ascoltato il mio consiglio ed è andata a dormire invece che aspettarmi" pensai sollevata.
Percorsi il corridoio e mi avvicinai, di soppiatto, all'ultima porta sulla destra, la camera di mia sorella Monica, per controllare se effettivamente stava dormendo ma aprendo la porta della stanza la trovai vuota.
Controllai se si trovava nella camera di fronte, la mia, ed in quella di fianco alla mia, il bagno, ma  Monica non c'era.
Mi diressi verso la porta successiva dall'altro lato del corridoio, la sala, ma niente neanche qua, quando facendo per uscire dalla stanza dirigendomi verso al cucina la trovai in piedi davanti a me che mi fissava.
-Monica! Che fine avevi fatto? Mi stavi facendo preoccupare- dissi accendendo così la luce.
Ma la Monica che vidi accendendola, mi scovolse. Era cambiata. I suoi occhi verdi, adesso erano di un rosso infuocato marcati da evidenti occhiaie tanto scure da parer lividi e la sua pelle lievemente rosata, come la mia, ora era bianca, quasi incolore.
Nonostante ciò era fantastica.
Come me, era sempre stata una bella ragazza, ma la sua bellezza adesso era magnificenza.
Rimasi incredula, quasi allibita, quando riconobbi quel tipo di bellezza e non era la bellezza di una diva o di una fotomodella, era molto di più. Era una bellezza disumana, era la bellezza dei vampiri.
-Ciao sorellina!- disse in un ghigno. Anche la sua voce era cambiata, era diventata come il suono di un campanellino, sarebbe stata tanto dolce quanto bella se non fosse che il modo in cui pronunciò quella frase la fece apparire alquanto inquietante.
La reazione che quelle parole fecero scattare in me fu inaspettata. I brividi che non mi accorsi che mi stavano percorrendo sul corpo già da un pò, divennero spasmi.
Poi accadde tutto troppo velocemente. Lo sguardo di mia sorella che era un misto tra sfida e presa in giro, divenne gravemente turbato. Poi la vidi acquattarsi dietro un mobile per poi, con un balzo, saltarmi addosso. Senza rendermene conto, con un movimento secco e deciso, me la scrollai di dosso, facendola cadere a circa tre metri da me.
Sconvolta corsi il più velocemente possibile via da casa ma passando davanti allo specchio del corridoio, invece che vedere la solita me stessa, vidi un enorme lupo rosso-aracio, lo stesso colore dei miei capelli.

Quando ripresi conoscenza, vedendo un poster di Kurt Cobain, appeso ad una parete, mi resi conto di essere a casa di Steve. "come diavolo c'ero arrivata? ed in più quando sono svenuta?" mi chiesi perplessa.
-Steve?- chiamai con voce ben poco salda.
-Arrivo- rispose.
Durante quel minuto in cui lo attesi mi resi conto di essere coperta da un lenzuolo ed alzandolo mi accorsi di essere priva di indumenti.
-Steve?- richiamai, la voce era sempre più malferma.
Stavo quasi per scoppiare in lacrime quando lo vidi comparire sulla soglia della porta, poi, si accomodò di fianco a me e, le lacrime che non erano scese trenta secondi prima iniziarono a sgorgare come un fiume in piena.
Quando le mie la lacrime si esaurirono fui talmente stanca da addormentarmi. Ma il sonno profondo durò ben poco per poi essere sostituito da una fase rem piena di incubi.
Continuavo a rivivere le scene di quella notte ma dopo essere fuggita, invece che ritrovarmi a casa di Steve, mi trovavo in una foresta accerchiata da vampiri famelici, mia sorella compresa, pronti all'attacco.

Al mio risveglio, durante le prime luci dell'alba, ero ancora più in subbuglio di prima, ma vedendo Steve ancora accanto a me riuscii a riprendere controllo e calmarmi.
-Ciau...- dissi con voce ancora assonnata stropicciandomi gli occhi.
-Buongiorno- rispose scambiandomi un sorriso.
Ricambiai. Attese che mi riprendessi, intanto lo vidi alzarsi e dirigersi verso al cucina per poi tornare con una tazza fumante tra le mani. -Cioccolata calda, vuoi?-
Il solo odore mi fece star male, provocandomi un forte senso di nausea. -N-no grazie- risposi.
-Kyleigh, non hai un bel colorito- "un bel colorito" pensai e mi riapparve davanti agli occhi il colorito di Monica era così nitido che mi pareva di averla davanti. "eh no, monica non aveva affatto un bel colorito, era morta!" e fui scossa da uno spasmo.
-...di là in camera- la voce di Steve, che continuava la frase che io non avevo ascoltato, mi riportò alla realtà e nuovamente riuscii a calmarmi.
-Scusa Steve, non stavo seguendo, puoi ripetere?-
-Dicevo che se vuoi vestirti puoi vedere se c'è qualcosa di la in camera mia che ti va...-
-Ah ok... grazie...- mi avvolsi nel lenzuolo che mi copriva e mi diressi verso la sua stanza.
Quello che vidi, quando aprii la porta, non fu affatto come l'avevo immaginato.
La stanza era quadrata e non molto grande. Nella parete alla sinistra della porta si tovava un divano-letto con, alla destra di un bracciolo, un comodino nero e lucido. Dirimpetto al letto era posto un armadio a quattro ante in pandan col comodino, che occupava l intera parete. Alla mia destra, invece, c'era un portacd a tre colonne, colmo di cd vari. Al centro della stanza vi si trovava un tavolino rotondo, nero e lucido il quale era invaso da pile di libri e fogli. Quello che mi colpì, però, particolarmente, fu il poster che si trovava nella parete di fronte a me. Era enorme e rappresentava una foresta  in piena notte con una sagoma si un grosso lupo, con la testa all'indietro che sembrava stesse ululando.

-Ta-dan! Come sto?- dissi ridendo, quando uscii dalla stanza.
Avevo optato per un maglia blu dalle maniche lunghe che, data la mia statura minuta e il mio corpo esile, mi arrivava fino alle ginocchia.
-Bene, devo dire che ti va piccola!- rispose trattenendo a stento una risata.
-Posso farti una domanda, Steve?- chiesi, dopo aver atteso che lui dicesse qualcosa, sedendomi sulla poltrona boredeaux un po' consumata.
-Certo-
-Dove mi hai trovata sta notte?-
-Nel parchetto, vicino casa, di fianco ad un cespuglio, così ho deciso di portarti su... Non ho fatto male? Vero?-
-No no, anzi... davvero grazie mille-
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale io, incoscentemente, presi a girarmi una ciocca di capelli, poi fu lui il primo a parlare.
-Adesso il turno delle domande spetta a me- e senza darmi il tempo di rispondere continuò -Cosa ti è successo Kyleigh?- chiese tutto d'un fiato.
All'inizio tentennai, non sicura che potesse credermi, ma alla fine gli raccontai ogni cosa, per filo e per segno.
-Kyleigh, è arrivato il momento in cui ti dica una cosa.-
-Anch'io, come te, e come Victor, sono un licantropo- la mia testa iniziò a girare -le generazioni precedenti, della nostra popolazione, narravano che anni ed anni or sono, durante uno scontro con dei vampiri, i nostri avi ebbero una mutazione e da uomini si trasformarono in enormi lupi, che non invecchiavano mai ed avevano poteri extra. Ma i nostri genitori, come i nostri nonni e come le generazioni prima di loro hanno sempre creduto si trattasse di una leggenda. Io e Victor siamo diventati licantropi, più o meno nello stesso periodo, all' incirca 7 anni fa. I miei genitori, quando successe mi dissero che sarei stato costretto a sposarti ma io mi ribellari dicendo che la decisione sarebbe toccata solo a te. comunque ne io, ne nessun'altro credavamo potesse succedere anche alle ragazze quindi secondo noi eri fuori pericolo...- a quel punto smisi di ascoltarlo, "non c'era più un senso logico nelle sue frasi, o forse ero io a non trovarlo e sentire solo pezzi di frasi a caso" pensai. Avrei voluto insultarlo, ma il mio corpo fu in preda ad una forte convulsione, poi fu come se stessi cadendo ma quando fui a mezz'aria esplosi e dalla mia pelle spuntò una pelliccia fitta ed a quel punto ero licantropo.
Ringhiai contro Steve prima di andarmene via correndo più veloce che mai.

Erano molte le domande a cui non avevo risposta "di che popolazione stesse parlando? chi era victor? perchè nostri avi?" ma non avevo intenzione di fare retrofront per andare a chiedergli risposta. O per lo meno non avevo intenzione...adesso.
Correvo a più non posso "penso che se ci fosse l' autovelox mi avrebbero già fatto una pesante multa" pensai cercando di distrarmi dalle cose più importanti, ma di cui adesso non ne volevo sentir parlare.
"Perchè proprio lei deve diventare così? Se solo quel Cullen non fosse tornato" sentii ad un tratto dentro la mia testa mentre coninuavo a correre. Questa frase fu, poi, seguita da una sequela di imprecazioni.
"Chissà cosa si mangia stasera?" chiese un'altra voce nella mia testa.
"Sam" mormorò un'altra
"E smettila Leah, non sono mica gay non ne posso più di 'sto Sam" la rimproverò scherzosamente un' altra voce.
Improvvisamente qualcuno si accorse della mia presenza.
"Ehi, chi è quella?"
Mi guardai attorno, anche se andavo a forte velocità riuscivo a distinguere tutto quello che mi circondava chiaramente, ma attorno a me non vidi nient'altro che alberi. Fu a quel punto che persi totalmente conoscenza.
  
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